Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
VITA di
Gabriella Meroni - 04 aprile 2012
Il governo attuale difende le decisioni del precedente sull'emergenza rom. E
l'Asgi si chiede perché
L'Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione) esprime
"sconcerto e perplessità" per la scelta del governo Monti di impugnare
davanti alla Corte di Cassazione la sentenza del Consiglio di Stato
che, con riguardo ai decreti sull'emergenza nomadi emanati dal Governo
Berlusconi nel maggio 2008, aveva negato che esistessero i presupposti legali
per la dichiarazione dello stato di emergenza.
La sentenza del massimo giudice amministrativo, che risale al novembre scorso,
"seguiva quella del Tar del Lazio del 2009 - ricorda l'Asgi - che, pur
riconoscendo invece la legittimità della proclamazione dell'emergenza, aveva
comunque censurato l'operato del governo che aveva imposto il "censimento"
etnico e che aveva regolamentato impropriamente i cosiddetti campi nomadi di
Roma". L'Asgi chiede dunque che il Governo Monti desista dall'azione
giudiziaria intrapresa, "così dimostrando di discostarsi dalla politica
discriminatoria del precedente esecutivo e riconoscendo piena dignità alle
popolazioni rom e sinte".
Amnesty International Data di pubblicazione dell'appello: 02.04.2012 -
Status dell'appello: aperto
Dal 19 marzo circa 1500 famiglie rom sono a rischio sgombero forzato
dall'insediamento informale di Belvil, Belgrado, capitale delle Serbia. Le
famiglie non sono state informate su dove saranno rialloggiate e potrebbero
essere reinsediate in condizioni inadeguate o rimanere senza casa.
Lo sgombero dell'insediamento era stato precedentemente minacciato dalle
autorità di Belgrado nel marzo 2010. Le autorità locali avevano affermato che la
maggior parte dei residenti dell'insediamento di Belvil sarebbero stati
sgomberati per far posto a strade di accesso ad un nuovo ponte sul fiume Sava.
Non era stato predisposto alcun piano di reinsediamneto ne era stata avviata una
consultazione con i residenti.
A seguito alla campagna di Amnesty International e delle organizzazioni locali
per i diritti umani, lo sgombero era stato sospeso. Come risultato della
pressione esercitata, la Banca Europea degli Investimenti (Bei), uno degli
finanziatori del progetto del ponte di Sava, ha dichiarato che lo sgombero
sarebbe dovuto avvenire in conformità con gli standard internazionali.
Nell'aprile 2011, le autorità cittadine, coadiuvate dalla Bei, convocarono una
riunione con i residenti di Belvil che vivono lungo la strada di accesso (circa
100 famiglie) e promisero che lo sgombero sarebbe avvenuto nel rispetto degli
standard internazionali sui diritti umani. Le autorità promisero che avrebbero
elaborato un dettagliato piano d'azione per il reinsediamento in accordo con le
persone coinvolte. Ai residenti sarebbero state assegnate delle case
prefabbricate, considerate da Amnesty International un alloggio adeguato.
Tuttavia i residenti di Belvin non sono più stati contattati dalle autorità
cittadine fino al 15 marzo 2012 quando gli è stato comunicato che sarebbero
stati sgomberati al più presto.
Nonostante le assicurazioni da parte della Bei e delle autorità cittadine, il 16
marzo le autorità della città di Belgrado hanno distribuito la notifica di
sgombero ai residenti di Belvil. Gli è stato chiesto di distruggere e lasciare
le loro case, senza alcuna consultazione preventiva e senza ricevere alcuna
informazione su possibili piani di reinsediamento.

Egregio Sindaco,
Sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione non governativa
che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano
violati.
Sono molto preoccupato per il rischio di sgombero di 1500 famiglie rom a Belvil,
un insediamento informale di Belgrado.
Il 16 marzo le autorità della città di Belgrado hanno distribuito la notifica di
sgombero ai residenti di Belvil. Gli è stato chiesto di distruggere e lasciare
le loro case, senza alcuna consultazione preventiva e senza ricevere alcuna
informazione su possibili piani di reinsediamento.
Essendo la Serbia uno Stato parte dei trattati internazionali e regionali che
vietano gli sgomberi forzati, Le chiedo di:
- fermare lo sgombero delle famiglie rom che vivono a Belvil e altrove a Belgrado;
- avviare una consultazione reale con tutte le persone interessate per trovare
tutte le possibili alternative agli sgomberi;
- fornire alle persone interessate un piano per il loro reinsediamento, compresa
la fornitura di un alloggio adeguato;
- assicurare che gli sgomberi siano eseguite come ultima risorsa e dopo che siano
state prese tutte le tutele legali e le garanzie, compreso un reinsediamento
completo e un piano di compensazione per tutte le persone interessate.
La ringrazio per l'attenzione.
Scarica l'appello in favore dei rom in Serbia
(.pdf 14.21 KB)
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