Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 15/03/2006
Per quelli che sono sempre in cerca di fortografie, ecco una bella rassegna di faccioni in bianco e nero.
Nuovi documenti sui trend migratori dalla Romania, dall'Egitto e sul ruolo degli enti locali. Testo in italiano, cliccare sull'immagine
Ieri il Parlamento europeo ha adottato formalmente una risoluzione sul tema del razzismo nel calcio che è stata firmata da 420 parlamentari (è un record: nessuna risoluzione scritta ha mai ottenuto un numero così alto di firme). La risoluzione chiede sanzioni dure e efficaci contro ogni manifestazione di razzismo. Trovate in allegato il comunicato stampa di ENAR, mentre inoltrerò a parte il comunicato di FARE (Football Against Racism in Europe).
Come ricorderete in Romania ci sono stati gli episodi più eclatanti contro le Minoranze Etniche e Linguistiche dei Rom e dei Sinti.
La risoluzione è stata presentata da parlamentari che fanno parte dell'Intergruppo contro il razzismo del Parlamento europeo, di cui ENAR cura il segretariato, e una parte certamente non secondaria nel successo va ascritta – senza false modestie – alla pressione sugli eurodeputati esercitata da tutti i coordinamenti nazionali di ENAR. Per quanto riguarda l'Italia, ringrazio per l'aiuto significativo offertoci Fabrizia Panzetti (gruppo PSE) e il Ministro Prestigiacomo, che è intervenuta nei confronti dei parlamentari del PPE.
Di seguito la dichiarazione
Il Parlamento europeo, – visto l'articolo 116 del suo regolamento, A. visti i gravi incidenti razzisti registrati in Europa durante le partite di calcio, B. considerando che uno degli obiettivi perseguiti dall'Unione europea a titolo dell'articolo 13 che istituisce la Comunità europea è la tutela contro le discriminazioni basate sull'origine etnica e la nazionalità, C. considerando che i calciatori, come ogni altro lavoratore, hanno diritto ad un ambiente di lavoro non razzista, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, D. considerando che la popolarità del calcio offre una nuova occasione per affrontare il razzismo, 1. condanna vivamente ogni forma di razzismo durante le partite di calcio sia all'interno che all'esterno del campo; 2. elogia l'eccellente attività che varie organizzazioni, fra cui l'UEFA e la FARE, hanno svolto nell'affrontare questi problemi; 3. sollecita tutti i protagonisti della scena calcistica a far sentire regolarmente la loro voce contro il razzismo; 4. sollecita le associazioni calcistiche nazionali, le federazioni, le società, i sindacati dei calciatori e le tifoserie ad applicare la migliore pratica UEFA, come il piano d'azione in dieci punti dell'UEFA; 5. esorta l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa a garantire che gli arbitri abbiano la facoltà, sulla base di direttive chiare e rigorose, di fermare o abbandonare le partite in caso di gravi abusi razzisti; 6. invita l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa ad esaminare la possibilità di imporre sanzioni sportive alle associazioni calcistiche nazionali e alle società i cui sostenitori o calciatori commettano gravi reati di stampo razzista, compresa la facoltà di allontanare i recidivi dai propri tornei; 7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, alle altre istituzioni europee nonché ai governi degli Stati membri.
Di Daniele (pubblicato @ 10:52:47 in Europa, visitato 2362 volte)

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La Serbia-Montenegro cerca di integrare i rom
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Come firmataria dell'iniziativa "Decennio dell'inclusione rom", la Serbia-Montenegro è impegnata a porre fine alla discriminazione e migliorare la vita del suo popolo rom. Case e formazione sono le aree chiave.
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Davor Konjikusic per il Southeast European Time a Belgrado – 07.03.06
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La Serbia-Montenegro è uno degli otto paesi che hanno aderito ad una iniziativa internazionale, lanciata nel 2005, destinata a migliorare la vita dei rom europei. Come aderenti al "Decennio dell'inclusione rom", i governi della Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Romania, Serbia-Montenegro e Slovacchia, si sono impegnati a porre fine alla discriminazione e interrompere il ciclo della povertà e dell'esclusione.
In Serbia-Montenegro, il problema più pressante è l'esistenza di insediamenti separati di rom. Secondo i dati attuali, circa 250.000 rom vivono in circa 600 comunità improvvisate, spesso situate in aree industriali o vicino a discariche di rifiuti. Sono fra le persone più povere d'Europa, prive delle comodità elementari come l'elettricità, scarico per i liquami ed acqua potabile pulita.
"I rom oggi sono fisicamente segregati nei loro insediamenti dal resto della società", dice il vice ministro federale per i diritti umani e delle minoranze Melena Markovic. "Sono privi di un adeguato accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione, e non possono soddisfare altre elementari condizioni di vita. I loro insediamenti sono separati dagli altri insediamenti, non sono igienici e mancano di infrastrutture appropriate". Per affrontare i problema, il governo programma la costruzione di case. Finora, la città di Belgrado ha garantito 58 lotti per le case e il finanziamento per la loro costruzione. ..
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La maggior parte dei Rom di Serbia-Montenegro vivono riciclando cartoni. [Getty Images]
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Ma i programmi per integrare i rom nelle comunità principali non hanno avuto sempre successo con i residenti. In un caso ben noto, scoppiò la collera sullo spostamento di rom in un nuovo complesso di appartamenti nelle vicinanze di Belgrado. Inoltre, dicono le autorità, alcuni rom non vogliono essere trasferiti, vedendo nello spostamento un tentativo di smembramento delle loro comunità. ..
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Dopo le case, la prossima priorità è l'istruzione. Il governo ha deciso di introdurre insegnanti assistenti rom nelle classi nelle quali c'è un gran numero di studenti rom. Progetti pilota sono stati già lanciati in certe scuole. Anche se il governo ha promesso il suo impegno a raggiungere gli obiettivi del progetto Decennio Rom, il finanziamento resta un ostacolo. Secondo l'iniziativa, le opere devono essere finanziate dai vari paesi aderenti.
Paesi come la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia perciò hanno la capacità di realizzare il progetto più rapidamente, perché hanno accesso ai fondi dell'U.E.
La Serbia-Montenegro, però, deve arrangiarsi con scarse risorse finanziare e può aspettarsi di vedere progressi molto più lenti.
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Fotografie del 15/03/2006
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