Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/02/2011
Ricevo da Agostino Rota Martir
Il senso della giornata della Memoria appena vissuta è di ricordare il dramma
vissuto da milioni di persone nei lager nazisti, durante il conflitto della 2°
guerra mondiale. E' una nobile iniziativa!
Ricordare per non ripetere, ricordare per continuare a resistere e smascherare
quelle forme "soft" di divoramento (porrajmos nella lingua romanès) che oggi
i Rom spesso continuano a subire, perfino all'interno di Istituzioni
democratiche, anche se non sotto quella forma disumana dello sterminio vissuto
nel secolo scorso.
E' innegabile che i Rom ne hanno fatta di strada da allora ad oggi, innanzitutto
sono sopravissuti al progetto che prevedeva la loro eliminazione, o per lo meno
il loro controllo. Hanno preso coscienza non solo della loro storia, delle
tragedie subite, rivendicano la loro identità come popolo, con le loro diversità
culturali, sociali e religiose. Chiedono anche di essere loro stessi i
protagonisti del loro futuro, reclamano il rispetto dei loro diritti e
desiderano essere trattati alla pari di ogni essere umano, non reclamano sconti,
ma nemmeno leggi speciali per loro. Essere ri-conosciuti come Rom, è parte
integrante della giornata della memoria, altrimenti si corre il rischio di
ripetere gli errori del passato.
Il nuovo villaggio Rom di Coltano, ad esempio quanto è "ri-conosciuto" come
abitato da Rom? Il suo regolamento cosa recepisce del "vivere Rom", quando
questi in effetti è stato decretato senza alcun coinvolgimento e partecipazione
dei Rom stessi?
E' un regolamento che condiziona pesantemente il "vivere Rom", anzi sembra
volerlo limitare, per imporre controllo e intrusione nella vita privata, tutto
questo nella convinzione di fare il bene degli "assistiti", arrivando anche a
decidere arbitrariamente l'allontanamento di nuclei, colpevoli di "aver tradito"
la fiducia dei "benefattori".
Operatrice al villaggio Rom di Coltano:
"S.(maggiorenne) la devi smettere di passare il tempo da tua madre, tutte
le volte che vengo qui ti trovo da lei, tu hai il tuo appartamento, devi stare
là e farti la tua vita."
"Vogliono farci vivere come gli Italiani, ma noi siamo diversi. Gli operatori
non lo capiscono ancora o fanno finta. Vengono qui solo per controllare e
minacciare di non rinnovarci il contratto, non è giusto!"
"Paghiamo l'affitto, le bollette di luce, acqua e gas e paghiamo caro anche
perché la posta arriva una volta al mese e ci tocca pagare la tassa perché è
scaduto il termine, ma non possiamo essere padroni in casa nostra, viviamo sotto
la continua minaccia del comune che può mandarci via quando vuole, temiamo anche
di ospitare i nostri parenti."
"Di questo passo, senza lavoro dovrò ritornare a manghel, ma ho paura che poi mi
tolgono l'appartamento. Prima era diverso tra di noi, sì le case sono più belle
delle baracche di prima, ma ora è cambiato troppo, non ci fidiamo più neanche
tra di noi."
"Anni fa, ricordo che noi Rom facevamo spettacoli a Pisa, era bello. Ora invece,
più niente, nessuno ci chiama! C'è solo Livorno che ci invita a ballare, a
parlare, a cucinare le nostre specialità... perché lì ancora non hanno il
Progetto Città sottili."
Dettagli... l'Olocausto in un certo senso è stato preparato, coltivato dai
"dettagli" (la banalità del male!), che pian piano hanno convinto gran parte
dell'opinione pubblica a ritenere necessari e normali quei provvedimenti che
limitavano le libertà a determinate categorie di persone, viste come dei corpi
malati o asociali, che dovevano essere controllati e guariti dalla parte sana
della società!
Convinti di fare del bene, allora come oggi, in questo senso la storia si
ripete, anche se in forme diverse, ma a volte con la stessa la logica: il virus
della sicurezza si è trasmesso, e affidato come per vocazione o per contratto
agli stessi operatori e assistenti sociali. Oggi la sicurezza si serve anche
delle gambe di quegli operatori che lavorano nel sociale..possibilmente con
gambe veloci e scattanti, disposti ad accelerare i tempi per non aspettare i
tempi lunghi della Democrazia e della Giustizia!
«Aver memoria non significa soltanto ascoltare una testimonianza o vedere
immagini mostruose... Non basta osservare l'orrore, per rifiutarlo. Bisogna
capire come funzionava la sua potente macchina, e com'è stata raccontata più
tardi dai suoi artefici.. Quegli uomini non erano nati violenti: lo sono
diventati. Le loro testimonianze ci dicono molto di più di quel che ci
raccontano i crimini commessi». (David Bidussa)
L'Olocausto ha avuto una sua fase di incubazione, una preparazione in genere
affidata a gente comune, convinta di fare bene e che considerava del tutto
normale e legittimo che Ebrei, Rom, handicappati.. (persone viste come una
minaccia, degli a-sociali da controllare), fossero privati dei loro diritti,
applicando esclusivamente a loro delle direttive speciali, al di fuori di quelle
ordinarie.
Dettagli , che ritornano a distanza di tempo: un esempio è il regolamento "Città
Sottili" di Pisa, che si pone per sua natura "fuori legalità", avocando a sé il
diritto di prendere provvedimenti amministrativi a prescindere dall'esito di un
procedimento penale ancora in atto verso dei Rom, il riferimento è al caso della
"sposa bambina", ma non solo.
Oggi, come ieri i Rom sono ancora visti come corpi malati, che devono essere
controllati per essere guariti, o sgomberati per timore di possibili "contagi"
alla nostra sicurezza sociale. Chi tra i Rom non accetta, chi osa alzare la
testa, chi mostra un po' di coraggio e dignità nel ribellarsi, allora contro
costoro si scatena la macchina persecutoria: i loro diritti vengono sospesi,
anche con il consenso di una società ormai anestetizzata e drogata, le bugie
vengono istituzionalizzate, le verità dei fatti scivolano via, censurate con
ogni mezzo e in ogni sede.
Oggi è ancora difficile ri-conoscere la vita Rom.. forse è vero: "alla «banalità
del male si può solo opporre la bontà insensata".
don Agostino Rota Martir
Campo nomadi – Coltano (PI) - 31 Gennaio 2011
L'Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara", laboratorio di
ricerca dell'Università di Roma Tre, in collaborazione con OsservAzione, centro
di ricerca-azione contro la discriminazione di rom e sinti, ha realizzato negli
scorsi mesi una ricerca sul sistema di protezione dei minori rom nella regione
Lazio. La ricerca è stata commissionata dall'European Roma Rights
Center, ente che svolge funzioni consultive presso il Consiglio d' Europa, che
ha promosso questa attività nel nostro e in altri sei paesi su finanziamento
della Commissione Europea.
In questo quadro, l'Osservatorio, di intesa con gli altri partner della ricerca
e nel quadro delle azioni di disseminazione dei risultati della stessa,
organizza una tavola rotonda che presenterà gli esiti del lavoro svolto nella
regione Lazio; l’iniziativa si terrà presso la facoltà di Scienze della
Formazione, sede di Piazza della Repubblica (aula 7) il 9 febbraio, dalle ore 15.
info: oss.razzismo@uniroma3.it
Coordina:
Francesco Pompeo responsabile Osservatorio sul razzismo Università Roma
Tre
Presentazione della ricerca:
Francesca Saudino e Daria Storia Osservazione, Ulderico Daniele
Osservatorio sul razzismo
Interventi di:
Claudio De Angelis Procuratore del Tribunale per i Minori di Roma
Donatella Caponetti Centri per la Giustizia Minorile
Franco Alvaro Garante per i Diritti dei Minori Regione Lazio
Stefano Giulioli Ufficio Tutele Comune di Roma
Nazzareno Guarnieri Federazione Romanì, Graziano Halilovic Romà
Onlus
Gabriella Telesca Avvocato
Marco Cappuccino Save the Children, Vittoria Quondamatteo Il fiore
nel deserto
Antonio Ardolino Berenice, Monica Lanzillotto La Casa Gialla
Conclude:
Vittorio Cotesta docente Università Roma Tre
Fotografie del 03/02/2011
Di Fabrizio (pubblicato @ 19:36:18, vista 4492 volte)
3 febbraio 2011: benvenuti a Milano ...
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