Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 02/10/2010

29 settembre 2010 - Presentato il Rapporto "Benvenuti da nessuna parte:
stop ai rimpatri forzati dei rom in Kosovo".
Benvenuti da nessuna parte: stop ai rimpatri forzati dei rom in Kosovo è il
nuovo Rapporto presentato da Amnesty International sulla violazione dei diritti
umani dei rom kosovari e delle altre minoranze del Paese.
L'organizzazione per i diritti umani durante la presentazione ha chiesto ai
Paesi dell'Unione europea di sospendere il rimpatrio forzato dei rom in Kosovo,
stop richiesto anche dalla Commissione immigrazione del Parlamento del Consiglio
d'Europa.
Il rapporto descrive come rom e appartenenti ad altre minoranze, anche coi
loro bambini, siano costretti con la forza a rientrare in Kosovo, spesso coi
soli vestiti che indossano, verso un possibile futuro di discriminazione e
violenza.
Secondo Sian Jones, uno degli autori del Rapporto, "i Paesi dell'Ue rischiano
di violare il diritto internazionale rinviando persone verso Paesi dove
potrebbero subire persecuzione. L'Ue, invece, dovrebbe continuare a dare
protezione internazionale ai rom e alle altre minoranze kosovare, fino a quando
non potranno tornare in condizioni di sicurezza". Per Jones inoltre, "le
autorità del Kosovo, a loro volta, devono garantire che i rom e le altre
minoranze possano rientrare in modo volontario e reintegrarsi a pieno nella
società".
(Red.)
Da
Roma_Francais
Campo rom accanto alla stazione Part-Dieu di Lione. | MAXPPP
Le Post par Emilio Rosso
"Il Sarkozy, vuole che noi ce ne andiamo così" inizia Sonia, 11 anni,
schioccando le dita per illustrare la sua affermazione. Con sua sorella e le sue
cugine, si eclissano dal campo Rom situato dietro la stazione della Part-Dieu a
Lione e mi trascinano in disparte: "Tu, sei giornalista, io ho molte cose da
dire ai francesi", spiega in un francese approssimativo. "Ma mio padre, non
vuole. Allora, cambia il mio[/] nome" avverte.
A soli 12 anni, Angéli è più informata della politica del governo che la
maggior parte dei francesi. "Noi guardiamo la TV. Mia nonna, legge i giornali e
ci spiega tutto" racconta Lauravaz di 10 anni e mezzo. "Sarkozy ha chiesto al
nostro capo, il capo dei rumeni (Traian Basescu) di mandare poliziotti rumeni
per farci del male" afferma Angéli, la paura negli occhi. "Sono molto cattivi,
ci metteranno in carcere solo per una parolaccia. E possono ucciderci" assicura
Bianca.
"Sappiamo che la polizia francese verrà, aspettiamo. Poi ci faranno spostare
continuamente, così non abbiamo più casa, e possono farci andare via in Romania"
analizza la giovane Rom con sorprendente perspicacia. "Siamo piccoli, ma
sappiamo tutto" dice ridendo Angéli. "Ma nonna dice che bisogna stare attenti,
perché se facciamo qualcosa di grave, ci faranno brutte cose". "Noi non rubiamo
mai!" giura Bianca. "Mendichiamo per comprare da mangiare, questo si", confessa
la cugina.
Malgrado la minaccia, le ragazzine mantengono il sorriso. Hanno difficoltà a
restare serie, magari sorpassate dall'ampiezza della situazione. Affermano in
coro di non avere paura. Eppure, il loro sguardo si vela. "Ci accuseranno di
tutto. Ci metteranno nell'aereo, e ci separeranno", confida Sonia a bassa voce,
tenendo fermamente la sua catenina, come fosse il suo bene più prezioso. "Un
giorno, la polizia ha picchiato mio padre, e gli ha strappato i suoi documenti
d'identità. Adesso non è più niente. Allora ho paura"
La loro comprensione della situazione si ferma qui. "Dici, perché i francesi non
ci amano?", chiede Bianca, con un reale desiderio di sapere. "Ho degli occhi
come te, ho dei capelli come te, allora perché?" insiste. "Noi amiamo tutte le
razze, non facciamo differenze. Vogliamo fare amicizia", aggiunge sua sorella.
Le piccole, spostate di quartiere in quartiere, di scuola in scuola, confessano
di avere difficoltà a legarsi con le compagne. "Dicono che siamo gitane. Ma non
è vero! Noi siamo Rom ", dichiara Bianca con fermezza.
Quando si parla loro del futuro, i loro sguardi brillano gridando "adoro la
scuola". "Io, voglio diventare una star" annuncia Sonia, birichina, prima di
intonare una canzone in francese."Io sarò insegnante", promette Angéli. "Io
voglio imparare l'algerino". Sono quindi coscienti che la riuscita scolastica è
la chiave della "vie en rose". "Provo a imparare la mia lezione, ma dimentico
tutto, sempre" rapporta Sonia, la quale gongola quando gli si chiede se fa bene
i compiti. "No, non posso a casa mia".
"Ci ricordiamo della Romania. Era bello. Vorremmo ritornarci, ma la Francia, è
meglio per noi ", confessa una di loro. "In Romania, c'è troppa povertà, e non
ci vogliono", dichiara Lauravaz.
"Abbiamo parlato abbastanza ora, non diciamo più niente", conclude Sonia,
decidendo che era riuscita a far passare il suo messaggio. Saltellando e
correndo, si rimettono in moto. "One, two, three, Viva Romania", canticchiano in
coro ritornando al campo.
Di Alberto Maria Melis
Piccola riflessione, sull'attuale stato della cosiddetta egemonia o per
meglio dire ex-egemonia culturale della sinistra, a partire da un commento a un
post pubblicato da Emanuele Fiano. Emanuele Fiano, deputato del Pd, riporta nel
suo post un articolo sull'ultima uscita di Maroni, che nega ai rom milanesi
cacciati dalle loro abitazioni i 25 alloggi già promessi, denunciando il fatto
che in questo modo il ministro dell'interno non ha fatto altro che dare il via
alla campagna elettorale della Lega.
Fin qui tutto normale, ciò che ti aspetti. Un deputato onesto, un uomo
straordinariamente sensibile, probabilmente anche in virtù del suo vissuto
personale (Emanuele è figlio di Nedo, unico sopravvissuto della sua famiglia ad
Auschwitz), denuncia, come ha fatto altre volte, in modo puntuale e preciso, una
palese ingiustizia posta in essere con l'ormai ridondante propensione all'aperta
persecuzione etnica, se non propriamente razziale.
Ciò che non ti aspetti, o per meglio dire ciò che non ti dovresti aspettare,
irrompe in un commento al suo post scritto da una gentile signora il cui
profilo, e la cui appartenenza a gruppi vari, lasciano intendere sia una
fedelissima simpatizzante del Partito Democratico, che così si esprime:
"...che (i rom) vivono di espedienti è da secoli e non è la novità del
momento, ma allora erano pochi oggi sono diventati troppi, regolazione delle
nascite è il primo problema e quindi obbligo di scolarizzazione, in istituti
protetti, togliere il contatto con i genitori in caso contrario non si
integreranno mai, non facciamo gli ipocriti, i problemi si risolvono anche con
chiudendo gli occhi davanti all'evidenza, il degrado dei campi è opera loro e
non mia non si degnano nemmeno di portare lo loro immondizia nei cassonetti,
inoltre la lega cavalca questo disagio dei cittadini che abitano loro intorno è
ovvio che se qualcuno mi propone la soluzione del problema anche drasticamente
io lo voterei chiaro".
A prescindere dalla beata ignoranza insita nell'intervento, che do per
scontata non ritenendo la signora così audace da rispolverare con cognizione di
causa proposte di provvedimenti che risalgono ai tempi di Maria Teresa d'Austria
(i quali ebbero peraltro nefaste ricadute a cascata sulle prime politiche
eugenetiche del Terzo Reich), ciò che mi ha portato a riflettere è la placida e
disarmante naturalezza con la quale una simpatizzante (militante?) del Pd, si
esprime in merito a una vicenda dai contorni chiarissimi, per la quale non
esistono spazio e modo di confondere o mistificare i torti e le ragioni,
utilizzando propensioni, contenuti e categorie di senso che sono proprie non
dico di una destra moderata e moderna, ma della peggior destra xenofoba.
E allora ecco che torna a far capolino una domanda sulla quale noi "gente" di
sinistra, spettatori increduli a ancora attoniti del naufragio verso altri lidi
di quella egemonia culturale, nel senso più squisitamente gramsciano del
termine, che sino a pochi anni fa davamo ancora per vitalissima e scontata,
continuiamo ad arrovellarci: sarà proprio per caso che la sinistra da ormai
molti anni viene elettoralmente e politicamente sconfitta? o la sconfitta, e
questa cronica incapacità di rialzarsi in piedi, è figlia della lenta ma
inarrestabile corruzione di quei valori, di quella visione del mondo, di quei
sentimenti di fraternità, prima ancora che di giustizia economica, politica e
sociale, che l'hanno storicamente partorita?
I rom, questo piccolo e composito popolo perennemente perseguitato, attirano
oggi gli strali, l'odio e il disprezzo tanto di una moltitudine di persone che
si riconoscono nella destra politica, quanto di una moltitudine di persone che
si riconoscono nella sinistra politica; ma l'egemonia culturale che agli uni e
agli altri fa da cappello, di cui sono figli e padri fertili nello stesso
momento, sembra ormai avere la stessa matrice: la peggiore del secolo breve e
feroce appena trascorso.
Fotografie del 02/10/2010
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