Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
Ad agosto 2010Hugo Höllenreiner ricevette una lettera incoraggiante.
Diceva: "Lei ha lasciato un appartamento in affitto ad
Ingolstadt,
ora abbiamo per lei una casa adatta. La lettera arriva dall'impresa
cattolica Sankt
Gundekar-Werk Eichstätt, che sta costruendo a Ingolstadt-Hollerstauden 142
appartamenti, 127 dei quali sono alloggi popolari.
Ciò che suona come un avviso di consegna è, tuttavia, per Peter-Stephan
Englert amministratore delegato della St. Gundekar-Werk, solo "una lettera di
vendita", inviata a tutti e 500 che avevano prenotato, personalizzata con nome e
indirizzo. La pubblicità pare necessaria: i primi appartamenti dovrebbero essere
abitati a marzo 2011, essendo pronti, ma sono stati siglati solo 45 contratti.
Per Hugo Höllenreiner non ci sono appartamenti disponibili.
Höllenreiner ha 77 anni, nel 1943 con la sua famiglia - sono Sinti - fu
deportato nel campo di concentramento di
Auschwitz.
Lì Höllenreiner dovette subire le "visite" del famigerato dottor Josef Mengele.
Ne patisce tuttora le conseguenze fisiche e mentali, è considerato disabile
grave.
Non lo sembra: Höllenreiner è un bell'uomo con i capelli bianchi, che va a fare
una passeggiata con indosso un completo grigio chiaro ben curato.
A novembre ha ricevuto un'altra lettera: "Siamo spiacenti di informarla che la
sua domanda per i nostri appartamenti non può essere presa in considerazione".
In precedenza a sua nipote, che vive con lui, era stato promesso a voce un
appartamento.
Peter-Stephan Englert [...] ha detto della sua richiesta: "Il signor Höllenreiner
ha 77 anni, si dovrebbe rivolgere all'assistenza sociale".
Dagli anni '90
Höllenreiner gira la Germania in qualità di testimone. Viaggia molto, parla
regolarmente in occasione di eventi commemorativi a Dachau,
Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. La sua storia è stata pubblicata in un libro
e ha ottenuto un premio per la letteratura infantile. La sua storia è stata
raccontata nelle scuole di Ingolstadt. Là vive assieme alla nipote e alla
pronipote in un appartamento, che ora per loro è troppo caro. Perciò, alla fine
del 2009 si iscrive a St. Gundekar-Werk. Nel novembre 2010 viene comunicato a
sua nipote che non ci sono più appartamenti liberi.
"E' una brutta storia," dice Englert. E dice anche di essere timoroso,
perché gli Höllenreiner "non nuotano nell'oro". Una volta che si omette lo
stipendio, perché si avrebbe un caso di assistenza, l'ufficio avrebbe dovuto
ordinare un appartamento più piccolo ed economico, e gli inquilini si sarebbero
dovuti spostare di nuovo. "Vogliamo anche proteggere i nostri inquilini".
Englert fa riferimento all'età di Höllenreiner, perché gli appartamenti non
erano adatti per inquilini bisognosi di cure o su sedie a rotelle.
Höllenreiner, la nipote Silvana Lauenburger e sua figlia hanno un permesso di
soggiorno. Così Lauenburger si presenta a St. Gundekar-Werk, dicendo che
loro vorrebbero vedere un quadrilocale. Più tardi, sembra, che l'appartamento
fosse troppo grosso per le tre persone ed i particolari del contratto non erano
soddisfacenti. "Ho chiesto allora un trilocale, ma il mediatore ha detto che
erano andati tutti".
Per i Sinti non c'è alcun punto di riferimento
Lauenburger si sente discriminata; ritenendo di non ottenere l'appartamento,
soltanto perché Sinti. Anche la loro figlia e nipote non hanno avuto nessun
appartamento da
St. Gundekar-Werk.
Non ci sono a Ingolstadt riferimenti per i Sinti nei bisogni sociali, come in
grosse città come Norimberga o Monaco. Silvana Lauenburger si è dunque rivolta,
così dice, ad Andreas Lehmann, sindaco di Ingolstadt. Una volta aveva mostrato
rispetto per suo zio, andandolo a trovare in ospedale. Ma [stavolta] non aveva
voluto riceverla.
"La discriminazione non è con noi", ha detto il sindaco, riferendosi al corpo
sociale urbano. Anche St. Gundekar-Werk in settembre ha firmato un impegno
volontario per combattere la discriminazione.
Parlando dello sviluppo a Ingolstadt-Hollerstauden, Englert ha detto che si
dovrebbe fare attenzione alla selezione degli inquilini. Per questo ha
incaricato un libero professionista "che ha talento nella selezione degli
inquilini". Così il nuovo sistema automatico di ventilazione non era adatto a
tutti. Gli appartamenti sono "case a basso consumo energetico", finanziati dallo
stato. Se si rivelano troppo moderni, si rivolgono a lui per chiedere una casa
tradizionale "siamo così flessibili". Però ad Höllenreiner ed alla sua famiglia
non è stata offerta alcuna alternativa.
L'edilizia popolare è finanziata dal ministero degli interni. Qui non c'è un
distaccamento che controlli l'assegnazione degli alloggi popolari. Chi si sente
discriminato, riceve aiuto dall'agenzia anti-discriminazione di Berlino. Si
verifica spesso che vi si rivolga per la ricerca di appartamenti, ha detto Jens Büttner
dell'agenzia anti-discriminazione. In particolare, si sentono svantaggiate del
mercato immobiliare, persone dal cognome che suona straniero o coppie
omosessuali.
EMAJ MagazineRom in Turchia, integrazione attraverso la musicadi Adi Halfon | Foto di Margarita Tomo
Turchia. Il sole del mercoledì mattino splende sui vecchi affollati
edifici di Bostan, un povero quartiere della città di Istanbul. Molti Rom vivono
in quest'area. La sala da tè "Nazlitas" sta in una delle piccole vie. Dentro ci
sono circa una dozzina di Rom, seduti attorno a semplici tavoli, che giocano a
backgammon, bevono tè e guardano la televisione. L'atmosfera nel locale è molto
da uomini e un po' rude. Non hanno un lavoro normale. Alcuni di loro sono
disoccupati, alcuni vendono fiori o lustrano scarpe per vivere. Altri sono
musicisti. Questo lavoro sembra essere molto popolare in questa comunità.
Non è facile essere Rom a Istanbul. Non solo che la maggior parte di essi
appartengono ad una bassa classe sociale e spesso si sentono discriminati. "Ogni
volta che c'è un furto, la gente da subito la colpa a noi", dice uno dei ragazzi
della sala da tè. "Ma ancora", continua, "siamo fedeli alla Turchia. La sentiamo
come la nostra terra. I nostri ragazzi fanno servizio nell'esercito turco, siamo
Rom e Turchi nello stesso momento". Un altro ragazzo interviene: "Mio zio fa
servizio nell'esercito, aveva un alto rango. Tuttavia, una volta che l'esercito
ha scoperto che era Rom, gli è stata negata la promozione ed è stato respinto.
Alla sala da tè
C'è qualcosa di interessante con il popolo Rom nella sala da tè. Sono tutti
desiderosi di parlare, di far sentire le loro lamentele. Tuttavia, non si fidano
dei media. Nessuno degli uomini ha accettato di dire i propri nomi, come se
qualcosa accadrebbe loro come risultato. "Giornalisti turchi sono arrivati in
questo quartiere ed hanno fatto foto, ma nulla è cambiato", dicono. A casa di
Kazim Turkmen, il 56enne leader di una delle comunità Rom, sono state dichiarate
cose simili. "Voi arrivate qui a chiedere domande sulla nostra vita", dice
Sengul Turkmen, moglie di Kazim, "ma poi andate e scrivete solo quanto siamo
poveri."
Nella sala da tè, uno dei ragazzi più anziani racconta la storia della sua vita.
Ha 57 anni, e ha iniziato a suonare quando ne aveva 13. É figlio di un
musicista, ed ora anche suo figlio segue la sua strada. "Qui la gente mantiene
l'occupazione dei loro antenati", dice uno di loro. "La conoscenza di come fare
musica veniva tramandata da padre in figlio. Oggi abbiamo capito l'importanza
dell'istruzione. Mio figlio, ad esempio, studia musica all'università." Ciò che
dice sembra essere vero, tutti gli uomini a "Nazlitas" sono relativamente
anziani, eccetto uno. Ozgur Akgul, un 32enne esperto di musica Rom, è d'accordo.
"Puoi sicuramente notare che la nuova generazione dei musicisti Rom sta
diventando sempre più professionale".
Ozgur Akgul
Turkmen stima che circa il 75% della sua comunità suona. "Per molti di loro",
dice, "la musica non è l'unica occupazione, dal momento che non guadagnano tanti
soldi da essa. Anche cosi, la musica è un modo per guadagnarsi da vivere, ed
anche qualcosa che la gente apprezza fare". Akgul dà un'altra spiegazione a
queste cifre incredibili: "I musicisti Rom si stanno integrando nella società
turca molto meglio di qualsiasi altro Rom", dice, "perché c'è un alta richiesta
di musica. Alcune dei loro tradizionali mestieri, come fare i cesti, non sono
più pertinenti. La musica, d'altro canto, è qualcosa che la gente ascolterà
sempre." Akgul sta girando un film documentario sui musicisti Rom, che uscirà il
prossimo marzo. La sua tesi di laurea è stata sulla musica e sull'identità Rom.
"Quando la musica è iniziata ad essere un'industria, c'era una grande richiesta
di nuovi cantanti. Allora i turchi hanno scoperto i cantanti Rom", dice. "La
musica aiuta i Rom a cambiare la loro immagine negativa. Una volta che i
musicisti Rom diventano popolari, stanno cambiando gli stereotipi che la gente
ha verso di loro", rivendica Akgul. Dà un esempio: "Alcuni dei cantanti Rom non
sottolineano la loro origine, a causa di questi stereotipi, e a volte cambiano
persino il loro nome di famiglia in uno turco", ammette Akgul, "tuttavia, c'è un
popolarissimo cantante Rom chiamato
Husnu Senlendirici, che ha mantenuto il suo
nome e sempre dà enfasi alla sua origine. Lui ha aiutato molto il cambiamento
dell'immagine dei Rom.
Le canzoni Rom contengono molta satira e sarcasmo, soprattutto su questioni
relazionali. I cantanti Rom, sembra abbiano influenzato il mercato. "Il ritmo di
9/8, che è chiaramente di stile Rom, è divenuto estremamente popolare in
Turchia", rivela Akgul. Ma non tutto risulta essere positivo. Nel processo
d'integrazione nella società, la comunità cerca di adattarsi ai cambiamenti di
stile di vita. " Ero in Grecia, e non riuscivo a comunicare con i Rom locali
perché non conosco la lingua Rom", si lamenta una persona della sala da tè, "i
Rom greci mi ha detto che non sono un vero Rom".
Kazem Turkman
Turkmen sente che anche il mondo non è più quello di una volta. "Il ruolo di un
leader della comunità è molto tradizionale. La nostra comunità ancora ne ha uno,
dal momento che la mia comunità mi rispetta per essere un attivista per la
comunità stessa", dice, "in altre comunità non ci sono più leader. Sono
sostituiti da organizzazioni che aiutano la gente nei loro bisogni quotidiani".
E nonostante il processo d'integrazione, i Rom rimangono una minoranza che
continua ad avere bisogni sociali. "Perfino ad Istanbul", dice Turkmen, "alcuni
vivono nelle tende nelle periferie della città".
La musica conduce verso l'integrazione. E l'integrazione crea dei problemi. Ma
se tali problemi possano minacciare i Rom o no, nessuno nella comunità avrebbe
osato pensare di fermare la creazione di musica. "Condivido l'idea
d'integrazione attraverso la musica, aiuta le persone a comunicare tra di loro",
conclude Turkmen, "dopo tutto, il ruolo dei musicisti nella società è
insostituibile".
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: