Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 14/04/2008 @ 09:26:27, in Europa, visitato 1804 volte)
Da
Roma_exYugoslavia
Circa metà dei Rom in Serbia vive in estrema povertà, mentre il 60% non ha
accesso all'istruzione [...]. Mancanza di politiche statali e discriminazione
sono menzionati come i più grandi problemi affrontati dai Rom di Serbia, secondo
il Centro d'Informazione Rom di Belgrado.
In Serbia, il 60% dei Rom sono disoccupati e molti vivono in insediamenti
illegali, uno di questi è la Città di Carbone alla periferia di Belgrado.
Dice Rosalija Ilic, direttore esecutivo del Centro: "Lo stato guarda a noi
come persone costantemente in cerca di aiuto. Invece, dovrebbero vederci come
cittadini attivi che lavoreranno e guadagneranno e saranno socialmente
responsabili come il resto delle persone."
La ricerca è stata pubblicata martedì scorso, in concomitanza del Giorno
Internazionale dei Rom.
Il 2008 è il terzo anno dell'iniziativa bandita dall'Unione Europea, il
Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, lanciato per integrare i Rom nelle
società dove vivono.
La Serbia ha garantito ai Rom il diritto di creare la propria politica
culturale, ma secondo Osman Balic, direttore del Centro YURom, lo stato non ha
definito la propria politica culturale a tutti i livelli amministrativi.
Ha poi sottolineato l'importanza della mancanza di una politica verso i Rom.
Il censimento del 2002 mostra che vivono in Serbia circa 108.000, mentre le
statistiche dell'UNICEF stimano tra i 400.000 e i 700.000 Rom risiedono nel
paese.
La discrepanza potrebbe dipendere dalla riluttanza dei Rom di dichiararsi
tali, a causa della discriminazione e persino degli attacchi fisici degli
skinheads e degli altri gruppi razzisti.
La Giornata Internazionale dei Rom è un giorno in celebrare la cultura Rom e
far crescere la coscienza sulle tematiche che li riguardano.
Il giorno fu ufficialmente dichiarato nel 1990 a Serock, Polonia, durante il
quarto Congresso Mondiale dei Rom dell'Unione Internazionale dei Rom (IRU) in
onore del primo incontro internazionale tenutosi dal 7 al 12 aprile 1971 a
Chelsfield, vicino Londra.
BalkanInsight. com
Da
YLE
La minoranza finlandese rom sta osservando molto attentamente
l'influsso dei mendicanti romeni nelle città finladesi.. Sperano che la UE li
aiuti a migliorare l'assistenza ai mendicanti rom nel loro paese.
Il presidente del Forum Rom, Tino Varjola, dice che offrire denaro ai
mendicanti per strada non è la soluzione.
Martedì si è celebrato il giorno Internazionale dei Rom a Tampere. I
festeggiamenti sono una tradizione che parte dai primi anni '90, allo scopo di
aumentare la conoscenza della più vasta minoranza etnica d'Europa.
L'arrivo di mendicanti rom in Finlandia ha destato più attenzione degli anni
scorsi. La loro apparenza è indicativa delle difficoltà che i Rom affrontano
particolarmente nei paesi del vecchio blocco sovietico. In questi stati
ex-socialisti la discriminazione contro i Rom è sistematica.
L'elemosina è un anatema per la comunità rom finlandese, ma sta cambiando
vedendo i loro colleghi più indigenti per strada.
Dice Satu Blomerus del Tavolo Nazionale Finlandese dell'Educazione: "Non
possiamo neppure immaginare che cosa sia vivere senza dignità umana e
completamente fuori della società."
Varjola, che è da poco a capo del Forum Rom, dice di essere cosciente sui
bisogni dei mendicanti. La sua personale opinione, d'altra parte, è che al gente
non dovrebbe dare denaro ai mendicanti. Dice che questo tipo di carità genera un
circolo vizioso.
"Dare denaro ai mendicanti, incoraggia il processo di mendicità" dice Varjola.
Vedrebbe piuttosto che l'UE esercitasse la sua influenza sul suo stato membro
di Romania. Ritiene che la UE dovrebbe prendersi cura dei suoi cittadini in
maniera che non debbano girare la UE elemosinando.
Trattamento umano è ciò che Varjola vuole per i mendicanti che sono già in
Finlandia. Dice che ci sono altri modi di aiutare che donare qualche moneta.
Sull'argomento: leggi
Tsunami quotidiani
Di Sucar Drom (del 13/04/2008 @ 09:09:30, in blog, visitato 1558 volte)
Arci, un impegno rinnovato oggi
Oggi, 8 aprile, si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives", la Giornata
internazionale della nazione Rom, in ricordo di quell’8 aprile del 1971 quando a
Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popo...
Romano Dives
Oggi 8 aprile è il Romano Dives, la Giornata Internazionale delle popolazioni
rom, sinte, kalé (“gitani” della penisola iberica), manouche (sinti francesi) e
Romanichals (inglesi). L’8 aprile 1971 a Londra si riunì il primo Congresso
dell’I...
Alzatevi, Sinti!
Ho camminato, camminato a lungo per le strade, Ho incontrato Sinti felici, O
Sinti, da dove v...
Lettera aperta ai cittadini di Pescara
Per decenni le organizzazioni pro rom e sinti hanno promosso politiche
paternalistiche, caritative e assistenziali. Pochissimo lo spazio offerto
direttamente ai Sinti e ai Rom che nella maggior parte dei casi sono rimasti
incastrati i...
Bertinotti risponde al comitato "Rom e Sinti Insieme"
Al comitato “Rom Sinti Insieme”, Le Vostre proposte, che contengono forti
sollecitazioni al superamento delle discriminazio...
L'UdC risponde al comitato "Rom Sinti Insieme"
Carissimi, desidero informarVi che ho discusso a lungo con il Presidente On.
Pierferdinando Casini e con l’On. Lorenzo Cesa Segr. Naz.le UdC il documento
redatto dal Vs. Comitato e posso darVi la massima garanzia che su di e...
Rom e Sinti al voto
Il comitato “Rom e Sinti Insieme” è una realtà nata a marzo 2007, per unire
tutte le popolazioni e le organizzazioni Rom e Sinte, presenti in Italia. Ad
oggi hanno aderito al comitato una trentina tra associazioni e gruppi informali
ch...
Milano, i Rom alla fiera "Fa' la cosa giusta"
Sull'ultima borsa che sta cucendo, Jeliza ci ha disegnato il ritratto di sua
figlia Sabrina. Coi capelli neri e lunghi e il volto a tre quarti, sorride su
uno sfondo di iuta arancione. “Però credo che questa non la venderò– dice – la
voglio tenere per me, è davvero bella”. Accanto, su quel...
Roma, Casilino 900 sembra il Ghetto di Varsavia
Ieri abbiamo incontrato alcune famiglie al Casilino 900. Prima di raggiungere il
campo, siamo stati "messi in guardia" da alcuni cittadini che vivono nel
quartiere: “Ma vi rendete conto di che rischio correte, a...
Minoranze linguistiche, stanziati cinque milioni e mezzo
Ammonta ad oltre 5 milioni e mezzo di euro (5.617.000) la somma da erogare da
parte de Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, guidato
dal ministro Linda Lanzillotta, in favore delle amministrazioni degli enti
locali dove sono presenti minoranze lingu...
Genova, la Romania chiede il rispetto dei trattati Ue
«I rom sono cittadini europei come tutti gli altri e quindi possono circolare in
Europa senza restrizioni. Spetta a loro decidere se e quando ritornare in
patria. Le istituzioni italiane devono garantire ai rom degne condizioni di
vita». Dana Varga, consulente del primo ministro romeno Calin Popescu-Tariceanu
per...
Cassazione, vietato minacciare i “nomadi” per cacciarli
I supremi giudici hanno confermato la condanna per concorso in tentata violenza
privata nei confronti di un 25enne sardo: insieme ad altri aveva minacciato di
dar fuoco alle case di un gruppo di Rom. «I cittadini non possono farsi
giustizia da soli per allontanare i “nomadi” dalle proprie città: se li
minacciano, rischiano una condanna per violenza privata». E' quanto affermato
dalla ...
Di Fabrizio (del 12/04/2008 @ 09:04:46, in Italia, visitato 1990 volte)
Da
ChiAmaMilano
L’ennesima, inutile “bonifica” sposta poco più in là il problema Rom
mentre la politica sta in silenzio
Una volta abbattute le baracche alla Bovisasca e dispersi i Rom si è letto e
sentito di tutto. Silenzi e protagonismi elettorali hanno evidenziato l’assenza
della politica che ormai si limita ad operare con le ruspe e ad alzare il
sopracciglio se la Curia milanese fa appello ad un senso di umanità che non
dovrebbe appartenere ai soli cattolici. Nel cortocircuito perenne
dell’ossessione securitaria ciò che dovrebbe essere normale fa quasi scandalo e
quel che in un paese ricco e civile –seppur in declino– dovrebbe scandalizzare
diviene la norma dell’agire da parte dell’amministrazione cittadina.
La condizione dei Rom è un problema e chiunque abbia un minimo di buon senso
–prima che di senso d’umanità– non può certo pensare che voltare la testa
dall’altra parte di fronte alle baraccopoli e all’accattonaggio sia la
soluzione. Ma una soluzione può essere una sequela di sgomberi che ormai si
succedono ininterrottamente senza risolvere nulla? Assistiamo ad una sorta di
gioco dei quattro cantoni con il corollario di veri e propri sconti tra Milano e
i comuni dell’hinterland che accusano il Capoluogo di trattarli come una
discarica. Il cerchio si chiude con l’implicita equazione: rom=immondizia.
In questo scenario la politica è assente. L’orizzonte è circoscritto dalle ruspe
e dai silenzi, poiché gli zingari fanno guadagnare voti solo se vengono
sgomberati. Ma si può sgomberare la povertà?
Di questo si tratta. A meno che non si voglia davvero pensare che i circa
diecimila Rom presenti sul territorio milanese siano tutti dediti al crimine. Se
così fosse, più che di emergenza da trattare con gli sgomberi si dovrebbe
contemplare l’uso dell’esercito per presidiare le strade. Invece, la maggior
parte degli uomini che “risiedono” nei campi lavora nell’edilizia, ovviamente in
nero. Ma il circo politico-mediatico si nutre di altro: dei baby borseggiatori e
delle Mercedes parcheggiate accanto alle baracche. Ci sono gli uni e le altre,
ma nel caso dei Rom tutta l’erba è fatta fascio.
Ma di povertà si tratta, estrema e brutale, che si ammassa in favelas e produce,
come dicono gli operatori delle associazioni che tentano di costruire percorsi
di integrazione, un processo di rinomadizzazione di una popolazione che in
Romania era e rimane sedentaria.
Ma l’emergenza e l’investimento politico sulla paura fanno prevalere lo spettro
sulla realtà: i Rom rumeni tornano ad essere nomadi e gli sgomberi interrompono
ogni tentativo d’inserimento scolastico di bambini e ragazzi destinati così,
nella migliore delle ipotesi, all’accattonaggio.
Non c’è dubbio che la questione non possa essere affrontata dalla singola
amministrazione locale, nemmeno da quella di una città grande come Milano. La
sua risoluzione passa sia attraverso politiche pubbliche che superano la sfera
cittadina, sia per mezzo della stipula necessaria di accordi bilaterali con la
Romania, alla quale –non bisogna mai dimenticarlo– non è parso vero di potersi
liberare di quella che i Rumeni, prima, durante e dopo il quarantennio
comunista, hanno sempre considerato come una minoranza avulsa e intollerabile.
La politica deve elaborare risposte e soluzioni per problemi complessi, spesso
spinosi. Questo è il suo compito. Disperdere la polvere, perchè possa essere
nascosta negli angoli meno visibili non è solo abdicare alle proprie
responsabilità, ma anche rinunciare alla propria missione.
Beniamino Piantieri
Di Fabrizio (del 12/04/2008 @ 08:45:51, in Italia, visitato 2252 volte)
Da
RomSinti@Politica
Sono stufi di essere chiamati per accogliere i rom, senza venire preavvisati
degli sgomberi chiesti dalle amministrazioni locali. Di disintossicare i drogati
senza un dialogo con chi decide le politiche di prevenzione. Di distribuire
pasti caldi ai pensionati senza esser consultati da chi detta le regole
dell’assistenza sociale.
Per questo oltre 40 fra le principali sigle del volontariato italiano ieri hanno
scelto, non a caso, Milano per presentare un documento che condanna la logica
degli sgomberi senza progetti alternativi e chiede alla politica di abbandonare
la logica della «sicurezza» slegata dagli interventi di recupero sociale.
C’erano don Gino Rigoldi, presidente di Comunità Nuova e cappellano del carcere
minorile Beccaria, e don Virginio Colmegna, presidente di Casa della Carità, al
centro del tavolo dove è stato firmato l'atto di nascita del "Cantiere per un
patto costituente di un nuovo welfare", definito "spazio di riflessione e
proposta politica". Una sigla che reclama attenzione dalle istituzioni e
investimenti per la tutela dei diritti delle persone.
Un tema, quello dei diritti, che pochi giorni fa era stato sollevato dal
cardinale Dionigi Tettamanzi a proposito dello sgombero della Bovisasca. Fatto
che Lucio Badolin, presidente del Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità
d'accoglienza), ieri all'incontro nella sede delle Acli, in via della Signora,
ha sottolineato: «Siamo al punto che persino qualche vescovo arriva a domandarsi
pubblicamente che senso ha questo modo di agire. Questo modo di far politica e
di amministrare non ci piace. Questo alitare sulla paura dei cittadini per
alimentarla è pericoloso. I bisogni sociali rimangono ai margini dei programmi
politici e dell'azione di governo».
E don Colmegna ha aggiunto: «Stiamo facendo un'operazione culturale, non un
manifesto elettorale. Vogliamo contare di più, abbiamo fiducia in una politica
forte su questi temi».
Il discorso più duro è stato quello di Rigoldi, che ha puntato il dito contro
«il disastro sociale e culturale che abbiamo davanti. Al Beccaria c'è il 20 per
cento in più di detenuti. La sicurezza della pena che chiedono certe forze
politiche esiste solo per i poveracci che rubano per fame e restano in galera
per anni». Il cappellano è indignato per le manifestazioni davanti alle chiese
della Lega, che contesta le posizioni di Tettamanzi a difesa dei rom: «Va
ricordato a questi signori che per il Vangelo tutti siamo figli di Dio. I
razzisti stiano fuori dalle chiese».
In allestimento è un sito web dedicato al tema (www.cantierewelfare.org)
per raccogliere nuove adesioni all’appello, per ospitare un forum di discussione
e per organizzare un incontro pubblico dove verrà presentata una piattaforma sul
welfare.
Di Fabrizio (del 11/04/2008 @ 09:26:27, in scuola, visitato 2098 volte)
Da
Vita
Nella giornata internazionale dei Rom, si è aperta oggi a Bratislava la
conferenza "Education and training of Roma children and youth: the way forward"
alla quale ha preso parte anche una delegazione italiana, composta da Raffaele
Ciambrone, dirigente del ministero della Pubblica Istruzione, Arcangelo Patone,
della segreteria della Sottosegretaria di Stato ai Diritti e Pari Opportunità,
Donatella Linguiti, i Consiglieri nazionali dell'Opera Nomadi, il portavoce Rom
del campo di Triboniano a Milano Costantin Marin, rumeno, Kasim Cizmic,
portavoce Rom bosniaco del campo di Pontina Nuova a Roma e la sociologa Maria
Rosaria Chirico, autrice del "Progetto-Ferrero", il primo in Italia ad occuparsi
della scolarizzazione delle comunità Rom abusive.
L'incontro, promosso dal Consiglio d'Europa, ha l'obiettivo di condividere
politiche e pratiche educative che possano aumentare la qualità e la
partecipazione dei ragazzi Rom nel processo formativo dei paesi europei in cui
vivono. Tre temi in particolare saranno il focus della discussione di oggi e
domani: l'ambiente socio-educativo dei giovani e dei bambini, il ruolo e la
responsabilità dei principali attori (dai livelli istituzionali a quelli
scolastici fino alle famiglie e comunità di appartenenza); modelli e pratiche
efficaci che sono compatibili con le politiche antidiscriminazione e i diritti
umani; rinforzare e implementare le politiche educative: il contributo dei
governi internazionali e delle organizzazioni non governative.
Tra i relatori alla conferenza molti i rappresentanti dell'Est Europa (Romania,
Bulgaria, Slovacchia, Croazia), Gabriele Mazza, direttore del dipartimento su
scuola, educazione e lingue del Consiglio d'Europa, il ministro degli Affari
sociali e della salute della Finlandia, Pekka Haavisto e Anita Botosova,
plenipotenziario del governo slovacco per le comunità Rom.
Come sottolineato da Thomas Hammarberg della commissione sui diritti umani del
Consiglio d'Europa "l'esistenza del problema è di per sé il problema" ed è
necessario lavorare anche sulla pre-scolarizzazione e l'ambiente familiare nel
quale vivono i ragazzi e giovani Rom. Fondamentale secondo Miranda Vuolasranta,
vice presidente del Forum dei Rom, Sinti e Camminanti europei, è l'approccio
delle politiche europee: "Nothing for Roma, without Roma" ha più volte ripetuto
Vuolasranta, ribadendo la necessità di tenere conto anche del punto di vista dei
Rom su educazione e formazione, delle pratiche da mettere in gioco e capire in
che modo i Rom possano sentire come loro esigenza l'accesso al processo
educativo del paese in cui vivono.
"L'Opera Nomadi crede che siano le istituzioni a far da protagoniste nel
processo di integrazione scolastica dei Minori Rom/Sinti in Italia che vede
diecine di migliaia Rom non solo non scolarizzati ma nemmeno vaccinati e la gran
parte di minori Rom/Sinti italiani non consegue nemmeno la licenza media
inferiore" - sostiene Massimo Converso, Presidente Nazionale Opera Nomadi - "È
perciò fondamentale che la delegazione veda presenti congiuntamente il Governo
Italiano ed i rappresentanti del popolo Rom. Preoccupa invece che la
partecipazione a tale Convegno ufficiale sulla scolarizzazione dei minori Rom/Sinti
sia scaturita dalla sinergia fra Opera Nomadi e Ministeri e non da un rapporto
consolidato fra Consiglio d'Europa e Governo Italiano, rapporto che ha mosso i
primi passi soltanto oggi".
"La Scuola Italiana si contraddistingue per essere una scuola aperta a tutti e
accogliente" - afferma Raffaele Ciambrone, responsabile dell'Ufficio centrale
per l'integrazione scolastica degli alunni di cittadinanza non italiana. "Il
diritto all'istruzione, che è un diritto universale dell'infanzia, è
assolutamente tutelato. Chiunque può iscriversi a scuola, anche se non in
posizione regolare di soggiorno. Non esistono classi speciali: siamo per la
scuola comune. Purtroppo non abbiamo un'idea chiara di quanti siano i bambini
Rom presenti in Italia, non possiamo sapere quanti siano iscritti e quanti
restino invece a casa o nei campi. Di qui la necessità di realizzare un'indagine
e di fare delle rilevazioni distinte e puntuali. È allo studio di un gruppo
interministeriale, e dello stesso Ministero dell'Interno, un progetto per
unificare tutte le banche dati esistenti e creare un sistema unico di
monitoraggio".
Di Fabrizio (del 11/04/2008 @ 09:16:01, in casa, visitato 1495 volte)
Una tavola rotonda, una mostra fotografica, una fisarmonica zingara e la
voglia di conoscere il mondo rom fuori dai luoghi comuni.
a
Fa' la cosa giusta!
Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili
Domenica 13 aprile 2008 – ore 15:00
Sala Rossa – Padiglione 7
Fieramilanocity – Porta Eginardo
Le condizioni attuali delle popolazioni Rom e Sinti impongono una presa di
coscienza e di responsabilità da parte del mondo politico e della società, per
ricercare alternative, soluzioni e iniziative volte ad una maggiore
integrazione, al miglioramento delle condizioni abitative e alla garanzia di
sicurezza e tutela dei diritti di tutti.
Modera l'incontro Dario Paladini, giornalista di Terre di Mezzo
Partecipano:
Mariolina Moioli – Assessore a Scuola, Famiglia e Politiche sociali del
Comune di Milano (in attesa di conferma)
Don Virginio Colmegna – Presidente di Casa della carità
Maurizio Pagani – Vice presidente di Opera Nomadi
Pietro Massarotto – Presidente dell'Ass.ne NAGA
Prof. Tommaso Vitale - Docente di Sociologia presso Università Milano
Bicocca
La tavola rotonda sarà introdotta da un'esibizione del musicista Jovic
Marinkovic Jovica e accompagnata da una mostra fotografica a cura di Marilisa
Cosello e Alessandro Stellari.
Per informazioni:
www.falacosagiusta.org
Di Fabrizio (del 11/04/2008 @ 00:03:21, in Italia, visitato 1421 volte)
Calusca City Lights & CSOA Cox 18
Via Conchetta 18 Milano
Domenica 13 aprile 2008
ore 16,30
CACCIA ALLO ZINGARO
Attualità della resistenza Rom
nell’occhio del ciclone repressivo e securitario
"Pacchetto sicurezza" e "Patto di legalità": cosa sono, cosa comportano, quali
sono i loro obiettivi?
Canea razzista, molotov contro i campi, guerra ai poveri, sgomberi a
ripetizione, espulsioni... Come contrastare questa ondata di fango?
Rom e Gadgi ne discutono insieme
Partecipano:
Associazione Carlo Cuomo, campagna "Via Adda non si cancella",
compagni di Torino e Bologna, promotori delle manifestazioni "Rompere il
silenzio",
e delegazioni dai vari campi Rom milanesi
- Proiezione del documentario "Via Adda non si cancella"
- Mostra fotografica su "I Rom nella Resistenza"
Di Fabrizio (del 10/04/2008 @ 16:04:46, in casa, visitato 1963 volte)
Di Fabrizio (del 10/04/2008 @ 09:08:43, in Italia, visitato 3311 volte)
Chiunque è d'accordo è pregato di inviare adesione
Marco Brazzoduro
Casilino 900 è un campo abitato da rom di diversa provenienza: Bosnia,
Montenegro, Kossovo. All’incrocio tra via Casilina e via Palmiro Togliatti è
un’area che già decenni addietro ospitava una baraccopoli di sottoproletari
italiani, immigrati dalle regioni meridionali. Dopo decenni di tolleranza e
qualche modesto intervento pubblico (scolarizzazione, bagni chimici, una (!)
fontanella, periodica pulizia) da qualche tempo qualcuno ha deciso che era
venuta l’ora di rendere la vita difficile agli abitanti. I controlli di polizia
sono diventati sempre più frequenti. Improvvisamente è stata interrotta
l’erogazione di energia elettrica con il conseguente forte disagio. Inoltre sono
state fatte circolare voci di un prossimo sgombero. Chi dice a maggio chi più
benevolo dice a giugno in modo da far completare l’anno scolastico ai 236
bambini iscritti nelle scuole del quartiere. Naturalmente si è diffuso un
comprensibile nervosismo. Nessuno infatti si è premurato di avvisare gli
abitanti del loro destino. Nessuna tra le autorità, evidentemente non
autorevoli, ha avvertito la responsabilità etica di assumere un impegno che in
primo luogo salvaguardi i diritti umani di base come quello all’alloggio e
quello all’unità familiare. Ci si chiede se sarà rispettata la raccomandazione
della Carta Sociale Europea che esige che gli sgomberi abbiano come presupposto
il trasferimento a situazione abitativa alternativa. L’esperienza italiana e in
particolare quella di Roma, ove gli sgomberi significano brutale abbattimento
con ruspa dei miseri ricoveri e abbandono di gran parte delle vittime, siano
donne incinte o bambini in tenera età, in mezzo alla strada, induce a credere
che Roma si distingua ancora una volta per una brutalità che non le appartiene.
Tra gli abitanti del campo, stranieri ma in Italia da tanto di quel tempo (30 se
non 40 anni) da doversi considerare di fatto se non di diritto cittadini
italiani, serpeggia un comprensibile disagio che in non pochi assume le
sembianze della paura. La domanda che corre sulle bocche di tutti è : “che fine
faremo ?”
Prime adesioni: Associazione Nuova Vita, Stalker-Osservatorio Nomade, Marco
Brazzoduro (Università di Roma, La Sapienza), Roberta Cipollini (Università di
Roma, La Sapienza), Roberto De Angelis (Università di Roma, La Sapienza),
Tommaso Vitale (Università di Milano, Bicocca), Maria Grazia Dicati (Verona),
Alfonso Perrotta (Associazione Interculturale Villaggio Globale, Roma), Carlo
Berini e Yuri Del Bar (Sucar Drom), Cristina Formica (Roma), Vanessa Ioannoni
(Roma), Alessia Montuori (Senza Confine), Rita Corneli (CPN Rifondazione
Comunista), Andrés Barreto (candidato al Consiglio Comunale, Roma), Roberto
Malini (Everyone), Milena Magnani (scrittrice, Bologna), Enrico Masci (cittadino
romano), Fabrizio Casavola (Mahalla), Gianluca Peciola (Assessore XI Municipio,
Roma), Stefano Galieni (Coordinatore Nazionale dipartimento immigrazione, Prc),
Claudio Graziano (responsabile immigrazione ARCI Roma), Claudio Meloni, Attac
Roma, Nazzareno Guarnieri (candidato al Consiglio Comunale, Pescara), Romsinti
politica, Associazione POPICA ONLUS, Christian Picucci (Roma), Piero Colacicchi
(Osservazione), Elisabetta Vivaldi, Fulvio Vassallo Paleologo (Università di
Palermo), Nuove Tribù Zulu & Chinh India-Italia, Annamaria Rivera (Università di
Bari), Andrea Billau (Campo della pace ebraico), Pietro Luppi (Occhio del
Riciclone), Erasmo Silvano Formica (M.E.Z), Sergio Mauceri (Università di Roma,
La Sapienza), Francesco Careri (Università di Roma 3), Marina Stracchi
(Università di Roma, La Sapienza), Valeria Tolli (Università di Roma, La
Sapienza), Enrica Paccoi (ASSOCIAZIONE YAKAAR di amicizia ITALIA SENEGAL), don
Bruno Nicolini (centro Studi Zingari), Davide Truffo (studente, Roma), Hamadi
Zribi (PRC), Antonella Giacobini (Roma), Silvia D'Alessandro (Roma), Django Jazz
Tzigana (Monteporzio), Antonella Zarantonello, (Granello di Senape ONLUS,
Vicenza), don Paolo Lojudice (Pontificio Seminario Romano Maggiore), Lucia
Ercoli, (Servizio di Medicina Solidale Policlinico di Tor Vergata), Paolo
Missori (Policlinico Umberto I), Associazione Afroitaliani/e, Ilaria Vasdeki
(Roma), Alberto Melis (scrittore), Imma Tuccillo Castaldo (Roma), Karin Maria
Faistnauer Catanese (Associazione "Donne e Futuro" Lamezia Terme), Marco Nieli
(Presidente Opera Nomadi Napoli), Paola Pavese e Bernardino Venanzi (Gruppo
Status).
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