Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 13/02/2006
Su Romanolil alcuni interventi e riflessioni prese dal convegno di Padova di sabato scorso. Intanto frego due foto, gli articoli li leggete QUI & QUI
Invitamo tutti giovedì 23 febbraio 2006, alle ore 17.30 al Palazzo del Plenipotenziario in piazza Sordello n.43 a Mantova alla presentazione del libro Porrajmos, altre tracce sul sentiero di Auschwitz Istituto di Cultura Sinta, Mantova, 2006
Intervengono: Bernardino Torsi, Presidente Associazione Sucar Drom; Fausto Banzi, Assessore Provinciale alle Politiche Sociali; Albino Portini, Presidente del Consiglio Comunale a Mantova; Yuri Del Bar, Consigliere Comunale a Mantova; Barbara Nardi, Istituto di Cultura Sinta.
Per informazioni, ics@sucardrom.191.it
Il Porrajmos fu messo in atto in un periodo in cui la civiltà occidentale era al culmine del suo sviluppo culturale ed economico. È stato generato dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi. Ecco perché ci appartiene intimamente. Negare questo evento equivale a legittimare un’oltraggiosa indifferenza segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida per l'Europa.
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni su base razziale subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda lo sterminio subito dalle popolazioni sinte e rom. Nel 2005, per la prima volta dopo sessanta anni, un’amministrazione statale, il Comune di Mantova, chiede ufficialmente perdono a tre sinte sopravvissute al Porrajmos, riconoscendo la persecuzione razziale subita. I fondi destinati alla ricerca storiografica sono inesistenti. La raccolta dei documenti e delle testimonianze nella maggioranza dei casi sono addirittura ostacolati. Pochissime sono le risorse offerte per le pubblicazioni frutto di lavori supportati in modo volontario da ricercatori e studiosi.
Fare educazione significa non accettare più nessuna manifestazione di razzismo, discriminazione e segregazione.
Questo libro intende essere strumento per le scuole, rivolto sia agli insegnanti sia agli studenti, per conoscere un pezzo della nostra storia italiana ed europea, ascoltando la voce dei testimoni diretti.
Ciò che accade oggi in Italia alle popolazioni Sinte e Rom è anche il risultato di questo oblio, di questa ipocrita indulgenza nei confronti della memoria storica. I Rom e i Sinti sono scacciati, mal tollerati e rinchiusi nei “campi nomadi”. A queste popolazioni, italiane da generazioni, viene ancora negato il diritto di essere parte integrante e interagente del nostro Paese.
(testo tratto dall'introduzione del libro)
I testi del volume sono tratti dal lavoro dello storico Luca Bravi.
La pubblicazione del volume è stata curata da: Barbara Nardi, Stefano Liuzzo, Davide Gabrieli, Luca Dotti e Carlo Berini.
Un ringraziamento a: Denis Gabrieli, Ilaria Ferretti, Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani, Tiziana Gavilli, Maika Ecezzimbergher, Rita Scapinelli, Fabio Norsa e Maria Bacchi.

Budapest, 10 febbraio (MTI) - Secondo quanto pubblicato venerdì
scorso dal quotidiano Nepszabadsag, i sentimenti anti-immigrati
rimangono sostanzialmente invariati in Ungheria, tendendo anzi a
diminuire rispetto all'anno precedente, ma cresce l'attitudine più
propriamente razzista.
Il 25% degli Ungheresi rifiuta del tutto che il paese accolga i
richiedenti-asilo, il 70% considererebbe ogni caso singolarmente e il
6% non opporrebbe alcun problema. Questi i dati emersi da un
sondaggio della società Tarki.
Nel merito di quanti valuterebbero singolarmente ogni richiesta,
l'83% non accetterebbe “Arabi”. Il 75% non accetterebbe
Cinesi, Zingari e Russi e due terzi non gradirebbe Rumeni.
La maggior parte degli intervistati ritiene sbagliato rifiutare
l'asilo, ma nella pratica rifiuterebbe qualsiasi richiesta
dall'estero – esclusi quanti di etnia ungherese, in altre
parole, dice la ricerca, la xenofobia aperta viene mascherata..
Le precedenti inchieste di Tarki, condotte annualmente, mostrano
che il sentimento anti-immigrati raggiunse il picco nel 1990,
decrescendo poi gradualmente sino al 2003.
Fonte: Hungarian_Roma
Fotografie del 13/02/2006
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