Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Segnalazione di Maria Derossi
di Lidia Ravera
Dunque la fatale membrana ancora miete vittime. Ancora si investe sulla
verginità delle figlie. Perché così vuole la Chiesa. Perché così vuole il futuro
acquirente, il marito d'una volta, quello che ci teneva a infilarsi per primo
nell'angusto orifizio femminile, a scopo di libidine o di procreazione. Un tuffo
nel modernariato, di cui si potrebbe anche sorridere se non fosse diventato così
frequente, fra le adolescenti, la scelta di cavarsi dai guai, accusando gli
extracomunitari.
Dieci anni fa a Novi Ligure la sedicenne Erika caricò su due innocenti albanesi
il fardello di un duplice delitto. I due rischiarono il linciaggio. Tre giorni
fa a Torino l'adolescente "Sandra", ha caricato sui Rom la sua prima esperienza
sessuale. Erika voleva evitare la galera, Sandra l'ira di una madre bacchettona,
repressiva, arretrata.
Qual è l'unico modo accettabile di perdere la verginità? Dichiarare che te
l'hanno rubata. E qual è il ladro più gradito? Lo zingaro. Accusa lo zingaro e i
tuoi amichetti avranno un'occasione per scaricare il testosterone in eccesso. La
comunità in cui sei cresciuta non ti espellerà. Tua madre potrà girare a testa
alta: una figlia violata da uno zingaro, vale quanto una figlia illibata. Anzi
di più. Mette d'accordo i precetti della Chiesa e quelli di Telepadania.
il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2011
di Maria Teresa Lattarulo.
Nel clima di deprecabile, crescente razzismo verso le popolazioni Rom,
testimoniato anche dai recenti accadimenti nella città di Torino, un baluardo
contro le violazioni dei diritti è costituito, per fortuna, dall'operato degli
organismi internazionali. In questi giorni, infatti, è stata resa nota la
decisione adottata il 28 giugno 2011 dal Comitato europeo dei diritti sociali,
preposto al controllo dell'osservanza della Carta sociale europea, nel caso
COHRE contro Francia con la quale quest'ultimo Paese è stato condannato per la
politica di espulsioni forzate dei Rom adottata dal Presidente Sarkozy nella
primavera del 2010. A quell'epoca, centinaia di campi nomadi furono sgomberati
dalla polizia e migliaia di rom furono espulsi o accettarono il ritorno
"volontario" verso la Romania, dietro pagamento di compensi pari a trecento euro
per adulto e cento euro per ogni bambino.
Il Comitato ha ravvisato la violazione del diritto all'abitazione garantito
dall'art. 32 della Carta sociale perché, se è vero che uno Stato può smantellare
insediamenti abusivi e illegali, deve però farlo nel rispetto della dignità
delle persone coinvolte e offrendo loro sostegno finanziario o opportunità di un
nuovo alloggio, condizioni queste non rispettate dalla politica della Francia in
quell'occasione. Inoltre, il Comitato ha rilevato che le misure che uno Stato
adotta devono essere rispettose del principio di non discriminazione, mentre,
nel caso di specie, le decisioni del governo Sarkozy apparivano non casuali, ma
determinate dal clima di razzismo verso i Rom diffuso nel Paese.
Il Comitato ha ritenuto che la Francia abbia violato anche il divieto di
espulsioni collettive di gruppi etnici contenuto nella Carta sociale e nella
Convenzione europea dei diritti dell'uomo. E' molto importante considerare che
in molti casi la partenza era stata "volontaria", ma il Comitato non ha guardato
alle apparenze ritenendo che non può considerarsi veramente volontaria una
decisione determinata dall'esistenza di un clima diffuso di odio e
discriminazione razziale, nonché dall'adozione di misure coercitive che non
lasciano scelta, quali l'eliminazione forzosa della propria abitazione.
La decisione deve far riflettere tutti i governi, incluso quello italiano che
anch'esso ha spesso fatto ricorso a politiche di sgomberi forzosi e di
espulsioni non del tutto immuni da sospetti di illegittimità (l'Italia è stata
condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Sulejmanovi c.
Italia).
Per fortuna, l'Europa non è solo Euro e finanza…
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