Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 15/05/2010
Dal
blog di Luciano Muhlbauer
La Celere di De Corato,
cioè i reparti antisommossa dotati di caschi, scudi e manganelli, che la
Polizia Locale di Milano sta costituendo, sono impropri ed illegali.
Pertanto, oggi mi sono rivolto al Prefetto con una nota scritta,
chiedendo il suo urgente intervento affinché venga ristabilita la
legalità e scongiurata la costituzione di reparti antisommossa del
Comune.
Infatti, da qualche anno il
vicesindaco De Corato sta incentivando la formazione di nuclei speciali
nell'ambito della polizia municipale milanese, a partire da quelli
"problemi del territorio" e trasporto pubblico, che tendono ad assumere
compiti e funzioni che si sovrappongono a quelli delle forze
dell'ordine, sebbene ciò sia fuori dalla legge nazionale e regionale e
gli agenti coinvolti non dispongano di una formazione anche soltanto
lontanamente paragonabile a quella delle forze di polizia.
Non c'era dunque da
stupirsi che ad un certo punto saltasse fuori anche una specie di
reparto antisommossa, vecchio sogno finora proibito del vicesindaco. Era
successo sicuramente, come avevamo potuto documentare e denunciare
proprio noi, il 9 febbraio scorso, quando lo
sgombero dell'insediamento rom di
Chiaravalle fu eseguito da un reparto della Polizia Locale
equipaggiato con caschi antisommossa, manganelli e scudi con la scritta
"Polizia Locale" e in assenza di funzionari di polizia o carabinieri.
Ebbene, oggi l'edizione
milanese del quotidiano La Repubblica ha reso noto che
all'interno della PL di Milano sono iniziati i corsi di formazione per
la celere di De Corato. Prevedono anche esercitazioni pratiche in
palestra con l'armamentario antisommossa, anche se il tutto, cioè teoria
e pratica messi insieme, non dura più di 24 ore. Cioè, una sorta di
lezione in pillole: 24 ore e anche tu puoi fare il celerino.
Complimenti vicesindaco!
Dopo l'ennesimo abuso da parte di qualche agente dei reparti
antisommossa (vedi il caso Gugliotta), sempre più persone si rendono conto che
la formazione, tecnica e civica, andrebbe rafforzata e il nostro buon De Corato
se ne esce con l'instant-celerino…
Ma non è soltanto questione
di formazione, ma anche e soprattutto di legalità. Il nostro ordinamento
e le nostre leggi, nazionali e regionali, prevedono che di ordine e
sicurezza pubblica si occupi lo Stato –e dunque Polizia, Carabinieri e
Guardia di Finanza- e non i Sindaci, o i Vicesindaci, che dovrebbero
invece occuparsi di quello che gli compete e che troppo spesso
dimenticano.
Auspichiamo che il Prefetto
voglia intervenire in tempi brevi, perché con l'avvio dei corsi di
formazione è iniziata la fase della formalizzazione dei reparti
antisommossa e questo equivale all'istituzionalizzazione di una
situazione illegittima e illegale.
Comunicato stampa di
Luciano Muhlbauer
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:04:59 in media, visitato 2525 volte)
Segnalazione di Roberto Malini
Milano, 13 maggio 2010. «Bambini rom costretti a rubare» è
un'inchiesta sulla vita dei bambini Rom prodotta da Bbc This
World (2009) e realizzata da Liviu Tipurita, che sarà
trasmessa su Current Tv domenica 16 maggio alle ore 23. Si
tratta di un documentario-farsa, preparato a tavolino per
rinfocolare pregiudizi atavici nei confronti del popolo Rom.
Come faccio ad affermarlo? Semplice: la produzione mi
contattò più volte, prima di girarlo. Il reporter romeno
aveva maturato l'idea di realizzare un'inchiesta-choc dopo
aver preso visione di un articolo apparso sul Corriere della
Sera (articolo che ho già commentato) dove si vedono bambini
Rom (fra i quali il famoso "Bobi") in posa davanti
all'obiettivo di un fotografo, nell'atto di compiere - ora
con la mano destra, ora divenendo improvvisamente mancini -
borseggi nei pressi della Stazione Centrale di Milano,
davanti ai passanti che osservano quelle "performance" senza
manifestare il minimo turbamento. Dopo l'arresto, il piccolo
"Bobi", secondo le autorità e il giornalista del Corriere,
avrebbe chiesto di essere allontanato dai genitori-aguzzini
e affidato a una brava famiglia italiana. Nella realtà, il
piccolo è stato sottratto alla famiglia e affidato a
comunità in attesa di essere inserito in nuclei familiari
italiani per ben trenta volte (sic!), ma ogni volta è
fuggito per tornare dai suoi, preferendo la povertà di una
baracca - ma insieme ai suoi cari - agli agi promessi dalle
assistenti sociali e dai tanti amici della "legalità". Ho
spiegato con chiarezza alla produzione la mia perplessità
sulle foto apparse sul quotidiano italiano, così come sui
numerosi casi in cui persone di etnia Rom venivano accusate
di crimini efferati, al fine di provocare intolleranza nel
popolo italiano e rendere possibile la grande operazione di
pulizia etnica che avrebbe successivamente ridotto i Rom in
Italia da circa 180 mila agli attuali 40 mila. Ho spiegato
all'entourage di Tipurita che i Rom solo in casi rari di
devianza picchiano i loro bambini e che l'elemosina era il
solo mezzo con cui le famiglie potevano procurarsi mezzi di
sopravvivenza. Ho proposto loro di incontrare la famiglia di
"Bobi", che si trovava in un insediamento a Pioltello, e di
intervistare alcune giovani Rom costrette dalla povertà e
dall'emarginazione a vivere mendicando. I responsabili di
produzione, però, non accoglievano alcuna delle mie
proposte. "Vogliamo qualcosa di diverso," mi chiedevano.
"Non potrebbe consentirci di incontrare Rom che comprano e
vendono bambini, genitori Rom che seviziano i figli per
costringerli a mendicare, prostitute Rom minorenni o
ladruncoli Rom?". Erano inutili i miei tentativi di spiegare
loro che il popolo Rom presenta la stessa percentuale di
ladri e di genitori indegni che hanno gli altri popoli, che
nei campi avrebbero trovato indigenza, malattie, esclusione
sociale, ma anche tanta solidarietà, una grande unione, uno
spirito pacifico e un amore infinito per i bambini. A tale
proposito, riportai loro un proverbio conosciuto dai Rom di
tutto il mondo: "Tanti bambini, tanta gioia". Ho offerto ai
collaboratori di Tipurita tutto il materiale relativo ai
nostri studi sui Rom ("Grazie, non si dia pena di
inviarcelo") e l'opportunità di conoscere personaggi che
danno lustro al popolo più discriminato d'Europa: Santino
Spinelli, Rebecca Covaciu, Dijana Pavlovic, Goffredo
Bezzecchi e altri. "Se questa è la sua posizione," mi
rispondevano, "non è di nostro interesse incontrarla. Noi
abbiamo un'altra visione riguardo ai Rom". E chiudevano così
la conversazione. La loro "visione" è diventata una delle
più oscene calunnie mai diffuse dai media. La conosceremo
nei dettagli domenica prossima. Link correlato: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_maggio_13/current-bambini-rom-costretti-rubare-1703012864280.shtml
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Fotografie del 15/05/2010
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