Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 19/09/2007
Da
Cittàpertutti
Comunicato stampa: Dopo i neofascisti di F.N. ora arrivano Borghezio e gli
incendiari di Opera
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer (consigliere regionale Prc- Se)
L’inverno scorso, nella città di Opera, alle porte di Milano, si consumò
qualcosa di inquietante. Un gruppo di cittadini inferociti per la presenza
temporanea di alcune famiglie rom e abilmente strumentalizzati da esponenti
leghisti e di estrema destra, prima diede fuoco alle tende della protezione
civile, poi sostenne un prolungato assedio al campo e, infine, riuscì ad averla
vinta. In altre parole, le istituzioni e la civiltà si arresero e i
professionisti dell’odio e della xenofobia incassarono in piena impunità una
vittoria politica senza precedenti.
Quanti segnalarono che quella vicenda non rappresentava una parentesi, ma
rischiava di trasformarsi concretamente in un modello da emulare, furono
accusati di allarmismo, se non apertamente derisi. Eppure, a distanza di soli
sei mesi, il seme nefasto del rogo di Opera sta dando i suoi frutti avvelenati,
a partire da quanto sta accadendo nella provincia pavese, in particolare a Pieve
Porto Morone. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco arrivare il suggello
formale: oggi il Comitato “Opera Sicura”, creatura dei settori più retrivi della
Lega, annuncia che venerdì prossimo scenderà a Pieve, portandosi il solito
razzista a tempo pieno, cioè Borghezio, evidentemente ansioso di recuperare
visibilità dopo il lancio del maiale-day ad opera di Calderoli.
Ormai i pochi rom rimasti a Pieve, tra cui molti bambini, sono diventati carne
da cannone nella feroce competizione tra i neofascisti e gli xenofobi della Lega
Nord. E così alcuni giorni dopo la parata delle teste rasate di Forza Nuova, la
Lega rilancia nel modo peggiore. La sindaca-sceriffo di Pavia può essere propria
fiera del suo operato!
Noi crediamo fermamente che la misura sia definitivamente colma e che non possa
essere tollerata una seconda Opera. E non è una questione che riguarda soltanto
la sinistra o qualche “sociologo d’accatto”. No, riguarda in primis le
istituzioni e la tenuta del tessuto democratico.
Ecco perché chiediamo ai responsabili istituzionali, a tutti i livelli, di
mettere finalmente un freno e porre fine alla tolleranza. Un discorso è l’incazzatura
di cittadini, anche se sfociata in un’isteria reazionaria, altro è quello della
crescente attività organizzata di neofascisti e razzisti.
Ai cittadini democratici e antifascisti lombardi chiediamo di fare la loro parte
e di partecipare alla mobilitazione che le associazioni di Pavia stanno
preparando per il 29 settembre.
Milano, 19 settembre 2007

Si possono trovare scritte contro i Turchi e contro i Rom sui muri di Sofia, come dappertutto nei Balcani. Ma in Bulgaria gli slogan sono transitati ad un livello superiore ed appaiono sulle fiancate delle macchine.
Come i suoi vicini balcanici, la Bulgaria ha una significativa popolazione di minoranza, inclusa l'etnia Turca (circa il 10% della popolazione) e Rom (forse oltre l'8%). L'etnia Turca ha creato un potente partito, il Movimento per i Diritti e la Libertà, che è presente nella coalizione di governo e conta ministri in posizioni chiave. Il suo successo ha generato risentimento nella maggioranza della popolazione. I Rom [...]non hanno virtualmente partito e soffrono discriminazioni a tutti i livelli della società, in Bulgaria come negli altri stati europei.
Nel 2005, gli slogan dipinti sui muri si evolserono in un nuovo partito politico, Ataka. Fondato da Volen Siderov, proprietario di una stazione TV, sull'onda del successo di Silvio Berlusconi in Italia, Ataka ha capitalizzato i sentimenti anti-governativi, la percezione pubblica di corruzione attorno al partito dell'etnia Turca, e un profondo sentimento di razzismo. Il mantra della sua campagna elettorale fu il piuttosto scontato "La Bulgaria ai Bulgari" (non è chiaro se qualcuno recentemente abbia fatto un'offerta in questo senso). Secondo una ricerca del Comitato di Helsinki in Bulgaria, le attitudini negative verso le minoranze etniche sono gradualmente ma significativamente scese dal 1992 al 1997. Alla domanda se si potesse appoggiare un valido candidato Rom, per esempio, l'82% delle risposte erano no nel 1992,ma soltanto il 66% nel 1997. Nel 2005 col sorgere di Ataka, la percentuale di no risalì al 76%.
Ataka ha ottenuto l'8% dei voti nelle elezioni del 2005. Alcuni sondaggi hanno mostrato che la sua popolarità è precipitosamente cresciuta sino al 14%, in occasione delle elezioni per il Parlamento Europeo del 2007. I rappresentanti di Ataka nel Parlamento Europeo hanno formato una coalizione chiamata Identità Tradizione e Sovranità, assieme a partiti come il Fronte Nazionale Francese, i neo-fascisti Italiani, e lo xenofobo Partito Liberale Austriaco. Una coalizione multinazionale di xenofobi può sembrare una contraddizione in termini, ma il progetto europeo di integrazione ha generato una strana prole.
Per quanto il razzismo permei le attitudini e le istituzioni bulgare, Ataka non ha portato ad una significativa crescita della violenza, e non ha trasformato il panorama politico del paese. Effettivamente, sembra come se Ataka si sia trasformata. Con il supporto stagnante e forse declinante, il partito cerca aiuto nei collegi elettorali da opporre alla coalizione governativa che include realisti, ex-comunisti e pro turchi.. Questo potrebbe spiegare l'apparizione nella stazione TV di Ataka di temi legati alla comunità Rom. John Feffer is the co-director of Foreign Policy In Focus at the Institute for Policy Studies
Fotografie del 19/09/2007
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