Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 06/07/2005
Durante lo scorso fine settimana, si è svolta a Svidnik (Slovacchia Orientale) una esibizione a cui hanno partecipato associazioni di volontariato del Pronto Soccorso di tutta Europa.
L'evento, FACE 2005, si svolgeva per la prima volta nei sui 18 anni di storia, in territorio slovacco, organizzato dalla Croce Rossa nazionale e da quella locale.Vi hanno preso parte 900 partecipanti. Non ci sarebbe niente di male, se gli organizzatori non avessero previsto un contest che purtroppo riflette in pieno il razzismo della società slovacca.
Riporta la stampa (Korzár, 4 luglio): «Probabilmente è stata una prova difficile per molti concorrenti, ma è stata molto apprezzata la ricostruzione di un tipico matrimonio zingaro, che si teneva al suono della loro piacevole musica. Come succede abitualmente, gli invitati al matrimonio hanno cominciato a picchiarsi e due uomini si sono feriti gravemente. Uno aveva un coltello infilzato nello stomaco e l'altro in gola. Grazie all'abilità della truccatrice Maria Hoškova, le ferite erano ricostruite perfettamente. "Non è stato facile ricreare artificialmente ferite del genere. E' stato difficile ricreare gli intestini e ho dovuto lavorare con impegno e a lungo," ci ha detto. La troupe rumena è riuscita a separare quanti ballavano dai feriti, riuscendo a salvarli; i polacchi invece hanno fallito. Gli invitati li hanno coinvolti nel ballo, hanno rubato loro gli attrezzi medici, minacciati con i coltelli e bloccati dal portare soccorso ai feriti. Visto che la prova doveva svolgersi in soli dieci minuti, sono stati penalizzati con parecchi punti dalla giuria. Ma il pubblico si è divertito." Probabilmente non era intenzione degli organizzatori offrire un quadro così razzista della società slovacca, ma quale impressione possono aver riportato quei 900 partecipanti di tutta Europa?
La Croce Rossa Slovacca (SČK) si vanta di aiutare i sofferenti e i bisognosi... Perché non riesce a cogliere la differenza tra il cosiddetto divertimento e la diffamazione di un popolo? O vuole forse ingraziarsi l'opinione pubblica? Protestiamo contro il modo in cui la comunità Rom è stata raffigurata durante FACE 2005 e chiediamo scuse pubbliche non solo ai cittadini Rom che vivono in Slovacchia, ma anche a tutti i partecipanti a quella esibizione.
Vi chiediamo di inviare la vostra protesta a:
e alle altre organizzazioni che hanno preso parte a FACE 2005.
RPA©
Ricevo da Luciano Muhlbauer <lucmu @ tin .
it> e porto a conoscenza
ai firmatari dell'Appello alla Città
Cari/e tutti/e
ieri 5 luglio si è svolto l'incontro tra il Prefetto Ferrante e la delegazione dei firmatari dell'Appello alla Città. Oltre al Prefetto erano presenti il suo capogabinetto e il vicecapogabinetto, il responsabile della Croce Rossa di Corelli e il responsabile della C.R. provinciale. La nostra delegazione era costituita, come deciso alla riunione del 30 giugno: Patti (Arci), Parenti (Naga), Pasi (SinCobas), Volpato (CS Leoncavallo), Patta (Prc), Barraco (Verdi) Angella (P. Umanista), Maestri (cons. provinciale) e Muhlbauer (cons. regionale); Giudici (Fiom), parte della delegazione, non ha potuto partecipare per un'emergenza dell'ultimo minuto.
L'incontro è iniziato con una visita all'interno del Cpt. Probabilmente superfluo sottolineare che tutto era più pulito e più in ordine del solito. Il clima era quello di una visita guidata e dunque molto diverso dalle visite fatte in altri momenti da parlamentari e consiglieri...
Abbiamo potuto vedere anche il Centro di Identificazione per richiedenti asilo provvisiorio, in fase di ultimazione. Praticamente una ex-camerata del Cpt viene destinata a questo scopo e un ingresso separato dall'esterno sta per costruito. L'interno è dunque analogo alle camerate del Cpt in senso stretto. Sollecitato, il Prefetto ha dichiarato che la regola sarà quella della permanenza notturna dei richiedenti asilo, mentre di giorno possono entrare e uscire dal centro come credono.
Con questa nuova situazione, i posti disponibili dentro il Cpt si riducono da 140 a 112, essendo appunto 28 destinati al Centro di identificazione.
I detenuti nel Cpt sono attualmente quasi tutti Rom (circa 80), provenienti in gran parte dal campo sgomberato di via Capo Rizzuto. Degli altri "ospiti" quasi la metà sono ex-carcertati, che come al solito si vedono aggiunti due mesi di galera extra dopo la fine pena. Tre di loro ci hanno chiesto colloquio, cosa che è avvenuto alla fine dell'incontro con il Prefetto.
L'incontro vero e proprio si è svolto in un clima sereno, nel senso che il Prefetto si è mostrato disponibile di fronte a tutte le nostre richieste, accogliendole. Abbiamo chiesto che quanto accordato venisse fissato nero su bianco e anche questo è stato accolto. La forma concreta è ancora da definire (dichiarazioni d'intenti, protocollo di intesa ecc.?), ma venerdì prossimo si terrà un incontro tecnico in Prefettura, dove si cercherà di tradurre il tutto in un testo scritto. Comunque sia, è stato raggiunto verbalmente un accordo sui seguenti punti:
1. visita periodica dentro il Cpt di carattere ispettivo e con colloqui con detenuti che lo desiderassero (tipo sportello)
2. possibilità visite fuori dalle scadenze periodiche, previa autorizzazione Prefettura
3. possibilità per parlamentari e consiglieri regionali di farsi accompagnare da collaboratori (applicando la regola vigente nelle carceri)
4. possibilità per "ospiti" di poter richiedere visita medica esterna,
utilizzando il servizio medico messo a disposizione da noi. Le visite
mediche indipendenti si svolgeranno nei locali dell'infermeria della Croce
Rossa ed è salvaguardato il rapporto confidenziale medico-paziente.
5. dare pubblicità ai detenuti di tutto questo
6. informazione regolare da Prefettura a noi su presenze all'interno del Cpt (nazionalità, provenienza, numero ecc.)
Da aggiungere che su nostra domanda, il Prefetto ha dichiarato che intende autorizzare anche visite da parte di consiglieri provinciali e comunali di Milano, nonché del competente CdZ, qualora venissero richieste.
Va ribadito che tutto ciò va tradotto in testo scritto e forse ci saranno ancora dei problemi. Inoltre, sempre come deciso nella riunione del 30/6 scorso, al fine del funzionamento di questo meccanismo di monitoraggio ci siamo costituiti in Consulta Cittadina Corelli, intendendo compresi tutti i firmatari dell'appello.
In conclusione, la mobilitazione messa in atto in questi mesi e l'iniziativa dell'Appello ha prodotto dunque il risultato di aprire una "finestra" della società civile su Via Corelli. La Prefettura ha dunque riconosciuto quella parte della città che chiede la chiusura dei Cpt come un soggetto che può monitorare quanto avviene nel centro.
Ora sta a noi rendere operativo e produttivo il lavoro. Pertanto sarà necessario convocare una riunione di tutti i firmatari, dove definire gli impegni e le forze. La cosa migliore sarebbe settimana prossima, in orario accessibile ai più. Così, inoltre, conosciamo anche i risultati degli incontri di Bari del 10 (assemblea di movimento) e dell'11 (forum dei Presidenti di Regione).
un abbraccio
Luciano Muhlbauer
segnalazione di Marta Rabbiosi <martarab @
libero . it>
oggi su Repubblica:
L'assessore Manca: "L'emergenza umanitaria è da considerarsi finita"
Il Comune: da lunedì stop all'assistenza ai nomadi
La Caritas: dormiranno da noi
Il presidente della Provincia Penati: via i delinquenti ma aiutiamo i
disperati - di ORIANA LISO
quella di Domenica sarà l'ultima notte che i 76 rom sgomberati dal campo nomadi via Capo Rizzuto potranno passare nella sede della protezione
civile di via Barzaghi. A partire da quella data, il Comune si chiamerà fuori dalla gestione diretta dell'emergenza nomadi. A dirlo è
l'assessore alla Sicurezza Guido Manca: «Dopo questa settimana l'emergenza
umanitaria è da considerarsi finita e quindi vanno a cessare le responsabilità dell'amministrazione comunale».
Un annuncio che riapre l'emergenza tamponata provvisoriamente anche grazie alla
Casa della carità, dove i rom vengono ospitati di giorno e da dove, ogni sera, vengono accompagnati in pullman in via Barzaghi. E
proprio dalla struttura di don Colmegna arriva un'altra soluzione tampone, che però rimanda solo di pochi giorni il problema:
«Li terremo a dormire da noi - dice don Massimo Mapelli della Caritas -
perché per strada non li possiamo lasciare. Ma solo nell'attesa che le istituzioni trovino
una soluzione: per far posto a loro abbiamo bloccato gli ingressi, ma settanta posti sono già occupati dai nostri ospiti».
Così, se alla protezione civile di via Barzaghi considerano chiuso il problema, dall'altra parte non si ferma il balletto di responsabilità e
polemiche tra Comune, Provincia e Regione. Palazzo Marino ribadisce un no deciso alla possibilità di aprire altri campi in città e rifiuta
anche l'idea di destinare ai rom il giardino dell'ex psichiatrico Paolo Pini: «Nessuno, nemmeno don Colmegna a cui siamo affezionati può chiedere
a Milano di aprire altre strutture: la mano sul cuore se la mettano ora i sindaci dell'hinterland, Sesto, Rozzano, San Donato». Anche il
prefetto Bruno Ferrante richiama le amministrazioni comunali a un maggior
coinvolgimento su un problema «che non riguarda solo Milano». Il prefetto
auspica anche l'arrivo della Regione al tavolo della sicurezza sui nomadi. Una presenza sempre sollecitata dal presidente della Provincia
Filippo Penati: «I cittadini si aspettano che le istituzioni si mettano
d'accordo per cacciare i delinquenti, aiutare i disperati e sostenere le associazioni che già lo stanno facendo: per questo bisogna rilanciare
l'idea di un piano metropolitano che affronti il problema della presenza dei nomadi sul territorio».
Dal Pirellone arriva un'apertura a partecipare al tavolo tra le istituzioni. Ma la Lega, con l'assessore regionale
Davide Boni, inchioda la maggioranza alla linea dura contro i campi nomadi: ribadisce il no a
qualsiasi finanziamento regionale. Di più, rilancia: «Abroghiamo la legge regionale sui nomadi». Legge che invece per i Ds va ripensata, ma in
tutt'altra direzione. «La Regione stanzi fondi per i Comuni e gli enti che promuovono interventi per l'integrazione e il miglioramento delle
condizioni di vita dei nomadi - dice il segretario milanese Franco Mirabelli
- e si realizzi una consulta regionale con le amministrazioni locali e esperti in materia».
Inoltre sull'inserto che Repubblica pubblica ogni mercoledì con
articoli estratti dal New York Times (non disponibile on-line), oggi c'è un interessante articolo sulla politica rumena a proposito di infanzia dal 1966 ad oggi.
Fotografie del 06/07/2005
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