Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/10/2010
Da
Czech_Roma (il
caso dall'archivio della Mahalla)
Petr Hájek, vice capo dell'ufficio di presidenza di Václav Klaus, intende
prendersela con la Televisione Ceca. E' dispiaciuto per la copertura programmata
dall'emittente pubblica sulle fasi finali del processo ai quattro accusati
dell'assalto incendiario a Vítkov. Secondo Hájek, costituisce una "pressione" ed
un attacco all'indipendenza della corte. Purtroppo, non ho l'opportunità di
chiedere ad Hájek se davvero ha così poca fiducia nel sistema giudiziario.
Vorrei chiedergli se farebbe le stesse critiche se suo figlio fosse stato
mutilato nell'attacco.
Il processo in corso non riguarda ladri di metallo o una rissa da bar. Si
processano quattro razzisti che hanno lanciato delle molotov in una casa dove
c'era gente che dormiva, tra cui dei bambini. Questo cocktail mortale non volava
per aria perché i ragazzi volevano divertirsi o vedere cosa potesse fare una
molotov. Erano lì con l'intenzione di uccidere degli "zingari", come approvato
dalla loro ideologia disgustosa e mostruosa.
Questo processo ci riguarda tutti. Potevano essere mia figlia o la vostra a
rimanere ustionate. E' per questo motivo che merita questa attenzione dai media,
a ragione,secondo me. Non si tratta di "isteria". Parlando per me, voglio
vedere, in televisione, i volti di chi ha tentato di uccidere una bambina di due
anni e voglio vederli ricevere la pena che meritano.
Nessuno può realmente credere che questa merda sull'interesse dei media possa
realmente influenzare la corte. Se un giudice sotto la pressione dei media non è
in grado di prendere decisioni secondo la legge, questa persona non dovrebbe
essere un giudice. Penso anzi che l'effetto di trasmettere le udienze sia stato
esattamente l'opposto. Al pubblico è stata data l'opportunità di seguire il
lavoro di tutti i soggetti coinvolti. Il signor
Hájek ritiene che il pubblico di massa non sia interessato a come il sistema
giudiziario si avvicina a questo caso?
Soprattutto, ho l'impressione che qualcuno in questo paese stia perdendo il
lume della ragione. Tramite il mio lavoro al news server iDNES.cz posso
praticamente vedere la materia prima che diventa notizia, così come vedo i
contributi dei lettori alle pagine di discussione. Negli ultimi giorni stanno
diventando nauseanti. E' stupefacente come spesso la gente elogi il mancato
omicidio di Vítkov, quanto spesso la gente scriva di come la piccola Natálka
crescendo sarebbe diventata una "puttana" con 20 bambini oziosi a carico dello
stato, di come la stessa gente scriva che gli"zingari" se la meritavano perché
non erano proprietari della casa in cui vivevano e che per questo quei ragazzi
non hanno fatto niente di così cattivo. Dopo tutto, l'uccisione dei criminali
non è omicidio - non è così?
In nome di Dio, cosa scriverebbero queste persone se i nazisti avessero dato
fuoco ai loro figli? Avrebbero approvato? Avrebbero scritto commenti come i
seguenti?
"Quei coraggiosi - approvo completamente ciò che hanno fatto e NON mi spiace
per Natálie".
"Neanch'io, avrebbe solo partorito altri 20 di loro".
"Esattamente, approvo qualsiasi metodo per prevenire la diffusione di questa
gente inadattabile. Danno solo problemi".
No, non è la pena del pensiero, non riesco a vedere in loro la coscienza. Non
importa chi siano realmente gli attentatori, proprio come non importa che si
dica che il padre di Natálie sia stato in prigione. Niente da a qualcuno il
diritto di prendere una bottiglia molotov e cercare con essa di uccidere
un'intera famiglia. Questo è il senso di questo processo - e molti, compreso il
signor
Hájek, non lo capiscono.
Patrik Banga, translated by Gwendolyn Albert
PARMAdaily.it Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'associazione
di rom e sinti Them Romanò, nata per diffondere e sdemonizzare la cultura
zingara tra i "Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali".
12/10/2010
Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'Associazione Culturale Thèm Romanó,
fondata nel 1990 a Lanciano (CH) da un gruppo di Rom e Sinti con lo scopo di
rilevare, valorizzare e diffondere la cultura zingara a livello nazionale e
internazionale perché i caggè -non zingari- possano meglio conoscere e
sdemonizzare la cultura di questo popolo e perché i Rom stessi prendano
coscienza della loro millenaria cultura e spezzino la secolare catena di
emarginazione per inserirsi dignitosamente nell'ambito della società
maggioritaria.
Organizza corsi di aggiornamento per insegnanti, di ogni ordine e grado,
seminari, convegni, esposizioni multimediali di arte, storia e cultura zingara,
proiezioni di film con dibattito, presentazione di libri, concerti e festival di
musica zingara, teatro zingaro, corsi di Storia, letteratura e lingua zingara.
Torre, ci presenti lo spirito dell’iniziativa «Vai oltre i pregiudizi, scopri
i Rom e i Sinti».
Abbiamo promosso la campagna europea Dosta, che in Romanes significa Basta,
basta con la strumentalizzazione dei nomadi a fini politici, basta ai campi
nomadi in stile lager e basta ai pregiudizi sul nostro popolo.
Per la prima volta nella storia di Sinti e dei Rom metteremo in vista la nostra
cultura con due roulotte per sensibilizzare i Gagi, come chiamiamo noi gli
stanziali.
Qual è il messaggio?
Vogliamo far capire che abbiamo nostra cultura, un popolo pacifico che non ha
mai fatto guerre né usurpato territori, che non siamo il popolo brutto e cattivo
dipinto da Maroni e Sarkozy: dicono che dobbiamo andare dalle nostre parti,
perché se mi mandassero via io andrei qui perché qui è la mia città.
L’Europa vi dà una mano…
Sì, non si accetta più questa politica per prendere voti facendo campagne
discriminatorie contro i Sinti: con il Consiglio d’Europa e tramite l’elezione
di un nostro presidente in ogni città stiamo promuovendo iniziative per arrivare
dritti alla gente e allo stesso tempo stiamo dialogando con i politici. Ad
esempio abbiamo incontrato Bossi e Fini.
Voglia di reagire?
Sì, non possiamo più continuare a scegliere tra una bastonata o tre in tutte le
città d’Italia, io dico sempre alla mia gente: «Sinti su la testa», andiamo
avanti. Poi anche da noi ci sono il buono, il brutto e il cattivo come
dappertutto ma dobbiamo vincere i pregiudizi dei Gagi, siamo noi i mediatori dei
nostri Sinti.
L’avversione di molti nasce dall’idea che gli enti locali vi mantengano a
suon di luce, gas e acqua.
Non ci pagano niente, paghiamo tutto noi, dalla luce al plateatico. Pensate che
si stia bene in un campo nomadi? Ci sono 300 persone con 6 gabinetti e chi ha
avuto l’opportunità di comprarsi un pezzo di terra è andato fuori costruendosi
una casetta di legno.
Dicono che siamo abusivi, ma non credete che se avessimo i soldi ci costruiremmo
una casa in muratura?
I campi nomadi non vi piacciono dunque…
Non sono altro che moderni lager. Nella storia come tutti sappiamo ce ne sono
già stati ma nessuno ci rende conto che noi ci siamo ancora dentro, nel 2010.
Siamo sempre stati dei circensi e abbiamo seguito l’evoluzione dei tempi
prendendo i luna park, giravamo nei mercati di tutta Italia, ma ora ci hanno
impedito di essere nomadi costringendoci in lager sempre più affollati.
Volete uscire quindi?
Sì, vorremmo la possibilità di fare queste microaree.
L’obiettivo è integrarvi nel tessuto cittadino pur mantenendo le vostre
tradizioni?
Esatto, noi siamo orgogliosi della nostra cultura e non potremmo mai rinnegarla.
Siete mai andati al Circo? I Togni, gli Orfei e tante altre strutture sono
gestite da Sinti, è questa la nostra vocazione, ma allo stesso tempo ci rendiamo
conto di essere sempre più sedentari così, mentre alcuni continuano a fare i
giostrai, con tutti i problemi del non potersi fermare da nessuna parte se non
per il tempo esatto della fiera, gli altri nostri figli dovrebbero avere le
stesse opportunità di tutti gli altri ragazzi, trovando lavoro nelle fabbriche,
nelle cooperative e ovunque ci sia posto.
Francesca Manini
Fotografie del 14/10/2010
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