Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Il tour "Sotto la stessa luna", annunciato febbraio scorso, ne ha fatta di strada. L'Unità online scrive dell'arrivo al Festival di Locarno:Sotto la stessa luna: vite da rom sullo schermo Lorenzo BuccellaAlla periferia settentrionale di Napoli, strisciando quel quartiere dormitorio imbavagliato dai controlli camorristici che nel gergo comune passa via come «il più grande supermercato di droga a cielo aperto». In altre parole, la Scampia che ha trovato impennate di popolarità attraverso il sangue della cronaca, andando in breve tempo ad accentuare il carattere off-limits con cui viene marchiato l'intero territorio. Fino ad assurgere a quel grado di «prototipo del degrado» che continua a calamitare sguardi e attenzioni per cercare di tener alto il volume della denuncia. Tanto più che ora si va persino oltre, visto che il nuovo film di Carlo Luglio, passato al Locarno nella sezione competitiva dei Cineasti del presente, non si limita a sostare nelle screpolature urbane e sociali del quartiere, ma le oltrepassa, se così si può, per spingersi ai margini della stessa marginalità. E più precisamente, in quelle bolle di pantano senza acqua corrente ed elettricità su cui s'installano i campi nomadi del luogo con il loro tradizionale armamentario: infilate di baracche di legno, rinserrate le une contro le altre come le scaglie di una pigna e scontornate ai bordi dai cumuli di un'immondizia che diventa la «neve sporca» del paesaggio. Proprio là, insomma, dove i conflitti diventano la frizione quotidiana di una microdrammaturgia che pone tutti «sotto la stessa luna» come recita lo stesso titolo del film.
Rom, capetti mafiosi o manovalanza criminale, non importa, perché i surriscaldamenti da «convivenza ravvicinata» non possono che alimentare la perenne sensazione di una guerriglia capillare. Qualcosa da cui nessuno può astrarsi, se non nei sogni d'emigrazione, trasportata com'è da una violenza fisica e psicologica che gira nell'aria come l'ossigeno, andando a fomentare divisioni persino nei gradini più bassi di quest'umanità di confine. Un contesto che i due giovani protagonisti del film, gli zingari Oliver e Pavel, sentono tatuato sulla propria pelle, pur nelle scelte di vita che divaricheranno i loro percorsi: il primo rimane in alvei legali facendo il lavavetri o il venditore ambulante di rose, il secondo invece rischia carceri e rapine senza soluzione di continuità. Schegge inserite in uno sbando sociale più generale che il film di Luglio intercetta senza volontà di trascinarle verso rigide griglie narrative, proprio perché l'intero racconto cerca e trova ibridazione con una salda traccia documentaristica.
E non è un caso infatti che ai pentimenti post-detenzione di piccoli camorristi e riunioni Rom per la stipulazione dei contratti matrimoniali s'intrecciano i fondali delle lotte intestine reali che agitavano le famiglie camorriste ai tempi delle riprese (2004). E allo stesso modo, anche l'accesso al finale del film si sviluppa attraverso le immagini che «rubano in diretta» l'esodo a cui sono costrette le famiglie Rom dopo aver subito un doppio omicidio.
Scandagli narrativi pronti al graffio sociale che ieri si sono riversati anche nella sezione principale del concorso, decretandone un certo risveglio qualitativo. Nessuna vetta alpina, per carità, ma alcune pellicole non disprezzabili come Das Fräulein («La signorina») della regista Andrea Staka che è riuscita ad albergare negli angoli di una Zurigo invernale la storia di una triplice immigrazione femminile proveniente dai diversi paesi dell'ex-Jugoslavia. Incontro in terra straniera che mette a confronto generazioni differenti in un cortocircuito fatto di diffidenze e gesti di solidarietà. A questo si aggiunge, al di là del tedesco Der Mann von der Botschaft («L´uomo dell´ambasciata») che affronta «sospetti» di pedofilia in un modo laconico e delicato, l'argentino Agua di Veronica Chen che s'immerge in vasche agonistiche per dar vita a un viaggio esistenziale in cui il nuoto con le sue bracciate ipnotiche diventa il motore simbolico dei cambiamenti in atto.
Pubblicato il 08.08.06

Un'indagine su come e dove costruire una seconda area di sosta a Powys.
A Welshpool esiste già un sito, ma dal consiglio comunale una ricerca individuerebbe una seconda area, di cui c'è bisogno, nella parte sud della contea,
Le autorità locali intendono provvedere con una sistemazione dignitosa, nel caso la ricerca mostrasse il fabbisogno di un'ulteriore area.
Nomadi e Viaggianti dovrebbero contribuire alle spese di mantenimento.
Emma Nuttall, del gruppo "Amici, Famiglie e Viaggianti", dice che la ricerca condotta dall'Università di Cardiff, mostra che ogni anno vengono spesi £ 18 milioni per combattere gli insediamenti non autorizzati.
Propone che i costi vengano suddivisi in un network degli insediamenti stabili di Nomadi e Viaggianti.
Campi autorizzati significa che Nomadi e Viaggianti paghino le tasse comunali
Emma Nuttall, Friends, Families and Travellers
"Molti Nomadi e Viaggianti vivono lontano dai campi autorizzati e questo significa che la più parte delle volte non hanno accesso all'elettricità, all'acqua e alle toilettes."
"Ma campi autorizzati significa che chi vi risiede paghi le tasse comunali, affitto, le bollette delle luce e dell'acqua come tutti."
Il consiglio comunale di Powys lavorerebbe di comune accordo con le autorità confinanti su questo progetto, indicando che però non esiste al momento una decisione su questo secondo sito.
"Attualmente, stiamo lavorando in previsione di una sistemazione di Nomadi e Viaggianti a Powys sud, valutando di quale sistemazione locale c'è bisogno" ha detto un portavoce.
Se la valutazione proverà che c'è bisogno di una sistemazione, allora il comune inizierà a trovare aree potenzialmente adatte ad un'area di sosta permanente a Powis sud.
La comunità di Nomadi e Viaggianti sarà "pienamente informata" e consultata, ha concluso.
Story from BBC NEWS: http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/2/hi/uk_news/wales/mid_/5245580.stm
Published: 2006/08/04 12:04:49 GMT
© BBC MMVI
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