Di Fabrizio (pubblicato @ 10:23:48 in Italia, visitato 2187 volte)
Per iniziare, il comunicato di Aven Amentza:
61° anniversario della Liberazione d’Italia
noi Rom e Sinti, italiani e immigrati, aspettiamo la democrazia
cioè la liberazione dalla guerra dell’oppressione e del pregiudizio
che già portò alle persecuzioni e stragi nazifasciste (ben oltre 600.000 morti)
e che oggi ci costringe a nascondere la nostra identità nazionale per poter vivere e lavorare in pace
se questo è un paese libero
lo deve alle lotte e al sacrificio di chi si è opposto alla dittatura fascista e all’occupazione nazista, che molti, interessati o confusi, cercano oggi di dimenticare, così come si cerca di cancellare la Storia, delle violenze e delle stragi, delle deportazioni, dei campi di concentramento e di sterminio.
In tutta Europa, dovunque si è organizzato un movimento di Resistenza, Rom e Sinti ne hanno fatto parte; spesso talmente numerosi da costituire intere formazioni, con propri comandanti (come in Jugoslavia, in Francia, in Slovacchia); spesso compiendo imprese e atti di valore personale e d’importanza storica; talvolta persino ottenendo il riconoscimento di una decorazione, in cambio d’una vita sacrificata.
Ma di ogni cosa positiva che viene dal nostro piccolo popolo pacifico (violenze, guerre, stragi, distruzioni le abbiamo solo subite, mai compiute) volutamente si perde notizia. I nostri grandi –uomini e donne- sono nascosti e dimenticati o ne viene taciuta l’appartenenza.
Rivendichiamo, così come facciamo per le centinaia di migliaia di nostri (e vostri!) fratelli, sterminati dagli oppressori, che queste persone stiano col loro nome nella schiera di coloro che hanno contribuito a liberare questo ed altri paesi e a porre le basi di una nuova Europa. Senza confini, proprio com’è nella nostra antica cultura. Ecco i nomi degli ignoti partigiani rom e sinti italiani:
il rom istrianoGiuseppe Levakovich, detto Tzigari, che militò nella Brigata “Osoppo”, in Friuli, agli ordini del comandante Lupo
Rubino Bonora, partigiano nella Divisione “Nannetti” in Friuli
Walter Catter, eroe partigiano, uno dei Martiri di Vicenza, fucilato l’11 novembre 1944
suo cuginoGiuseppe Catter, fucilato ventenne nell’Imperiese da brigatisti. Il suo distaccamento ne prese il nome. Decorato al valore.
il sinto piemonteseAmilcare Debar, l’unico ancora vivente, staffetta e poi partigiano combattente nella 48^ Bgt. Garibaldi “Dante Di Nanni”, comandata da Colajanni. Dopo la guerra fu rappresentante del suo popolo alle Nazioni Unite.
Il 25 Aprile è arrivato anche grazie a loro, ma per la loro gente non è arrivata la liberazione dal pregiudizio che, a causa di una profonda diversità culturale, ha segnato tutta la loro storia.
ROM E SINTI ASPETTANO IL LORO 25 APRILE
AVEN AMENTZA = VENITE CON NOI
Il tema dei Rom e Sinti non potrà non riguardare la nuova amministrazione: ESSA DOVRÀ DIALOGARE CON NOI. Sarà necessaria un’attenzione alle culture altre e alla volontà d’inserimento delle persone, che non sia continuamente penalizzata da una visione ostile e da ostacoli burocratici. La questione riguarda, a Milano, circa 3000 persone, metà delle quali cittadini italiani. Chiediamo di cessare gli sgomberi e di avviare il superamento della politica –solo italiana- dei campi: siamo ‘nomadi’ solo nel pregiudizio razzista degl’ignoranti.
ESSERE ROM E SINTI NON È UN DELITTO. SIAMO UOMINI E DONNE COME GLI ALTRI. LAVORIAMO, MA DOBBIAMO NASCONDERCI PER NON ESSERE LICENZIATI …PERCHÈ SIAMO ROM E SINTI.
Questo è il nostro 25 aprile nell’ Italia democratica?
In Italia Rom e Sinti sono circa 130.000, per metà cittadini italiani, sedentarizzati, o seminomadi per motivi di lavoro (giostre, circhi, piccolo commercio), o “nomadi” solo perché costretti dai continui sgomberi. Sono lo 0,2 per mille della popolazione: uno ogni mille abitanti. Il livello di scolarizzazione è bassissimo, la speranza di vita da Terzo Mondo, le occasioni d’inserimento poche. L’altra metà proviene dai paesi della Grande Jugoslavia e dalla Romania. Là e in altri paesi la loro condizione può essere anche diversa: vi sono ingegneri e domestiche, professori e giudici, artisti e vigili urbani, operai e impiegati, deputati ai parlamenti nazionali. Un gitano spagnolo è stato deputato al Parlamento europeo ed oggi vi sono due deputate ‘Zingare’ ungheresi.
L’Unione Europea è formata da 25 stati e una nazione: questa siamo noi.
L’ ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI –ONLUS
È nata due anni fa per combattere il pregiudizio, con l’incoraggiamento di CGIL Lombardia, Camera del Lavoro e Coop Lombardia. È un’associazione di Rom, Sinti e non rom (gagè).
La nostra impostazione: *avere voce come Rom e Sinti *difendere concretamente i nostri diritti, per poi consolidare anche l’esercizio dei doveri *usare l’associazione come percorso d’integrazione nell’esercizio della democrazia *difendere la legalità e la sicurezza di tutti.
Partecipiamo al progetto europeo di ricerca RomEco; in giugno siamo presenti alla Festa del quartiere in cui si trovano i campi di via Triboniano; abbiamo avviato una ricerca sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla Resistenza; stiamo costituendo una cooperativa di donne rom (Progetto Equal); nella sede ottenuta dalla Provincia di Milano costituiremo un centro di documentazione su Rom e Sinti. Ma l’iniziativa di gran lunga più ‘scandalosa’ cui abbiamo dato vita, grazie al sostegno attivo di Camera del Lavoro di Milano e FILLEA Cgil, è stata l’apertura (giugno 2005) d’uno sportello sindacale,tuttora attivo,nei campi di via Triboniano, per il controllo delle buste paga e delle situazioni lavorative di numerosi Rom, soprattutto romeni e bosniaci.
VENITE A LAVORARE CON NOI! Chi è interessato ai nostri progetti e al nostro modo d’agire, può contattarci al telefono sotto indicato o agli indirizzi meg.rossi@tin.it, cipes.lomb@fastwebnet.it.
Per i Rom, clandestini sono i diritti
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114
sede operativa: Provincia di Milano, via P. Pancrazi 10 – 20145 Milano. Tel. +39.(02).7740.4489 – fax 7740.4490
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n° 104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154
Stampato in proprio 25.4.2006
I Rom di Milano sfileranno al corteo di domani, in partenza alle 14.45 da Porta Venezia. Veniteci a salutare
(chi avesse altre segnalazioni da fare, può postarle nell'AGENDA)
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:52:42 in Europa, visitato 2102 volte)
A:
Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa
Assemblea Parlamentare Consiglio d'Europa
Parlamento Europeo
Comitato Integrazione Parlamento Danese
Il Primo Ministro Danese, durante una conferenza stampa di martedì 18 aprile, ha definitivamente rifiutato le accuse di violazione
della
Convenzione ONU sull'infanzia
Convenzione ONU sulla tortura
Convenzione ONU sui diritti economici, sociali e culturali
Dichiarazione ONU sui Diritti Umani
Convenzione UNESCO contro la discriminazione nell'istruzione
in relazione ai bambini rom rifugiati dal Kosovo, esclusi da una scuola degna
di questo nome e rinchiusi nei centri di Avnstrup e Sandhom.
Durante la Pasqua, membri della coalizione di governo hanno ripetutamente
richiesto condizioni migliori per i richiedenti asilo, tra cui c'è anche un
piccolo numero di Rom del Kosovo. Richieste rifiutate per le istruzioni del
Ministero degli Interni, che assicurano che il Kosovo è una nazione sicura e che
le richieste d'asilo dei Rom del Kosovo sono quindi "manifestamente infondate"
[...]
Questo significa, per esempio, che se una donna testimonia che gli uomini
della KLA (Armata di Liberazione del Kosovo) arrivarono alle 21.45 e suo marito
dice alle 22.15, durante gli interrogatori (condotti separatamente) dalle
autorità immigratorie danesi, la loro richiesta viene etichettata come
"incongruente".
Secondo "Romano" la
Danimarca viola apertamente le Convenzioni ONU sui Diritti dei Rifugiati, quella
sulla tortura e quella europea sui diritti umani, per come vengono gestite le
richieste di asilo politico dei Rom..
Il Primo Ministro non ha voluto commentare il Rapporto Finale del Consiglio
d'Europa sui Diritti Umani dei Rom - Sinti - Viaggianti, presentato il 15
febbraio da Alvaro Gil-Robles, Commissario per i Diritti Umani, prima che lo
stesso lasciasse l'incarico.
Il rapporto rimprovera alle nazioni europee di aver impostato politiche
d'asilo particolarmente restrittive, allo scopo preciso di stoppare la fuga dei
Rom dai Balcani dopo il 1999.
Sempre "Romano" ha anche espresso riprovazione perché Søren Krarup, membro
della Commissione Parlamentare per l'Integrazione e del Partito Popolare, ha
commentato con i suoi colleghi di partito le prassi adottate con i richiedenti
asilo, indicati come "trafficanti di minori". Prassi confermata anche durante il
dibattito su TV2 news "Go'Morgen Danmark" da Henriette Kjær, portavoce dei
conservatori e dal parlamentare liberale Eyvind Vesselbo. Krarup, che è ministro
della chiesa luterana
"Folkekirke", è dell'opinione che sono i genitori, che abuserebbero dei
figli, ad opporsi al ritorno in patria.
"Romano" risponde che sono le autorità ad abusare dei bambini, obbligandoli a
vivere in campi di ghettizzazione e senza adeguata istruzione scolastica per 4-6
e anche 8 anni. La scuola per loro praticamente non esiste, non comprende la
madrelingua, non da preparazione alla vita fuori dal campo e nessuna possibilità
di continuare gli studi.
"Romano" accusa il governo di discriminare usualmente i Rom, quali che siano
gli argomenti formali adoperati. Sfortunatamente questo non si limita ai soli
Rom richiedenti asilo.
L'abuso su minori è una violazione del Codice Penale Danese.
Un rapporto della polizia dello scorso 2 aprile, afferma che la prolungata
detenzione nei campi è inefficace nel convincere i rifugiati a far ritorno senza
terrore nel proprio paese d'origine. L'Ufficio Immigrazione è stato portato in
tribunale, per aver rimpatriato a forza un ragazzo richiedente asilo dall'Iran,
dove è stato torturato e da dove è nuovamente fuggito.
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