Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 28/06/2012
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:56:07 in media, visitato 1744 volte)
Da
Polska_Roma
Thenews.pl
20.06.2012 Ripresa la leggendaria poetessa rom per lo schermo d'argento
- PR dla Zagranicy -
Nick Hodge
Sono in corso le riprese di un videoracconto su Papusza, leggendaria
poetessa zingara del secondo dopoguerra, respinta dalla sua comunità dopo aver
raccolto le lodi dell'elite letteraria polacca.
Il veterano regista Krzysztof Krauze, che descrive il progetto come "una
storia epica", ha nel cast del film alcuni attori rom dilettanti.
"Sono attori fantastici", ha detto alla radio polacca.
"Sono molto cordiali, pieni di vita e di mentalità aperta," dice entusiasta.
Aggiunge: "In questo film abbiamo cercato di trattare gli zingari come una
nazione, e non solo come una fonte di colorato folclore."
Il racconto si sposta dalla nascita della poetessa nel 1910, sino alla morte
di suo marito nel 1970.
Rivela Krauze: "Mostreremo i pogrom, la guerra, la stanzializzazione forzata
e le minacce della polizia."
E poi: "Una simile storia sugli zingari non è mai stata raccontata prima."
Papusza (Bronislawa Wajs-Papusza) venne scoperta dallo scrittore Jerzy Ficowski,
che visse tra i Rom dopo la II guerra mondiale.
Come ufficiale veterano dell'esercito clandestino polacco nella II guerra
mondiale, Ficowski era a rischio di arresto da parte delle autorità comuniste, e
tra il 1948 ed il 1950 viaggiò con i Rom.
Ficowski nel film viene interpretato dall'attore polacco Antoni Pawlicki,
mentre il celebre poeta Julian Tuwim, che aiutò a far conoscere Papusza, da
Andrzej Walden.
Segnalazione di Elvis Asti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Replica
Gentile Direttore,
voglio esprimere, da cittadina e da operatrice sociale, il mio dissenso, la
tristezza e la rabbia per le forme e i modi del comunicato congiunto dei
segretari provinciali del sindacato dei vigili del fuoco di Asti, (pubblicato
oggi, 18 giugno, nelle pagine del Piemonte de La Stampa) sulle condizioni del
campo nomadi : se è certamente condivisibile che tutti i lavoratori, in
particolar modo chi svolge una funzione così preziosa come quella svolta dal
corpo dei vigili del fuoco, siano messi nelle condizioni di fare bene il proprio
lavoro, con tutte le precauzioni dovute alla loro sicurezza e incolumità, ancora
più imprescindibile deve essere il rispetto per la dignità di ogni essere umano.
Fare riferimento esplicito a “mancanza di igiene, maleducazione, violenza,
intimidazione” come fossero tratti specifici di un gruppo sociale (se non
etnico!) e non come naturali conseguenze di una degradante condizione
socio-abitativa, rischia di rafforzare la stigmatizzazione e il pregiudizio, già
purtroppo assai diffusi.
E, con tutto il rispetto, il problema principale dei campi nomadi, quello per il
quale bisognerebbe davvero dibattere pubblicamente e chiedere ad alta voce
misure urgenti, non è la sicurezza dei vigili o di altri operatori che
occasionalmente vi operano, semmai la condizione al limite dell'umanità in cui
gli stessi abitanti dei campi sono costretti a (soprav)vivere; l'immondizia, le
pozze maleodoranti, i ratti e gli escrementi, citati dal comunicato, non sono
solo odiose difficoltà da gestire durante un intervento esterno: sono il
desolante scenario quotidiano di persone, di donne, di uomini, di anziani, di
donne incinte, di bambini, di ragazzini,di neonati, di malati.
E' questa l'indecenza.
Questo è intollerabile.
Sperando che il Suo giornale possa dar voce anche ad un diverso punto di vista,
nell'ambito di una dialettica democratica e costruttiva, La ringrazio e la
saluto cordialmente
Elisa Stillitano
Fotografie del 28/06/2012
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