Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
«La comunità di Casilino 900 chiede alla società civile, ai cittadini,
alle associazioni, ai comitati di quartiere di essergli vicino il prossimo
venerdì 27 novembre dalle ore 17, mentre si svolgerà
la
provocatoria manifestazione razzista di Forza Nuova che intende raggiungere
il campo esasperando la spinta politica già messa in atto con Casilino 700».
È questo l’appello
di Najo Adzovic, portavoce del Casilino 900. «Stiamo lavorando con tutto
il nostro impegno perché la baraccopoli di Casilino 900 venga chiusa e affinché
venga offerta a quanti ci vivono una reale possibilità di riscatto sociale e di
integrazione partecipando fattivamente ai tavoli con l’Amministrazione Comunale
e la Prefettura».«Vogliamo che la chiusura del Casilino 900 risulti un passaggio
storico verso il superamento dei campi, luoghi di rifiuto e di segregazione
sociale e non l’ennesimo sgombero senza alcuna alternativa. Siamo i primi a
voler andar via, nessuno ama vivere in baracche tra topi e immondizie, e siamo
disposti lavorare sodo per vivere meglio, ma non ce la facciamo più ad essere
scacciati e rifiutati, additati come la peste, fa male a noi come a tutta la
società di cui ci sentiamo di far parte. I nostri figli sono nati qui, vanno a
scuola con i bambini italiani, e si sentono italiani anche loro. Pensiamo a un
futuro di integrazione per questi ragazzi attraverso la formazione, il lavoro e
una vita fuori dai campi».
Da
Bulgarian_Roma
Due ragazzi sono balzati sotto un treno perché i genitori di lei non
volevano che uscisse con un ragazzo zingaro.
La ragazza ha scelto la morte prima di rompere con il quindicenne Tsetso.
[...] Questa storia di Romeo e Giulietta ha avuto luogo domenica mattina
sulla ferrovia tra i villaggi di Dubova Mahala e Brusartsi, vicino alla città di
Lom. La sedicenne Albena Mitova ed il suo innamorato Tsvetan Plamenov, di un
anno più giovane, hanno deciso insieme di suicidarsi, perché i genitori della
ragazza non volevano che si impegnasse con uno zingaro. I due si son presi per
le braccia e sono saltati sulla sede ferroviaria. Il treno merci era in
arrivo, prestava regolare servizio da Vidin e Sofia e li ha investiti. Albena è
stata uccisa dall'impatto e Tsvetan sta lottando per la vita nell'Ospedale di
Lom.
Sabato tutto sembrava normale nelle case dei due ragazzi. Benjy, come
la chiamava Tsetso, aveva cenato con la sua famiglia nella loro casa in
Kniazheva Mahala.
"Quel giorno eravamo andati a far compere. Mi aveva detto che aveva rotto col
ragazzo zingaro. Eravamo molto intime e mi diceva tutto," ha detto ieri Nadia,
la mamma di Albena, ai giornalisti di The Monitor. Secondo la madre, che
gestisce la locale locanda, non c'erano segni che sua figlia intendesse
suicidarsi. Dopo che i genitori erano andati a letto verso le 23.00, Albena
aveva chiamato Tsetso.
"Era balzato sulla sua bicicletta ed era scomparso. Sembrava completamente
impazzito. Non mi ha dato il tempo di chiedergli dove andasse o cosa stesse
succedendo," dice Plamen, il padre del ragazzo, con le lacrime agli occhi.
Con la sua famiglia vive nel vicino villaggio di Dinkovo, che è a 3 o 4 km.
da Kniazheva Mahala. Nessuno sa cosa è successo quella notte. Circa alle 5 di
mattina, il 35enne ingegnere Rossen N. ha visto due persone sulla massicciata
della ferrovia. Preso dalla paura ha azionato la sirena del treno, ma non si
sono mossi. Il dipendente della BDZ ha fatto quanto possibile per arrestare la
macchina di 223 tonnellate, ma la collisione è stata inevitabile. L'ingegnere ha
visto i corpi dei due ragazzi volare per aria come bambole di stracci. Rossen ha
fermato il treno e riportato l'incidente ai suoi superiori. I medici arrivati
sulla scena hanno determinato che la ragazza era morta ma che Tsetso respirava
ancora. I genitori dei ragazzi hanno offerto due versioni completamente
differenti di ciò che era successo.
"Non può aver preso questa decisione da sola. Era una ragazza quieta e
modesta. Era sempre in casa davanti al PC. Non c'era modo che potesse conoscere
a che ora passava il treno," dice Nadia fissando il nome sulla corona funeraria.
"Venite a vederla. Il suo corpo non è stato mutilato. Il medico mi ha
detto che aveva rotti i due legamenti. Ha battuto la testa cadendo e quella è
stata la causa della sua morte," dice il padre addolorato, Dimcho, che è anche
il sindaco del villaggio. Albena era la loro unica figlia. La adottarono appena
nata.
"Era la luce dei miei occhi. Le davamo tutto. Era stata accettata alla Scuola
Superiore di Economia di Vratsa. Per tutti noi fu una grande notizia. Dev'essere
successo qualcosa. Qualcuna deve averla convinta. Non mi fermerò finché non
troverò la verità," è il voto della madre che continua a singhiozzare.
Plamen è categorico quando dice che suo figlio era innamorato perso di Benji.
"I ragazzi non volevano essere separati. Spesso Dimcho veniva qui con la polizia
per portare via sua figlia ed il giorno dopo erano di nuovo insieme," dice il
padre del ragazzo ferito. Si lamenta che ai genitori di Albena non piaceva
Tsvetan non solo perché aveva la pelle scura, ma anche perché era povero.
Non aveva soldi neanche per una fetta di pane
Tsvetan ora ha bisogno di 260 Leva per un'operazione alle braccia, entrambe
fratturate. Ha un ematoma al cervello ed è in coma. Dall'incidente non ha
ripreso conoscenza e non può raccontare cos'è successo alla sua amata. Tranne a
sua madre, Valentina, a nessuno è permesso visitarlo. Lei dice che un lato della
testa del ragazzo è gonfio in maniera preoccupante.
"Sono così poveri che non so come potranno permettersi le cure per il
ragazzo, dice Yulia Georgieva, sindaco del paese di Dinkovo.
Infatti, suo padre è l'unico parente che ha Tsetso. I due vivono in una
povera casa ad un piano. Suo padre va di porta di porta dai vicini ad offrire i
suoi servizi, per avere un po' di denaro. La madre del ragazzo li ha lasciati
circa un anno fa per vivere a Sofia, e tornava ogni tanto a trovarli. I vicini
si sono sentiti offesi ieri a vederla tornare da Sofia su un taxi.
"L'altro giorno Tsetsko e suo padre non avevano soldi per comperare il pane.
Gli ho dato quattro fette ed un Lev. Mi hanno detto poi che quel giorno Plamen
aveva perso i sensi perché non aveva mangiato," ci ha detto un vicino. Quando
gli abbiamo parlato ieri, il padre del ragazzo era preoccupato che quando
scoprirà cos'è successo ad Albena, Tsetso tenterà nuovamente di uccidersi.
Katia Ilieva and Galia Petrova
.....Achili man jag kiti te na merav shilestar ...
...davla tuke andar vogiestar!
Romani Baht Fountation
8 Nov Jivot str.
1373 SOFIA
BULGARIA
Tel./fax +359 2 920 42 72
Ricevo da
Eugenio
Viceconte: Ricevo e pubblico questo comunicato di Andrea Alzetta di Roma in
Action.
Mi associo preoccupato perché Forza Nuova sta soffiando sul fuoco del razzismo,
di recente lo ha fatto ad Alba Adriatica, ora torna a farlo a Roma.
COMUNICATO STAMPA Andrea Alzetta, capogruppo Roma in action consiglio
comunale
VIETARE IL CORTEO DI FORZA NUOVA CONTRO I ROM
Venerdi’ 27 novembre forza nuova ha indetto una manifestazione contro i Rom di
Casilino 900. Si tratta dell’esasperazione ulteriore e preoccupante di un clima
che alimenta la guerra tra i poveri e l’intolleranza, dimenticando la
solidarietà e il rispetto per i diritti umani e sociali.
Questa provocazione di Forza Nuova è inaccettabile, soprattutto dopo che la
stessa Amnesty International ha sollevato il problema del rispetto dei diritti
umani dei Roma. Non è accettabile consentire che un gruppo razzista, nazista e
xenofobo offenda la tradizione democratica di questa città, proponendo pulizie
etniche e appartaid.
Il sindaco intervenga immediatamente, se non vuole avvallare il sospetto che sia
interessato ad esasperare gli animi sulla questione rom per giustificare
ulteriore sgomberi indiscriminati.
Ricordo che è stato Alemanno a negare la possibilità di uno sgombero forzoso,
parlando invece di un trasferimento in un campo attrezzato, previsto dal piano
nomadi.
Mi auguro che il prefetto vieti la manifestazione. La manifestazione va vietata
e non per una questione di ordine pubblico, ma per una questione di civiltà,
perché la questione dei rom non va affrontata in modo disumano, ma contemperando
le esigenze dei residenti con il rispetto dei diritti umani.
Ma comunque ci penseranno le realtà sociali e il movimento a cacciare questi
reietti dal quartiere e dalla città e a porre un argine democratico alle derive
xenofobe e naziste.
Andrea Alzetta, Roma in action
Action-diritti in movimento
Segnalazione di Consuelo Pollini
Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al convegno IL BELPAESE DEI ROM.
stereotipi pregiudizi conflitti utopie. L’incontro si terrà giovedì 3 dicembre
dalle ore 9.00 alle ore 17.00 nella SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza
Belgioioso, 1 – Milano. I posti sono limitati, è necessaria l’iscrizione tramite
e-mail arom.ambrosiana@caritas.it
o attraverso il modulo di iscrizione on-line all’indirizzo
http://www.caritas.it/belpaese/
CONVEGNO 3 DICEMBRE 2009
IL BELPAESE DEI ROM
stereotipi pregiudizi conflitti utopie
SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 - Milano
9.00 Introduzione e saluti di benvenuto
Don Roberto Davanzo
Direttore Caritas Ambrosiana
Fondazione Cariplo
Coordina Diego Cipriani, Caritas Italiana
10.00 Definizione, origine e sviluppo dello stereotipo
Alessandro Dal Lago
Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, Università di Genova
10.45 Rom e Sinti in Italia tra stereotipi e diritti negati
Gianni Loy
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università di Cagliari
Pausa
11.45 Non solo pregiudizio. La costruzione del Rom come nemico pubblico
Marcello Maneri
Docente e ricercatore in Sociologia e Ricerca sociale, Università di
Milano-Bicocca
12.15 Il pregiudizio antizigano, sensibile ai contesti di politica locale
Tommaso Vitale
Docente e ricercatore in Sociologia urbana e Sociologia politica, Università di
Milano-Bicocca
12.45 Dibattito
Buffet pranzo
Coordina Paolo Lambruschi, Giornalista
14.00 Proiezione del video “Via Novara 523”, regia di Gaetano Maffia
14.30 Muoversi nella complessità tra passato presente e futuro
…con i rom di via Novara
A cura di Caritas Ambrosiana
15.00 Uguali e diversi. È possibile coabitare?
Mediazione e gestione dei conflitti
Marco Bertoluzzo
Docente di Psicologia, Università di Torino
15.30 Dal pregiudizio alla diversità come bene pubblico. Oltre l'idea di
minoranza
Ilenia Ruggiu
Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Cagliari
16.00 Dibattito e conclusioni
Mostra fotografica “Ieri, oggi e domani… altri occhi su una stessa realtà” di
Elena Gagliardi
Con preghiera di diffusione.
Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262
Fotografie del 25/11/2009
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