Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/11/2006
Di Fabrizio (pubblicato @ 18:47:44 in sport, visitato 1886 volte)
COPPA DELLA PACE Domenica 05 NOVEMBRE 2006 Torneo di Calcio Femminile A 5 Per L’integrazione dei popoli A. S. C. Nuova MultiEtnica
Milano – via Argonne ( Campo Comunale ) BUS 93-54 Il programma Girone A 1. Pioltello (Nuova MultiEtnica) 2. Milano (Nuova MultiEtnica) 3. Brasile (Nuova MultiEtnica) Ogni partita durerà: 10 min. e 5 min. di pausa.
ore 16.00 |
Milano (N. M.) |
Brasile (N.M.) |
ore 16.15 |
Pioltello (N.M) |
Brasile (N.M.) |
ore 16.30 |
Milano (N. M.) |
Pioltello (N.M) |
ore 16.45 |
Brasile (N.M.) |
Milano (N. M.) |
ore 17.00 |
Brasile (N.M.) |
Pioltello (N.M) |
ore 17.15 |
Pioltello (N.M) |
Milano (N. M.) |
Ore 17.30 Consegna delle coppe per le squadre
Bogdan Kwappik (Presidente) - 3478638372 Karin ( Risposabile Calcio Feminile) - 3475030050 Ciro ( Dirigente ) - 3401630332 Nico ( Dirigente ) - 3291872594 Email: Bogdan@nuovamultietnica.org www.nuovamultietnica.org Via Bellezza 16/a – Milano Tel/fax: 02 58302112
Da
l'Espresso - Trentino
«Sulle microaree serve maggior convinzione: c’è un progetto pronto da un
anno e mezzo»
«Coi nomadi la repressione non porta a nulla»
Chiara Zomer
Nucleo speciale dei vigili urbani: critico Magagni, operatore al campo
dei Lavini
ROVERETO. «Con la repressione non si ottiene nulla. E l’esperienza di questi
vent’anni dovrebbe avercelo insegnato: non è un caso se ora il problema del
campo ci è scoppiato in mano». Gianluca Magagni, volontario di Aizo nonché
operatore al campo nomadi dei Lavini, non approva il progetto
dell’amministrazione di istituire un nucleo speciale di polizia municipale
specializzato nella repressione dei campeggi abusivi. L’amministrazione -
osserva - meglio farebbe a pensare a soluzioni strutturali. Magari cominciando
da quelle microaree allo studio da due anni.
L’obiettivo finale sembra essere quello. Sia l’assessore Giovanni Spagnolli sia
il sindaco Guglielmo Valduga l’hanno detto più volte: eliminare il campo dei
Lavini e puntare sulle micro aree. Campi cioè dati alle diverse famiglie di
Sinti perché ci vivano secondo usanze e tradizioni della loro cultura.
Ma se l’obiettivo sembra chiaro, ad esserlo meno sono i tempi e i modi. Perché
la giunta ha l’aria di volerci andare con i piedi di piombo - comprensibile: è
anche una questione di consenso popolare - ma intanto gli zingari aspettano. Ed
escono sempre più spesso dal campo: «Come Aizo abbiamo consegnato alla Provincia
il progetto sulle micoraree un anno e mezzo fa, in tempo perché non si arrivasse
all’attuale stato di emergenza - spiega Magagni - ma ora è necessaria un’azione
più incisiva. Ed è possibile: in altre realtà le microaree esistono da 18 anni.
Nella zona di Modena, per esempio, funzionano bene. Ma prima di tutto dobbiamo
fermarci un attimo e chiederci quali sono i frutti di 20 anni di legge sugli
zingari. Con il Comune abbiamo avviato un tavolo di lavoro. Ci auguriamo possa
portare a qualcosa in tempi più ragionevoli rispetto a quelli della Provincia».
Rimangono, è ovvio, i problemi legati all’integrazione. Distribuire i Sinti sul
territorio vuol dire metterli a contatti con la popolazione. E non è detto
vengano accolti a braccia aperte: «Dipende. Il progetto casa ha funzionato bene
- continua Magagni - Le difficoltà erano legate alla mentalità dei nomadi, che
vanno seguiti nel pagamento delle utenze, per esempio, che non appartiene alla
loro cultura. Ma non ci sono stati contrasti con il vicinato. Certo, c’è una
fatica nel progresso, che pesa su entrambe le popolazioni. Ma non è detto che i
Sinti debbano vivere tutti in città. Perché non coinvolgere i diversi comuni
della Vallagarina? L’integrazione in un piccolo centro può essere anche
facilitata dal controllo sociale che, a differenza delle città, c’è nei paesi».
Quel che è certo, secondo Magagni, è che il campo non può più essere considerato
un’opzione: «E’ una realtà dove è impossibile una crescita e dove è più facile
che nascano devianza e disagio. Queste sono persone che, dopo le medie, vivono
solo tra loro, con problemi di analfabetismo di ritorno gravi. E’ un luogo dove
li abbiamo costretti noi a vivere, non è una loro scelta, benché l’Unione
Europea
abbia più volte bacchettato l’Italia invitandola a dare a questa gente dignità
abitativa».
(02 novembre 2006)
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:58:04 in casa, visitato 2480 volte)
TULCEA (vedi
precedente ndr) - Incaricati comunale hanno iniziato il 24 ottobre la
messa in opera di case modulari per dare riparo a sette famiglie di etnia
Rom, durante la stagione fredda. Secondo il sindaco Constantin Hogea, il
Ministro per gli Interni ha approvato il piano di assegnare inizialmente le case
a quel gruppo di sette famiglie che hanno patito le inondazioni primaverile nel
villaggio di Ostrov, vicino a Tulcea, dopo che si erano ricostruite la loro casa
su un terreno abusivo.
[...]. Le famiglie sonocomunque insoddisfatte per la loro marginalizzazione,
dato che il blocco di case modulari sarà collocato all'estrema periferia della
città.
Inoltre, i ,membri di una famiglia Rom, che vive accanto a dove sorgerà il
nuovo blocco, hanno espresso insoddisfazione sui loro nuovi vicini, che a detta
loro ruberebebro i loro averi.
Dall'inizio del mese scorso sono 17 le famiglie (circa 150 persone ndr)
che vivono attorno a Tulcea e sono state sgomberate, in attesa di nuova
sistemazione. Altre sete famiglie sono rimaste in zona senza un posto per
vivere. A loro la Croce Rossa ha offerto tende, letti e prodotti
igienico-sanitari.
Fotografie del 03/11/2006
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