Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 12/09/2005
segnalazione di: Tommaso Vitale
Casa, lavoro, sanità, istruzione, sicurezza: diritti mancati per 3 milioni di europei appartenenti alle minoranze Rom, Sinti, Karakhané, Daxikhané, Manus, Gitani, Gypsies, Rudari, Travellers. L'analisi del Commissario Ue Gil-Robles
ROMA - Minoranza pan-europea, l'eterogeneo gruppo dei cosiddetti zingari, comprendente Rom, Sinti, Karakhané, Daxikhané, Manus, Gitani, Gypsies, Rudari, Travellers conta oggi circa 3milioni di persone nei Paesi europei, nomadi e, in misura maggiore, sedentari. La loro storia e la loro cultura è parte integrante della storia e della cultura dell'Europa, dal momento che la loro presenza nel continente è testimoniata sin dal 1100. Tuttavia queste popolazioni sono sempre state oggetto di discriminazioni, isolamento, ghettizzazione e violenze razziste, culminate nei 500.000 morti nei campi di concentramento nazisti. Ancora oggi queste minoranze sono tutt'altro che integrate nel tessuto sociale, economico, culturale e politico dell'Europa. In un "Rapporto preliminare sulla situazione dei diritti umani di Rom, Sinti e Nomadi in Europa", pubblicato il 4 maggio 2005, il Commissario Europeo per i diritti umani Alvaro Gil-Robles traccia un panorama delle violazioni dei diritti umani delle su indicate minoranze, che chiama rom, consapevole della semplificazione linguistica. "Trovo inaccettabile che in un continente così prospero le risorse siano talmente mal distribuite che esistano ancora forme di tanto estrema povertà", ha commentato riferendosi alle "gravi" condizioni di molte comunità rom in Europa. Cinque i diritti che per Gil-Robles continuano ad essere violati in molti Paesi europei: diritto alla casa, al lavoro, alla salute, all'istruzione, alla sicurezza. Sul fronte abitativo il Rapporto denuncia le condizioni di molte comunità rom: case insalubri, isolate dai servizi e ghettizzate dalla città. "Vivere in una zona segregata - sottolinea Gil-Roberts - diminuisce significativamente le possibilità di prendere parte all'attività economica, sociale e politica della società", a partire dall'accesso all'istruzione, al mercato del lavoro e alle cure mediche. La situazione sanitaria delle minoranze rom è preoccupante, i tassi di mortalità infantile toccano in Bulgaria il 280‰ contro il 40‰ del resto della popolazione. Povertà, burocrazia e discriminazione escludono una parte consistente dei rom dai servizi sanitari in molti Paesi europei. Pesanti accuse sono state rivolte al Governo slovacco dal Commissario: dagli anni '90 ad oggi sono state operate nel Paese diverse sterilizzazioni, senza informato consenso, ai danni di donne e ragazze di origine rom. Le prime denunce risalgono agli anni Novanta, ma il governo non è mai intervenuto per perseguire i responsabili di questi crimini. "Inaccettabilmente alto" ed in continua crescita il tasso di non scolarizzazione tra i bambini Rom. Quando accettati nelle scuole, sono inseriti in classi speciali, isolati dal resto degli alunni, e con programmi ridotti. Ma basta la mancanza di un documento d'identità come pretesto per escluderli dall'iscrizione. Contrari alla loro integrazione i genitori dei bambini non-rom. Aumentati negli ultimi dieci anni in Europa gli episodi di violenze razziste contro i Rom, in un diffuso clima di impunità, alimentato da media e autorità. Il caso di un rom bulgaro ucciso mentre era in custodia della polizia è finito davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo che ha stabilito:"bisogna distinguere tra l'uso eccessivo della forza e le uccisioni razziste". In Belgio il primo caso di asilo politico concesso ai familiari di una donna di origine rom rimasta uccisa in Slovacchia dopo un'aggressione di skinheads. Affinché le discriminazioni contro i rom in ogni ambito non appaia più tollerabile, ma sia percepita dal resto della popolazione come illegale, Gil-Robles si augura che il necessario cambiamento di mentalità sia preceduto da un cambiamento a livello legislativo, che sancisca leggi contro le discriminazioni razziste. In questo senso vale la pena ricordare la raccomandazione n°7 del 13 dicembre 2002 adottata dalla "Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza", che invita gli Stati membri a legiferare contro le forme dirette e indirette di discriminazione e razzismo, nonché la risoluzione 28/04/05 del Parlamento Europeo sulla situazione dei Rom in Europa. (Gabriele Del Grande)
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Di Fabrizio (pubblicato @ 19:36:55 in casa, visitato 2630 volte)
In questi giorni non ho scritto niente sul referendum
a Rho sul campo nomadi, perché non conoscevo nessuno in loco che potesse
raccontare qualcosa di più di quello che tutti potevamo sapere dai giornali.
Ho scoperto in ritardo questa persona, seguendo una interessante
discussione su ONEMOREBLOG.
Ne approfitto per riportare anche qui alcune riflessioni:
Al referendum ha partecipato il 40% degli aventi diritto, che per il 90%
hanno votato contro la rilocazione del campo nomadi. Il risultato insomma
ricalca gli esiti dei referendum di giugno scorso e conferma come l'attuale
quorum del 50% è un grande limite all'uso del referendum come strumento di
democrazia diretta. Però, come accade spesso quando non si capisce chi ha
vinto, il risultato non scontenta nessuno:
Alle scorse elezioni comunali il centrosinistra vinse a Rho con un programma
che prevedeva anche la risistemazione del campo (abusivo) dove i Rom risiedono
da decenni. Il referendum proposto dalla Lega, senza l'appoggio delle altre
forze del centrodestra, aveva il valore di rivalsa politica, e scontava una
serie di limiti, tanto pratici che politici.
Prima di tutto nella sua formulazione: non era (come poteva sembrare) un
referendum pro o contro i nomadi, perché avrebbe violato la legge
Mancino. Leggo sulla Padania
Online:
SE VINCE IL Sì
La variante urbanistica per l’area di via Sesia su cui dovrebbe sorgere il centro di integrazione per i Rom resta deliberativa. Parte l’iter del progetto, che durerà almeno un anno. Poi inizieranno i lavori. Lo stesso accade nel caso in cui non venga raggiunto il quorum.
SE VINCE IL NO
La variante urbanistica decade, con effetto immediato. La delibera dovrà passare poi in consiglio comunale, per la presa d’atto.
Quindi l'alternativa reale era tra risistemare i Rom in maniera più
dignitosa (come proposto dalla maggioranza) o tenerli in un'area degradata,
nella speranza che in Consiglio comunale passasse il voto (minoritario) di sgomberare
l'area. Da tenere anche conto che la maggioranza non era vincolata al risultato
referendario. Insomma, dal punto di vista tecnico e politico, un'operazione
veramente macchinosa.
A parte le motivazioni politiche, secondo me la Lega ha perso per una
questione più pratica. Se i Rom di Rho fossero stati cacciati da dove risiedono
da tempo, senza avere un altro posto dove andare, credete che:
- sarebbero tornati in India?
- avrebbero girovagato nei dintorni in cerca di un altra area dove
accamparsi?
Cosa avranno pensato gli elettori leghisti che abitano distanti
dall'insediamento attuale? Che l'ennesimo sgombero rischiava di portare quei
Rom, nomadi per necessità, proprio sotto casa loro.
E come avranno reagito i leghisti dei comuni limitrofi, al rischio di vedere
arrivare le solite carovane di sfollati?
Ho adoperato apposta il termine sfollati invece che di nomadi. Quindici anni
di maggioranze di centrodestra a Milano e in Provincia, con i continui sgomberi
senza trovare soluzioni rispettose della persona, non hanno affatto diminuito la
presenza di Rom sfollati nel Nord Ovest del milanese, hanno solamente aumentato
la loro mobilità forzata. La recente vicenda di via Capo
Rizzuto, dimostra che anche la legge più rigida, come è la Bossi-Fini, non
permette l'espulsione dello straniero con i documenti in regola, al limite
concede lo sfizio alle Forze dell'Ordine di accanirsi sulle sue misere
proprietà. C'è voluto un cambio di maggioranza in Provincia, per iniziare ad
affrontare il problema a livello di area metropolitana.
Affrontare la questione con i referendum comunali, a questo punto, significa
solo mettere i cittadini uno contro l'altro, e tutti contro i Rom e i Sinti. Che
poi questo succeda tanto nei comuni a maggioranza di destra o sinistra, non
cambia niente.
PROTOCOLLO D'INTESA PER LA TUTELA DEI MINORI SINTI, ROM E CAMMINANTI
TRA
MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA DIREZIONE GENERALE PER LO STUDENTE
E
ENTE MORALE OPERA NOMADI
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1970, n. 347, che riconosce come Ente Morale l’Opera Nomadi;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 6 n [...]
Da: Stop Deportations
Cari amici
Sinora abbiamo raccolto oltre 60 adesioni di organizzazioni e 600 di singoli
cittadini, nel nostro appello
contro la deportazione di Rom, Askali ed Egizi in Kossovo e per la loro
inclusione nei colloqui sullo status della regione. Siamo particolarmente lieti
di annunciare che hanno aderito in blocco tutte le aderenti al Romani Women Network,
e che contiamo sull'adesione di TERF e IRU.
Purtroppo, sono andate perdute alcune delle vostre firme, e vi chiediamo di
controllare se nell'elenco figura la vostra
adesione, nel caso vi invitiamo a firmare nuovamente e a far conoscere il
nostro appello ad altre organizzazioni e privati cittadini.
Anche se i processi di rimpatrio sono attualmente fermi, e secondo l'UNMIK
solo qualche centinaia è stato rimpatriato a forza, questo non significa che il
loro futuro non sia più a rischio. Al contrario, le autorità continuano con le
pressioni verso i richiedenti asilo dal Kossovo perché
"volontariamente" tornino nella provincia amministrata dall'ONU.
La situazione in tensione in Kossovo è dimostrata dall'aumentata presenza di
forze militari internazionali e dalla uccisione di due giovani Serbi a Strpci
nella sera dello scorso 27 agosto. Non esiste praticamente libertà di movimento
per chi fa parte di una minoranza etnica. L'accesso alle scuole, ai servizi
sociali e ai trattamenti medici avviene a rischio costante dell'incolumità
personale. Scarse le possibilità di alloggio. La maggior parte delle case dei
Rom sono state distrutte e mai ricostruite. Inoltre ogni iniziativa di rimpatrio
su larga scala, causerebbe nuovi spostamenti nella popolazione locale.
In questi mesi si è conclusa la visita di Kai Eide, Ispettore dell'ONU. A
breve sarà pubblicato il suo rapporto. Kai Eide si è mostrato critico
soprattutto sulla situazione delle minoranze. L'impressione è che la
"comunità internazionale" voglia concedere solo "un'indipendenza
condizionata", e questo non incontra le aspettative della maggioranza
albanese.
Come promotori della petizione, abbiamo concordato di renderla pubblica in
concomitanza della presentazione del rapporto dell'Ispettore dell'ONU. Nel
contempo, insistiamo nel richiedere la sospensione dei rimpatri di Rom, Askali,
Egizi ed altre minoranze, che devono essere coinvolti nei negoziati del futuro
del Kossovo.
Invitiamo nuovamente a firmare la petizione e a farla conoscere ai vostri
contatti. Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto entro questo mese.
Asmet Elezovski
Karin Waringo
Una premessa necessaria. Quella che segue potrebbe essere giudicata a
prima vista una "non notizia" o peggio, un modo per stornare fondi e
risorse comuni con la "solita" scusa del rispetto dei diritti delle
minoranze.
Chi legge queste cronache, almeno dai tempi di Pirori, saprà che
nell'Europa Orientale (in particolare Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria,
Romania) è politica comune "confinare" i bambini rom, soprattutto nei
paesi medio/piccoli, nelle cosiddette "scuole per ritardati mentali".
Uno scandalo, almeno seconda la nostra mentalità, che in determinate regioni
coinvolge sino all'80% della popolazione scolastica rom.
Aggiungerei un'ultima considerazione: spesso quando ci si riferisce al
razzismo, si equivoca sulla sua natura, pensando che sia una forma di pensiero o
di azioni dettate dall'ignoranza e dalla mancanza di cultura. O anche, si cerca
di giustificare il fenomeno come sottoprodotto dell'ideologia della destra.
Eppure questo razzismo, non solo è profondamente radicato in quelle
società (la segregazione scolastica si è imposta già al tempo del comunismo
reale), ma nasce in ambienti colti e istruiti, nei provveditorati o nei
ministeri. Soprattutto, non è (purtroppo) un fenomeno residuale o del passato,
chi avesse ancora dubbi, può rileggersi cosa diceva poco più di un anno fa, l'ambasciatore
EU in Slovacchia.
Da: Beata Olahova su http://groups.yahoo.com/group/Slovak_Roma_News
Con settembre 2005, gli studenti Rom del comune di Trnava che sinora sono
stati ammessi nelle scuole per ritardati mentali, avranno la possibilità
di accedere ad alcune scuole pubbliche.
L'iniziativa è stato fortemente sponsorizzata dalla Lega dei Giuristi per i
Diritti Umani, e riguarderà circa 90 studenti tra i 6 e i 16 anni, che
accederanno alle scuole pubbliche di Limbova e Gorky. L'integrazione avviene col
consenso dei loro genitori o tutori legali.
Il progetto prevede anche la frequenza a lezioni supplementari, e servizi
gratuiti come mensa, fornitura di materiale scolastico e scuola bus. In classe
l'insegnante di ruolo sarà affiancato da assistenti assunti per lo scopo di
seguire l'affrancamento scolastico e di tenere i rapporti con i genitori.
Ciò è stata reso possibile dalla piena adesione del Ministero
dell'Istruzione e dall'appoggio del consiglio comunale di Trnava. Il Ministero
ha anche fornito il supporto finanziario al progetto, tramite i Fondi Sociali
Europei. In futuro è possibile che l'iniziativa venga allargata ad altre scuole
pubbliche cdittadine e della regione.
Columbus Igboanusi, PhD
-
Director League of Human Rights Advocates
Nota: Trnava si trova nella Slovacchia Occidentale, 45 Km. NE da Bratislava,
lungo il fiume Trnávka sulla linea direttrice di traffico Bratislava-Žilina.
E' capoluogo distrettuale. Nel suo centro storico sono diverse le chiese
cattoliche, tanto da essere conosciuta anche come la "Roma della
Slovacchia"
Fotografie del 12/09/2005
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