Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 06/08/2010
Segnalazione di Elisabetta Vivaldi

"Per cittadini comunitari valgano le regole europee. Valutare caso per caso"
Roma – 2 agosto 2010 - I rom pericolosi o senza mezzi di sostentamento possono
essere rimandati da un Paese dell’Ue nel loro Paese d’origine, ma solo
valutandone la condizione caso per caso, senza espulsioni di massa.
Diversamente, si infrangerebbero le regole europee sulla libera circolazione dei
cittadini comunitari.
È la linea ricordata oggi dal portavoce della Commissione europea Michele
Cercone, a proposito del giro di vite contro i campi rom annunciato dal governo
francese.
"Tutti i cittadini europei sono liberi di circolare nell'Ue secondo quanto
stabilisce la direttiva sul libero movimento, che fissa però anche una serie di
condizioni in proposito, tra cui la capacità di provvedere a se stessi e il non
costituire una minaccia per la sicurezza del paese", ha detto Cercone.
"Le autorità nazionali responsabili in materia devono però seguire una procedura
di valutazione caso per caso", quindi "non esiste la possibilità di
un'espulsione di gruppo, ma questa e' personale e deve essere valutata
individualmente anche nei casi di situazioni simili", ha sottolineato il
portavoce. Il "semplice fatto di essere iscritti alle liste di disoccupazione,
per esempio, non è un motivo sufficiente" per essere allontanati da un paese
secondo quanto stabilisce la direttiva, ha aggiunto.
Allo stesso tempo, ha ricordato il portavoce, un cittadino Ue può fare appello
ai giudici del paese in questione contro la decisione di espulsione se la
ritiene immotivata, e i magistrati dovranno quindi valutare se l'espulsione
decisa dalle autorità "rispetta il principio di proporzionalità". "Tutti i
cittadini hanno le stesse libertà e gli stessi diritti" ha concluso Cercone.
Segnalazione di Stefano Romboli: MARTEDI' 10 AGOSTO ALLE ORE
18,00 COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA A PIAN DI ROTA DOVE MORIRONO I QUATTRO
BAMBINI ROM. PER NON DIMENTICARE!
Radiocage.it
Per arrivare nel luogo dove la notte del 10 agosto 2007 sono morti in un
incendio Eva, Danciu, Menji e Lenuca, bisogna raggiungere il ponte che scavalca
la Variante dalla zona industriale del Picchianti in direzione del Cisternino e
di Collesalvetti. E’ l’ultimo cavalcavia sulla Variante in direzione Stagno,
prima che la Variante stessa si concluda. Salendo sul ponte, arrivando dal
Picchianti in direzione Cisternino, ai bordi della strada ma nell’altro senso di
marcia, c’è un sentiero in terra battuta che si inoltra tra i cespugli. Da lì
bisogna percorrere a piedi una cinquantina di metri, e prendere la prima
deviazione a destra, che porta sotto il ponte, a ridosso di un pilone di
sostegno. Lì, tra i rovi e i cespugli, vi sono i resti anneriti delle povere
cose bruciate dall’incendio: una rete metallica, un passeggino, oggetti sparsi.
C’è anche una piccola croce di legno, con i nomi dei quattro bambini: Eva, Danciu, Menji, Lenuca.
Andateci.
Ogni anno, in pieno agosto, la nostra ferita cittadina torna a sanguinare.
Eva (11 anni), Danciu (8), Menji (4), Lenuca (6) venivano dalla Romania ed erano
bambini come tutti gli altri, ma hanno avuto meno tutele, meno diritti e meno
fortuna di tutti gli altri.
Meno di tutto.
Sono passati già tre anni da quella notte, e il ricordo di questi bambini è
sempre più sbiadito nella memoria della nostra comunità cittadina, che sin
dall’inizio non volle o non seppe assumere pienamente il senso e la portata di
questa tragedia e di questo lutto.
Eppure non ci era richiesto niente.
Solo di sentire che erano anche figli nostri.
Fotografie del 06/08/2010
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