Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da: Stranieri in Italia
Abolite le sanzioni contro i "finti turisti"
Non perderà più il passaporto chi si trattiene per più di 90 giorni nello spazio Schengen. Ma per l'Italia rimane un immigrato irregolare
BUCAREST - È tregua tra il governo di Bucarest e i "finti turisti": i cittadini romeni che senza aver chiesto un visto d'ingresso si tratterranno nello Spazio Schengen per più di 90 giorni, al ritorno in Romania non subiranno più la confisca del passaporto e il divieto ad uscire dal Paese per un periodo compreso tra uno e cinque anni. Chi negli scorsi mesi è già incorso in queste sanzioni (circa 50mila persone dal primo agosto a oggi) verrà "perdonato".
Ad abolire le contromisure adottate dal governo quest'estate, che avevano gettato nel panico migliaia di cittadini romeni sparsi per l'Europa, è stata la legge 248/2005 ("libera circolazione dei cittadini romeni all'estero"), entrata in vigore domenica scorsa.
I cittadini romeni possono entrare e circolare nell'area Schengen per turismo per 90 giorni ogni semestre, senza chiedere visti d'ingresso. Un'agevolazione sfruttata da un gran numero di persone che, passati i tre mesi, non rientrano in Romania, diventando degli "overstayers".
Secondo il capo dell'Ispettorato Generale della Polizia di Frontiera romena, Nelu Pop, il governo ha però preso atto che nel corso del 2005 "l'atteggiamento dei romeni all'estero è migliorato". "La maggior parte dei romeni che viaggiano all'estero - ha spiegato Pop - non creano problemi e questo è un fatto importante".
Controlli in uscita
Rimangono comunque in vigore alcune norme per controllare chi lascia il Paese per entrare nello spazio Schengen.
Oltre che il passaporto, si dovranno esibire alla polizia di frontiera un'assicurazione medica che copra tutto il periodo del viaggio, il biglietto di andata e ritorno o la carte verde della macchina (se si viaggia in auto) o 150 euro, somma ritenuta sufficiente a pagare il viaggio. Bisogna inoltre dimostare di avere 30 euro per ogni giorno che si passerà nello spazio Schengen e in ogni caso non meno di 150 euro (la somma necessaria ad un soggiorno minimo di 5 giorni).
Chi esce dal Paese dovrà infine mostrare anche documenti che giustificano lo scopo e le condizioni del soggiorno all'estero, come ad esempio le prenotazione in alberghi (valgono anche quelle fatte via internet o i voucher rilasciati dalle agenzie di viaggio autorizzate) o un invito da parte di una persona che lo ospiterà.
Secondo la nuova legge, la limitazione o la sospensione del diritto dei cittadini romeni di viaggiare nello spazio Schengen non potrà più essere deciso dalla polizia di frontiera, ma servirà la sentenza di un giudice e potrà essere adottata solo se il cittadino romeno è stato rimandato a casa da uno stato Schengen in base ai accordi di rimpatrio dei clandestini, o se la permanenza del soggetto in uno Stato straniero porterebbe gravi danni agli interessi della Romania o alle relazioni bilaterali tra la Romania e quel Paese.
E in Italia?
Il "rilassamento" delle norme sui viaggi all'estero, verrà probabilmente accolto con sollievo da molti cittadini romeni che si trovano irregolarmente in Italia e in questi mesi non sono tornati in patria proprio per non farsi sequestrare il passaporto.
È ovvio però che le norme entrate in vigore in Romania, non influiranno in nessun modo sulla legislazione italiana: un "finto turista" romeno, scaduti i 90 giorni, è comunque un immigrato irregolare.
"Anche i cittadini romeni, che possono entrare in Italia per turismo senza chiedere alcun visto, sono tenuti a presentarsi in Questura entro otto gironi dall'ingresso per chiedere un permesso di soggiorno per turismo" spiega la dott.ssa Ledia Miraka, esperta in immigrazione a Stranieri in Italia. "Alla scadenza del permesso di soggiorno, che per turismo dura al massimo novanta giorni, sono tenuti a lasciare l'Italia, pena l'espulsione e il divieto a rientrare anche per dieci anni in tutto lo spazio Schengen".
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LEGEA nr. 248 din 20 iulie 2005
(31 gennaio 2006)

foto per gentile concessione di Licia Brunello: le due mediatrici scolastiche Franca Turchiarolo e Antonia Braidic, tra loro Filippo Penati, presidente della provincia di Milano - nientepopodimenochè alla
Giornata della Riconoscenza 2005.
Questo mese Martesana 2 dedica un articolo alla scuola dove operano queste due mediatrici culturali. Il titolo rincuora: Scuole di via Russo all’avanguardia, in un periodo in cui sembra che in città il servizio scolastico paghi soltanto tagli e scandali (l'articolo, leggetelo voi... però). Un riconoscimento che premia un'attività e una programmazione pluridecennale. Dopo la testimonianza dell'insegnante Licia Brunello, parla Franca Turchiarulo, mediatrice scolastica “storica”
disegno di Walter Braidic
Per iniziare... Non sono Rom, sino a vent'anni fa vivevo a Monza con la mia famiglia. Ho conosciuto Marco, che faceva l'ombrellaio. Ci siamo innamorati e siamo scappati e siamo andati a vivere assieme. Allora non c'era ancora il campo di via Idro ed eravamo in via Agordat. La mia famiglia allora la prese male, ci sono voluti 5 anni perché capissero che mio marito era una persona a posto. E ci siamo riappacificati.
Com'è iniziato... Già 20 anni fa i bambini dell'accampamento di via Agordat andavano alla scuola elementare. Nel 1989 il comune trasferì tutte le famiglie in via Idro e poco tempo dopo, c'era ancora Carlo Cuomo nell'Opera Nomadi, ci sono arrivate le lettere in cui a noi donne proponevano un corso. Non mi ricordo cosa c'era scritto, so che dopo c'era la possibilità di lavorare per 12 di noi.
Abbiamo frequentato il corso, e 12 di noi hanno iniziato a lavorare nella scuola. Lì non c'era più nessuno che ci spiegava cosa fare, ma avrei avuto bisogno di qualcuno che mi aiutasse le prime volte.
Gli inizi... I miei bambini allora erano piccoli e andavano alla stessa scuola. Così conoscevo già Licia Brunello, l'insegnante di sostegno e subito dopo ho conosciuto il direttore Niccoli. Poi è stata la volta delle altre insegnanti. Sono state tutte molto brave e mi hanno dato un aiuto indispensabile. In altre scuole gli alunni rom erano ancora visti come “diversi”, ma nella scuola Russo erano ben accettati.
Una delle prime cose che ottenemmo a scuola fu uno spazio dove mettere una lavatrice. Al campo allora c'era una sola fontanella, e non sempre i bambini avevano vestiti puliti da mettersi. Organizzammo anche un centro di raccolta di vestiti che arrivavano dalle famiglie dei loro compagni di classe. Con gli anni, il campo si attrezzò anche con l'acqua potabile. Quello che non ci saremmo mai aspettato, è che ora siamo nuovamente senza uso dei bagni al campo, perché ci sono lavori in corso che durano da mesi.
La sicurezza... Nonostante ciò, per i primi due anni mi sono sempre sentita provvisoria. Ho impiegato due anni per essere autonoma. La stessa sicurezza riguarda i bambini: sanno che sono aiutati dalla mamma di uno di loro. Vivendo sempre nel campo, non comunicano con nessuno e questo a scuola si notava.
La giornata... Alle 7.45 passa il pullmino per accompagnare i bambini a scuola, che dista circa 4 km. Tra le 8.30 e le 9.00 i bambini fanno colazione a scuola. Il lunedì accompagno alle docce i bambini delle prime e delle seconde, il martedì le terze, le quarte e le quinte.
La scuola.... Dopo, comincia l'attività scolastica. Il mio compito è di aiutare le insegnanti con quei bambini che hanno difficoltà a seguire il programma. Può darsi che sia una difficoltà scolastico, o anche dovuta ad altri problemi. Ad esempio, da quest'anno per una bambina che ha anche gravi problemi, c'è anche la psicomotricità. Nelle classi ci sono momenti di sperimentazione comune ai bambini rom e gagé, altri sono specifici per i rom: così il giovedì c'è un laboratorio apposito di disegno e pittura...
...che si ispira all'arte di Van Gogh (ndr: foto tratta da http://www.van-gogh-in-der-provence.de/)
Il lavoro... Sono 610 ore annuali, mezza giornata. Il giovedì invece, l'orario è dalle 8.30 alle 12.30. Torno a casa, preparo da mangiare e di nuovo a scuola dalle 14.30 alle 16.30. Ora, che sono più sicura sotto tutti i punti di vista (del lavoro e anche economico), oltre che alla scuola di via Russo seguo anche due bambini alla scuola di via Cesalpino.
Risorse: Circolo didattico di via Russo
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