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Da
Bulgarian_Roma
Radio Bulgaria Integrazione dei Rom in Bulgaria - Author: Milka
Dimitrova - © Photos: BGNES

08/04/2011 - E' un compito difficile indicare il numero esatto dei Rom in
Bulgaria. Secondo il censimento ufficiale del 2001, sono circa 370.000, mentre
per le organizzazioni rom, il loro numero raggiunge gli 800.000, o il 10%
della popolazione totale. Si aspettano dati più accurati dall'ultimo censimento,
svoltosi a febbraio 2011. E' un fatto che i problemi della comunità rom in
Bulgaria rimangano irrisolti. L'integrazione rom è stata una questione in
Romania per alcuni anni, ma i programmi delle istituzioni sono sviluppati
lentamente e non hanno molto effetto
La Bulgaria ha adottato un programma quadro per l'integrazione della
comunità rom nel periodo 2010-2020, in accordo con i principi europei per la
tolleranza e la protezione dei diritti umani. Il documento delinea le politiche
relative alla comunità rom nelle sfere dell'istruzione, della sanità,
dell'alloggio, dell'impiego, ecc. La Bulgaria è stata uno dei primi paesi a
partecipare al Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, assieme a 12 paesi
europei. Sullo sfondo dell'invecchiamento della popolazione europea, è la
giovane comunità rom che può giocare un ruolo nel risolvere la mancanza di
manodopera. E' per questo che il programma bulgaro dedica attenzione speciale
all'aumentare i livelli di istruzione e di qualificazione della popolazione rom.
Viene riferito che durante gli ultimi due decenni, 10.000 Rom si sono laureati
nelle università bulgare. Tuttavia, un gran numero di bambini rom continuano ad
abbandonare la scuola, nonostante il fatto che possano ricevere i benefici
sociali solo mandando i loro figli a scuola. Ecco cosa dice Deyan Kolev, del
Centro per il Dialogo e la Tolleranza Interetnica "Amalipe":

"Il numero dei bambini rom che abbandonano la scuola continua ad essere
molto alto. Secondo le statistiche il numero di bambini rom nel primo grado è
circa del 23% del totale, ma nell'ottavo grado solo il 7-8% degli studenti sono
di origine rom."
Il basso livello di istruzione nella comunità rom causa alta disoccupazione.
Un gran numero di famiglie rom campa di prestazioni sociali. Questa è una grande
sfida per l'integrazione della comunità rom.

Inoltre le statistiche di sette paesi europei mostrano che i Rom hanno più
problemi di salute, legati alle condizioni di vita insalubri. Ecco cosa dice
Ilona Tomova, dell'Istituto di Studi sulla Popolazione presso l'Accademia
Bulgara delle Scienze:
"Oltre metà dei Rom adulti soffre di ipertensione. Il 30% ha l'emicrania ed
il 25% soffre di asma o bronchiti. Un gran numero soffre di artrite e
reumatismi, il ché porta a maggiore disoccupazione."
I Rom bulgari partoriscono in giovane età ed il tasso di mortalità infantile
nella comunità è il più alto in confronto agli altri paesi UE. Un gran numero di
Rom bulgari vive in aree cittadine dove le condizioni di vita sono molto povere.
A volte manca anche l'acqua potabile. Il problema rimane grave nonostante il
programma nazionale per migliorare le condizioni abitative della comunità rom
adottato nel 2006.

E' chiaro che le istituzioni bulgare dovranno fare molti più sforzi per
un'inclusione di successo della comunità rom, che ancora si affidano soprattutto
sul rapporto finanziario da parte dello stato, che sull'essere collaborativi con
i processi di integrazione.
Questa mattina i circa 200 rom che abitano negli stabilimenti abbandonati della
ex fabbrica
Miralanza, in zona piazzale della Radio a Roma, hanno ricevuto l'ennesimo
preavviso di sgombero,
dopo la distruzione avvenuta nei giorni precedenti delle baracche più visibili.
"Fra 6 ore siamo qui con le ruspe" è stata la frase con cui vigili urbani e
polizia hanno risposto alle
richieste dei rom di avere qualche giorno di tempo per preparare il ritorno in
Romania, mentre dagli
operatori della Sala Operativa Sociale veniva la solita, inutile, proposta:
l'inserimento in strutture
d'emergenza soltanto per madri e bambini.
Il campo, non autorizzato ma ben conosciuto da tutte le istituzioni, si trova in
condizioni
drammatiche: non c'è acqua ed il rischio d'incendio è notevolissimo, ma rispetto
a questa
inaccettabile situazione la proposta delle forze dell'ordine appariva egualmente
senza speranza: lo
sgombero e poi la strada...
Su richiesta di alcune famiglie, fra le poche che conosciamo in
quell'insediamento, siamo intervenuti
per tentare una mediazione; abbiamo contattato associazioni (sia rom che gagè) e
istituzioni del
territorio, e, allo stato attuale, grazie all'intervento di Najo Adzovic,
Delegato per il Sindaco alla
questione rom, e di Alfredo Toppi, consigliere del XV Municipio, il rischio di
uno sgombero senza
alternative sembra scongiurato.
Najo Adzovic sta in queste ore lavorando con la Giunta Capitolina per trovare
soluzioni praticabili; i
rom della Miralanza hanno accettato di essere trasferiti in un centro
d'accoglienza, ponendo come
unica condizione il fatto che nessun nucleo famigliare sia smembrato; in tal
senso, la disponibilità di
spazi nel C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto, dichiarata dallo stesso Sindaco
stamane agli organi di
stampa, dovrebbe costituire una risorsa essenziale.
Ancora una volta si tratta di provare a governare l'emergenza, un'emergenza
tanto annunciata quanto
mai presa in carico, e a questo punto, ben sapendo che la sistemazione
temporanea nel centro di
Castelnuovo di Porto non rappresenta certo un modello positivo di intervento,
non ci rimane che
sperare che da oggi in poi tutti quanti lavorino per garantire almeno condizioni
di vita sicure ai più di
60 minori, alle donne incinte, agli anziani, ai malati e agli esseri umani
intrappolati nelle baracche
della Miralanza e nella nostra indifferenza.
Una scuolina per crescere
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