Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 05/02/2011
Corriere della Sera IL RICORSO SULLE CASE NEGATE. ENTRO 7 GIORNI TUTTI GLI
IMMIGRATI NEGLI ALLOGGI ASSEGNATI
"Rom, sindaco e prefetto chiariscano"
Inchiesta sui "nomadi discriminati", i pm chiedono nuovi documenti. De
Corato: situazione incredibile
MILANO - Un altro giro. E non per lo sgombero in via Cavriana, zona
Forlanini, di 5 baracche e 4 tende in mattinata, sgombero contestato da un
gruppo di attivisti per i diritti umani ("Quindicesimo blitz, senza servizi
sociali"). Ieri i procuratori aggiunti di Milano Armando Spataro e Ferdinando
Pomarici, nell'inchiesta sul caso delle case negate ai rom, hanno chiesto nuove
informazioni a prefetto e sindaco. Il prefetto in quanto Gian Valerio Lombardi è
commissario straordinario per l'emergenza nomadi. In Comune come l'han presa? Il
vicesindaco Riccardo De Corato dice che "le istituzioni danno le case ai rom e
si ritrovano indagati. Una vicenda che ha dell'incredibile". L'opposizione, col
capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, crede che "sia bene fare chiarezza. Ci
spieghino il perché del voltafaccia". Poi ci sarebbe anche la Lega che già pensa
ai voli. Ma prima, il "voltafaccia".
Patti, date, ministero
Tra dicembre e gennaio, dopo il ricorso dei rom assistiti dagli avvocati
Alberto Guariso e Livio Neri, due ordinanze del Tribunale avevano sancito che il
Comune non aveva rispettato i patti sottoscritti e si era anzi macchiato di
discriminazione razziale. I patti, peraltro dimostrati da accordi visti,
approvati, scritti e sottoscritti, prevedevano l'assegnazione di case popolari -
fuori dal mercato e da ristrutturare - in cambio dell'impegno a lasciare il
campo di via Triboniano. I nomadi avevano fatto il loro. Le istituzioni no. La
Moratti aveva annunciato e presentato ricorso. Ricorso respinto. La bocciatura
venne motivata così: escludere i rom è stata una scelta "fondata esclusivamente
su ragioni etniche". Per adesso il fascicolo d'indagine di Spataro e Pomarici è
senza ipotesi di reato. La Digos è stata incaricata di compiere accertamenti.
Cosa successe davvero? Noi limitiamoci a seguire le date. Il 9 agosto scorso i
nomadi avevano rinunciato alla permanenza in via Triboniano a decorrere dal
successivo 15 ottobre. Il tutto, appunto, in cambio di abitazioni. Che erano già
state trovate. Quattro giorni prima la Regione aveva accolto la richiesta del
Comune e aveva autorizzato l'Aler a destinare 25 alloggi. Il 27 settembre il
ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva comunicato l'interruzione del
progetto. Lo stesso ministero dell'Interno nel corso del 2009 aveva stanziato 13
milioni di euro per il piano rom. Una parte di questi soldi verranno utilizzati
per il rimpatrio in Romania di alcuni nomadi. E qui arriviamo alla Lega.
"Viaggio di sola andata"
Il capogruppo in Comune della Lega Matteo Salvini dice che "le risorse messe
a disposizione dal Viminale servono per gli sgomberi e per l'allontanamento del
maggior numero possibile di rom, non per gli aiuti e le sovvenzioni. L'unico
sforzo economico che siamo disposti a concedere per le famiglie nomadi è un
biglietto aereo di sola andata". Il numero dei partenti è abbastanza esiguo.
Cinque le famiglie decollate. Altre dieci-quindici quelle che potrebbero
seguirle. La maggior parte delle famiglie (102 in totale) rimarrà. Non in via
Triboniano che, ha annunciato il prefetto, verrà chiuso entro marzo. Sorge su
terreni destinati all'Expo. Domandina, allora: dove finiranno tutti gli altri
nomadi? Andranno a ingrossare i restanti, e regolari, campi rom cittadini?
I cantieri negli alloggi
A marzo saremo in pienissimo periodo di campagna elettorale, che influenzerà
tremendamente politiche, decisioni, scelte sul futuro dei rom. Per quel periodo,
almeno il capitolo-case sarà chiuso da un bel pezzo. Ancora una settimana al
massimo e, informano dalla Casa della carità che li ha seguiti in questo
tortuoso percorso, nelle case Aler entreranno tutti i rom che mancano
all'appello. Le abitazioni, lo abbiamo detto, erano in condizioni critiche.
Servivano dei lavori. Sono quasi terminati. Notevole lo sforzo sostenuto dalle
associazioni che assistono i nomadi, ai quali spetterà il pagamento delle
bollette di luce, acqua e gas.
Andrea Galli - 04 febbraio 2011
Segnalazione di Stefano Pasta da
Migrantes online
Sabato 29 Gennaio 2011 08:16 - Pubblichiamo la lettera di Flaviana
Robbiati, una delle insegnanti delle scuole elementari Feltre, Pini e Cima
(Istituto comprensivo in zona Lambrate a Milano) balzate agli onori della
cronaca per aver difeso i bambini rom che frequentano la loro scuola.
Milano - Mentre l’Italia ricorda e commemora il giorno della memoria per
ricordare milioni di vittime dei genocidi nazisti, a Milano continuano gli
sgomberi di Rom che assomigliano sempre di più ad una forma di "pulizia etnica".
Cinquecentomila persone Rom sono passate per i camini dei campi di
concentramento nazisti, molti di loro erano bambini. A Milano i forni non si
usano, ma l’obiettivo di cacciare i Rom è uno dei motivi che caratterizzano
l’amministrazione comunale.
Ad ogni sgombero ci sono bambini costretti a non potere più andare a scuola.
Robert, 11 anni, ha già cambiato 8 scuole e nella nona, dove stava per ultimare
la sua iscrizione, non ha fatto in tempo ad entrare.
La nuova forma di pulizia etnica è impedire ai bambini Rom di accedere alla
cultura. Solo studiando questi bambini avranno delle possibilità di integrazione
e potranno svolgere un lavoro regolare e dignitoso. Negando loro la cultura si
nega l’accesso ai diritti.
Una persona analfabeta non riesce a cavarsela in un ospedale, a viaggiare in
metropolitana, a districarsi tra le etichette dei prodotti al supermercato. Non
legge i giornali, non conosce i propri diritti e le violazioni che subisce. Chi
non ha accesso alla cultura, non esiste. Senza cultura si è fuori da tutto.
Per questo noi maestre, mamme e volontari che affiancano le famiglie Rom,
supportiamo e sosteniamo le famiglie Rom che mandano i figli a scuola. Per
questo ci sono bambini che attraversano la città per arrivare a scuola
nonostante vivano in baracche senza acqua né luce, in condizioni inimmaginabili.
Bambini costretti a diventare eroi per andare a scuola. Accade tutti i giorni
nella Milano dell’Expo. Bambini che gli Erode moderni devono fermare ad ogni
costo. Ma è forse proprio la paura che qualche Rom possa imparare a difendersi
che muove la spietata azione delle ruspe.
(Flaviana ROBBIATI -
www.chiesadimilano.it)
Per terminare, una segnalazione di Tommaso Vitale:
Si fa presto a dire sgombero
Fotografie del 05/02/2011
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