Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 21/11/2009
Segnalazione di Tommaso Vitale
di Zita Dazzi
Stefania Faggi insegna da quasi quarant'anni a Milano ed è ancora piena di
entusiasmo nel suo lavoro. Č stata lei la prima nel quartiere dell’Ortica ad
aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati dall’ex fabbrica di via
Rubattino
«Non avrei mai potuto tornare a casa, a dormire nel mio letto, se Cristina
fosse rimasta in strada. Non avrei chiuso occhio pensando a lei e alla sua
famiglia sotto il ponte, al freddo. Perché l’ho fatto? Che senso ha questa
domanda? Non sarei una persona normale, sarei un essere disumano se non mi
fossi portata quella bambina a casa e se non avessi cercato un posto anche per
la sua famiglia». Stefania Faggi fa la maestra da quasi 40 anni ed è ancora
piena di entusiasmo nel suo lavoro. Č stata lei la prima nel quartiere
dell’Ortica ad aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati giovedì mattina
dall’ex fabbrica di via Rubattino.
«E non chiamatemi eroina — si raccomanda — perché io ho fatto ciò che avrebbe
fatto qualunque persona con una coscienza, di fronte a quella famiglia rimasta
senza niente». Di quei rom romeni lei sa il poco o nulla che si può conoscere in
due mesi di scuola, tanti sono i giorni che Cristina ha fatto nella quarta B
della scuola elementare Elsa Morante in via Pini. «So che è Cristina una bambina
come le altre, con tanta voglia di imparare e di stare tranquilla. So che sua
madre la mandava a scuola pulita e profumata tutti i giorni, anche se viveva in
quel campo senza acqua e senza servizi. So che sono persone per bene e che la
prima volta che Cristina è stata invitata alla festa di un compagno di classe
sua madre, con i pochi soldi che hanno a disposizione, ha comperato un mazzo di
fiori da regalare ai padroni di casa».
La maestra Stefania si è affezionata in fretta a quella bambina di dieci anni,
alla sua famiglia composta dai genitori e da altri tre bambini. Le sono bastati
pochi gesti, poche parole. «Io so che la mamma di Cristina, come tutti i
genitori della scuola, veniva a fare i colloqui con noi maestre, e voleva sapere
se la bambina studiava e si comportava bene. Ovvio che Cristina si comporta
bene, è una ragazzina intelligente e piena di dignità. La terrò con me, nel mio
monolocale che condivido con un gatto e con un cane, fino a quando non si
troverà una soluzione migliore. Nel fine settimana è stata invitata a dormire a
casa di un compagno di classe, perché io devo andare ad assistere una parente
anziana ammalata, ma da lunedì tornerà da me».
Durante lo sgombero Cristina ha perso tutto. Anche lo zaino della scuola, i
quaderni, l’astuccio. Ma la maestra Stefania ieri mattina, prima di riportarla
in classe, le ha ricomprato tutto. E i genitori degli altri alunni, le hanno
ricomprato un zaino nuovo, all’ultima moda, che Cristina ha molto apprezzato.
Stefania non ha dubbi sulla sua scelta. «Io non ho paura dei rom, non l’ho mai
avuta. Ho paura, come tutti, dei ladri e degli assassini, ma quelli possono
essere anche italiani. So che molte delle famiglie di via Rubattino sono
famiglie oneste. Certo, molto povere, abituate a vivere in condizioni di grande
disagio e degrado. Ma nessuna di loro lo fa per scelta. Č una questione di
necessità: hanno vissuto molti sgomberi e nonostante questo non si arrendono.
Continuano a cercare di integrarsi».
Non è isolata la maestra Stefania. Almeno altre tre sue colleghe hanno fatto la
stessa scelta e anche alcune famiglie della scuola si sono portate a casa parte
degli zingari sgomberati da via Rubattino. «Non ci siamo nemmeno messi
d’accordo. Č stata una decisione spontanea, presa a tarda sera, quando ci siamo
accorti che dalle istituzioni non sarebbe venuto alcun aiuto».
Segnalazione di Marcel Costache
Martedì 24 novembre, ore 21,
Teatro Dal Verme,
Via San Giovanni sul Muro, 2 - 20121 Milano (Lombardia) 02 87 905 - ingresso 8 euro
Torna La Notte di San Lorenzo che, dopo un periodo di pausa per l'abbandono
"forzato" di Cascina Monluè, presenta una produzione Arci, in collaborazione con
il Consolato Ungherese e con il contributo del Comune di Milano - Assessorato
alla Cultura. Un progetto-kermesse che vede tre dei maggiori gruppi gipsy
ungheresi unirsi sulla scena con OLAH GIPSY ALLSTARS PROJECT, una straordinaria
serata-evento il 24 novembre al Teatro Dal Verme alle ore 21, ingresso 8 euro.
La serata sarà al contempo un grande omaggio alla musica popolare e anche,
ricorrendo il XX anniversario dalla caduta del muro di Berlino, una serata
dedicata alla nuova Europa, inizio di un percorso musicale tematico per i futuri
anni, con un omaggio alla musica gitana d'Ungheria.
La Notte di San Lorenzo nella sua lunga storia è stata sempre sensibile al tema
delle musiche sviluppatesi nei luoghi di confine, centri di incontri e di scambi
culturali e mercantili, presentando ad esempio le musiche Tuareg, quelle dei
popoli della Via della Seta, del Rajasthan e di numerose altre culture e società
in movimento.
OLAH GIPSY ALLSTARS PROJECT
E' un progetto che vede in scena contemporaneamente tre dei più noti gruppi
musicali gipsy Olah d'Ungheria: i Romano Drom, La Szilvasi Gipsy Folk Band e i
Ternipe. Si tratta di uno spettacolo unico interpretato da 15 elementi tra
cantanti, musicisti e danzatori testimoni viventi delle millenarie tradizioni
culturali e musicali gitane.
In un'unica e trascinante serata, si mescoleranno la tradizione Olah più
rigorosa dei Romano Drom, noti per il virtuosismo nell'utilizzo della voce come
trascinante strumento ritmico, intercalato dagli strumenti a percussione,
ottenuti con oggetti di uso quotidiano (le lattine del latte, i cucchiai di
legno); i bassi della nota Szilvasi Gipsy folk band (quest'ultima raccoglie più
tradizioni musicali) ottenuti per onomatopea vocale, tecnicamente szajbojozes,
con le sezioni a pizzico; gli orchestrati dei violini dei Ternipe con l'uso
pizzicato delle chitarre e il percuotere dei loro danzatori sul proscenio.
La musica Olah
Gli Olah sono uno dei gruppi etnici gitani meno noti. Per lo più si trovano in
Ungheria e la loro musica si distingue dagli altri stili gitani. Il loro nome
etnografico è gitani Valch e corrisponde alla loro origine geografica, la
Valachia regione della Romania. In Ungheria sono conosciuti come Olah: antica
parola rumena . Il gruppo più numeroso è rappresentato dai Lovar che molto tempo
fa erano commercianti di cavalli; alcuni, venditori ambulanti altri, mercanti di
ferraglie e cestinai. Al contrario della maggior parte dei gitani essi non
intrattenevano relazioni con altre popolazioni e questo ha permesso alla musica
di mantenere una sua antica originalità. La loro musica basata su voci e
percussioni, rimase confinata nella loro comunità etnica fino agli anni 50'.
Solo negli anni '70 la musica gitana Olah si affaccia sul panorama
internazionale.
Il progetto Olah Gipsy AllStars vuole essere voce della musica gitana Olah da
quella più tradizionale fino al nuovo stile sviluppatosi recentemente. Il
progetto parte dall'iniziativa di due musicisti che crearono l'"Athe Sam" gipsy
festival a Budapest nel 2007: Antal Kovacs dei Romano Drom e Istvan Szilvasi
della Szilvasi Gipsy Folk Band chiesero ad amici e leader di altri gruppi di
Budapest per suonare insieme. Hanno ripetuto l'esperienza giungendo fino allo
Sziget Festival e al Castle festival di Budapest.
La formazione
Antal Kovacs: voce, chitarra
Mate Kovacs: percussioni
Rafael Zsigmond: danza, scats, kanna
Jozsef Balogh: voce, chitarra
Matild Dobi: voce, danza
Szerena Baxtai: voce, danza
Robert Farkas: violino, fisarmonica
Bela Lakatos: voce, kanna
Istvan Farkas: voce, mandolino
Istvan Szilvasi: voce
Peter Csordas: basso
Attila Csavas: sassofono, tarogato
David Csizmadia: tromba
Balazs Vajna: VJ
L'evento su
Facebook
Da
Roma_Daily_News
Bratislava, 16.11.2009, 07:07, (ROMEA/RPA)
Le elezioni regionali di domenica hanno visto la vittoria della coalizione
governativa di sinistra, guidata dal partito Směr-SD di Robert Fico. I
candidati romanì con più successo hanno partecipato nella regione di Prešov per
il Partito Coalizione Rom (Strana romské koalice - SRK). Riporta Roma Press Agency (Romská tisková agentura
RPA - www.rpa.sk) che soltanto Miroslav Daňo è stato eletto nel parlamento
regionale, con 2.491 voti nel distretto di Vranov
nad Topl'ou.
Ladislav Čonka (SRK) ha perso per pochi voti, con 2.273 in due
collegi dietro altri candidati eletti a Vranov. Štefan Kali (SRK) ha ricevuto
2.022 voti e Alfonz Kali (SRK) 1.988 voti. Il seggio di Daňo è quindi
l'unico ottenuto dall'SRK, anche se ha schierato un totale di 57 candidati nelle
regioni di Banskobystrický,
Košice e Prešov.
Iniziativa Rom di Slovacchia (Romská iniciativa Slovenska - RIS) aveva
candidati al parlamento regionale e tre candidati per le amministrative
regionali, tutti senza successo. A Košice, Jozef Červeňák concorreva
per il RIS come amministratore ed ha ricevuto 5.363 voti (4,1%). Il candidato
vincente, Zdenko Trebul'a, ha ricevuto il 60,25%. Soltanto il 22,93% dei votanti
registrati si sono presentati al voto.
A Prešov, si è presentato alle urne il 26,31% dei votanti registrati, dove il
candidato del RIS Radoslav Ščuka ha ottenuto 3.223 voti (2,13%). Il RIS
presentava un candidato anche nella regione di Banskobystrický, ottenendo 2.499
voti (1,84%). RPA riporta che l'affluenza al voto è stata del 27,06%.
ROMEA, RPA, ČTK, translated by Gwendolyn Albert
Fotografie del 21/11/2009
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