Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 27/05/2008
Ricevo da Tommaso Vitale
Rom a Catania, dalle scuole alle ruspe
di Claudia Campese
Sgombrato il campo di zia Lisa. Il direttore della Caritas protesta: «Non
avevano commesso reati, li hanno mandati via senza motivo». Che ne sarà ora del
progetto di integrazione avviato con alcuni presidi?
“Perchè i cani randagi vengono portati al canile e dovrebbe essere loro
assicurata assistenza veterinaria e un ambiente igienico, e loro vengono
trattati così?”. A parlare è Padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas
Diocesana di Catania, e l'oggetto del discorso sono i rom del campo nomadi di
Zia Lisa, sgomberato in questi giorni.
Molte sono le perplessità sulla vicenda. “Giorni fa”, racconta Padre Valerio,
“sei agenti in borghese si sono presentati al campo, dicendo ai nomadi di
sgomberare entro tre giorni”. Ovviamente nessuna spiegazione è stata fornita né
ai numerosi rom che vivevano nel campo, né alla Caritas, che si è interessata
alla vicenda. Neanche la Questura, dove si sono subito recati i volontari della
Caritas, ha saputo dare notizie all'associazione: “Ci hanno detto di aver
mandato due agenti per effettuare il censimento, ed in effetti due uomini si
erano presentati prima; ma i sei agenti che avvertivano dello sgombero a loro
non risultavano”.
Sta di fatto, comunque, che alle 23 di sabato sera nel campo sono entrate le
ruspe a fare il loro lavoro. “Molti dei nomadi, preoccupati, erano già andati
via. Fra sabato e stamattina, comunque, sono andati via tutti”. Uno sgombero
pacifico dunque, anzi “sono stati molto più civili di noi. Sono stati cacciati,
e loro hanno tolto il disturbo”.
Non una spiegazione quindi e nemmeno un'alternativa è stata fornita agli
abitanti del campo. Proprio per questo Padre Valerio tiene a sottolineare che
“sgomberi di questo tipo, effettuati senza pensare ai diritti delle persone, non
sono un esempio di civiltà. Certe cose possono succedere solo nel nostro Paese,
sono una vergogna italiana”. Il direttore della Caritas cita la carta dei
diritti dell'uomo e le convenzioni internazionali,“dov'è chiaramente sancita la
tutela delle minoranze”.
Il campo rom di Zia Lisa, in particolare, era famoso anche a livello nazionale
per un progetto che coinvolgeva i bambini rom e le scuole pubbliche catanesi:
molti bambini, infatti, erano stati inseriti negli istituti aderenti, “ottenendo
un'integrazione pacifica. Anche i presidi delle scuole coinvolte ne erano molto
soddisfatti”. Il progetto era sostenuto dalla Caritas.
Il motivo dello sgombero, come già detto, non è affatto chiaro “in quanto i rom
non avevano commesso nessun reato”, ma per Padre Di Trapani la risposta scontata
è che sia da attribuire “al clima che si respira in questo periodo dopo i fatti
di Napoli, e della stessa Catania”.
Mi scrive Veniero Granacci
COMUNICATO STAMPA Sgombro campo ROM a Catania
Un gravissimo attacco ai principi della solidarietà e della civile accoglienza,
valori fondanti della Costituzione e della nostra democrazia, si è verificato a
Catania tra sabato ed oggi.
Evidentemente a seguito delle nuove norme di legge varate da Governo Berlusconi
mirate, anche con l’introduzione del reato “clandestini” e delle tragiche
conseguenze determinate dalla strumentale campagna razzista e di intolleranza
costruita ad arte dalle destre, a colpire in maniera indiscriminata e vessatoria
gli immigrati, forze di polizia hanno intimato l’immediato sgombro al gruppo
costituito da uomini, donne e bambini, circa cento cittadini europei rom romeni,
stazionanti da circa due anni nell’improvvisato campo allocato nei pressi del
cimitero nella zona del quartiere di Zia Lisa.
In questa maniera, nella nostra città, dopo i precedenti sgombri imposti agli
immigrati stazionanti alla Plaia e al Corso Martiri della Libertà, viene
drammaticamente negato il fondamentale diritto all’ospitalità e all’accoglienza
attiva che, tra l’altro, vengono rafforzati e codificati dai principi della
libera circolazione per tutti i cittadini appartenenti alla Comunità Europea,
sanciti dal Trattato di Schengen.
Questa operazione di sgombro risulta ancor più nefasta considerato che i bambini
presenti nel campo Rom, a seguito della realizzazione di uno specifico progetto
di integrazione finanziato dagli Organi europei, frequentavano da tempo le
scuole dell’obbligo catanese.
E’ questa, per le dinamiche e per l’assoluta assenza di intenti di civile
sistemazione, una vera e propria operazione di pulizia etnica, dato che è stata
eseguita contro persone appartenenti alla stessa etnia, che non sono accusati di
nessun specifico reato previsto dai nostri regolamenti giudiziari. Operata
contro cittadini, che pur di fronte alla totale assenza, da sempre, di
appropriato intervento da parte delle strutture amministrative locali , Comune e
Provincia ( a Catania non è stato mai realizzato un campo di accoglienza e
soggiorno attrezzato con i minimali requisiti abitativi, di servizi e requisiti
igienici sanitari), hanno cercato di integrarsi nel territorio, nel tentativo di
garantire ai propri figli un futuro migliore.
Nell’esprimere viva solidarietà ai cittadini rom che sono stati forzamene
espulsi da Catania, ai bambini strappati dalle loro scuole, muoviamo un forte e
civile appello a tutti i cittadini democratici, alle organizzazioni sociali,
sindacali, di volontariato e di società civile, alle strutture ecclesiali, per
attivare tutte le urgenti prese di posizioni e le iniziative atte a dimostrare
sdegno e disapprovazione.
Catania, come espressamente sancite dalle specifiche norme dello Statuto
Comunale, deve immediatamente rendere operative tutte le necessarie e concrete
iniziative per rendere esecutivi i primari principi di accoglienza e
solidarietà.
Toti Domina - Candidato Sindaco Catania per la Lista “Liberare Catania”
Da Saimir Mile
TESTIMONIANZA ROM - MAI PIU'!!
APPELLO ALLA UE PER TERMINARE LA PULIZIA ETNICA DEI ROM
Noi - individui e membri di vari gruppi cittadini di tutta Europa -
condanniamo, nei termini più forti possibili, il recente fallimento delle
autorità italiane di proteggere i nostri concittadini e residenti nell'Unione Europea, e per
continuare a perpetrare un'atmosfera di xenofobia attraverso commenti politici
infiammatori e politiche aggressive verso i migranti. Ci riferiamo agli
shoccanti violenti incidenti della settimana scorsa a Napoli (Ponticelli) in cui
centinaia di cittadini rumeni (Unione Europea) di origine rom - donne e bambini
tra loro - sono stati forzati a fuggire per paura delle loro vite e le loro
case distrutte, e altri deportati a forza dalla polizia italiana (vedi i link
indicati in calce). Questo pare essere parte di un modello ciclico per cui
quando un Rom viene accusato di un crimine, l'intera comunità viene presa a
bersaglio di una violenta punizione. Per esempio, nel novembre 2007, un rumeno
ritenuto di origine rom fu accusato di delitto. Circa nello stesso periodo in
Italia, una giovane donna (di nazionalità britannica, Meredith Kercher) fu pure
uccisa, ed una donna americana venne implicata nel caso. Non ci fu un
sollevamento degli italiani contro tutti gli americani in Italia. Non vennero
bruciatele case degli abitanti americani. La sospettata dell'omicidio fu vista
come individuo, e non rappresentava l'intera nazione.
Le recenti azioni contro i Rom Europei ci ricordano le politiche
pre-Olocausto visibili in Europa negli anni '30, attività ed azioni in cui il
governo di estrema destra dell'Italia sotto Mussolini fu responsabile di
scegliere sistematicamente cittadini di origine Ebrea e Romani/Sinti. Lo stesso
politiche genocide furono testimoniate in Germania, Austria, Croazia ed in altri
stati in cui le politiche fasciste divennero accettabili dalla massa delle
popolazioni di questi stati, molte delle quali assistere senza recriminare alla
presa di loro simili inviati nei campi. Influenzato dai commenti xenofobi del
governo Berlusconi, quasi il 70% degli Italiani hanno affermato in un sondaggio
informale della settimana scorsa di voler espellere un'altra volta i Rom dal
paese, i semi di un altro Olocausto è stato seminato in Europa.
Noi, cittadini e residenti in Europa, siamo oltraggiati dal silenzio con cui
gli intellettuali ed i politici "umanisti" hanno risposto assieme ai pogroms in
Europa diretti contro le comunità Romani, stavolta nel "democratico" stato
italiano, ironicamente tra gli originali fondatori membri della Comunità
Europea.
Riguardo a ciò, vorremmo enfatizzare le lodevoli affermazioni della ministra
spagnola, Maria Teresa Fernandez de la Vega, come contro esempio al relativo
silenzio di parte degli altri governi europei.: "Il governo [di Spagna] rigetta
la violenza, il razzismo e la xenofobia e non appoggia quanto sta succedendo in
Italia... non appoggiamo la politica delle espulsioni senza il rispetto per la
legge ed i diritti, od azioni che esaltano la violenza e la xenofobia.
L'Europa ha percorso una lunga strada dal proprio Medio Evo per superare il
flagello del proprio anti-Semitismo; similarmente, alla leadership europea è
richiesto in quest'ora critica di superare secoli di profondamente corrosivo
anti-Ziganismo di questo continente.
Quindi chiediamo ai corpi responsabili dell'UNIONE EUROPEA ed al PARLAMENTO
EUROPEO di prendere azione immediata e concreta nei seguenti modi:
A) Censura Politica dell'attuale governo italiano - un'Aperta e Forte
Dichiarazione del Parlamento Europeo e dell'Unione Europea che la violenza
diretta alle comunità Romani è inaccettabile e che l'attuale amministrazione ha
fallito nel fornire protezione adeguata a concittadini e residenti dell'Unione
Europea. Il livello di protezione fornita alle comunità Rom dovrebbe essere
uguale a quella attualmente fornita alla minoranza Ebrea d'Italia: entrambe nel
passato hanno sofferto sotto il regime fascista e sono nuovamente vulnerabili
oggi. Alle comunità Rom dev'essere assicurato che non saranno considerate capro
espiatorio e non soffriranno di pulizia etnica come le autorità italiane hanno
permesso in tempi recenti. I sopravissuti all'Olocausto ed i loro discendenti
non devono più - come tutti gli appartenenti all'umanità - essere soggetti a
pratiche genocide in Europa.
B) Creazione di un COMITATO DI CRISI E MONITORAGGIO sulle attuali violenze
dirette alle comunità vulnerabili di immigrati e migranti in Italia - in
particolare le comunità Rom. Questo comitato potrebbe essere formato sotto gli
auspici del Parlamento Europeo, e dovrebbe essere composto da rappresentanti
eletti dalla comunità Rom tra i suoi membri. Questo Comitato di Crisi Europeo
avrebbe tra i suoi compiti non solo il controllo degli sviluppi della crisi
attuale, ma anche di registrare se il governo Italiano sta conducendo le proprie
indagini - sui recenti crimini di squadre di vigilantes che hanno bruciato i
rifugi dei residenti Rom - con imparzialità ed obiettività. Inoltre, il comitato
dovrebbe esprimere le proprie raccomandazioni su come migliorare la situazione
nei media e sull'inclusione a lungo termine dei gruppi esclusi di migranti ed
immigrati, che questo diventi una priorità dello stato Italiano a livello
locale, come pure a livello regionale e nazionale. Una valutazione obiettiva dei
risultati di queste politiche di inclusione dovrebbe essere resa trasparente.
Da ultimo, questa petizione è un appello globale ai poteri europei ad
assumersi la responsabilità per le azioni xenofobe negli stati membri come
l'Italia, e costruire ponti di comprensione attraverso il continente, cosicché i
12 milioni di Rom europei - piuttosto che sentirsi "pariah" continuamente sotto
assedio in questo continente - possano essere riconosciuti come Europei che
hanno dato nei secoli un contributo (non riconosciuto) a questo continente.
Questo è un test per il grande "progetto umanista" d'Europa. Crediamo che i
leaders europei risponderanno in maniera rapida e concreta a questa sfida.
Per ulteriori informazioni su questo appello, potete contattare
PROGRESSIVE ROMA
ACTION GROUP (PRAG)
Per ulteriori informazioni sugli eventi in Italia, visitate i seguenti links:
http://www.theaustralian.news....
http://www.independent.co.uk/n...
http://www.iht.com/articles/ap...
http://www.adnkronos.com/IGN/C...
http://www.radioparole.it/en/p...
Firma la petizione
Ricevo da
Antun Blazevic
Nel momento in cui si abbatte una nuova tempesta di odio sul popolo rom, noi
rappresentanti delle comunità presenti a Roma ci appelliamo ai cittadini
democratici, alle associazioni di solidarietà, alle forze sociali e culturali,
ai partiti democratici, agli organi di informazione alle autorità religiose: non
lasciateci soli.
Soli nei nostri campi di miseria, soli nella nostra emarginazione, nei nostri
ghetti, soli nella nostra disperazione senza futuro.
Viviamo in mezzo a voi da secoli, molti di noi sono cittadini italiani, altri
sono qui da diversi decenni. Abbiamo seppellito qui i nostri padri e qui sono
nati i nostri figli.
Siamo finiti nei campi per non dividere le famiglie, noi amiamo i nostri cari,
siamo finiti nei campi perché nulla di meglio ci è stato offerto. Vivevamo nelle
misere case di Sarajevo, di Mostar, di Vlasenica e di Bucarest e Craiova ora
siamo il popolo delle discariche, ma i rifiuti che ci assediano non sono nostri.
I nostri bambini sono stati accolti nelle scuole e ve ne siamo grati. Alcuni
ancora non vanno regolarmente e dovremo continuare a sensibilizzare i genitori,
ma per tutti, grandi e piccoli, serve almeno una speranza. Poter vedere una luce
nel futuro fatto di un lavoro onesto ed una casa.
Non siamo nomadi, non siamo zingari, siamo rom. Abbiamo una storia costellata di
persecuzioni, lutti e dolori, abbiamo una cultura millenaria ed una lingua
antica.
In questi giorni sentiamo la paura che ci assedia la notte più del giorno quando
rimaniamo soli nelle nostre baracche e non sappiamo se presto arriverà anche da
noi un bomba incendiaria, una folla inferocita o l’ennesimo controllo della
polizia.
Non tutti tra noi sono in regola. Siamo avvolti in una spirale infernale. Non
abbiamo lavoro e non otteniamo il permesso di soggiorno. Senza permesso di
soggiorno ad un rom nessuno da lavoro. Non resta che arrangiarsi e sperare che
domani sia meglio di oggi. I cittadini italiani hanno accumulato tanto rancore
verso di noi. Qualcuno di noi non si comporta bene è vero, come è vero che nei
quartieri dove riusciamo a vivere in pace con voi sono sempre nate amicizie e
fraternità. Mentre oggi qualcuno ha deciso che dobbiamo essere dipinti come la
causa principale di tutti i mali dell’Italia.
Alcuni giornali non fanno altro che parlare dei nostri furti e un incidente
provocato da un rom ubriaco diviene un fatto di cronaca di cui si parla per
mesi. Anche le forze politiche che si sono riconciliate con gli ebrei a noi non
hanno mai chiesto scusa anzi ci additano con il peggiore dei mali.
Si sta perdendo la memoria di come sono nati i pogrom e le persecuzioni. Proprio
così prendendo a pretesto i comportamenti illegali di alcuni per criminalizzare
una intera popolazione.
Chiediamo a cittadini democratici di non lasciarci soli perché i nostri diritti,
la nostra dignità vi riguardano. Se le persone infrangono la legge e cominciano
a farsi giustizia da soli oggi è toccato a noi, ma domani potrebbe toccare a
chiunque, italiano, rom o straniero che sia.
In questo momento, nel momento del dolore si misura l’amicizia e in nome
dell’amicizia e della solidarietà che chiediamo a tutti quelli che non ci odiano
di sostenerci, di essere uniti. In questo momento non sono ammesse divisioni
sulla nostra pelle. Serve il confronto aperto e leale, la solidarietà vera, la
ricerca di nuove strade per cambiare la nostra vita.
Per discutere di quali iniziative, per respingere questa marea di odio nei
nostri confronti per cercare le risposte adeguate a rilanciare una politica per
la nostra dignità per i nostri diritti a vivere, lavorare, abitare, studiare,
vi invitiamo ad una assemblea cittadina che si terrà martedì 27 maggio 2008
dalle ore 17.00 presso il CENTRO CONGRESSI CAVOUR, via Cavour 50/a
Fotografie del 27/05/2008
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