Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 29/11/2005
postato da sucar drom
MINORANZE LINGUISTICHE: IN GENNAIO A ROMA PRIMA CONFERENZA
Palermo, 28 novembre 2005
A meta' gennaio si svolgera' a Roma la prima riunione della Conferenza delle minoranze linguistiche, realizzando un confronto tra Stato, Regioni, Comuni, istituzioni locali e minoranze. Lo ha annunciato il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, intervenendo a un convegno sul tema oggi a Palermo. Un appuntamento, ha spiegato il ministro, nel quale si dovra' discutere anche di una nuova legge di settore, poiche' la 482 del '99 "ha prodotto buoni risultati, ma non basta piu'. Serve uno strumento legislativo piu' adeguato e aggiornato. E il nuovo ddl - ha aggiunto - dovra' essere pensato e formulato insieme alle minoranze linguistiche". Il testo dovra' peraltro istituzionalizzare la Conferenza permanente delle minoranze linguistiche, "ma poiche' - ha spiegato La Loggia - potremmo non fare in tempo ad approvare la legge, a meta' gennaio convocheremo comunque tale organismo. Lo faremo politicamente, se non istituzionalmente. Contestualmente sara' avviato il percorso per il varo del disegno di legge che potra' essere approvato o meno. Nel frattempo, avremo comunque riunito una grande Conferenza, con l'effetto di spingere la politica e le istituzioni".
Riguardo all'attuale legge, il bilancio per La Loggia "e' positivo" perche' sono stati fatti passi in avanti per la salvaguardia delle 12 minoranze linguistiche, sebbene ci siano quelli che il ministro chiama "i beneltranzisti, cioe' quelli che pensano che ci sono 'ben altri problemi', quelli che non sono mai soddisfatti".
Il ministro ha annunciato anche un monitoraggio sui risultati ottenuti da alcuni strumenti, come gli sportelli linguistici, "un'importante occasione di integrazione. Ecco, perche', mi rammarico che non siano cosi' diffusi come dovrebbero, e che da qualche parte siano assenti".
L'uso della lingua minoritaria nella pubblica amministrazione e nella scuola, infatti, "e' fondamentale perche' realizza il necessario legame con le comunita', le radici e la storia". Per Gaetano Caramanno, sindaco di Piana degli Albanesi (Palermo), dove vive la piu' numerosa minoranza albanese in Italia, "la lingua e' fondamentale per mantenere in vita la nostra stessa cultura. Il percorso di salvaguardia e' gia' avviato - assicura - anche grazie a passi concreti come gli sportelli linguistici, i corsi di bilinguismo nelle scuole e le indennita' di bilinguismo degli impiegati comunali".
Rif: AGI on line
da sucar drom
Pubblichiamo un articolo apparso martedì 29 novembre 2005 sul quotidiano Libertà OnLine. Come potete capire la politica dei campi nomadi non è ancora finita anche in Emilia Romagna, purtroppo!
Castelsangiovanni (Piacenza) Annuncio dell'assessore Bellinzoni: il progetto costerà 288mila euro. Campo nomadi con i soldi regionali. «La nuova struttura finanziata al 90% da Bologna»
Castelsangiovanni - Potrebbe ricevere un finanziamento pari al 90 per cento del costo preventivato il progetto relativo al nuovo campo nomadi di Castelsangiovanni. L'annuncio è arrivato in sede di commissione, dove l'assessore ai lavori pubblici Giovanni Bellinzoni ha illustrato le voci della variazione al piano delle opere pubbliche tra cui anche il campo nomadi che, lo ricordiamo, dovrebbe sorgere in località Molino Suzzani. Campo nomadi per cui la Regione, almeno secondo quanto riferito dall'assessore ai commissari presenti, potrebbe arrivare a finanziare il 90 per cento dei circa 288 mila euro di spesa prevista. «Manca ancora la conferma ufficiale - ha detto l'assessore - ma gli uffici ci hanno praticamente assicurato che l'entità del finanziamento sarà pari al 90 per cento. Ora attendiamo la delibera regionale per la conferma definitiva». Alla domanda del consigliere di minoranza Aldo Bersani sulla presenza delle autorizzazioni previste dalla legge per realizzare la nuova struttura, Bellinzoni ha risposto che le autorizzazioni «verranno richieste sulla base del progetto esecutivo», aggiungendo che il nuovo campo nomadi rappresenta una «svolta storica per la città di Castelsangiovanni». La realizzazione del campo è inserita nella variazione al piano di opere pubbliche, e del bilancio 2005, che stasera verrà vagliata dal consiglio comunale. Tra gli altri numeri della manovra di fine anno vengono inseriti a bilancio oltre un milione e 600 mila euro per la costruzione del primo lotto di lavori relativo all'ampliamento della Tina Pesaro, dove verranno accorpate tutte le scuole elementari. «Nei prossimi due anni - ha spiegato Bellinzoni - verranno inseriti a bilancio gli altri due lotti per il completamento dei lavori». Si tratta d lotti di circa 900 mila euro l'uno, per un totale di oltre tre milioni di euro. «Non vedo un piano organico per lo sviluppo dell'intero progetto - ha obiettato Bersani - L'allargamento della Tina Pesaro dovrebbe infatti servire a liberare gli spazi della scuola cardinal Casaroli di piazza XX settembre dove dovrebbero traslocare gli uffici comunali». Tra le altre voci, Bersani ha criticato la realizzazione del palasport. Un'opera, a suo dire, «faraonica, totalmente diversa da come era stata pensata». «Una struttura polivalente - secondo l'assessore Bellinzoni - che lascerà il segno e avrà un richiamo a livello provinciale». Critiche anche dal capogruppo di minoranza Fabrizio Carrà che ha parlato di «gioco delle tre carte» riferendosi al continuo cambio di ubicazione sia del palasport (prima via Montanara e poi la Spadina), della scuola elementare (prima alla Spadina e poi alla Tina Pesaro) e del campo nomadi (prima sul rio Carogna e poi in località Molino Suzzani). «Un'associazione d'idee inopportuna», secondo la presidente di commissione Marina Vercesi che ha difeso il percorso «trasparente e partecipato con cui si è arrivati alla definizione di scelte, quali la scuola, che vanno incontro a esigenze ben precise della cittadinanza». Mariangela Milani

© 1996 - 2005 Libertà On Line
La scorsa segnalazione del programma del seminario era incompleta. Mi sono giunte diverse email, chiedendomi di rettificarla (non sapevo di essere letto così tanto!). Questo il programma generale:
Opera Nomadi
Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)
Presidenza Nazionale
Via di Porta Labicana 59–00185 Roma
tel. 06/44704749
fax 06/49388168
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Con la collaborazione
MIUR
(Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca)
Comune di Roma
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VIII Seminario Nazionale Opera Nomadi
6 e 7 dicembre 2005
"I Rom/Sinti e le Metropoli"
Riunione dei Gruppi di lavoro
Martedi 6 dicembre (dalle ore 15.00 alle ore 20.00)
Mercoledì 7 dicembre (dalle ore 9:00 alle ore 13.00)
Mercoledì 7 dicembre (dalle ore 15.30 alle ore fino alle ore 19.00 conclusioni del seminario)
GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare"
Presso l’Assessorato delle Politiche Sociali del Comune di Roma
in viale Manzoni 16 (quartiere Labicano)
Conduttore di gruppo: Massimo Converso(Presidente nazionale Opera Nomadi)
Segretaria di gruppo: Elena Coluccia (Volontaria in Servizio Civile)
GRUPPO Dl LAVORO N. 2 “SANITA”
Presso la sala Missiroli l’Istituto Superiore di Sanità in via Giano della Bella 34 (zona Università La Sapienza, Quartiere Italia)
Conduttori di gruppo: SalvatoreGeraci (Referente Area Sanitaria Caritas) e Antonio
Scopelliti (Opera Nomadi Foggia e Referente Nazionale Sanità O.N.)
Altri partecipanti: Pierluigi Tomassini (Operatore Camper Sanitario Opera Nomadi Lazio)
Simonetta Scarsi (Pediatra - Consigliera Nazionale Opera Nomadi-
Referente Sanità Liguria)
Segretario di gruppo: Flavia Zampa (Volontaria in Servizio Civile)
GRUPPO DI LAVORO N. 3 "SCUOLA":
Presso il MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) in via Ippolito Nievo 35 (Quartiere Trastevere)
Conduttori di Gruppo: Prof.ssa Renata Paolucci (Consigliera Nazionale Opera Nomadi -
Referente Scuola Opera Nomadi Nazionale)
Prof. Marco Nieli (Consigliere Nazionale Opera Nomadi)
Altri Partecipanti: Prof. Renzo Comin (Referente Scuola Opera Nomadi Veneto)
Ins. Anna Biondani (Referente Scuola Opera Nomadi Sicilia)
Prof.ssa Antonia Dattilo (Presidente Opera Nomadi Emilia Romagna)
Dr.ssa Maria Rosa Chirico (Sociologa Opera Nomadi Lazio)
Segretarie di gruppo: Grazia Ciampi (Volontaria in Servizio Civile)
Rubina Paradisi (Volontaria in Servizio Civile)
GRUPPO DI LAVORO N. 4 "LAVORO":
Presso la sala Blu del Comune di Roma Assessorato al Lavoro in via Lungotevere de' Cenci 5, II piano (Quartiere Ebraico)
Conduttori di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro Opera Nomadi
Lazio)
Segretaria di Gruppo: Giovanna Tarquini (Volontaria in Servizio Civile)
GRUPPO Dl LAVORO N. 5 "DIRITTI/MEDIATORI":
Presso la sala Teatro della Scuola A. Saffi (Municipio 3) in via dei Sabelli 119
(Quartiere San Lorenzo)
Conduttori di Gruppo: Giorgio Bezzecchi (Seg. Naz. Opera Nomadi – Referente
Mediazione Culturale Opera Nomadi nazionale)
Altri Partecipanti: Avv.ssa Raffaella Tucci (Ass. Altro Diritto-Firenze)
Magistrato Filippo Paone (Presidente VII Sezione Tribunale Penale di
Roma)
Dr.Pietro Vulpiani (Ministero Pari Opportunità)
Dr.Renato Fedele (Presidenza del Consiglio - Dipartimento degli Affari
Regionali)
Enzo Esposito (Referente Diritti Opera Nomadi Napoli)
Segretari di Gruppo: Lino Posteraro (Volontario in Servizio Civile)
Rossella Lizzadro(Volontaria in Servizio Civile)
Martedì 6 dicembre 2005 dalle ore 21.30 alle ore 24.00
Presso la sala TEATRO della Scuola A. Saffi (Municipio 3-Comune di Roma) in via dei Sabelli 119 (Quartiere San Lorenzo)
1° CONCORSO ROMANI’ dei MUSICISTI di STRADA Rom/Sinti
Mercoledì 7 dicembre 2005 dalle ore 15.30 alle 19.00
Presso la Sala Conferenze Municipio 3 in via dei Sabelli 119
(Quartiere San Lorenzo)
Conclusioni
PS: sono state invitate personalità delle Istituzioni Nazionali e locali, nonché del mondo del Volontariato e impegnate nel "Sociale" di cui siamo in attesa di conferma di partecipazione
Roma 10 Novembre 2005
Il Presidente
Dottor Massimo Converso

note:
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Cologno Monzese (Milano) |
NESSUNO TOCCHI I DIRITTI |
30 novembre 2005
in collaborazione con la Consulta per la Pace e Amnesty International Circoscrizione Lombardia
Giornata contro la pena di morte
La città di Cologno Monzese aderisce alla iniziativa «Città per la vita - Città contro la pena di morte» promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Trecento città in tutto il mondo sceglieranno un monumento da illuminare per richiamare l’attenzione di tutti i cittadini sulla violazione dei diritti umani che la pena di morte rappresenta. Villa Casati sarà illuminata con proiezioni, immagini e parole. Spazio espositivo a cura di Amnesty International Circoscrizione Lombardia Cineteatro di via Volta ore 21.15 proiezione del film «Porte aperte» di Gianni Amelio, con Gian Maria Volontè Ingresso libero
L’Assessore alla Cultura e alla Pace Giovanni Cocciro
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3 dicembre 2005
In collaborazione con la Consulta per la Pace del Comune di Cologno M.se 2005 Casa della Carità Opera Nomadi
Giornata per i diritti del popolo ROM
Nell’approssimarsi della giornata mondiale per i diritti umani e nell’anniversario dell’apertura dell’Ufficio per la Pace, l’Amministrazione Comunale intende dedicare uno spazio ai diritti del popolo Rom. Ore 16.00 Villa Casati Sala Pertini Saluto del Sindaco Mario Soldano Saranno presenti:
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Irma Dioli Assessore alla Pace della Provincia di Milano
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Giovanni Cocciro Assessore alla Pace di Cologno Monzese
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Don Virginio Colmegna Presidente della Casa della Carità
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Giuseppe Sampietro Presidente della Consulta per la Pace di Cologno Monzese
Ore 16.30 Sala Mostre -Inaugurazione delle mostre fotografiche: «Il popolo rom» a cura dell’Opera Nomadi foto di Paolo Poce «Faccia da zingaro» del fotografo Sergio Pontoriero Ore 17.00 Il Sindaco Mario Soldano e l’Assessore alla Pace Giovanni Cocciro consegneranno il Premio alla Pace Città di Cologno 2005 Ore 17.30 Proiezione dei video sulla storia e la condizione del popolo Rom Ore 18.00 Concerto della Banda del Villaggio Solidale Durante l’iniziativa saranno presenti banchetti espositivi delle associazioni di volontariato Di Cologno Monzese Il Sindaco Mario Soldano
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Biblioteca Civica INFO Ufficio per la pace 02 25308656
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OPERA NOMADI SEZIONE DI MILANO ONLUS Fotografie di Paolo Poce
Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970
Via Archimede n. 13
20129 Milano Tel 0284891841 – 3393684212
operanomadimilano@tiscalinet.it
Sul numero dei rom e sinti in Italia e sulle concentrazioni demografiche dei gruppi zingari in Europa non esistono censimenti precisi ma stime percentuali, a fronte della crescente consapevolezza di una diffusa condizione di discrimazione e disuguaglianza.
Quella “Rom” è la più consistente minoranza trasnazionale (c.ca 10 milioni) dell’Unione Europea, lacerata da una diaspora territoriale resa ancor più acuta dai processi di modernizzazione, dalla perdita di protezioni sociali, dalle migrazioni dalle aree balcaniche provocate da un generale impoverimento e da una radicale modificazione dei rapporti sociali nelle comunità locali.
Nell’area carpato balcanica è presente c.ca il 60 % dell’intera popolazione rom europea, distribuita tra i paesi più poveri e con il reddito pro capite più basso (Romania, Slovacchia, Bulgaria, Bosnia, Kosovo, Macedonia); seguono la regione atlantica comprendente la penisola iberica (con un rapporto numerico complessivo pari c.ca allo 0,4 – 0,6 % della popolazione autoctona) e il resto degli stati della “vecchia europa” dove la percentuale si aggira mediamente attorno allo 0,2 – 0,3% (nel nostro paese è pari a c.ca 150.000 persone).
In Italia vi sono 27 comunità tra loro riconoscibili per una diversa provenienza geografica, religione, professioni esercitate, formate per c.ca la metà da italiani di antico insediamento (XIV sec.) e per l’altra da profughi o emigranti, la cui comune “identità” poggia quasi esclusivamente su fattori linguistici. Rom sono coloro che comunicano e si riconoscono attraverso le diverse parlate del Romanès o romani chib, una lingua di origine indiana (sanscrito) sulla cui esatta origine si è a lungo discusso senza trovare mai un pieno accordo.
Nel corso del novecento i rom hanno mutato quasi per intero le professioni tradizionali e gli spazi di relazione tipici della società rurale, restando ai margini delle nuove opportunità offerte dal mercato del lavoro e della società, mentre la percezione sociale e il pregiudizio che li circonda è andato crescendo.
Più che sulle cause e i rimedi possibili che pure pongono la forte necessità di un’azione culturale e sociale che investa l’insieme della società, veniamo chiamati a constatare gli effetti di una convivenza a tratti irrisolta o “inquietante”, relegata com’è nei confini minimali delle città, o annichilita nell’immobilità conflittuale imposta “dalle baraccopoli o ghetti” che provocano una pauperizzazione dell’esistenza e delle relazioni sociali e un senso generale di insicurezza.
L’influenza del luogo in cui si vive è un fattore determinante per creare il senso di emarginazione, discriminazione e disperazione tra le persone. Le barriere mentali si materializzano in frontiere urbane, in spazi di negazione, in campi nomadi.
All’interno del variegato e complesso mosaico della società rom milanese e di tutta la provincia emergono in modo dirompente gli effetti di una ripresa dell’emigrazione dai paesi dell’europa orientale e dell’area balcanica e in particolare dalla Romania, ma anche le tante, tantissime situazioni di abbandono e trascuratezza che riguardano le comunità rom e sinte italiane.
Si stima che Rom, Sinti e Camminanti siano in tutta la Provincia non più di 10 – 15.000 persone. La metà circa sono minori al di sotto dei 16 anni. Solo il 2 – 3 % supera i sessant’anni.
Potete immaginare niente di peggio di una giornata di convegno in provincia, la neve che rende ancora + difficile arrivare sul posto, la sveglia alle 7.30 (di sabato!!) quando la notte prima sono andato a dormire alle 5.00??Sì, purtroppo c'è di peggio. Perché la stessa neve sta cadendo su quelle roulottes e baracche su cui pendono ordinanze di sgombero (ripeto: fare gli sgomberi in un'altra stagione, no??) e l'argomento di UN'IDEA ALTRA DI CITTA', molto azzeccato, sono proprio la casa e i diritti. Diritti fa il paio con dignità: lo stesso giorno alcuni giornali riportavano il campo di via Idro Milano ... una storia che potete conoscere dai diretti interessatiInsomma, un momento azzeccato per fare il punto della situazione. Durante una pausa del convegno, parlavo con Carlo e Denis (nuovi colleghi di redazione della Sucar Drom) e secondo loro le stesse cose si dicevano 10 anni fa. Ci si interrogava, al solito, di chi fosse la colpa e inevitabilmente, questo discorso rischiava di scivolare sul ritardo accumulatosi negli ultimi anni, quando in Italia il dibattito sulla condizione di Rom e Sinti, piuttosto che proseguire, ha iniziato a regredire. Per trovarci oggi a rincorrere pensieri già fatti molte volte.A parte il piacere di rivedere facce note, i dibattiti spesso sono noiosi e fumosi (non questo, per fortuna) e, aspettando gli atti della discussione, ne riscrivo per una sola ragione: dare un punto di partenza; evitare che la prossima volta si debba ripartire sempre dagli stessi punti, evitare che qualcuno "si scordi" delle affermazione fatte .Preciso: non sarà un resoconto stenografico, piuttosto la somma di ragionamenti e dubbi che sono emersi. Se ho sbagliato nel riassumere o ne ho dato un'interpretazione ECCESSIVAMENTE politica, torneremo sull'argomento.Ecco che il saluto del sindaco di Trezzo sull'Adda, Roberto Milano, mette subito i piedi nel piatto della cronaca - il suo è un comune relativamente piccolo (11.500 abitanti), ma che non è estraneo alle vicende nazionali. Ecco allora l'appello del sindaco: LEGALITA' e PALETTI, ma anche la necessità di capire quali le regole e le priorità perché legalità sia un valore condiviso. I contributi di sindaci e consiglieri di altri comuni (Concorrezzo; Buccinasco, un altro paese in provincia di Cremona che purtroppo non ricordo) si ispirano a quello del sindaco di Trezzo. La sua indicazione viene ripresa subito da Maurizio Cabras (Istituto di Ricerca Ecopolis) che presenta il confronto come un momento che riunisce tecnici ed esperti di settore, con le loro analisi e testimonianze, ma anche come occasione di costruire reti di lavoro dal basso, dove il tavolo istituzionale si allarga ai centri di studio, alle università, al privato sociale. Laura Di Martino (ARCI), a parte la necessaria autoreferenzialità, introduce alcuni argomenti che ricorrereanno spesso, senza trovare una risposta precisa:
- occorre creare continuità per iniziative simili, se lo scopo è avere regole condivise,
- regole condivise sono il presupposto perché i Rom siano riconosciuti come cittadini con pari diritti e doveri,
- la necessità di superare le divisioni, palesi e meno, perché "le contrapposizioni creano marginalità",
- e, qui la difficoltà maggiore per gli amministratori, quale può essere adesso il "sistema quadro" dei diritti e dei doveri per i Rom stranieri, di fronte all'attuale legislazione immigratoria.
(come ha ricordato l'intervento di una Romni nata in Italia ma con i genitori provenienti dalla ex Yugoslavia, la sua situazione è una sorta di limbo giuridico, e i Rom sono la popolazione europea con la più bassa età media)Zoran Lapov (Università di Firenze) aveva il compito di fornire un quadro teorico della questione. Compito svolto egregiamente, perché dalla teoria si è agganciato subito alla pratica: i campi sosta sono una soluzione applicata esclusivamente in Italia, che sono una forma di ghetto contro un "supposto" nomadismo, che in realtà è quasi ovunque una condizione di "sfollati permanenti". Ha poi rincarato la dose, giudicando l'Italia come un paese di forte pluralità sociale e linguistica, a cui non ha mai fatto riscontro un adeguato progetto statuale (e quando questo si è concretizzato nella legge sulle minoranze linguistiche, è stato comunque a danno dei diretti interessati) Se da una parte si richiedono regole e progettualità, mancano politiche specifiche (eppure, a leggere i giornali sembra l'opposto) e si è obbligati a rincorrere sempre le varie emergenze. La Caritas stessa, tramite don Colmegna, ha testimoniato come l'agire sempre sulle emergenze, da un lato ha permesso di liberare fondi e capacità tramite il privato sociale, ma quando il risultato potrebbe trasformarsi in concretezza, l'assenza della politica crea nuovi confini e paure. Il progetto Caritas di Villaggio Solidale, che nasce sulle esigenze dei Rom sfrattati da via Capo Rizzuto, vede il contributo di sindacati e ricercatori, di sicuro affronta in maniera dignitosa il problema della marginalità e dimostra che nella pratica, se si vuole, si può iniziare a risolvere i problemi. Ma (secondo me) crea ancora più contrapposizione. Intendiamoci, fa bene la Caritas ad investire i propri soldi senza riguardo alle polemiche, AGIRE INVECE DI DISCUTERE, ma questo può risolvere, momentaneamente e quando va bene, il problema di 70 persone su 2/3000.
Tocca a Maurizio Pagani ( Opera Nomadi Milano) ricordare che un'organizzazione storica come la sua, che non possiede le capacità finanziarie di una Caritas, paga maggiormante l'involuzione politica e progettuale degli ultimi anni. Anche il recente e discusso rapporto sul razzismo, al di là dello specifico, rimprovera all'Italia di non aver mai fornito le cifre su quanti siano i Rom e i Sinti in Italia. Da questa lontananza dello stato nasce l'equivoco del "problema rom": oggi si parla di emergenza coi Rom rumeni, come in passato gli stessi toni erano riservati ai Rom bulgari o bosniaci. Ma non si può ogni volta affrontare l'emergenza delle varie diaspore, se rimangono sul tappeto i problemi pregressi delle comunità storiche dei Rom italiani. Francesca Corso e Irma Dioli (rispettivamente Assessora ai diritti dei cittadini e Assessora alla partecipazione e cooperazione internazionale della provincia di Milano) hanno dovuto comnvincere la platea che il rapporto con la Provincia si può ricreare, nonostante i recenti anni di reciproca diffidenza; come, ancora non è del tutto chiaro. Potrà assumere un ruolo "super partes", che dia voce alle singole esperienze locali, o piuttosto un ruolo più attivo e di stimolo, come quello che ha assunto nei pochi mesi dal suo insediamento, stretta tra le chiusure del capoluogo milanese e la necessità di coordinare piani che coinvolgano tutta l'area metropolitana. Lo stesso concetto di LEGALITA', ricorrente più volte, diviene una scelta politica, nel momento che il Parlamento sta cambiando le carte in tavola con Devolution e riforma costituzionale, scompaginando i ruoli delle istituzioni e delle autonomie. Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca) esorta la Provincia a promuovere un dibattito pubblico sulla condizione dei Rom, al più alto livello e ad invitare Lívia Járóka e Viktória Mohácsi, le due romnià elette al Parlamento Europeo. Sempre a Vitale spetta introdurre le sessioni tematiche pomeridiane, illustrando il legame che partendo dal concetto di cittadinanza, arriva all'essere legittimati a governare e partecipare. Antonio Tosi (Politecnico di Milano) esordisce osservando come i Rom non sono considerati di "diritto abitativo". Le stesse organizzazioni rom, solo recentemente hanno preso atto del fallimento della politica dei campi sosta. Di sicuro, la condivisione di spazi e servizi non più segregati, mette in discussione tutti i rapporti esistenti. E' quello che poi dimostreranno gli interventi seguenti, con la Toscana nel ruolo di regione "virtuosa", e l'intervento finale di Paola Dispoto (consulente Ufficio pianificazione sociale, Comune di Bolzano), purtroppo sacrificato per la mancanza di tempo. Esperienza positiva quella toscana, illustrata a più riprese da Antonio Sconosciuto (Società della salute, zona pisana), Milena Scioscia e Michele Vonci (progetto Rom Arci Toscana) e Nicola Solimano (Fondazione Michelucci, Firenze). Positiva per i risultati: il graduale superamento dei campi sosta, per soluzioni più rispettose della dignità umana, meno costose per la comunità contribuente e il recupero di aree degradate. Ma positiva, soprattutto per il percorso politico adottato: i risultati sono stati ottenuti perché c'è stata la costanza e la volontà di impegnarsi 10 anni e di coinvolgere diverse autorità: un lavoro in rete locale, appunto. E in questo tempo, a volte le soluzioni sono sfuggite di mano, non solo per le difficoltà tecniche: nel momento che i vari soggetti non riuscivano a coinvolgere la popolazione locale, anche le scelte più "corrette" segnavano il passo. Il valore di una politica condivisa, è che non solo i problemi, ma anche le soluzioni si toccano, e partendo dalle politiche abitative e del riconoscimento reciproco, si sono individuate soluzioni e percorsi anche nel campo del lavoro, della scuola, della sanità. E soprattutto, si è delineato un modo operativo che può dare i suoi frutti, anche se applicato ad istanze che non riguardano la marginalità sociale ed economica. Sono replicabili queste soluzioni? Modestamente, penso che non basti sostituire la parola d'ordine CAMPO SOSTA con CASA. Manca ancora una riflessione critica sulle dinamiche che sinora non hanno funzionato.Il rischio, accettando acriticamente una nuova parola d'ordine, è ricreare le soluzioni abitative di alcuni gruppi rom a Milano e Napoli: avuta la casa in quartieri già degradati di loro, si sono spostati dalla piccola criminalità allo spaccio (e consumo) di droghe e alla prostituzione: la strada per scomparire definitivamente come popolo.Ancora, un problema politico: non è l'etnia a rischio devianza, ma la situazione in cui avviene l'urbanizzazione.Se questa avviene in:
- periferie estreme già problematiche di per sé
- in situazione di alta concentrazione etnica o numerica
- in mancanza di servizi pubblici
la realtà non cambia. E, come giustamente insistono i coredattori di Sucar Drom, condizione essenziale è prevedere piani di mediazione culturale e di coinvolgimento e responsabilizzazione dei diretti interessati. O, per dirla dal punto di vista opposto, "aggredendo" la spinosa questione delle condizioni delle periferie, coscienti che è nell'interesse generale e non dei soli Rom.
Per terminare, perché un così lungo riassunto? Sono state dette tante cose, è necessario averne memoria, per non sentirle ripetere uguali il prossimo convegno. E' necessario scriverle, perché con la scusa della cultura orale, alla lunga si rimane fregati dalle promesse.
Fotografie del 29/11/2005
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