Di Fabrizio (pubblicato @ 09:54:54 in Italia, visitato 1901 volte)
Cronaca della deportazione della comunità romena di via di Centocelle a
Roma, (11.11.09), raccontata attraverso le foto di Simona Granati e Stefano Montesi.
Ai nomadi che non hanno commesso reati verrà rilasciato un permesso di soggiorno
per motivi umanitari. Questo l’accordo raggiunto con il Prefetto di Roma,
Pecoraro alla vigilia dell’attuazione del piano nomadi del Comune di Roma.
I nomadi residenti nei campi della Capitale privi di permesso di soggiorno ma
senza precedenti penali, chiederanno alla Questura di Roma il rilascio di un
permesso di soggiorno per motivi umanitari. La valutazione del possesso dei
requisiti per il rilascio sarà valutata da una commissione governativa e chi non
ne avrà diritto sarà espulso. “Il documento umanitario”, spiega Najo Adzovic,
rappresentante del Casilino 900 “consentirà a quelle persone che mostrano
volontà di integrazione, di lavorare e mandare i figli a scuola, di
regolarizzare la loro posizione. Basta pensare che molti di questi sono in
Italia da oltre 30 anni”. Sono già cominciate presso l’ufficio immigrazione
della Questura di Roma le operazioni di fotosegnalamento dei primi Rom dell’ex
Jugoslavia del campo nomadi di via di Salone.
Il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, come spiega Adzovic,
si è reso necessario soprattutto a seguito dell’ entrata in vigore della legge
sulla sicurezza che ha previsto il reato di ingresso e soggiorno illegale in
Italia. Le sanzioni penali – un’ammenda da 5mila a 10mila euro - sarebbero
dunque scattate per tutti i residenti del campo privi di permesso di soggiorno.
Accanto al permesso di soggiorno resterà comunque il Dast (Documento di
autorizzazione allo stanziamento temporaneo) presentato dal Campidoglio che
servirà per attestare la residenza di una persona in un determinato campo
nomadi.
Il permesso di soggiorno per motivi umanitari è regolato dall’articolo 5 comma 6
e dall’articolo19 comma 1 del Testo Unico Immigrazione che prevedono l’inespellibilità
se ricorrono seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi
internazionali che non consentono l’allontanamento dal territorio nazionale. Può
essere rilasciato dalla questura a seguito di acquisizione di documentazione
riguardante i motivi della richiesta relative ad oggettive e gravi situazioni
personali – art. 11 c. 1 lett. C)ter DPR 394/99.
Reggio. La piccola, martedì mattina, si è vestita ed è scappata di casa,
vagando tra i parcheggi dei controviali. Antonio De Barre, nomade sinti, l’ha
vista e l'ha accompagnata nella caserma della Polstrada di Marco Martignoni
REGGIO. Si è vestita, ha calzato un paio di stivaletti, ha aperto la
porta di casa ed è uscita. Da sola, ha affrontato i pericoli della
circonvallazione, attraversando viale Timavo. Sara (nome di fantasia per
proteggerla, ndr) ha due anni e mezzo e ieri mattina, poco dopo le 8 è sfuggita
al controllo dei genitori, vagando tra i parcheggi dei controviali, vicino
all’area sgambatura cani di fronte all’ufficio postale. Fino a quando, poco dopo
le 9.30, è stata notata da Antonio De Barre, nomade sinti, che stava lavorando,
per la cooperativa sociale l’Ovile, impegnato nella manutenzione delle aiuole
che delimitano le aree di parcheggio.
L’uomo, ha preso per mano la piccola, l’ha rincuorata coprendola con la sua
giacca, accompagnandola al più vicino posto di polizia: la caserma della
Polstrada di Reggio che si trova proprio in viale Timavo. Lì, l’ha «consegnata»
agli agenti che si sono immediatamente attivati per cercare di rintracciare i
genitori della bambina.
FRENETICHE INDAGINI. Dalla centrale della Polstrada si sono staccati due
ispettori che, dopo aver fotografato la piccola, hanno setacciato l’area tra
viale Timavo, viale Magenta e via Guasco. «Armati» di un palmare, i poliziotti
hanno bussato porta a porta, mostrando a residenti e commercianti il viso della
bambina con la speranza che qualcuno potesse riconoscerla indirizzando gli
agenti alla residenza dei genitori. I controlli sono proseguiti anche
all’Esselunga e nella farmacia dello stesso centro commerciale. Fino alla
svolta, intorno alle 10.30.
LA DENUNCIA. Il padre della piccola, si è presentato nella caserma della
Polstrada di Reggio: «Aiutatemi. Vorrei denunciare la scomparsa di mia figlia».
Quando gli agenti hanno sentito il racconto dell’uomo, lo hanno accompagnato
negli uffici del comando, dove, alcuni agenti stavano giocando con la bambina,
cercando di farle ritrovare il sorriso. A quel punto l’a bbraccio tra il padre e
la piccola e la successiva chiamata a De Barre per comunicargli che la bambina
che lui aveva salvato dalla strada, stava riabbracciando la famiglia.
LE INDAGINI. Per il padre della piccola, però, sono iniziati diversi
accertamenti. Secondo il racconto poi fornito dall’uomo agli investigatori, ieri
mattina poco prima delle 8, la moglie era uscita di casa per accompagnare gli
altri due figli a scuola. All’improvviso, la più piccola di casa, aveva deciso
di seguire la mamma e, sfruttando un momento di distrazione del padre, è uscita
di casa.
Un racconto che l’uomo ha poi ripetuto agli assistenti sociali del Comune,
immediatamente allertati dagli agenti della Polstrada che, nel frattempo, hanno
anche avvisato la procura del tribunale dei Minori di Bologna. Gli investigatori
ora stanno valutando tutti gli elementi raccolti e stanno vagliando attentamente
la posizione del padre della bambina che rischia una denuncia per omesso un
controllo. (02 dicembre 2009)
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