Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 06/11/2006
Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Associazione Sucar Drom e dell'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Vicenza, redatto dopo la polemica nazionale scoppiata per la realizzazione di un fossato anti-sinti a Schio in Provincia di Vicenza. Al comunicato si associa la Sezione di Mantova dell'Opera Nomadi.

Nelle ultime settimane il Comune di Schio ha subito un’esposizione mediatica nazionale, dopo la realizzazione di un fossato in via Lago di Misurina per impedire l’accesso in un terreno alle famiglie appartenenti alle Minoranze Nazionali ed Europee dei Sinti e dei Rom.
Le nostre organizzazioni si sono trovate ancora una volta di fronte ad un atto che lascia nelle nostre menti diversi punti interrogativi. Ovviamente non possiamo che dissociarci dall’idea che per risolvere problemi o incomprensioni si debba ricorrere a misure così discriminatorie.
Siamo consapevoli che il terreno in questione doveva essere liberato perchè in vendita e quindi era prevedibile l’allontanamento, ma non è stata offerta nessuna alternativa alle famiglie dei Sinti in questione. Quello che ci chiediamo è: perché scavare una fossato? Non si potevano informare le famiglie interessate che non avrebbero più potuto sostare in quel terreno?
Alcuni cittadini, residenti a Schio, hanno dichiarato agli organi di stampa che la situazione era diventata insostenibile: troppe carovane. Di certo insostenibile è essere Cittadini Italiani ma non avere un luogo dove vivere, non riuscire ad ottenere l'iscrizione anagrafica e la carta d’identità e, di conseguenza, non poter accedere all'assistenza sanitaria se non per le emergenze, al sostegno e alla regolarizzazione lavorativa, o godere dei diritti costituzionali di base, quali il diritto di voto.
In alcuni momenti può esserci molta confusione e può succedere che la situazione sfugga al controllo e che vengano adottate iniziative basate sulla fretta e sull'emotività.
Ribadiamo comunque che il Comune di Schio ha sempre dimostrato la volontà di costruire percorsi di interazione con le Minoranze Sinte e Rom e che, negli ultimi due anni, ha supportato le nostre iniziative, facendosi carico in Prefettura di sensibilizzare quelle Amministrazioni Comunali che in questi anni hanno invece praticato una politica di esclusione ed espulsione, come nel caso di Piovene Rocchette.
Nel dibattito accesisi in questi giorni traspare, ancora una volta, la mancanza di conoscenza della realtà vissuta dalle famiglie Sinte e Rom e questo non permette di risolvere le diverse problematiche, partendo dalla individuazione di luoghi dove poter sostare o resi idonei alla sosta. Siamo convinti che la questione vada discussa tra tutte le Amministrazioni Comunali interessate alla residenza, sosta e transito delle famiglie Sinte e Rom: lo spiacevole episodio del fossato di Schio può essere utile per interrogarci seriamente su queste problematiche. Esse coinvolgono non solo il territorio scledense ma buona parte dell'alto vicentino, come pure Vicenza e i comuni contermini, in forma permanente e non di semplice emergenza.
Per questo abbiamo proposto al Prefetto e all'Amministrazione Provinciale la realizzazione di un progetto di mappatura dei bisogni, denominato “Pringiarasmi” ("Conosciamoci", in lingua Sinta), attraverso il quale comprendere la realtà territoriale e cominciare a elaborare soluzioni condivise tra Istituzioni e Comunità Sinte e Rom presenti da decenni sul territorio.
Chiediamo un incontro con il Sindaco di Schio e con i referenti dei diversi Uffici Comunali interessati, in primis i Servizi Sociali, per rielaborare quanto successo e non disperdere il lavoro svolto insieme da un anno a questa parte.
per l’Associazione Sucar Drom Fabio Dalla Vecchia, Davide Casadio e Teresa Braidich
per l'Ente Morale "Opera Nomadi di Vicenza" Nereo Turati, Benito Bernardoni e Lorenzo Cavazza
In foto Teresa Braidich lungo il fossato anti-sinti
Anka Demirova è la nuova direttrice nell'Ufficio per lo Sviluppo e l'Avanzamento dell'Educazione per i Linguaggi delle Minoranze, branca del Ministero per l'Istruzione. E' la prima posizione direttiva per la comunità Rom, [...] frutto di una grande attività e della partecipazione dei Rom a livello politico, come pure delle nuove leggi che hanno diretta influenza sulla vita socio economica dei cittadini.
La Direzione per lo sviluppo, in questa decade, sta fornendo pieno appoggio al tema dell'educazione dei Rom in Macedonia. L'Agenzia nel periodo a seguire si concentrerà sui problemi attuali della scolarizzazione delle minoranze etniche in Macedonia,come pure sulla motivazione della comunità Rom verso la scolarizzazione.
Anka Demirova è laureata in legge, ed è originaria di Delcevo. Ha lavorato attivamente nel campo dell'aiuto legale alla popolazione Rom, ed una delle prime educatrici sulle tematiche femminili in Macedonia. Testimoniano la sua esperienza le numerose conferenze internazionali e seminari a cui ha preso parte.
http://www.nationalromacentrum.org


2 novembre 2006 - 13.59 I nomadi in Svizzera sempre più allo stretto
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I difensori degli zingari chiedono un piano d'azione contro la discriminazione dei nomadi. Secondo loro, la situazione è peggiorata e il recente rapporto pubblicato dal governo propone misure insufficienti. |
l problema più acuto, rileva la Commissione federale contro il razzismo, riguarda lo stazionamento dei nomadi. Mancano in effetti decine di aree di transito e di sosta.
"Nel nostro paese i nomadi con e senza cittadinanza svizzera subiscono discriminazioni. La Costituzione svizzera e il diritto internazionale sanciscono l'obbligo di non discriminazione; eppure negli ultimi anni il problema dello stazionamento dei nomadi si è leggermente acuito."
Lo sostengono la Commissione federale contro il razzismo (CFR) e la fondazione "Un futuro per i nomadi svizzeri", che giovedì hanno chiesto un'azione determinata per eliminare le discriminazioni nei confronti dei gitani.
Il problema principale resta la mancanza di aree d'accoglienza, hanno sottolineato le due organizzazioni.
Proposte insufficienti In un rapporto presentato a metà ottobre, lo stesso governo svizzero ha del resto riconosciuto che la rete attuale è insufficiente. Oggi esistono 12 aree di sosta e 44 di transito. Per rispondere ai bisogni dei nomadi svizzeri bisognerebbe creare altre 29 aree di sosta e 38 di transito. Inoltre, sarebbero necessarie ancora una decina di grandi aree di transito per gli zingari stranieri. Il Consiglio federale non ha però ritenuto necessario modificare la legge sulla pianificazione del territorio, stimando che quella attuale offre già possibilità sufficienti per creare aree di sosta, e ha rinunciato a stanziare mezzi finanziari supplementari. Le proposte presentate nel rapporto per migliorare la situazione non sono soddisfacenti, hanno deplorato la fondazione e la CFR. Il Tribunale federale ha sancito che i cantoni devono mettere a disposizione un numero sufficiente di aree per i nomadi, ma nella realtà ciò non avviene.
Volontà politica I motivi sono la mancanza di coraggio e di volontà politica a livello comunale, cantonale e federale, la penuria di incentivi politici e finaziari e i pregiudizi della popolazione, sostengono le due organizzazioni. "In Svizzera abbiamo il diritto di viaggiare, ma non di fermarci", ha riassunto il rappresentante dei nomadi svizzeri May Bittel. Per correggere il tiro in maniera "sistematica e sostenibile", la fondazione e la CFR chiedono al Consiglio federale di elaborare insieme alla Conferenza dei governi cantonali e alla Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell'ambiente un piano d'azione. Mettere a disposizione i terreni dell'esercito – nei prossimi anni ne saranno venduti circa 10'000 – può essere una prima risposta, ha indicato il presidente della fondazione Werner Niederer. Sul lungo termine, però, anche i cantoni devono prendere delle iniziative, ha aggiunto.
Incentivi finanziari Un'altra rivendicazione è che i nomadi possano installarsi legalmente per qualche giorno in ogni comune, anche al di fuori delle aree ufficiali. Le autorità devono rinunciare ad intervenire contro le persone che si stabiliscono su suolo privato quando il proprietario è d'accordo. Per rendere possibile la creazione di aree adeguate, la Confederazione deve inoltre creare un sistema d'incentivi finanziari. Senza un sostegno federale, l'operazione rimarrà di competenza dei cantoni e dei comuni, "con i risultati poco concludenti che sappiamo", ha osservato ancora Niederer. La fondazione e la CFR sperano che la situazione migliori nettamente nei prossimi cinque anni. In caso contrario bisognerà trovare una soluzione vincolante a livello federale, ossia una legge che obblighi a procedere ai cambiamenti necessari entro un termine stabilito. Dei miglioramenti si impongono, poiché le condizioni di vita precarie di questa minoranza sono contrarie al diritto svizzero e internazionale, ha dal canto suo ricordato il presidente della CFR Georg Kreis. swissinfo e agenzie
Fotografie del 06/11/2006
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