Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Segnalazione di Tom Welschen sul caso di
Pioltello
I 200 rom sgomberati si accampano di Zita Dazzi
Sgomberati dalla cascina Bareggiate non sanno più dove andare e campeggiano
tra Vimodrone, Segrate e Pioltello
altre
immagini (di Paolo Cagna Ninchi)
Campeggiano all’aperto, nei campi tra Vimodrone, Segrate e Pilotello come
fossero turisti non troppo esigenti. Ma appena cambieranno le condizioni
climatiche, i circa 200 rom rimasti senza tetto dopo lo sgombero della cascina
Bareggiate, andranno ad occupare qualche altro stabile dismesso.
Nel frattempo, le associazioni che li sostengono, minacciano esposti al prefetto
e al presidente della Repubblica Napolitano per denunciare quella che Djana
Pavlovic, vicepresidente della Federazione Rom e Sinti insieme, non esita a
definire «grave emergenza umanitaria». Ci sono infatti almeno 87 bambini,
fra cui tre neonati, e due donne incinte, fra i nomadi romeni sgomberati dalla
cascina, oggi demolita, dove negli anni passati si sono rifugiati molti degli
zingari sgomberati a Milano.
Dettaglio che viene sottolineato con forza anche dal sindaco di Pioltello,
Antonio Concas, che guida una giunta di centrosinistra e che punta il dito
contro la giunta Moratti: «Io, con le piccole forze che può avere un Comune
dell’hinterland ho chiesto i finanziamenti al commissario straordinario ai rom,
il prefetto Lombardi, per dare una alternativa alla strada alle famiglie
sgomberate che hanno i figli iscritti alle nostre scuole. Palazzo Marino non fa
niente per quelli che vengono da Milano e che hanno ancora i figli iscritti
nelle scuole cittadine, da via Ravenna a Crescenzago.
Anzi De Corato si permette di esortare nuovi sgomberi. Lo trovo scandaloso».
Dopo lo sgombero infatti 8 famiglie rom, 49 persone in tutto, sono state infatti
sistemate in roulotte in un campo comunale, e l’amministrazione, forte di uno
stanziamento di 455mila euro, si è impegnata ad aiutarle a trovare casa e lavoro
regolare, in cambio della firma del Patto di Legalità.
Anche don Massimo Mapelli, vice di don Colmegna alla Casa della Carità,
sollecita altre amministrazioni comunali a farsi avanti per trovare alternative
per le famiglie rom disposte a vivere nella legalità: «Pioltello ha fatto la sua
parte, ora tocca agli altri».
Non è d’accordo l’assessore regionale Davide Boni: «La comunità rom che contesta
lo sgombero di Pioltello prima di recriminare farebbe meglio a imparare a vivere
secondo le leggi vigenti in questo Paese. Anche durante il mese d’agosto non si
possa abbassare la guardia e lasciare che alcune situazioni restino senza
controllo: gli sgomberi devono continuare infatti a ritmo serrato».
(15 agosto 2009)
Da
Roma_Francais
Territorio Gens du voyage: una grande riunione annunciata a Fontaine
par Céline Mazeau
[...] Secondo Christian Proust, presidente del sindacato
dell'Aeroparco di Fontaine (Territorio di Belfort) "le voci crescono da
parecchi giorni" e ci sarebbero elementi precisi per confermarle: secondo le
sue informazioni, tra le 500 e le 1.000 carovane potrebbero riunirsi questo fine
settimana nei settori di Fontaine, Foussemagne e Reppe per una convention
religiosa. "Se dovesse succedere, si tratterebbe di un assembramento
totalmente inatteso, non preparato ed organizzato in condizioni illegali".
Al momento, è previsto l'arrivo di un gruppo tra le 200 e le 250 carovane:
una missione evangelica condotta da tre pastori rom ha riservato, nelle regole,
l'area di Fontaine dal 17 al 30 agosto. A questo punto, ufficialmente, non ci
sarebbero problemi: l'area è dimensionata per ricevere le 250 carovane attese.
"Abbiamo ricevuto i pastori in prefettura stamattina, spiega Rémi
Darroux, direttore dell'ufficio del prefetto. Gli abbiamo chiesto di
controllare l'afflusso per quanto possibile per non eccedere la capacità di
accoglienza. Siamo stati chiari. Ci hanno risposto che l'area era molto grande e
che tutti avrebbero potuto installarvisi".
Restano gli echi intesi qua e là, ed in particolare da parte di Bessoncourt
dove la gens du voyage si è installata da giovedì scorso su terreni
privati (...). Loro dicono, secondo Guy Mouilleseaux, sindaco
del comune, che la riunione di Fontaine questo fine settimana potrebbe
riguardare almeno 700 carovane. Thierry Baille amministratore tecnico del
sindacato dell'Aeroparco, parla di molti gruppi già presenti nella regione che
avrebbero previsto di convergere verso Fontaine: evoca un centinaio di gens
du voyage arrivato a Montbéliard (...), 150 carovane
a Strasburgo, un centinaio nel Nord e di altri che "secondo due fonti",
arriverebbe dal Belgio, dalla Germania, dalla Spagna, dalla Svizzera e
dall'Italia.
Se ciò dovesse succedere, la superficie di grande passaggio di Fontaine non
potrebbe accogliere altrettante persone e la gens du voyage, allora, si
installerebbe nei dintorni, ed in particolare sul sito dell'Aeroparco. È ciò che
preoccupa Christian Proust.
"Esemplare"
Il presidente del sindacato dell'Aeroparco dice di non volere "fare
processi a priori", ma si ricorda dell'estate 2004, dell'arrivo di centinaia
di carovane e dei problemi che ne erano seguiti.
Mette l'accento sulle sfide economiche: l'Aeroparco dice, conta 800 posti di
lavoro, imprese che investono e "due dossier in corso": la costruzione di un
edificio di 2000 m2 ed la ristrutturazione di un'impresa in un edificio di 4.000
m2.
Ai suoi occhi, la palla è ora chiaramente nel campo dei poteri pubblici: allo
Stato, chiede, "di prendersi le sue responsabilità". La soluzione?
Secondo lui consisterebbe nel indurre la gens du voyage a restare là
dov'è attualmente.
"La questione deve essere gestita a livello interregionale. Dopo tutto,
per i manifestazioni e le visite del presidente della repubblica, i pubblici
poteri sono capaci di agire e prevenire. Se si attende che la gens du voyage
converga verso Fontaine, non ci saranno che cattive soluzioni".
Difficile, tuttavia, andare contro la libertà di movimento, come sottolinea
Rémi Darroux. Il direttore dell'ufficio del prefetto sottolinea d'altra parte
che delle disposizioni sono state adottate: un'altra superficie di grande
passaggio è stata contattata qualora fosse necessario ed è stata chiesta la
sorveglianza alle forze di polizia.
Il dipartimento del Territorio di Belfort è "esemplare", sottolinea:
oltre alla superficie d'accoglienza di Fontaine, molte piccole superfici sono
state realizzate in questi ultimi anni.
Giustamente, risponde Christian Proust, consigliere il generale (MRC): "Il
dipartimento ha fatto in modo di realizzare aree, conformemente alla legge, e
non è in questione ritornare su questa politica. Ma se la gens du voyage
sceglie oggi Fontaine, è forse perché c'è l'area di grande passaggio. E se lo
Stato lascia fare, ciò vuole dire che qualsiasi dipartimento che realizza un
dispositivo si mette una rivoltella sulla tempia".
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