Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.

Bogotá, Junio 28 de 2005 Etnias de Colombia ©
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Nella foto: Ian Reshetnickov (Sergunin) - Generale Rom della Federazione Russa (1954 - 2004)
Grazie a Boris Muntyanu |
NDR: Sull'argomento, ricordo anche un articolo del 5 febbraio, sempre dalla Colombia.
Preciso che non mi interessa il merito se prestare il servizio militare per i Gitani sia legittimo o meno, visto che nelle varie comunità, anche in Italia, ci sono stati diversi esempi in questo senso.
Articolo interessante comunque per conoscere qualcosa sulla vita delle varie comunità nel mondo. |
Por: PAULA CAMACHO
El Tiempo
I giovani sono riluttanti. Si nascondono dalla polizia, non hanno documenti e non si spostano più nei villaggi vicini per paura dell'esercito. E' il caso di Harold, gitano di 19 anni, che si nasconde da sei mesi. I suoi amici non lo portano più con loro nelle strade del barrio Bella Vista, a Bogotà, dopo che una sera di aprile, mentre andava a trovare un amico, fu sorpreso da una ronda della polizia. Spaventato e con le mani grondanti sudore, si nascose dietro il banco di un negozio.
Vive nel timore del servizio militare, senza uscire di casa o di città, né frequenta più l'Università, perché gli manca il libretto militare. "Noi gitani non abbiamo paura, quello che chiediamo è il rispetto dei nostri costumi. Questo [servizio militare] è una cosa inventata dai gadjé [chi non è Rom NDR] - e noi non siamo abituati a quegli orari definiti, neanche a maneggiare le armi e tanto meno a lasciare le nostre famiglie per tutto questo tempo."
Per preservare la cultura
Una situazione simile è vissuta da circa 350 gitani, tra i 18 e i 20 anni, che rappresentano il 17% dei circa 2000 che vivono in Colombia e che considerano il servizio di leva un attentato contro la loro integrità etnica e culturale.
Il popolo Rom - come si autodefinisce - è considerato gruppo etnico dal 1998 (col governo di Andrés Pastrana). Migrati dall'India attorno all'anno 1000 si sono dispersi in differenti paesi, senza considerarsi appartenenti a nessuno di questi. Arrivarono in Colombia in epoca coloniale, per sfuggire alle persecuzioni [europee]. Entrarono nel paese dal porto di Barranquilla, e in molti conservano le loro radici linguistiche e abitano in zone geografiche delimitate, che loro chiamano Kumpanías, sparse a Bogotá, Girón, Cúcuta, Medellín e Duitama.
Nei secoli i Rom hanno continuato a mantenere distanti i loro figli dai gadjè per preservare la purezza del loro sangue e infine, della loro cultura.
Alexánder Gómez, di 20 anni, è uno di loro che a luglio dell'anno scorso è stato incorporato nel battaglione Plan Energético Vial, di Samoré (nord di Santader).
Gitani nell'esercito
Reclutato, racconta, contro la sua volontà a Cúcuta, quando fu trovato senza libretto militare: "Non mi sono abituato ancora al rispetto degli orari che mi impongono e ad obbedire agli ordini, perché i nostri genitori ci hanno educato alla libertà e dover obbedienza solo a loro e alle nostre leggi ed autorità."
I genitori hanno richiesto ufficialmente al Ministero della Difesa e al comandante del battaglione che sia dispensato dal servizio militare, perché hanno paura che così perda le sue credenze e la sua lingua. Ma sinora non hanno ottenuto alcuna risposta.
La risposta di Juan Guillermo Rojas, comandante del battaglione, è stata: "Nessuno, tanto meno lui, mi ha detto che fosse gitano. Se è parte di un gruppo etnico, posso anche congedarlo. La cosa è possibile, però necessito di stabilire i parametri che la legge esige. Non ho l'autorità per assumere una simile decisione."
La legge non esonera
I portavoce del Ministero della Difesa informano che dal 1999 i gitani sono considerati minoranza etnica, ma che non esiste una legge che dica che debbano essere esonerati dal servizio militare. Soltanto chi si dichiara indigeno tra i gruppi riconosciuti come minoranza etnica (gli altri sono i gitani e gli afrocolombiani),dal 1991 hanno il diritto di non prestare servizio militare "al fine di proteggere la diversità etnica e culturale della Nazione". Ora i leaders gitani, chiedono che anche a loro sia garantito il medesimo diritto.
Una legge che li escluda
Secondo la comunità, in tutta la storia dei gitani in Colombia, solo due sono stati arruolati nell'esercito. Il primo fu Yiyo Gómez, reclutato a Villeta e che prestò servizio per 18 mesi a Bogotá. Il secondo è Alexánder Gómez. Sul suo caso il Ministero non si pronuncia, dato che non esiste un registro etnico di quanti prestino servizio militare. Yiyo Gómez è dell'opinione che i membri della comunità dovrebbero prestare servizio: "Vorrei che lo facessero in tanti, è un'esperienza formativa e non interferisce con i gitani che potremo essere."
Altri gitani stanno elaborando un progetto che permetta loro di essere esonerati. Il coordinatore generale di Prorom (Proceso Organizativo del Pueblo Rom de Colombia) sta valutando se questo sia possibile. "Il processo è iniziato, stiamo consultandoci con degli avvocati. Non saremmo buoni soldati e poi siamo una minoranza di duemila persone. La leva obbligatoria non cambierebbe con la nostra presenza."
La legge dei gitani
I gitani in tutto il mondo sono organizzati secondo leggi proprie, basata sul rispetto e l'ordine famigliare, e il valore della persona si giudica dal mantenimento della parola data.
I Rom hanno proprie autorità tradizionali, chiamate "Sere Romengue", che amministrano la giustizia all'interno di una giurisdizione chiamata Kriss Romaní. "Hanno stabilito che ai Rom è vietato dalla loro cultura far parte delle forze armate" ha commentato Véncer Gómez.
In Colombia i gitani si dedicano a lavorare i metalli e sono commercianti nati. Le donne praticano l'arte della divinazione. Parlano una lingua propria chiamata romanés e vivono uniti in gruppi chiamati kumpanías, dove i gadjé non sono ben visti. Questa organizzazione sociale ha permesso loro di mantenersi uniti e poco visibili al resto della società, e per questo sappiamo così poco di loro.
Segnalazione di Tommaso Vitale:
Testata "Alto Adige" di sabato 2 luglio 2005
Rom, un circolo per l'integrazione
/Oggi si inaugura Cuore zingaro: «Un luogo di musica e tradizione aperto a tutti»/
BOLZANO - Romano ilo -, cuore zingaro. Questo è il nome del primo circolo culturale multientico messo in piedi dalla
comunità rom di Bolzano, che aprirà i battenti oggi con una festa di inaugurazione. La comunità rom altoatesina a Bolzano
- conferma la responsabile Caritas del settore rom Silvia Golino— conta una presenza di circa 200 persone. di cui 120 nel
campo nomadi di Castel Firmiano e le restanti nelle case popolari messe a disposizione dalla provincia. In tutto l'Alto
Adige, nei diversi paesi, si contano invece altre 200 persone di etnia rom, che perlopiù vivono in appartamenti.
Un'iniziativa, quella del circolo culturale, resa possibile grazie al contributo della fondazione Cassa di Risparmio e
della cooperativa Elios che si occupa di inserimento lavorativo di soggetti disadattati. Manifesto del circolo, che
troverà la sua collocazione nella sede di "Romano ilo", un documento importante per i rom:
- la circolare del 1973 del ministero dell'interno che invitava gli enti locali a favorire l'inserimento del e comunità
nomade sul territorio nazionale. «Ci sono stati momenti in cui è stato davvero difficile essere rom, momenti in cui non
avevo dignità e non ricevevo rispetto dalla gente". Sono le parole del presidente del circolo Mergian Hustric, padre di
tre bambini, arrivato dai Balcani prima della guerra di Bosnia. Sfrattato più volte dai campi nomadi, Mergian ha voluto
fondare questo circolo per dare un segnale importante di integrazione, e per offrire la possibilità anche alle altre
culture locali di conoscere le tradizioni dei rom. "Per non fare vivere ai miei figli — sottolinea Mergian —
l'incubo che ho vissuto io: quello di essere cacciato durante il sonno da una campo nomade".
L'arrivo della comunità rom risale agli anni '90, dopo la guerra scoppiata nei Balcani. A Bolzano si sono dislocati prima
abusivamente all'ex Vives, in un insediamento non autorizzato, poi, dal 1996 hanno ottenuto il campo di Castel
Firmiano. "La maggior parte di loro — sottolinea la responsabile della Caritas —
lavora ed è in regola con il permesso di soggiorno,e poi c'è da dire che tutti i bambini rom frequentano la scuola, persino quella
materna. (….)"
Il circolo, che ha sede in via Macello 18 sarà aperto tutti i giorni da sabato prossimo. Al suo interno si avrà la possibilità di consultare libri, dilettarsi in giochi da tavolo e intrattenimenti vari. Ma la promessa degli organizzatori è di
dare il via a serate musicali e di degustazione gastronomica. All'interno del circolo sarà possibile visitare anche una
mostra intitolata "Amaro trajo". che in lingua rom significa la nostra vita: un viaggio attraverso le avventure della comunità rom attraverso l'Europa raccontate da un giornalista rom.
Stefania Angelini

Source:
- European Court of Human Rights (press release), France - 30 Jun 2005 - 365 30.6.2005
La Corte Europea dei Diritti Umani (Strasburgo) si riunirà il 6 luglio alle 14.00 per esaminare un ricorso contro lo stato di Bulgaria.
Il caso riguarda l'uccisione di Kuncho Angelov e di Kiril Petkov (entrambe di 21 anni) da parte della polizia militare durante un tentativo di arresto. Entrambe erano arruolati nell'esercito. Furono arrestati all'inizio del 1996 per ripetute assenze giustificate e adibiti alla costruzione di appartamenti e altri progetti civili.
Il 15 luglio 1996 evasero rifugiandosi a casa della nonna di Angelov. Entrambe erano disarmati. Il comando militare, identificato dove i due avrebbero potuto nascondersi, inviò una squadra per procedere al loro arresto. Avendo precedenti per furto, i militari furono istruiti di far uso delle armi se ci fossero stati tentativi di fuga.
Durante l'operazione, Angelov e Petkov furono colpiti da diversi colpi di arma da fuoco. Feriti e portati all'ospedale di Vrasta, vi arrivarono già morti. I colpi erano entrati alla schiena, durante il loro tentativo di fuga.
Testimoni oculari dicono che anche dei bambini hanno corso il rischio di essere colpiti. ma alle loro rimostranze, i genitori si sono trovati le armi puntate addosso.
Fonte: Roma_Rights
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