Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 21/12/2005
 di Silvia Tomasi
Dopo l’ Anno europeo della mobilità professionale – 2006 e quello delle Pari opportunità per tutti– 2007, lo scorso 5 ottobre la Commissione europea ha presentato una proposta di Decisione per designare il 2008 quale "Anno europeo del dialogo tra le culture".
Istruzione, cultura, gioventù e cittadinanza costituiscono gli ambiti maggiormente interessati da questa iniziativa che intende divenire strumento fondamentale di sensibilizzazione dei cittadini, e soprattutto dei giovani, sui temi del confronto e del ravvicinamento dei popoli dell’Europa. In particolare, l’ Anno europeo si propone di: - promuovere il dialogo interculturale in quanto fattore in grado di aiutare i cittadini europei e quanti vivono nell'UE ad acquisire le conoscenze, le competenze e le attitudini che permetteranno loro di adattarsi ad una società sempre più aperta e complessa e di gestirne le difficoltà, per trarre vantaggio dalle occasioni da essa offerte sia in Europa che altrove; - sensibilizzare i cittadini europei e quanti vivono nell'UE sull'importanza di sviluppare, attraverso il dialogo interculturale, una cittadinanza europea attiva e aperta sul mondo, rispettosa della diversità culturale e fondata sui valori comuni dell’Unione europea. L’ Anno del dialogo interculturale potrà contribuire, inoltre, alla realizzazione di alcune priorità strategiche dell'Unione, in particolare al raggiungimento degli obiettivi della rinnovata Strategia di Lisbona, per la quale l'economia della conoscenza necessita di persone capaci di adattarsi ai cambiamenti e di sfruttare tutte le fonti d'innovazione esistenti per accrescere la prosperità, e al consolidamento dell'impegno dell'Unione a favore della solidarietà, della giustizia sociale e di una maggiore coesione.
In base alla proposta della Commissione, l' Anno europeo sarà dotato di uno stanziamento pari a 10 milioni di euro destinati a sostenere tre tipi di azioni: • Azioni su scala comunitaria: realizzazione di una campagna informativa (compreso il suo adattamento alle peculiarità nazionali), per diffondere i messaggi chiave dell'Anno europeo; indagini e studi su scala comunitaria, al fine di valutare la preparazione, l'efficacia, l'impatto e gli sviluppi a lungo termine dell'iniziativa. Queste azioni verrano, di norma, realizzate a seguito del lancio di bandi di gara d'appalto. • Cofinanziamento di azioni su scala comunitaria: realizzazione di un numero limitato di manifestazioni ed iniziative emblematiche di portata europea miranti alla sensibilizzazione, in particolare dei giovani, in merito agli obiettivi dell'Anno; queste azioni, realizzate a seguito di inviti a presentare proposte di progetto, potranno fruire di un contributo comunitario fino all' 80% del loro costo complessivo. • Cofinanziamento di azioni su scala nazionale: realizzazione di manifestazioni ed iniziative a livello nazionale con una forte dimensione europea dirette a promuovere gli obiettivi dell’Anno europeo. Si prevede di finanziare un'iniziativa per Stato membro, di grande portata, capace di suscitare la mobilitazione della società civile. Il contributo comunitario per i progetti relativi a queste azioni potrà coprire fino al 50% dei loro costi complessivi.
L'Anno europeo del dialogo intercultirale sarà operativo per il periodo 2007-2008; la proposta della Commissione dovrebbe essere presentata al Parlamento europeo e al Consiglio per la sua definitiva adozione entro la fine del 2006.
Scheda di riferimento: 2008 - AE per il dialogo interculturale
Il gruppo gypsy-punk di cui ho scritto l'11 dicembre, è arrivato sul sito della BBC
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Gipsy Punk dall'Ucraina al palcoscenico mondiale |
By Kateryna Khinkulova BBC Ukrainian Service |
I britannici amanti della musica hanno l'occasione di assaggiare un nuovo genere - il tour dei gypsy punk Gogol Bordello, una band con sede a New York, che sabato raggiungerà Londra.
Questo gruppo è già conosciuto dai patiti del cinema - per aver recitato in Ogni Cosa è Illuminata (Everything Is Illuminated), un film basato sul best-seller di Jonathan Safran Foer.
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Il protagonista Eugene Hutz (d) assieme a Elijah Wood in Ogni Cosa è Illuminata
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Il leader dei Gogol Bordello, Eugene Hutz, che ne è anche il fondatore e capo spirituale, nel film è opposto all'attore del Signore degli Anelli, Elijah Wood.
Inizialmente chiamato a comporre la colonna sonora del film, ad Eugene, la cui esuberante personalità sfocia in uno stile personalissimo, fu chiesto di interpretare il ruolo di Alex.
"Si stava parlando di musica, e mi chiesero se avessi potuto, in caso, anche recitare... Per me è stato naturale, dato che la mia carriera musicale è comunque un misto tra musica e recitazione"
Originario di Kiev, Ucraina, con radici familiari nella Transcarpazia, Eugene Hutz ha vissuto a New York dal 1998.
Cosmopolitani
La sua banda, che ha iniziato a suonare nei bar bulgari di New York, è diventata parte integrale del panorama artistico e dell'intrattenimento cittadino da diversi anni, ma resta relativamente sconosciuta a un pubblico più vasto.
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Con l'uscita di Ogni Cosa è Illuminata, la popolarità dei Gogol Bordello è in ascesa: Eugene non si sorprende. Cita Lenin, che diceva che il cinema è il mezzo per raggiungere la platea più vasta. |
"Sono Ucraino, ma ho anche sangue rom e voglio fare qualcosa per questa gente"
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Nel contempo, Eugene Hutz è convinto che il successo della banda, giunta al terzo album, non è un fuco di paglia.
"Abbiamo lavorato duro... Ma quel che mi piace, è che faccio quello che sento: suono la musica che voglio con chi mi piace dove scelgo io. Questa è la cosa più importante."
Gogol Bordello è una banda dove il concetto di cosmopolitano è interpretato all'estremo - Lo zingaro ucraino Eugene viene raggiunto sul palco dai suoi colleghi israeliani, thailandesi, americani e cino-scozzesi .
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Gypsy punk, un termine inventato dallo stesso Eugene, è il risultato di di diverse radici familiari: da bambino ha passato molto tempo nella Transcarpazia, dove le influenze ucraine, ungheresi, slovacche e rom si mescolano in un'unica tradizione culturale.
"I Rom e tutta la cultura zingara è parte di ciò che sono e che amo," dice Eugene.
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Gogol Bordello traggono ispirazione da un mix di culture
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D'altra parte, non può essere compreso senza l'influenza della moderna musica occidentale - dice di avere ascoltato dalla nascita i giganti del rock americano e britannico.
"Ho sempre cercato ciò che volevo esprimere con la mia musica, ma adesso, con l'uscita del terzo album, è tutto più chiaro, si è cristallizzato - questo mix tra la mia eredità culturale ed esperienza personale."
Mission
Una delle canzoni dei Gogol Bordello's più vecchie e conosciute è "Start Wearing Purple".
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"E' una delle poche canzoni che ho scritto per una ragazza. Mi ero trasferito con la mia girlfriend a New York. Avevamo una vicina: un'anziana signora sempre vestita di viola dalla testa ai piedi. Era chiaramente flippata. Così, tutte le volete che si litigava, e lei cominciava a gridare,le dicevo: ecco, ora puoi cominciare a vestirti di viola." |
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Start wearing purple, wearing purple Start wearing purple for me now All your sanity and wits, they will all vanish It's just the matter of time
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Lyrics from Start wearing purple
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Eugene Hutz dice che la musica e comporre canzoni rimarranno il suo obiettivo, non intende continuare la carriera di attore.
Nella nativa Kiev è ancora ricordato dalla scena musicale e da DJ come "Zheka" che lo affiancò in diverse serate alla fine degli anni '90. Dice che non gli spiacerebbe tornare a casa con un tour, ma di avere anche una missione: girare un documentario sui Rom ucraini e far conoscere al mondo le loro condizioni di vita.
"Certo, sono Ucraino, ma ho anche sangue rom e voglio fare qualcosa per questa gente"
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Di Fabrizio (pubblicato @ 09:41:05 in casa, visitato 2145 volte)
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Lasciando Plemetina
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Ukė e Sabile Krasniqi, una coppia rom, entra nel nuovo appartamento di Malisheva, Kosovo, per la prima volta dopo sei anni passati in un campo per rifugiati interni. © UNHCR/S.Halili |
MALISHEVO, Kosovo, 13 dicembre (UNHCR) Ukė e Sabile Krasniqi hanno atteso sei lunghi anni l'arrivo di questo giorno. Questa coppia di Rom di mezza età hanno finalmente realizzato il loro sogno di una casa propria, dove riunire la loro famiglia di otto figli.
Il mese scorso hanno lasciato Plemetina, un campo organizzato nel 1999 per ovviare alla sistemazione d'emergenza di circa 1.300 dispersi delle minoranze del Kosovo, inclusi Serbi, Rom, Askali, "Egizi" ed altri.
La coppia ha camminato verso il blocco di appartamenti appena costruito a Malishevo (Malisheva in albanese) che sarebbe diventato la loro nuova casa, osservando con attenzione l'edificio e i dintorni. Lungo il percorso, hanno salutato i precedenti vicini, amici e conoscenti, molti dei quali non vedevano da tempo. Ricevute le chiavi dal presidente dell'assemblea cittadina, hanno varcato l'ingresso di un appartamento al primo piano con due camere da letto, cucina, bagno e un balcone.
L'intero appartamento misura solo 60 mq. Non molto per una così grande famiglia, che include l'anziana madre di Ukė. I Krasniqi, d'altra parte, non si lamentano. Quando gli è stato chiesto come si sentiva a ritornare nella sua città, Ukė ha potuto dire solo: "Adesso sono felice".
Sua moglie Sabile è stata più espansiva: "I miei figli cresceranno come gli altri, in condizioni normali. Qui continueranno ad andare a scuola, avranno un posto dove imparare," chiaramente eccitata.
A seguito delle restrizioni imposte dalle autorità serbe nel 1999, più di 900.000 persone di etnia albanese lasciarono forzatamente il Kossovo, per tornare qualche mese più tardi, con l'intervento della NATO. Iniziò immediatamente un esodo che coinvolse 200.000 persone delle minoranze serbe, rom, askali ed altri, che continuò per diversi mesi. Di loro, circa 14.000 hanno fatto ritorno alle loro case, e ci sono ancora più di 20.000 dispersi interni (IDP) in Kosovo. Sei anni dopo essere stato posto sotto amministrazione ONU, il mese scorso sono iniziati i colloqui sul futuro della regione, sotto la presidenza dell'ex presidente finlandese Martti Ahtisaari.
Fiduciosi nei futuri sviluppi le autorità kossovare - assistite tra gli altri dall'UNHCR - hanno iniziato i primi passi per trovare una soluzione abitativa per i restanti residenti del Campo Plemetina. Attualmente sono in costruzione quattro progetti abitativi, finanziati dall'Agenzia Europea per la Ricostruzione e dal Governo Greco.
I Krasniqi sono la prima famiglia del Campo Plemetina a beneficiare del progetto governativo di case sociali. Gli appartamenti sono destinati agli IDP che hanno perso la loro casa e vogliono tornare nelle loro aree di origine. Assieme ricevono buoni cibo per tre mesi, forniture per la casa, legna da ardere e altre facilitazioni dalla UNHCR. Quanti avevano proprietà loro sono aiutati a ripararle o ricostruirle.
Ardian Gjini, Ministro per lo Sviluppo e la Pianificazione, ha rimarcato durante l'inaugurazione degli appartamenti a Malishevo: "I beneficiari del progetto di case sociali sono persone in stato di bisogno, e mi congratulo con le autorità locali per l'iniziativa."
Anche se il problema della sicurezza e della libertà di movimento per i Rom sta migliorando, esistono ancora aree del Kossovo dove i Rom e le altre minoranze non sono benvenute. La famiglia di Ukė, assieme ad altre del villaggio di Bajė, vivranno assieme a famiglie albanesi nello stesso stabile, ma la protezione di tutte le minoranze rimane una grande preoccupazione in tutto il Kossovo.
Ci sono altre difficoltà di fronte ai popoli del Kosovo - una delle più serie sono le limitate opportunità d'impiego. Prima della guerra, Ukė lavorava come fabbro a Malishevo e coltivava viti, ma non aveva più nessun lavoro quando era nel Campo Plemetina. Lui e sua madre ricevevano un sussidio minimo ogni mese, insufficiente a coprire le spese familiari, e dipendevano totalmente dall'assistenza UNHCR - tramite le Società Madre Teresa - in forma di farina, fagioli, stufa e stoviglie durante l'inverno.
Con la partenza delle famiglie come i Krasniqi, si avvicina il giorno della chiusura del Campo Plemetina. Grazie al progredire del progetto di alloggi sociali, e al supporto e alla collaborazione dei donatori, anche i rimanenti residenti nel campo intendono stabilirsi nei nuovi alloggi - come Ukė e la sua famiglia - con una nuova stima di sé e il piacere che deriva dall'avere uno spazio proprio.
By Myrna Brewer Flood and Shpend Halili In Malishevo, Kosovo
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Fotografie del 21/12/2005
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