Chiunque è d'accordo è pregato di inviare adesione
Marco Brazzoduro
Casilino 900 è un campo abitato da rom di diversa provenienza: Bosnia, 
Montenegro, Kossovo. All’incrocio tra via Casilina e via Palmiro Togliatti è 
un’area che già decenni addietro ospitava una baraccopoli di sottoproletari 
italiani, immigrati dalle regioni meridionali. Dopo decenni di tolleranza e 
qualche modesto intervento pubblico (scolarizzazione, bagni chimici, una (!) 
fontanella, periodica pulizia) da qualche tempo qualcuno ha deciso che era 
venuta l’ora di rendere la vita difficile agli abitanti. I controlli di polizia 
sono diventati sempre più frequenti. Improvvisamente è stata interrotta 
l’erogazione di energia elettrica con il conseguente forte disagio. Inoltre sono 
state fatte circolare voci di un prossimo sgombero. Chi dice a maggio chi più 
benevolo dice a giugno in modo da far completare l’anno scolastico ai 236 
bambini iscritti nelle scuole del quartiere. Naturalmente si è diffuso un 
comprensibile nervosismo. Nessuno infatti si è premurato di avvisare gli 
abitanti del loro destino. Nessuna tra le autorità, evidentemente non 
autorevoli, ha avvertito la responsabilità etica di assumere un impegno che in 
primo luogo salvaguardi i diritti umani di base come quello all’alloggio e 
quello all’unità familiare. Ci si chiede se sarà rispettata la raccomandazione 
della Carta Sociale Europea che esige che gli sgomberi abbiano come presupposto 
il trasferimento a situazione abitativa alternativa. L’esperienza italiana e in 
particolare quella di Roma, ove gli sgomberi significano brutale abbattimento 
con ruspa dei miseri ricoveri e abbandono di gran parte delle vittime, siano 
donne incinte o bambini in tenera età, in mezzo alla strada, induce a credere 
che Roma si distingua ancora una volta per una brutalità che non le appartiene. 
Tra gli abitanti del campo, stranieri ma in Italia da tanto di quel tempo (30 se 
non 40 anni) da doversi considerare di fatto se non di diritto cittadini 
italiani, serpeggia un comprensibile disagio che in non pochi assume le 
sembianze della paura. La domanda che corre sulle bocche di tutti è : “che fine 
faremo ?”
Prime adesioni: Associazione Nuova Vita, Stalker-Osservatorio Nomade, Marco 
Brazzoduro (Università di Roma, La Sapienza), Roberta Cipollini (Università di 
Roma, La Sapienza), Roberto De Angelis (Università di Roma, La Sapienza), 
Tommaso Vitale (Università di Milano, Bicocca), Maria Grazia Dicati (Verona), 
Alfonso Perrotta (Associazione Interculturale Villaggio Globale, Roma), Carlo 
Berini e Yuri Del Bar (Sucar Drom), Cristina Formica (Roma), Vanessa Ioannoni 
(Roma), Alessia Montuori (Senza Confine), Rita Corneli (CPN Rifondazione 
Comunista), Andrés Barreto (candidato al Consiglio Comunale, Roma), Roberto 
Malini (Everyone), Milena Magnani (scrittrice, Bologna), Enrico Masci (cittadino 
romano), Fabrizio Casavola (Mahalla), Gianluca Peciola (Assessore XI Municipio, 
Roma), Stefano Galieni (Coordinatore Nazionale dipartimento immigrazione, Prc), 
Claudio Graziano (responsabile immigrazione ARCI Roma), Claudio Meloni, Attac 
Roma, Nazzareno Guarnieri (candidato al Consiglio Comunale, Pescara), Romsinti 
politica, Associazione POPICA ONLUS, Christian Picucci (Roma), Piero Colacicchi 
(Osservazione), Elisabetta Vivaldi, Fulvio Vassallo Paleologo (Università di 
Palermo), Nuove Tribù Zulu & Chinh India-Italia, Annamaria Rivera (Università di 
Bari), Andrea Billau (Campo della pace ebraico), Pietro Luppi (Occhio del 
Riciclone), Erasmo Silvano Formica (M.E.Z), Sergio Mauceri (Università di Roma, 
La Sapienza), Francesco Careri (Università di Roma 3), Marina Stracchi 
(Università di Roma, La Sapienza), Valeria Tolli (Università di Roma, La 
Sapienza), Enrica Paccoi (ASSOCIAZIONE YAKAAR di amicizia ITALIA SENEGAL), don 
Bruno Nicolini (centro Studi Zingari), Davide Truffo (studente, Roma), Hamadi 
Zribi (PRC), Antonella Giacobini (Roma), Silvia D'Alessandro (Roma), Django Jazz 
Tzigana (Monteporzio), Antonella Zarantonello, (Granello di Senape ONLUS, 
Vicenza), don Paolo Lojudice (Pontificio Seminario Romano Maggiore), Lucia 
Ercoli, (Servizio di Medicina Solidale Policlinico di Tor Vergata), Paolo 
Missori (Policlinico Umberto I), Associazione Afroitaliani/e, Ilaria Vasdeki 
(Roma), Alberto Melis (scrittore), Imma Tuccillo Castaldo (Roma), Karin Maria 
Faistnauer Catanese (Associazione "Donne e Futuro" Lamezia Terme), Marco Nieli 
(Presidente Opera Nomadi Napoli), Paola Pavese e Bernardino Venanzi (Gruppo 
Status).