Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 25/08/2006
Da Zenit.org
LOURDES, France, AUG. 21, 2006 (Zenit.org).- Il 50° pellegrinaggio degli zingari alla Vergine di Lourdes è iniziato venerdì scorso con la partecipazione di 7.000 persone circa.
I "figli del vento" sono arrivati in città con circa 1.300 carovane.
Il primo pellegrinaggio ebbe luogo tra il 31 agosto e il 3 settembre 1957, merito di un'iniziativa dei cappellani zingari di Francia, assistiti dalle Sorelle Nazarene di Charles de Foucauld.
Circa 1.500 parteciparono al primo pellegrinaggio. Erano accompagnati, tra gli altri, dall'allora padre Roger Etchegaray che era cappellano per gli zingari della diocesi di Bayonne.
Oggi e martedì, il cardinal Etchegaray, presidente in pensione del Concilio Pontificale per la Giustizia e la Pace, prenderà parte ai momenti chiave del pellegrinaggio.
Sull'argomento
Di Fabrizio (pubblicato @ 13:18:14 in blog, visitato 2906 volte)

Dato per assodato che in Mahalla il lato sinistro è dedicato ai post, qualcuno conosce le possibilità sul lato destro?
Buona parte (i più curiosi) frequentano il sondaggio, chissà che non abbiate delle proposte, se volete scrivetemi a tal proposito.
Lì accanto, c'è la chat: che può essere utile per sano cazzeggio, ma può essere usata per interviste online. Qualche suggerimento?
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Dimenticavo: da ottobre a maggio scorsi c'è stato anche un gioco virtuale sul web, l'anno scorso mi sono divertito ma c'erano solo due giocatori. Che faccio, si riprende? Sondaggio, aiutami tu.
(per saperne di +)
Di Fabrizio (pubblicato @ 10:06:23 in casa, visitato 2312 volte)
Lettera aperta di Sukru Punduk, nato il 1/1/1968 a Sulukule,
residente in Edirnekapi Kaleboyu Cad. Zuhuri Sok. No: 5.
Gli abitanti del quartiere iniziarono a stabilirvisi
attorno al 1504, del calendario bizantino. Dopo l'arrivo degli Ottomani nel 1453, la
comunità Rom rimase lì e molti Rom fecero di Sulukule il punto di partenza per
arrivare in Europa. Il quartiere sorge accanto alle mura storiche del distretto
di Fatih. Vi abitano circa 3.500 Rom, che erano circa 10.000 i residenti
prima che iniziasse lo sgombero della municipalità di Fatih nel 1992.
D'improvviso la municipalità chiuse i locali musicali e d'intrattenimento, con
la scusa che non pagavano le tasse e quindi non potevano esercitare nel
quartiere. Tuttavia, si può pensare che noi siamo dei "campioni" del pagamento
delle tasse, pagando tasse sull'intrattenimento, senza mai ricevere
dall'autorità riscontro delle somme pagate. Il provvedimento di sgombero non
causò soltanto la diminuzione degli abitanti, ma anche disoccupazione per quanti
rimasero, incapaci di pagare elettricità, acqua e riscaldamento. Ora, sempre la
municipalità di Fatih è determinata ad abbattere le nostre case,
nonostante noi siamo in possesso dei documenti ricevuti nel 1983/84, quando le
abitazioni provvisorie vennero legalizzate da un'amnistia e registrate.
L'insieme di questi eventi, vanno considerati parte di un premeditato processo
di rimozione della comunità romani dal centro città. Noi, il popolo Rom di Sulukule,
soffriamo la mancanza dei nostri diritti basici come il diritto di proprietà,
quello di avere un lavoro decente, quello dell'accesso all'acqua potabile e
all'elettricità.
Il numero delle case che andranno demolite è di circa 571,
per un totale di 8.000 mq. Siamo venuti a conoscenza dai giornali e dalla TV che
il comune ha un piano di sviluppo e rivalutazione del quartiere. Richiediamo
quindi un incontro col sindaco, Mustafa Demir. Ci fu un incontro a novembre
2005, a cui presero parte 17 di noi.
Allora erano proprietari in 251 e 320 gli inquilini. Il sindaco disse
che le case del quartiere sarebbero state demolite e che l'area era stata
definito di rinnovo urbano. Offrì nuovi alloggi agli inquilini, senza però andare oltre
la solita "lotteria" delle abitazioni pubbliche in Turchia. Gli alloggi erano
situati a Tasoluk, a circa 2 ore e mezza dalla città più vicina,
Gaziosmanpasa. Le case sarebbero state costruite dall'Assessorato alle Case
Popolari, meglio noto come TOKI. D'altra parte,
non v'è certezza su quale sarà il costo delle nuove case e di conseguenza, se
saremo in grado di pagare l'affitto. Ed ancora, i lavori che svolgevano gli
abitanti di Sulukule non si potranno più svolgere nelle nuove case
aumentando il rischio di pagamenti insoluti.
Il sindaco ha offerto due opzioni:
-
comperare il loro terreno con un ammontare incerto per
metro quadro;
-
che le case
siano pagate in 15 anni, deducendone il valore del terreno.
Il nostro problema è l'incertezza della situazione. Non
esiste un progetto concreto sulle somme che ci verranno offerte per le nostre
terre, e quindi non siamo in grado di decidere. Abbiamo perciò chiesto al
sindaco di costruire noi le nostre case e di disegnare un progetto comune, ma la
nostra proposta è stata rifiutata..
In seguito il comune a
luglio 2006 mandò inviti individuali per illustrare la situazione di cui ho
accennato sopra. I loro argomenti si basano sulla decisione del Consiglio dei
Ministri, che chiede di determinare le aree soggette a rinnovamento urbano, con
la legge 5366. Hanno dichiarato che entro la fine di agosto 2006 riceveremo le
ordinanze di abbattimento. Finora, a nessuno nel quartiere è giunto niente, e
tutti sono preoccupati perchè non ci sono proposte concrete di rilocazione, e
nel contempo a Istambul ci sono state demolizioni nei quartieri rom di Kucukbakkalkoy
e Yahya Kemal. Anche lì le case demolite erano registrate a norma e non sono
state offerte soluzioni di rilocazione degli abitanti.
Noi, abitanti Rom di Sulukule, non vogliamo lasciare le
nostre case. Nel 1960 alcuni abitanti di Sulukule furono obbligati a trasferirsi
a Gaziosmanpasa, dove c'è oggi una comunità Rom minacciata a sua volta di
sgombero e demolizione da parte del comune. Perciò la migrazione forzata non è
la soluzione per i progetti di rinnovamento urbano. Non vogliamo essere evacuati
in nuovi appartamenti, ma continuare a vivere con i nostri strumenti, danze,
musiche, dove i nostri antenati si stabilirono un migliaio di anni fa. Non
vogliamo essere esclusi dalla comunità cittadina, né essere obbligati a migrare
dalle nostre terre. Richiediamo aiuto alle associazioni e ai singoli perché
appoggino la nostra lotta contro la migrazione forzata. Invitiamo perciò
avvocati e giornalisti a venire a Sulukule e rendersi conto di come viviamo.
Saremo grati alle organizzazioni europee o di altri paesi che chiedano
informazioni sulla situazione di Sulukule alle ambasciate e ai consolati turchi.
Apprezzeremo le vostre lettere di appoggio alla nostra comunità, per non farci
sentire soli. Sulukule Romani Culture Solidarity and Development Association
President
Sukru Punduk Articoli precedenti:
Fotografie del 25/08/2006
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