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Scolarizzazione dei rom: in arrivo una banca dati
Di Fabrizio (del 11/04/2008 @ 09:26:27, in scuola, visitato 2100 volte)

Da Vita

Nella giornata internazionale dei Rom, si è aperta oggi a Bratislava la conferenza "Education and training of Roma children and youth: the way forward" alla quale ha preso parte anche una delegazione italiana, composta da Raffaele Ciambrone, dirigente del ministero della Pubblica Istruzione, Arcangelo Patone, della segreteria della Sottosegretaria di Stato ai Diritti e Pari Opportunità, Donatella Linguiti, i Consiglieri nazionali dell'Opera Nomadi, il portavoce Rom del campo di Triboniano a Milano Costantin Marin, rumeno, Kasim Cizmic, portavoce Rom bosniaco del campo di Pontina Nuova a Roma e la sociologa Maria Rosaria Chirico, autrice del "Progetto-Ferrero", il primo in Italia ad occuparsi della scolarizzazione delle comunità Rom abusive.

L'incontro, promosso dal Consiglio d'Europa, ha l'obiettivo di condividere politiche e pratiche educative che possano aumentare la qualità e la partecipazione dei ragazzi Rom nel processo formativo dei paesi europei in cui vivono. Tre temi in particolare saranno il focus della discussione di oggi e domani: l'ambiente socio-educativo dei giovani e dei bambini, il ruolo e la responsabilità dei principali attori (dai livelli istituzionali a quelli scolastici fino alle famiglie e comunità di appartenenza); modelli e pratiche efficaci che sono compatibili con le politiche antidiscriminazione e i diritti umani; rinforzare e implementare le politiche educative: il contributo dei governi internazionali e delle organizzazioni non governative.

Tra i relatori alla conferenza molti i rappresentanti dell'Est Europa (Romania, Bulgaria, Slovacchia, Croazia), Gabriele Mazza, direttore del dipartimento su scuola, educazione e lingue del Consiglio d'Europa, il ministro degli Affari sociali e della salute della Finlandia, Pekka Haavisto e Anita Botosova, plenipotenziario del governo slovacco per le comunità Rom.
Come sottolineato da Thomas Hammarberg della commissione sui diritti umani del Consiglio d'Europa "l'esistenza del problema è di per sé il problema" ed è necessario lavorare anche sulla pre-scolarizzazione e l'ambiente familiare nel quale vivono i ragazzi e giovani Rom. Fondamentale secondo Miranda Vuolasranta, vice presidente del Forum dei Rom, Sinti e Camminanti europei, è l'approccio delle politiche europee: "Nothing for Roma, without Roma" ha più volte ripetuto Vuolasranta, ribadendo la necessità di tenere conto anche del punto di vista dei Rom su educazione e formazione, delle pratiche da mettere in gioco e capire in che modo i Rom possano sentire come loro esigenza l'accesso al processo educativo del paese in cui vivono.

"L'Opera Nomadi crede che siano le istituzioni a far da protagoniste nel processo di integrazione scolastica dei Minori Rom/Sinti in Italia che vede diecine di migliaia Rom non solo non scolarizzati ma nemmeno vaccinati e la gran parte di minori Rom/Sinti italiani non consegue nemmeno la licenza media inferiore" - sostiene Massimo Converso, Presidente Nazionale Opera Nomadi - "È perciò fondamentale che la delegazione veda presenti congiuntamente il Governo Italiano ed i rappresentanti del popolo Rom. Preoccupa invece che la partecipazione a tale Convegno ufficiale sulla scolarizzazione dei minori Rom/Sinti sia scaturita dalla sinergia fra Opera Nomadi e Ministeri e non da un rapporto consolidato fra Consiglio d'Europa e Governo Italiano, rapporto che ha mosso i primi passi soltanto oggi".

"La Scuola Italiana si contraddistingue per essere una scuola aperta a tutti e accogliente" - afferma Raffaele Ciambrone, responsabile dell'Ufficio centrale per l'integrazione scolastica degli alunni di cittadinanza non italiana. "Il diritto all'istruzione, che è un diritto universale dell'infanzia, è assolutamente tutelato. Chiunque può iscriversi a scuola, anche se non in posizione regolare di soggiorno. Non esistono classi speciali: siamo per la scuola comune. Purtroppo non abbiamo un'idea chiara di quanti siano i bambini Rom presenti in Italia, non possiamo sapere quanti siano iscritti e quanti restino invece a casa o nei campi. Di qui la necessità di realizzare un'indagine e di fare delle rilevazioni distinte e puntuali. È allo studio di un gruppo interministeriale, e dello stesso Ministero dell'Interno, un progetto per unificare tutte le banche dati esistenti e creare un sistema unico di monitoraggio".