Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Segnalazione di Paolo Teruzzi
Sos
fornace
La vicenda del campo regolare di via Sesia sta arrivando a una
conclusione che con ogni probabilità si consumerà con una serie di sgomberi
prima della fine dell’estate. Attualmente nell’area sono rimasti sette
nuclei familiari e nei giorni scorsi i conflitti interni alla maggioranza
tra la Lega Nord e il sindaco hanno fatto emergere con chiarezza il destino
di queste persone.
Il 15 aprile scorso il Comune ha inviato una lettera a due famiglie con
la quale le accusa di aver consumato indebitamente la corrente allacciandosi
abusivamente alla centralina comunale – quella che serve a fornire energia
elettrica all’impianto di illuminazione dell’area – chiede il rimborso di
somme spropositate per il consumo effettuato e dichiara la violazione del
regolamento del campo [che prevede come sanzione l'allontanamento]. Le
famiglie in questione sono quella di Jovica Jovic, il famoso musicista che
ha ricevuto un permesso di soggiorno straordinario da Maroni il marzo scorso
e quella di suo figlio Petar.
Quanto contestato è totalmente pretestuoso perché fin dal loro ingresso al
campo le persone in questione hanno fatto domanda per avere un contatore
autonomo [senza ricevere alcun riscontro]. Il fatto che utilizzassero la
corrente pagata dal Comune è dovuto a un errore dell’amministrazione,
infatti, l’estensione del campo era stata ridimensionata rispetto al
progetto originario perché i cantieri della TAV – che passa li vicino –
avevano occupato abusivamente una parte del terreno destinato alla
costruzione del campo. Questo ha comportato una riduzione del numero di
moduli abitativi con la conseguenza che a Jovica e Petar sono stati
assegnati due prefabbricati che all’inizio avrebbero dovuto ospitare le
associazioni che avevano firmato la convenzione per la gestione del campo
[Caritas e Opera Nomadi] e che avrebbero utilizzato, quindi, delle utenze
intestate al comune. Ovviamente, l’amministrazione si è accorta dell’errore
solo adesso che ha intenzione di sgomberare queste famiglie.
Recentemente Zucchetti ha ribadito che "la presenza dei rom a Rho è una
presenza ostile", ma che ci sono "nuclei che vogliono uscire da certe
modalità" e per questo ha firmato un accordo con la prefettura per dare la
casa a 4 famiglie residenti in via Sesia. Noi pensiamo che anche l’attuale
Sindaco sia una presenza ostile per Rho visto che pensa più agli interessi
suoi e dei suoi amici – come ampiamente dimostrato dalle vicende del Rebora,
del Piano Alfa e del PGT – invece che a quelli della città, ma ciò non
toglie che debba garantire un’abitazione a tutte le famiglie di via Sesia e,
soprattutto, alla famiglia di Johnny Milenkovic – un cittadino italiano di
etnia rom sgomberato ingiustamente dalle case di via Magenta l’inverno
scorso – evitando, però, di elargire l’ennesima prebenda ai suoi amici della
Compagni delle Opere, ma garantendo la trasparenza e l’imparzialità
nell’erogazione del contributo attraverso una regolare gara d’appalto.
Corriere della sera Roma/cronaca
La Cgil in piazza. I nomadi: «Sembra di tornare ai tempi del nazismo, dove
facevano lo stesso con gli ebrei»
ROMA - «No al fotosegnalamento dei
rom! Sull'integrazione ci metto la faccia». È questo lo slogan dell'iniziativa
targata Cgil di Roma e Lazio, andata in scena giovedì mattina in segno di
protesta contro l'iniziativa del Comune di Roma, prevista nel Piano nomadi, di
schedatura e fotosegnalamento di tutti i rom residenti nei campi della Capitale.
I rappresentanti del sindacato hanno montato un piccolo gazebo a piazza Santi
Apostoli, «fotosegnalando» loro stessi e qualche passante incuriosito o
sensibile alla questione. «Questo è un fatto incivile e razzista, la Federazione
della Sinistra e i cittadini rom sono qui oggi per sostenere l'iniziativa della
Cgil», ha dichiarato Fabio Nobile, portavoce Fds, nel sottolineare che «anche
loro vanno perseguiti solo in caso di reati, come tutti i normali cittadini
italiani. Rischiamo un effetto devastante su un piano culturale già abbastanza
devastato di suo».
I ROM CHIEDONO INTEGRAZIONE - I
fotosegnalamenti, come ha spiegato Mirsad, portavoce della comunità bosniaca del
campo di via Candoni, vengono eseguiti più volte negli stessi accampamenti e
ripetuti sugli stessi soggetti: «Ma noi siamo già tutti in regola, abbiamo
lavoro e documenti- ha detto - Siamo terrorizzati da questo comportamento, non è
assolutamente giusto: o tutti, o nessuno». Dietro al Piano nomadi, secondo
Claudio Graziani, responsabile immigrazione di Arci Roma e Lazio, ci sarebbero
«meccanismi di carattere elettorale», perché si potrebbe «benissimo agire in
modo diverso, allentando la tensione con progetti di integrazione all'interno di
un vero e serio piano». Per Umica, che rappresenta 170 rom del campo di via
Cesare Lombroso, il «governo italiano si dovrebbe vergognare, lo fanno solo per
mettersi in bella mostra, per dire che ci tengono in pugno e ci controllano»,
sembra di «tornare ai tempi del nazismo, dove facevano lo stesso con gli ebrei».
I politici che governano Roma, conclude polemica Umica, «o non hanno una
coscienza, o prima di andare a dormire si sciacquano la bocca con l'acqua
santa». (Fonte Dire)
13 maggio 2010
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