Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 22/03/2006

Leggo sul blog di Sherif el Sebaie:
Fra poche settimane i cittadini italiani saranno chiamati a votare il nuovo governo. Circa 3 milioni di stranieri regolarmente residenti in Italia non lo potranno invece fare, nonostante rappresentino il 9% della forza lavoro, paghino tasse e contributi e/o investano soldi in Italia contribuendo alla crescita di questo paese. Per la Destra essi si materializzano solo quando fanno la fila per tre giorni davanti agli uffici postali. Di conseguenza, non è loro permesso esprimere un'opinione non solo sull'operato del governo del paese dove si dipanano le loro vite, dove investono i loro soldi, dove sognano un futuro, ma non potranno nemmeno rispondere, con lo strumento del voto, a chi li offende quotidianamente e gratuitamente. I cittadini italiani però lo possono fare. Per se stessi, innanzitutto. Ma anche per i loro vicini di casa o per i loro colleghi di lavoro stranieri che vivono nello stesso paese, svolgono gli stessi lavori, pagano le stesse tasse, aiutano i propri familiari nei paesi di origine mentre subiscono ogni tipo di insulto e di angheria, ogni tipo di ricatto e di sfruttamento garantito e perpetuato da leggi che i cittadini italiani stessi possono cambiare. La possibilità di ritrovarsi per altri cinque anni alla mercé della Lega e delle svariate espressioni neofasciste che sono confluite ultimamente nella coalizione della Destra, mi riempie di orrore per le nostre esistenze, i nostri investimenti materiali e affettivi e il nostro stesso diritto alla vita in questo paese. Ma quello che mi preoccupa ancora di più è vedere alcuni cittadini italiani - di sinistra o vicini ai suoi ideali - esternare la loro volontà di astenersi dal voto mentre intere popolazioni vengono bombardate dalle Destre proprio con la scusa di regalare loro questo diritto. L’astensione è una prospettiva orribile per chi deve subire una miriade di provvedimenti e di esternazioni a dir poco umilianti senza possibilità di cambiare le cose in meglio per sé stesso e per tutti. Ritengo che le idee espresse nel programma dell'Unione in materia di immigrazione siano un balsamo capace di lenire ferite che rischiano di incancrenirsi irrimediabilmente. Quindi, cari amici italiani, se non volete votare per voi stessi, fatelo almeno per noi. Se non avete a cuore i vostri interessi, abbiate pietà almeno delle nostre esistenze, della nostra dignità umana calpestata ogni santo giorno. Adottate i nostri voti e quelli dei nostri figli. Andate a votare, per il bene dell'Italia.
Sherif El Sebaie, Il Manifesto, P.12
Per aderire alla campagna "Adotta il voto di un immigrato", si può ripubblicare il testo della sopra riportata "Lettera agli italiani" pubblicata oggi (Martedi 21 marzo 2005, giornata mondiale contro il razzismo), ripubblicare la vignetta del mitico Mauro Biani* o esporre - sui propri siti e blog - il banner della campagna
Di Fabrizio (pubblicato @ 14:36:31 in media, visitato 1808 volte)
Oltre 350 telefonate, 19 casi individuati, utenza di cittadini immigrati ma anche italiani, segnalazioni legate in prevalenza alla ricerca del lavoro e di un alloggio in Alto Adige: sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto 2005 del Centro di tutela contro le discriminazioni, organismo insediato all'interno dell'Osservatorio provinciale sulle immigrazioni. Il rapporto annuale è stato presentato oggi (martedì 21) a Bolzano. Essenziale si rivela il servizio del numero verde 800 225588 per le segnalazioni.
Nel quadro della "Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale", il Centro tutela contro le discriminazioni ha presentato il Rapporto 2005 in materia di discriminazioni. Il Centro è attivo in Alto Adige all'interno dell'Osservatorio provinciale sulle immigrazioni, due servizi creati su iniziativa della Formazione professionale italiana e del Fondo sociale europeo.
L'assessora provinciale all'Immigrazione Luisa Gnecchi ha ricordato che oggi nel mondo le persone migranti sono 180 milioni, "e diventa importante saper attivare misure che possano garantire l'inclusione sociale e l'accoglienza e insegnare il rispetto reciproco." Il Rapporto 2005 del Centro tutela contro le discriminazioni, a cura di Udo Enwereuzor, valuta il servizio dall'aprile 2005, quando il Centro ha avviato la rilevazione degli atti discriminatori in Alto Adige grazie all’attivazione del numero verde 800 225588, a disposizione di tutti i cittadini che hanno subìto o assistito a una discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. I contatti telefonici complessivi sono stati 357, di questi 19 circoscritti a casi pertinenti al tema della discriminazione. In Alto Adige i casi di discriminazione individuale segnalati sono pertanto contenuti, ma - ha rilevato l'assessora Gnecchi - il problema richiede sempre un grado elevato di attenzione e sensibilità. "Il Centro tutela antidiscriminazioni - ha specificato Gnecchi - è prezioso per entrambe le parti: se all'altro capo del telefono il cittadino immigrato trova una persona in grado di capire e ascoltare, questo servizio diventa uno strumento prezioso per conoscersi e per superare assieme la difficoltà del momento."
L’utenza che si è rivolta al numero verde è composta da cittadini immigrati ma anche da cittadini italiani. In alcuni casi a segnalare le discriminazioni sono stati dei testimoni, segno di un certo grado di senso civico della cittadinanza. Il maggior numero delle segnalazioni riguarda il settore del lavoro mentre al secondo posto risultano la ricerca di un alloggio. Nell’ambito lavorativo non risulta problematico soltanto l’accesso ma anche il rapporto di lavoro, spesso poco trasparente per le ore lavorative in busta paga oppure le ore di straordinario non pagate e superiori al monte ore massimo consentito. I casi riguardanti l’alloggio negato sono riscontrabili in particolare sui siti internet per la ricerca della casa e su riviste locali specializzate. Le diciture “no extracomunitari” e “nur Einheimische” sono utilizzate spesso e dove queste non sono scritte apertamente la discriminazione si nasconde frequentemente dietro al requisito “solo referenziati”.
Con il Rapporto 2005 è stato presentato il video "Così vicini, così lontani – tracce di discriminazione", prodotto da helios e che verrà trasmesso venerdì 24 marzo alle 20.25 su Rai Sender Bozen e domenica 26 marzo alle 9.45 sulla Rai regionale in lingua italiana. Il programma ha previsto anche intermezzi musicali con il gruppo U Sinto della famiglia Radames Gabrielli.
(Autore: pf)
5 marzo 2005 - BRUXELLES - Christian Dupont, ministro federale per l'integrazione sociale, ha annunciato un piano per combattere il problema di madri e bambini che mendicano per le strade delle città del Belgio. L'annuncio è stato salutato con favore dalla parlamentare socialista Dalila Douifi, che aveva sollevato il problema.
Scene pietose di madri viste mendicare coi bambini in braccio - particolarmente gli ultimi giorni di freddo intenso - avevano rinnovato le preoccupazioni (cfr. Belgio 4 luglio 2005).
Ci sono state indagini sui rischi alla salute di questi bambini, che spesso sono curati con dosi eccessive di sciroppo della tosse. Le leggi internazionali proibiscono l'esposizione e l'impiego di bambini in circostanze estreme, come la temperatura di questi periodi.
Dopo aver coinvolto il ministro degli interni (Patrick Dewael) e quella della giustizia (Laurette Onkelinx), Dalila Douifi aveva espresso le sue preoccupazioni al ministro Dupont. Che a sua volta aveva annunciato che da martedì 12 marzo verranno impiegati 12 mediatori culturali per approcciare i mendicanti.
"L'aspetto interculturale non è secondario. Per esempio, non sempre i Rom vogliono essere aiutati. Fa parte della loro cultura," ha detto Douifi.
I mediatori saranno dispiegati nelle città di Bruxelles, Anversa, Gent, Liegi e Charleroi.
Douifi ha poi aggiunto che ci sono già stati sviluppi positivi nella città di Anversa, dove le autorità cittadine favoriscono la frequenza scolastica dei bambini nell'età dell'obbligo. Se il figlio frequenta la scuola, i genitori hanno garantiti i benefici sociali di legge.
"Il problema è molto complesso: spesso si pone come combinazione di repressione, prevenzione e rimedi. Le misure introdotte dal ministro Dupont sono un punto di partenza verso la soluzione," ha continuato Douifi, concludendo che l'impiegodi bambini per l'accattonaggio è un crimine comunque perseguibile.
Copyright Expatica News 2006
Sullo stesso argomento, ricevo:
Riguardo al cambio di
politica annunciato dal governo belga verso mendicanti ed uso dei bambini, il
presidente di Opre Roma, Wolf Staf Bruggen, è stato intervistato sul canale 1
della radio nazionale, mercoledì di settimana scorsa.
Bruggen, che è anche
delegato dell'European Roma and Travellers Forum, ha commentatola notizia,
fornendo ulteriori informazioni.
Prima di tutto,
non tutti i mendicanti nelle strade di Anversa e Bruxelles sono Rom.
Secondariamente, i Rom che mendicano, arrivano dalla Romania e vivono in Belgio
in situazione di completa illegalità, senza accesso a nessun servizio sociale di
base. Tutti i loro averi dipendono dalla mendacità. Su questo tema diverse
organizzazioni, inclusa Opre Roma, avevano già pubblicato un loro rapporto
all'inizio del 2005, dov'era chiaramente spiegato perché alcuni Rom erano
costretti a mendicare e perché dovessero portare i bambini con loro!
[...] Riguardo
all'uso di mediatori culturali ha detto che possono essere d'utilità se
appartengono alla stessa comunità e condividono lingua e tradizioni dei Rom
mendicanti.
Per terminare, il
problema non è dato dai mendicanti e la soluzione non risiede nel togliere i
bambini dalla strada. Il problema è la povertà e la mancanza di una seria
politica migratoria: occorre una soluzione strutturale che offra ai Rom
un'alternativa e la prospettiva di una vita decente.
Wolf Bruggen
Chairman-Voorzitter-Presidentos
Opré Roma ngo
opreromavzw@yahoo.com
Tel : ++32 (0)486.32.57.62
Fonte: Roma_Benelux
Broadening the Agenda: The Status of Romani Women in Romania è l'ultimo
rapporto (in inglese) della fondazione Soros sulla condizione delle romnià in
Romania.
Qui è scaricabile in formato pdf (427K). Alcuni dati emersi dal
rapporto:
- Oltre il 63% delle donne rom dichiarano di avere meno diritti degli
uomini all'interno delle comunità.
- Circa un quarto non ha frequentato la scuola. La percentuale tra gli
uomini è del 15%. La percentuale femminile sulla popolazione globale della
Romania è del 4%.
- La maggioranza testimonia di discriminazioni sul lavoro per motivi
etnici e il 21% aggiunge di discriminazioni di genere.
- Il 39% delle donne rom non ha avuto nessun reddito nell'ultimo anno. Tra
quante hanno un impiego, il 54% lavora senza contratti o benefici sociali.
Il tempo ha valori di conversione differenti, questo si sa. Passare dalla teoria alla pratica è quello che frega.
Il programma del campo per le elezioni è nato dopo un mese di discussioni con le famiglie. Un altro mese (quasi due), è passato cercando chi in zona e in città potesse essere interessato al confronto. Poi, tutti si svegliano nello stesso momento: oggi ci sarà il primo incontro con Legambiente, domani con l'Arci.
Martedì scorso c'è stata l'occasione di presentare il nostro lavoro al candidato sindaco e ai partiti che ne appoggiano la candidatura. E' andata meglio del previsto, ad un certo punto ho perso il filo del discorso, ma doveva essere finito lì vicino. I signori partiti, tutto ad un tratto hanno deciso di appoggiarci, e d'improvviso ci vogliono persino candidare. E va bene che in campagna elettorale non si butta niente... ma per prudenza si era già concordato con chi candidarsi. Comunque, è deciso che può essere un programma Open Source 
Che altro? Speravo che martedì mi accompagnasse qualcuno del campo, e invece all'ultimo momento mi son ritrovato da solo. Peccato, ci fosse stata la loro presenza tutto il discorso sarebbe stato ascoltato con attenzione anche maggiore. E così ho dovuto sbrigarmela da solo col rinfresco finale...
A proposito di valore di conversione del tempo e di esaurimento nervoso: si discute per un mese e alla fine si concorda - vedere come avere un ruolo e un tetto regolare all'interno del parco dove si vive da anni. Il più entusiasta di tutti salta fuori con l'idea di acquistare una cascina in una zona diversa da quella su cui si discute dall'inizio. Da una settimana proviamo a spiegargli che l'idea c'entra come i cavoli a merenda, lui mantiene lo stesso entusiasmo ed è convinto di avere già il finanziamento in tasca. O forse è lui a voler convincere noi.
(nell'immagine, le prove della gioiosa macchina di guerra) 
Fotografie del 22/03/2006
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