Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 02/07/2011
Siete avvisati: non scriverò cose simpatiche.
Stamattina s'è svolta a Milano la conferenza stampa di presentazione della
neonata
Consulta Rom, iniziativa per una volta presentata con rilievo da diversi
media.
Per quanto ho potuto osservare, accanto alle immancabili buone intenzioni,
questa Consulta nasce già con un carico notevole di problemi da affrontare.
Specifico meglio: non problemi legati alle politiche per Rom e Sinti, ma dovuti
alla sua stessa nascita e composizione.
Parto da uno dei punti chiave: la "pretesa" rappresentanza di tutte le realtà
rom e sinte della città. In realtà, ne ho testimonianze dirette, le varie
comunità restano fortemente divise tra loro su rivendicazioni ed obiettivi, e
sono restie a far fronte comune. Se da una parte ci sono i settori più deboli
(principalmente i Rom rumeni), dall'altra quelli italiani non intendono
mischiarsi. Alcune realtà storiche, come i Rom Harvati di via Chiesa Rossa (ex
Palizzi Fattori, circa 160 persone), non hanno partecipato ai lavori di
preparazione e tuttora non si sono fatti vivi.
Migliore, anche se davvero minoritaria, la partecipazione dei Rom Abruzzesi
dei due campi di via Bonfadini.
Ancora diversa la situazione dei Rom Harvati di via Idro. Sono stato
contattato (all'ultimo momento) dagli organizzatori della Consulta per
coinvolgerli e, nonostante le reticenze, comunemente si era deciso di
partecipare, almeno per capire di cosa si trattasse. Hanno anche portato un loro
contributo personale ed articolato a quella che doveva essere una
piattaforma comune. Nonostante ciò, quando martedì scorso questa Consulta ha
avuto il primo incontro col comune, nessuno degli organizzatori si è premurato
di avvisarli; viceversa in previsione della conferenza stampa di oggi, sì.
Forse che questi Rom vadano bene come pecore che applaudono, ma ancora una volta
senza il diritto di interloquire in prima persona con le autorità?
Scambiando qualche opinione con chi segue la situazione opposta dei campi
irregolari, mi hanno confermato che verso di loro è stato tenuto lo stesso
comportamento.
Resta il fatto che i due punti più sfumati affrontati nella conferenza
stampa, siano stati proprio il destino dei campi, regolari o meno, e la critica
agli sgomberi effettuati dalla nuova giunta.
Altro punto caldo: il rapporto con questa giunta. Per quanto si
continui a parlare di vento cambiato, i
primi segnali non sono incoraggianti. Si rischia di ripetere l'esperienza
del
Tavolo Rom (guarda caso, fondato a suo tempo dalle stesse persone), che ha
finito per essere un'istanza che rappresentava solo se stessa, perché nonostante
le intenzioni non aveva rapporti né con i Rom né col Comune.
Per terminare: la mia impressione, molto terra-terra, è che dietro
l'enunciazione di grandi princìpi, ci sia il tentativo di alcuni personaggi di
avere un palco di visibilità dopo i pesci in faccia presi dall'amministrazione
precedente: un'attrice mediocre, che ultimamente si è specializzata
nell'interpretare la parte del difensore dei Rom; qualcuno che sulla loro pelle
s'è costruito casa in Toscana ed i soliti residuati bellici.
Forse, mafforse, è un po' presto per emettere giudizi (d'altronde non
sono né un critico teatrale né un ingegnere). Se assisterò ad un cambiamento di
rotta ve ne darò conto (come al solito).
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:18:02 in blog, visitato 1836 volte)
Segnalazione di Erica Rodari
Nasce Romagazine.eu, un portale europeo curato da giovani provenienti
dalle comunità di tutta Europa. Un mosaico di 10 milioni di persone che oggi,
grazie al web e alle nuove tecnologie, possono conoscersi e farsi conoscere più
facilmente di Andrea Gerli da Rassegna Sindacale
Un'idea interessante, un vuoto da colmare, un popolo che vuole farsi conoscere e
tanti, tanti giovani ansiosi di imparare e lavorare per abbattere
pregiudizi, creare un dibattito e progettare un futuro. Così nasce
www.romagazine.eu, un
magazine online per tutte le comunità Rom d'Europa, frutto dell'impegno di
GSI Italia, ong dal '97 attiva con progetti di cooperazione internazionale e
solidarietà territoriale, con la collaborazione di Informatici Senza Frontiere.
Il progetto si chiama "Let the roma youth be heard!", ed è stato
finanziato dalla Commissione Europea per decisione del vicepresidente Viviane
Reding: "Io credo – ha detto la Reding - che la comunità Rom rappresenti una
parte importante della popolazione dell'UE, ed è di primaria importanze che gli
stessi siano bene integrati in tutti gli Stati membri. L'integrazione di
circa 10 milioni di Rom è una priorità degli Stati membri, delle Istituzioni
europee, dei suoi Programmi, e dei soggetti che operano all'interno dei singoli
Stati."
Così i rappresentanti delle maggiori associazioni per la difesa della cultura
Rom di tutta Europa si sono riuniti a Spoleto, in provincia di Perugia, per un
breve corso di giornalismo e per creare il nuovo magazine online. Tanti giovani
da Spagna, Grecia, Germania, Francia, Romania, Italia, Ungheria, Turchia.
"Dobbiamo unire le nostre forze, lavorare insieme per creare un dibattito sul e
nel nostro popolo – afferma Israel, referente del gruppo spagnolo –. E'
l'occasione per fare qualcosa di nuovo, per far sì che scompaiano i pregiudizi,
per farci conoscere e partecipare alla vita sociale e politica dei paesi in cui
viviamo. Dobbiamo unire i nostri sforzi".
Sono tanti, sono giovani, e hanno voglia di imparare, di conoscere, di lavorare
insieme per il proprio futuro. In un attimo i 40 rom della quattro giorni di
Spoleto spazzano via pregiudizi lunghi un'eternità. Come il nomadismo o le
difficoltà ad integrarsi: la maggior parte di loro vive in case normali,
studia e vuole integrarsi. Merve, ad esempio, studia business administration
nella più rinomata università di Istanbul. Beatrìs, invece, è Ungherese, vuole
fare la giornalista e da tempo studia e lavora per diventarlo. Tutti hanno
partecipato con grande interesse alla quattro giorni di Spoleto, e scrivono ora
su Romagazine.eu.
Si tratta forse di un'avanguardia, dei giovani più interessati e più
appassionati a queste tematiche, che vive in condizioni diverse dagli altri
giovani rom, spesso nell'impossibilità di ricevere un'istruzione dignitosa.
Giovani in lotta contro le difficoltà economiche e sociali che trovano nei loro
Paesi, ma anche contro alcuni esponenti delle loro comunità che stentano ad
aprirsi alle altre culture, che non ritengono l'istruzione importante e non
vedono di buon occhio progetti e attività di questo tipo, secondo loro inutili
alla comunità. Ma questi giovani sono il sintomo di un'energia nuova, capace di
diffondersi in tutte le comunità Rom d'Europa. Sono giovani cittadini europei.
Vogliono viaggiare, conoscere e crearsi un solido retroterra culturale moderno,
magari riunificando le tradizioni rom di tutte le comunità europee.
"Let the roma youth be heard!", il titolo del progetto, pone l'accento su due
aspetti fondamentali: l'ascolto e la gioventù. Così www.romagazine.eu diventa un
portale di informazione per intessere relazioni, favorire progetti, riunificare
virtualmente le tradizioni e le aspirazioni di un popolo, i Rom, la più
grande minoranza etnica d'Europa. Una minoranza che affonda le proprie
radici in una tradizione antica, che nei secoli è stata sparpagliata per il
Vecchio Continente e non solo. Un mosaico di migliaia di comunità che oggi,
grazie al web e le nuove tecnologie, possono conoscersi e farsi conoscere più
facilmente.
Fotografie del 02/07/2011
Nessuna fotografia trovata.
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