Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 08/02/2006
Ricevo da: Giada
Valdannini
Nell’ambito della decade “ROMA REALE,
ROMA PLURALE. LAICITA’: TUTELA E GARANZIA DELLE DIVERSITA”
promossa da Franca Eckert Coen, consigliera delegata del
sindaco alle Politiche della Multietnicità del Comune di Roma
Le associazioni Arci e Them Romanò
PRESENTANO
“La Due-giorni Romanì”
Incontro con la cultura Rom
da un’idea della romanologa Giada Valdannini
(autrice del libro "Carovane tra le pagine" - Gaffi
Editore) in collaborazione con l’etnomusicologo Guido Gaito
Venerdì 10 febbraio ’06 - Ore 10
– 14.30 / Discoteca di Stato – Auditorium – via
Caetani 32 (Roma)
Sabato 11 febbraio ’06 - Ore 16 –
23.30 / Santa Maria della Pietà – Ex Lavanderia (pad.
31) p.zza Santa Maria della Pietà (Roma)
10 febbraio ’06: Una mattina dedicata
alla cultura romanì all’interno della splendida cornice
dell’Auditorium della Discoteca di Stato. Un’occasione
per conoscere i vincitori del concorso artistico internazione “Amico
Rom”, vedere filmati prodotti dalla sinergia di Rom e Gagè
(non Rom) nonché ascoltare la musica di “Alexian”
Santino Spinelli, Rom abruzzese polistrumentista, docente di Lingua e
cultura romanì all’Università di Trieste. E'
previsto l'intervento dello scrittore rom, Najo Adzovic (autore di
Rom. Il popolo invisibile) e dell'artigiana Sevla Sejdic (cooperativa
Bosnia Herzegovina). Al termine concerto dei Lautari rumeni, abili
musicisti d’origine Rom.
11 febbraio ’06: Una giornata dedicata
all’arte romanì con esposizione di manufatti: abiti,
collane e accessori realizzati dalle romnià dei campi sosta di
Roma. Mostre con gli scatti dei fotografi Stefano Montesi e Stéphanie
Gengotti. Proiezione di filmati. Concerto serale di musica romanì.
(A breve verrà inoltrato il programma dettagliato)
Sucar Drom riporta un articolo uscito ieri sulla Padania. Son contento che sia toccato a loro rispondere al prode giornale del Nord, provo anche a spiegare perché: Quell'articolo chiede l'abrogazione di tutti gli INTERVENTI A TUTELA DELLA CULTURA DEI ROM E DEI SINTI nel Veneto. Nel merito si contestano alla regione gli ingenti finanziamenti (ben 395.000 Euro!) e la presenza dei campi-sosta. ...La presenza di comunità Rom e Sinti nelle nostre città è un qualcosa che non va tutelato, ma, tuttalpiù, tollerato nel doveroso rispetto dei differenti modi di vita...
Ora (pausa di riflessione)...  qualsiasi persona con un po' di buonsenso, sarebbe d'accordo con un leghista: una legge che in 4 anni vuole affrontare la presenza dei Rom e dei Sinti e investe quella cifra, non funzionerà mai! Di chi la colpa se non si è investito di più?Mi permetto anche di suggerire: una cosa è la tutela della cultura, un'altra il campo-sosta, che con questa cultura, poco ci azzecca. Assisto divertito a uno strano gioco delle parti: la Lega non vuole i campi-sosta, l'Opera Nomadi nemmeno, un luminare come Santino Spinelli non li vuole, la Commissione Europea rimprovera all'Italia che i suoi campi-sosta sono dei ghetti.... Se qualcuno li vuole, si faccia avanti per favore! Aggiungo (con spirito bipartisan) che non si dice cosa fare DOPO: non occorre una grande testa per capire che chi sta nei campi-s Posta non è biodegradabile. Da qualche parte finirà, portandosi dietro i problemi irrisolti. A meno che, i problemi irrisolti non siano della Lega stessa: una volta gridava: via i terroni, poi ha capito che era meglio tenerseli, e ultimamente è un po' a corto di qualcuno a chi dire di andarsene. In questo balletto (mooolto italiano, per niente padano) nessuno sa indicare come superare la politica dei campi-sosta. Gli unici che l'hanno fatto, sono proprio i Sinti di Sucar Drom. Per questo sono contento che siano stati loro a rispondere. PS: penso alla tragedia inglese di Dale Farm (qui ne ho scritto parecchio). Sicuri, amici della Lega, che la vostra politica dello sgombero e del taglio dei fondi, alla fine non venga a costare di più alle nostre tasche?Rif:
Ciao, mi chiamo Alessandra Genovesi-Bogicevic, ho sentito parlare di te da Ciccio di Burekeaters, scusa se mi permetto di scriverti senza conoscerti, ma visto che entrambi siamo attivisti per i diritti di Rom e Sinti, chiedo il tuo aiuto per Fatima. E' una bambina di 6 anni che vive a Prokuplje, in Serbia, i cui genitori sono originari del Kosovo (Vucitrn) che è nata in Italia (Bologna) e lì è vissuta fino a che non è stata espulsa con la sua famiglia (Peja-Mustafovic); l'altro ieri si è orribilmente ustionata, la famiglia è poverissima, non hanno nè un letto nè abiti, l'ustione si è infettata a causa della mancanza d'igiene del tugurio dove vivono fra i rifiuti; hanno rifiutato di ospitalizzarla, i genitori non possono neanche comprarle le medicine. Io e ed altri volontari stiamo cercando di aiutare come possiamo, ma qui è dura per tutti. So che ha ancora dei parenti in Italia, forse li si potrebbero cercare...Se vuoi e se puoi aiutarmi, scrivimi. Non sono una persona che vuole specularci sopra, non cerco pubblicità. Se vuoi sapere qualcosa di più di quello che faccio vai al mio Blog: http://blog.libero.it/Zajedno/Grazie della tua attenzione Alessandra Genovesi-Bogicevic Aggiornamento:La nostra idea è di continuare a seguire la famiglia e a portarle periodicamente aiuti, verificando che non vengano venduti; adeguare la loro baracca con un letto e una stufa-forno non pericolosa e accompagnare in ospedale Fatima quando è necessario; quando sarà guarita cercheremo poi di integrarla nel gruppo dei bambini dell'asilo e di cominciare un percorso. Per la raccolta avevo pensato di cercare i parenti della madre in Italia, ammesso che vogliano o possano aiutare e fare qualche appello, utilizzando la reti come ad es. conares e le reti personali. Noi come ong abbiamo un progetto in corso, ma non possiamo utilizzare finanziamenti destinati ad altro e per farlo c'è una procedura da seguire, bisogna aspettare l'eventuale risposta positiva dell'ente, inoltre, qualora si spargesse la voce che coi soldi della ong (rom) abbiamo comprato loro delle cose, si moltiplicherebbero gli "incidenti" nelle mahale. Che ne pensi ? Ti prego, se hai qualche suggerimento da darmi...io qui in serbia sono ancora un po' spiazzata, in italia (soprattutto a pisa) avrei facilmente trovato aiuto, ma qui la situazione è molto diversa. Un'ultima cosa: mandare un pacco fino a 20 kg costa 67 € circa con poste italiane ed è pensabile per biancheria, medicine, piccoli giochi. Per il letto (a castello, in modo che sopra possa dormire Fatima, lontano dalla polvere del pavimento, e sotto i suoi due fratellini) e il forno-stufa, invece servirebbero circa 30.000 dinari, cioè 340 €.Grazie ancora per il tuo interessamento Alessandra
Slovenia: rigetto d'asilo
07.02.2006 Da Capodistria, scrive Franco Juri
Non più assistenza legale gratuita, nessun diritto di impiego e nessuna assistenza sociale. Approvata in Slovenia la nuova legge sul diritto d'asilo. La destra è compatta e si dice felice di "essersi adeguata a standard europei" mentre il centro sinistra balbetta. Critiche al governo da Amnesty International e UNHCR
In fuga
Con 46 voti a favore e 24 contrari la camera di stato slovena ha varato lunedì scorso la nuova legge sull'asilo che limita drasticamente alcuni dei diritti fino ad ora riconosciuti ai rifugiati rafforzando le competenze della polizia nell'accettare o meno le richieste di asilo. La nuova legge, già annunciata da Osservatorio sui Balcani qualche mese fa, toglie ai rifugiati in attesa del riconoscimento legale di tale status l'assistenza legale gratuita, il sostegno sociale e il diritto d'impiego. La polizia diventa inoltre l'istanza primaria e quindi decisiva nel riconoscimento del diritto d'asilo ai richiedenti. A favore della legge, contestata dalle organizzazioni per i diritti umani con Amnesty International in testa, dall'Ombudsman e dall'Alto commissariato ONU per i rifugiati, hanno votato tutti i partiti della destra slovena; i governativi Partito democratico sloveno (SDS), Nuova Slovenia (NSI), Partito popolare sloveno (SLS) e naturalmente l'ultranazionalista Partito nazionale sloveno (SNS). Contro si sono schierati i due maggiori partiti dell'opposizione: i socialdemocratici (SD) e la liberaldemocrazia (LDS) nonchè il piccolo partito governativo dei pensionati (DESUS). Si tratta più o meno della stessa distribuzione partitica che divide il parlamento sul caso dei »cancellati«. Da una parte la destra nazionalista e xenofoba, sicura di sè e rafforzata nel suo agire da una lunga omertà europea sulla violazione dei diritti umani e civili avvenuta nel 1992 a danno di 18 mila residenti jugoslavi e riproposta senza imbarazzo quattordici anni dopo con l'annullamento di fatto delle sentenze costituzionali a favore dei cancellati. Dall'altra un centrosinistra insicuro e tentennante, sempre più solo. Governo e maggioranza parlamentare concordano nel considerare la nuova legge sul diritto di asilo necessaria ed in sintonia con le direttive e le norme comunitarie europee in materia di asilo. L'argomento reiteratamente impugnato dal ministro degli Interni Dragutin Mate è stato infatti quello dell'incombenza di una comune politica di sicurezza e prevenzione europea di fronte alle minacce del terrorismo e del crimine organizzato. Il governo invoca Schengen e senza dirlo ad alta voce trae ispirazione pure dalla nuova situazione in cui verrà a trovarsi la Slovenia dopo il 24 febbraio, data della partenza per Bagdad dei primi quattro istruttori militari Nato con insigne slovene. La radicalizzazione del conflitto tra l'Islam e l'Europa dopo la pubblicazione delle vignette danesi che raffigurano il profeta Maometto come terrorista, porta altra acqua al mulino del governo Janša sempre pronto a capitalizzare politicamente i sentimenti xenofobi di un'opinione pubblica sempre più preoccupata e a presentarli come squisitamente europei. E il presidente »disobbediente« ora tace E Janez Drnovšek, il presidente »ribelle« che parla di Darfur, diete macrobiotiche, filantropia e vibrazioni positive, che cosa ne pensa? Tra i colpi di scena con cui in questi ultimi giorni ha nuovamente vivacizzato la vita politica e mondana slovena c'è stata - in contemporanea alla costituzione del suo movimento on-line »Per la giustizia e lo sviluppo« - la sua plateale uscita dal partito liberaldemocratico che egli stesso guidò per dodici anni, poi la grazia a sorpresa concessa - senza consulto con il governo e la magistratura - a Danilo Kovačič, ex direttore del Casinò di Nova Gorica, condannato a 3 anni e 8 mesi di detenzione per abuso d'ufficio, illeciti e corruzione ma a fino ad ora a piede libero per questioni di salute. »Kovačič ha fatto del bene per Nova Gorica e nel suo calvario giudiziario ha già scontato la pena inflittagli« ha sostenuto candido il Presidente di fronte al dissenso generalizzato delle istituzioni di governo e della giustizia. Infine e' stata la volta della sua apparizione, in qualità di ospite, tra veline e un bizzarro pubblico selezionato, allo show televisivo satirico del popolare conduttore Sašo Hribar, dove ha definito inutili le farmacie classiche, dannosi i macellai ed ha appoggiato, con incredibile disinvoltura, l' invio dei quattro ufficiali sloveni in Iraq; »Di che cosa vi preoccupate? Tanto quelli vanno li volontariamente e sono pagati!«. Sulla questione dei cancellati Drnovšek appoggia la legge costituzionale proposta dal governo, come dire sorvoliamo le sentenze dei giudici costituzionali che danno ragione ai cancellati e ricominciamo da capo, ingiustizia non ci fu, o almeno noi non la vedemmo. Ora si salvi il salvabile senza sporcarsi troppo e senza farsi male. E in merito alla nuova legge sul diritto di asilo? Drnovšek tace, non se ne occupa, ha cose più importanti da fare. Ed il governo, grato per la sua comprensione, ma soprattutto per il terremoto da lui provocato nel centrosinistra, gli risponde offrendo ai suoi piani umanitari per il Darfur - tutti ancora da concretizzare in un futuro sempre più incerto - un'unità sanitaria mobile dell' esercito. E' contento il Presidente, si sente bene. Ora, dopo i primi malintesi e incidenti di percorso, può nuovamente ammiccare al suo vecchio amico premier.
Fotografie del 08/02/2006
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