Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
La vicenda è introdotta nel blog
Sucar Drom:
Le fiamme si sono levate alte ieri notte nel "campo nomadi" che sorge nella pineta dell’Arenosu ad Alghero. Si è svegliato appena in tempo l'anziano Rom che dormiva da solo nella baracca che ha preso fuoco.
Il rogo sembra sia partito poco dopo le 20,00, da una stufa a legna dimenticata accesa in cucina. Quando l’uomo è balzato dal letto, la stanza era completamente avvolta dalle fiamme. Ha provato a domare le fiamme lanciando due secchi di acqua, ma è stato tutto inutile. Il legno che costituiva la struttura ha favorito il propagarsi dell’incendio che in pochi minuti l’ha divorata «Ho preso il cane e sono scappato via», ha raccontato l’uomo, stringendo a sé il piccolo animale ancora spaventato per il pericolo scampato.
Il tempestivo arrivo dei vigili del fuoco sopraggiunti con un’autobotte nel "campo nomadi", ha impedito che le fiamme avanzassero fino a interessare la pineta o altre baracche. La vegetazione infatti non è stata intaccata, ma dell’abitazione lignea del rom, non è rimasto che lo scheletro. All’interno tutti i suoi oggetti sono finiti in cenere.
Un utile approfondimento del giorno dopo:

L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è riuscita a risolvere in maniera concreta ALGHERO - L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è

riuscita a risolvere in maniera concreta. Della realizzazione di una vera area attrezzata per la sosta delle famiglie Rom se ne inizia a parlare dai primi anni ’90 quando vengono resi disponibili appositi finanziamenti regionali per la realizzazione di campi di sosta per i nomadi. Da allora le varie amministrazioni hanno lavorato in questo senso richiedendo i fondi e regolarmente perdendoli per la mancanza di accordo sulla localizzazione del sito dove realizzare l’area attrezzata. Un disaccordo che vide in varie occasioni la protesta delle famiglie assegnatarie dei terreni limitrofi al potenziale sito del campo nomadi e in altri momenti l’Opera Nomadi contraria a siti troppo nascosti e a rischio di “ghettizzazione”. Sta di fatto che nessuna amministrazione è quindi riuscita a risolvere tale problema. Nel frattempo in questo ventennio si è assistito ad un deturpamento ambientale senza precedenti che ha portato al diradamento consistente del patrimonio boschivo della pineta del Calich e contestualmente all’inquinamento dell’intera area fino alle sponde dello stagno con rifiuti tra i più pericoli e nocivi quali carcasse d’auto con il loro carico di olii esausti, batterie e altro ancora. L’incendio della scorsa notte che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze non è che l’ultimo di una lunga serie. Fuochi accesi per scaldarsi utilizzando gli alberi di pino, fuochi per fondere le plastiche dei fili elettrici per poi estrarre il rame utilizzato dai Rom per le loro attività artigianali, sono solo alcune delle azioni svolte senza nessun controllo. Per non parlare poi della corrente elettrica messa a disposizione dal comune e che viene lasciata accesa giorno e notte. Insomma un campo fuori da ogni dettame di civiltà e regolamentazione. Bambini che giocano nel fango d’inverno e nella polvere d’estate. Via vai di auto e poco controllo di quello che si fa all’interno del campo. Il Comitato di Quartiere di Fertilia per diversi anni si è adoperato per una integrazione dei Rom attraverso la scolarizzazione. Un progetto che andò avanti per un po’ di tempo in maniera positiva con la frequentazione della scuola elementare da parte dei bambini ma poi tutto è finito li. Oggi più di ieri diventa assolutamente necessario un sito idoneo per le due famiglie Rom. Un area controllata, recintata, dotata di piazzole di sosta, acqua , potabile ed energia elettrica. Ma soprattutto igiene, non è più tollerabile infatti che venga consentito l’accumulo di rifiuti in maniera così disinvolta. Non è più accettabile che la cultura diversa, l’etnia diversa possa essere il pretesto per inquinare e devastare l’ambiente. L’amministrazione comunale dunque è chiamata a svolgere il proprio ruolo per regolamentare la vita di queste famiglie ospiti nel territorio algherese e non più nomadi, ma stanziali. Diritto dunque a vivere in un ambiente dignitoso, ordinato e igienico, ma anche l’obbligo a farlo rimanere tale.
Segretario di Stato Signora Condoleezza Rice,
siamo delusi riguardo il blando resoconto sulla situazione dei diritti umani in Danimarca nel 2005 che il suo dipartimento ha pubblicato, e in particolar modo per l'assenza di menzione dei problemi della minoranza rom.
Crediamo che le ripercussioni in tutto il mondo della pubblicazione intenzionalmente provocatoria (e insieme al testo) della 12 vignette del profeta sul "Jyllands-Posten" il 30 settembre 2005, e il successivo modo di affrontare poco diplomatico i sentimenti dei musulmani da parte del governo danese e specialmente del primo ministro danese, avrebbero dovuto metterla in guardia sulle serie e potenzialmente pericolose fratture nella società danese. Abbiamo fatto appello all'ufficio del Primo Ministro proprio dalla pubblicazione che le ripercussioni sarebbero state indirizzate sul serio. Abbiamo offerto la nostra assistenza e indicato le possibili azioni.
Ci riferiamo anche alla dichiarazione della Commissione dei Ministri del Consiglio Europeo del 14 dicembre 2005, che ha seguito la visita in Danimarca della delegazione CoE, e che specificatamente ha menzionato l'istruzione segregata dei bambini rom nella municipalità di Helsingør.
Questa, comunque, è solo una questione, e ci sono molti problemi riguardo la minoranza rom, che conta almeno 20.000 anime, e che ha una storica relazione ininterrotta e di lunga data con la Danimarca, con il primo ingresso registrato nel 1505.
Finora la Danimarca ha rifiutato di riconoscere questa minoranza, che ammonta http://www.bloglines.com/myblogsa circa 10-12 milioni ed è perciò la più grande minoranza nell'U.E. Facciamo notare che questo riconoscimento è accordato nella maggior parte dei paesi dell'U.E. tramite il "Copenhagen Criteria" dal 1993.
Abbiamo anche segnalato serie violazioni di molte convenzioni internazionali e della legge della U.E. al Consiglio Europeo, Nazioni Unite e Commissione Europea, e il recentissimo "Shadow Report" è un piccolo resoconto sull'abuso dei diritti dei bambini della massiccia, "industria danese dei bambini trasferiti con la forza", cha interessa per il momento circa 60.000 bambini rimpatriati di la forza.
La spesa dei bambini trasferiti con la forza è nascosta sotto molti diversi titoli nel bilancio municipale, ma il costo di un bambino è di circa 50.000 DKR al mese (circa 7.800 USD l'anno) e crea una grande occupazione nel settore del welfare danese.
Mentre è opinione corrente che sia meglio allontanare i bambini dai loro genitori, ci sono molte voci di un sistema abusivo praticato da piccole imprese private possedute e gestite da ex lavoratori del servizio sociale municipale. Parecchi casi giudiziari hanno richiamato l'attenzione sull'industria – uno in cui la municipalità ha rifiutato di permettere ai nonni di diventare genitori adottivi, in alternativa ad una piccola impresa privata – ma la municipalità successivamente ha perso la causa e ai bambini è stato permesso di tornare dai nonni come genitori adottivi invece che alle istituzioni.
La grande occupazione sono gli interessi acquisiti, si stima fra 2 e 7 operatori sociali a tempo pieno impiegati per bambino ogni trasferito a forza.
Il nostro interesse in questa parte dello Stato Sociale Danese è dovuto alle raccomandazioni del Ministero dell'Istruzione (direttamente in un rapporto sull'istruzione segregata dei bambini rom), del Centro di Ricerche Sociali (in un rapporto generale con la preoccupazione che così pochi bambini etnici in Danimarca siano trasferiti di forza) e del Comitato sociale della municipalità di Helsingør (che chiede un rapporto dell'amministrazione sul potenziale trasferimento forzato dei bambini rom) per aumentare l'allontanamento dei bambini rom dai loro genitori.
Segnaliamo gli orribili rapporti dei primi periodi di trasferimento forzato di bambini rom in Svezia, Norvegia e Svizzera.
Il ministro per gli affari sociali ha promesso di prendere in considerazione i casi da noi sollevati in relazione alla elaborazione in corso al Parlamento di una nuova legge sui diritti dei bambini secondo un rapporto della commissione dell'anno scorso.
La Danimarca ha rifiutato di recepire delle convenzioni internazionali nella legge danese, rendendole più facili da applicare nel tribunale (il ministro della giustizia non tiene conto del rapporto 1407/2001 del ministero della giustizia in questa pubblicazione) e anche in questo modo chiaramente differenziandosi da molti altri paesi europei, dove le convenzioni sono recepite direttamente o anche parte della costituzione.
All'università nella facoltà di giurisprudenza apprendiamo che le convenzioni internazionali in Danimarca sembrano aver bisogno "di aprirsi un varco nel potere" per essere applicate dai tribunali e dalle autorità. In relazione alla Convenzione del bambino ci sono molti grandi NGOs governativi finanziati che pensiamo avrebbero la necessaria autorità.
Distinti saluti / Devlessa
Eric Støttrup Thomsen
"Romano"
Kongevejen 150
DK3000 Helsingør
DENMARK
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