Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Quali Cittadini del Comitato X Milano di zona 2 siamo stati contattati dagli abitanti del campo di via Idro, che ci hanno manifestato la drammaticità dell'attuale situazione del campo dove già da alcuni mesi a seguito della morosità di alcuni abitanti del campo, è stata smantellata la cabina per energia elettrica che riforniva tutto il campo e tagliata la fornitura di energia elettrica all'intero campo.
Il perdurare della situazione, in attesa di una serie di incontri con l'Amministrazione per trovare delle soluzioni di lungo periodo, ha portato alla realizzazione di alcuni allacciamenti abusivi di fortuna negli scorsi mesi, che ovviamente non possono essere la soluzione al problema e non garantiscono la continuità della fornitura, nè la sicurezza della stessa.
Al campo abitano numerose famiglie con bambini piccoli ed anche anziani e la discontinuità della fornitura causa enormi disagi soprattutto ora che la stagione invernale è iniziata ed agli altri problem si unisce l'impossibilità di riscaldarsi.
Gli abitanti del campo ci hanno chiesto di aderire ad un documento da loro predisposto per far conoscere la situazione del campo e richiedere un intervento urgente ed immediato per il ripristino dell'energia elettrica. L'estrema urgenza di tale intervento, che prescinde da quelle che saranno le situazioni di lungo periodo che verranno adottate, ci ha indotto ad aderire senza indugio al documento predisposto dai residenti nel campo con l'ausilio delle associazioni che vi operano.
Continuiamo a essere fiduciosi nella "diversità" di questa amministrazione rispetto alle precedenti. Comprendiamo bene le difficoltà cui va incontro l'amministrazione in questo settore, ma siamo al contempo convinti che una più corretta e civile gestione dei campi nomadi e dei rapporti con le comunità che vi abitano sia un banco di prova decisivo per misurare il cambiamento culturale che abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Riteniamo quindi che un forte segnale di discontinuità sia di fondamentale importanza.
Sin dalla campagna elettorale abbiamo condiviso con i partiti di zona della coalizione la chiara posizione che si oppone alla realizzazione di un campo di transito e favorisce invece una riqualificazione del campo esistente, al fine di offrire alle persone che desiderino rimanervi (alcuni abitanti, come sapete, sono stanziali da decenni) una sistemazione che rispetti, oltre alla legge, anche la loro dignità di esseri umani.
La filosofia del "superamento della logica del campo" è condivisibile solo nella misura in cui essa si sostanzia nell'aiuto e nell'accompagnamento di chi sceglie liberamente di abbandonare questo tipo di vita, non nella coercizione di chi rivendica il diritto di vivere, con dignità e nella legalità, secondo una propria tradizione culturale.
Ora che, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 6050 del 16 novembre 2011, la possibilità di ottenere un ingente finanziamento non è più legata necessariamente alla realizzazione di un campo di transito previsto nell'ambito dell'ormai giuridicamente inesistente "piano Maroni", crediamo che si possa e si debba riaprire in modo costruttivo un dialogo con gli abitanti del campo e con i cittadini delle zone circostanti , nonchè con il convolgimento del consiglio di zona e e degli altri soggetti interessati sull'intervento da realizzare, i suoi modi e i suoi tempi.
Siamo altrettanto convinti che ciò si possa realizzare solo a due condizioni essenziali:
- l'intervento immediato dell'amministrazione per la realizzazione degli interventi indifferibili a garanzia dei servizi essenziali del campo di via Idro ed in particolare che venga immediatamente ripristinata la fornitura di energia elettrica, senza se e senza ma, anche in attesa di una definizione delle condizioni contrattuali e delle modalità (e responsabilità) per il pagamento. Lo ripetiamo con forza; qualunque sia la ragione, lasciare una comunità con bambini e anziani senza energia nel mese di dicembre non è degno della città civile che abbiamo sognato insieme.
- che ogni decisione relativa al futuro del campo di via Idro sia frutto di scelte condivise e l'amministrazione avvii un percorso decisionale sulla piena consultazione degli abitanti del campo e dei cittadini del quartiere, del consiglio di zona e degli altri enti interessati e garantisca, in pendenza di questo percorso una moratoria su ogni ipotesi di intervento di sgombero dell’area mediante la forza pubblica delle persone che a oggi abbiano titolo a risiedervi.
Certi dell'impegno di questa amministrazione per il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti dentro e fuori il campo di via Idro e della disponibilità a discutere e condividere le scelte con i cittadini, confidiamo in una risposta celere e costruttiva.
ComitatixMilano Zona 2 Milano - 9 Novembre 2011
Al Sig. Sindaco di Milano
GIULIANO PISAPIA
sindaco.pisapia@comune.milano.it
All'Assessore alla sicurezza e coesione sociale
MARCO GRANELLI
assessore.granelli@comune.milano.it
All'Assessore alle politiche sociali e cultura della salute
PIERFRANCESCO MAJORINO
assessore.majorino@comune.milano.it
Al Settore Relazioni Istituzionali e con la Città
Ufficio per la Città
PAOLO LIMONTA
paololimonta@gmail.com
Campo di via Idro-
emergenza umanitaria
La sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre 2011 cancella il Piano Maroni che prevedeva il finanziamento di un campo di transito in via Idro e la chiusura di quello attuale entro il 31 dicembre 2011.
"Andiamo avanti, come da programma. I fondi europei ci sono e in qualche modo continueremo a usarli" dice l'assessore Granelli, confermando il programma della Giunta Moratti.
Preoccupato don Virginio Colmegna che, concluso il reinserimento di 600 rom del Triboniano, deve gestire la trasformazione di Via Idro in un "Campo di sosta", si legge su "la Repubblica" del 22 novembre 2011.
Perché si persegue su una linea che viene profondamente messa in
discussione dalla sentenza del Consiglio di Stato?
Intanto assistiamo ad una emergenza umanitaria, ignota a molti cittadini di Crescenzago, che si sta consumando nel campo di Via Idro. Il campo, giorno dopo giorno, si sta sempre più degradando: manca la corrente elettrica da mesi, gli abitanti del campo vivono al freddo, non funzionano i frigoriferi, le fogne straripano, la strada si allaga, mancano il lavoro e una prospettiva per il futuro.
E le vittime sono di conseguenza bambini, donne, anziani, i soggetti più deboli e indifesi.
I Rom che abitano in via Idro, sono cittadini italiani e hanno il diritto come tutti che venga trovata assieme una soluzione dignitosa, sia per quelli che intendono trovare altrove una sistemazione sia per quelli che ci vogliono rimanere.
Perché non si interviene subito a garantire condizioni di vita
civili, trovando una soluzione rapida alla fornitura della corrente elettrica?
Perché ancora chiudere un campo, che ha problemi che vanno certamente affrontati e governati, per sostituirlo con un campo di transito che porterà ad un peggioramento del contesto ambientale nel quale è collocata via Padova e dintorni, già sufficientemente critico e complesso?
Perché non si vuole tenere conto del fatto che cittadini, comitati, partiti e Consiglio di Zona si sono schierati contro il campo di transito e si sono espressi favorevolmente per la riqualificazione di via Idro ? Chiediamo al sindaco Pisapia di intervenire.
A tutte le persone devono esser garantiti i diritti fondamentali.
Le decisioni democratiche devono essere ascoltate e rispettate.
Adesioni:
Comunità Rom di via Idro 62 - Comitato VIVERE IN ZONA 2 - ANPI Crescenzago - ANPI L. Viganò - redazione MARTESANA 2 - redazione MAHALLA - Associazione culturale AB - Sinistra Ecologia Libertà zona 2 - Verdi zona 2 - ComitatoxMilano zona 2 - Lista Sinistra per Pisapia di zona 2 - Partito dei Comunisti Italiani, Sezione Alessandro Vaia
Singoli:
Antonio Piazzi - Stefania Benedetti - Gabriella Conedera
(immagine da dibattitomorsanese)
Un film da girare con pochi soldi, che potrebbe persino uscire per Natale (non lo so... i buoni sentimenti funzionano sempre).
Niente studios, non è neanche necessario girarlo proprio alle Vallette, perché la storia potrebbe essere accaduta ovunque, e magari andando a fare le riprese in Europa dell'est c'è da risparmiare.
Niente attori conosciuti: piuttosto gente comune e qualche figurante. Attenzione però: per quanto comuni, le facce e le storie che ci stanno dietro sono importanti, sono la base della storia che si vuole raccontare.
I nostri protagonisti non sono facili da identificare: una volta li avremmo trovati nei bar, sull'autobus, ora di solito vivono confusi nella marea di macchine che ci assediano ogni giorno, anonime come i loro conducenti; oppure stanno rintanati in casa, davanti alla televisione o al computer.
Non sono neanche un gruppo coeso: in mezzo a loro qualche
tifoso, il disoccupato di lungo periodo, un lavoratore in proprio che difende coi denti i suoi miseri guadagni, una signora che va a messa e fa volontariato per i più poveri, persino un ingegnere rumeno che qui ha aperto un laboratorio di riparazione computer...
Non sono per forza bravi o cattivi, è questa la loro forza: sono esattamente come noi. Forse qualcuno di loro ha anche rischiato di avere problemi con la legge, ma possiede un istinto atavico nel sapersi trarre d'impaccio in caso di pericolo. Ha imparato a chinare la testa, nascondersi, lamentarsi sempre ma esporsi mai. Per questo sono INVISIBILI anche se li abbiamo costantemente sotto gli occhi.
Dove vivono? E' un quartiere come tanti (anche qui gli indizi sono pochi), che non amano. Quando han visto arrivare anche gli zingari, hanno sbuffato (come sempre), qualcuno avrà persino manifestato, ma in cuor loro lo sapevano che gli zingari finiscono sempre in quartieri simili. Hanno chinato la testa, come sempre e "speriamo che questi qua non facciano qualche guaio..."
(Apro una parentesi: avete notato come tanto gli odiati zingari quanto gli altri abitanti siano simili, egoisti e parimenti rinchiusi nei loro ghetti fisici e mentali?)
Il guaio prima o poi doveva succedere (vero o immaginario, per lo sceneggiatore non ha nessuna importanza), e chi ha già visto tanti film simili sa che il GUAIO, quello grosso che mette in discussione le certezze dello spettatore, non verrà commesso dagli zingari, ma dagli ex INVISIBILI.
Questi cittadini, che mai hanno avuto in vita loro il coraggio di ribellarsi, che non hanno mai avuto altra identità se non quella massificata dell'omologazione, riscoprono d'un tratto nel loro quartiere mai amato un'idealizzata palanka minacciata dal nemico, si guardano in faccia come fosse la prima volta, realizzano d'improvviso di essere in tanti e di condividere un'incazzatura che hanno sempre tenuto a freno.
Hanno vissuto come ubriachi il loro momento di gloria, senza pensare alle conseguenze, senza pensare se per l'ennesima volta c'era qualcuno a manovrarli... L'importante era che per una volta, in mezzo ad un branco, non hanno più avuto la paura di sempre... ed avevano qualcuno disarmato ed indifeso su cui scaricare anni di sopportazioni.
Col fuoco, sicuramente, come ogni sacro rito che voglia dirsi tale. Ed i poliziotti che li guardavano senza fare niente, nella scomoda situazione del leone che si trova nel mezzo di una carica di bufali impazziti.
Poi il ritorno a casa, col fumo che aleggia pesante per strada e le volanti che girano. Tornare a nascondersi, pulire le mani, telefonare alla mamma. Ma dentro, sentire per una volta i battiti del proprio cuore.
Non so, il film non lo dice, se a distanza di anni i nostri protagonisti proveranno orgoglio o vergogna di quel che è successo, e del fatto di essere rimasti impuniti, nuovamente incatenati al solito tran-tran. Rimane un mistero. Per tutti NON E' SUCCESSO NIENTE.
Di chi non parlato?
I miei amici hanno spento la TV e la cosa sembra strana perché, che ci fosse o meno la corrente elettrica, hanno continuato sempre a guardarla. Hanno paura per i bambini: che facciano domande sulle fiamme che la televisione può trasmettere al posto dei cartoni animati; che perdano presto anche loro la residua fiducia in ciò che sta fuori dal campo. Qualche genitore è combattuto se mandare o meno i figli a scuola ed il campo torna ad essere la terra di nessuno dove potersi difendere ed isolare dal mondo esterno; ma anche qualcosa da cui vogliono fuggire, perché se si abitasse in quei condomini tanto odiati, forse sarebbero al riparo dagli incendi.
Bevono, male e senza nessuna gioia. Anche loro vorrebbero illudersi che NON E' SUCCESSO NIENTE, ma è il DNA a dire che non è così.
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