Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 12/10/2007
Ciao a tutti.
qui sotto trovate il link di radio radicale con la registrazione dell'intera
conferenza stampa sulla Presentazione della proposta di legge presentata dal
PRC-SE per estendere le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche
anche a rom e sinti.
ciao
Eva
Presentazione della proposta di legge
Eva Rizzin
osservAzione (ONLUS)
centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e
sinti
web:
http://www.osservazione.org
tel: +39 393 78 78 880
Si è svolta oggi (12 ottobre ndr) a Roma la conferenza stampa di
presentazione della proposta di legge depositata dall’Onorevele Mercedes Frias
come prima firmataria, sull'inserimento dei rom e sinti nella legge sulle
minoranze linguistiche nazionali. (Legge 482 del 1999: Norme in materia di
tutela delle minoranze linguistiche.)
Oltre all’Onorevole Frias sono intervenuti anche l’onorevole Leoluca Orlando e
l’On. Marco Boato , tra i firmatari della proposta, e in rappresentanza dei
cittadini e le cittadine Rom e Sinti , la dott.ssa Eva Rizzin e il Dott.
Nazzareno Guarneri del Coordinamento Rom e Sinti Insieme
Alla presentazione c’erano persone e associazioni che lavorano sui/con diritti
di Rom e Sinti.
Mercedes Frias ha spiegato che questa proposta vuole essere un primo passo per
restituire dignità a chi vive da tantissimi anni in Italia senza quel
riconoscimento che invece viene dato alle altre minoranze etnico-linguistiche
presenti in Italia.
Con l’inserimento delle minoranze Rom e Sinti nell’articolo 1 della legge del
1999, anche queste minoranze avranno pari diritti e dignità., la loro lingua
verrà tutelata, e si potrà effettuare un effettivo monitoraggio di come i Rom e
Sinti vengono presentati nei mezzi di comunicazione di massa.
Grazie a questa legge ci si adeguerà finalmente alla normativa europea che
prevede questo riconoscimento e si potrà prevenire e contrastare in maniera più
efficace la discriminazione e il razzismo
L’Onorevole Frias ha ricordato come questo strumento di legge sia essenziale in
questo momento politico nel quale si confonde volutamente la povertà con
l’illegalità, in cui si assiste a una deriva securitaria che risponde non ad un
reale aumento della criminalità bensì a pura propaganda elettorale dato che
punire i poveri sembra creare consenso.
L’antropologa Eva Rizzin, Sinta italiana, ha sottolineato l’importanza di questa
proposta di legge che tra l’altro , per la prima volta ha dato la possibilità ai
diretti interessati di dire la propria.
Riconoscere il diritto alla tutela della lingua romanés , una lingua di origine
sanscrita che si è mantenuta viva attraverso i secoli solo oralmente equivale a
riconoscere il diritto all’esistenza individuale e collettiva di questa
minoranza. La perdita della lingua romanés vorrebbe dire la perdita di un
patrimonio irrecuperabile, del veicolo di una cultura millenaria. Una cultura
che la società maggioritaria conosce a stento, dato che se ne sente parlare solo
in modo negativo. E la conoscenza è il primo mezzo per cominciare a combattere
la discriminazione.
Il Dott. Nazareno Guarnieri, rom abruzzese , ha fatto notare che fino ad ora le
istituzioni si sono rapportate con le associazioni “pro-rom”, ma non con i Rom
stessi in prima persona. Ma senza la partecipazione attiva dei soggetti
interessati non ci può essere integrazione effettiva. Ha anche segnalato che in
Abruzzo, dove i rom sono una componente della popolazione fin dal 1390, la
discriminazione verso questi cittadini italiani li spinge addirittura a chiedere
di cambiare il cognome per poter ottenere lavoro.
Senza lo strumento essenziale del riconoscimento dello status di minoranza quale
percorso di integrazione potrà mai essere possibile?
Leoluca Orlando ha dichiarato che questa legge è essenziale anche perché
stabilisce il principio della legalità come rispetto dei diritti umani , tra i
quali il primo è il diritto alla propria identità.
Marco Boato ha riferito anche che nel 1999 non si inserirono le minoranze Rom e
Sinte nella legge 482”Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche”
perché ci fu un ostruzionismo serrato da parte della Lega Nord contro la legge,
un vero e proprio ricatto per non far includere anche i Rom e Sinti che portò
quindi alla loro esclusione pur di farla approvare.
Questa legge presentata in data odierna è un vero e proprio atto di giustizia
civile, di civiltà giuridica, ma per far sì che venga approvata è
imprescindibile un impegno sul territorio. Bisogna moltiplicare le iniziative
per discutere a livello locale e creare anche l’occasione di far conoscere alla
maggioranza la storia e la cultura della minoranza Rom e Sinta.
Come ha concluso anche Gennaro Migliore , una legge non basta, in questo momento
storico e politico in cui lo stigma e il pregiudizio è diffuso, è indispensabile
lavorare per cambiare il livello di coscienza della maggioranza degli italiani
di Flora
Ricevo da Tommaso Vitale
Intolleranza e discriminazione pesano sull'Italia. Il rapporto dell'Enar
Migranti, richiedenti asilo, rifugiati e rom i gruppi più colpiti: stanno peggio
le donne. Casa e lavoro fanno registrare il maggior numero di episodi di
razzismo. Premiato il governo di centro-sinistra: ''chiara inversione di
tendenza''
ROMA - Il rapporto Enar 2006 "Shadow Report” sul razzismo in Italia non fa
sconti: intolleranza e discriminazioni sono “ancora uno dei principali problemi
che migranti, richiedenti asilo, rifugiati, rom e sinti devono affrontare in
vari settori della vita pubblica”. Tuttavia gli osservatori registrano “una
chiara inversione di tendenza nell’approccio” dell’attuale governo di
centro-sinistra rispetto a quella di centro-destra, che “includeva anche il
partito xenofobo della Lega Nord”. Un cambiamento politicamente molto rilevante
secondo gli osservatori è stato il ritiro delle riserve presentate dall’Italia
in merito alla Decisione Quadro del Consiglio sulla lotta al razzismo, che nel
2002 non era stata adottata proprio a causa dell’opposizione del Governo
italiano. Pesano positivamente la nuova proposta di riforma della legge sulla
cittadinanza ha come obiettivo quello di abbattere le barriere all’accesso alla
cittadinanza per tutti i cittadini stranieri e, in particolare, per i bambini
nati in Italia da genitori non italiani o che, pur essendo nati all’estero, sono
arrivati in Italia molto piccoli. Altrettanto importante è giudicata la
creazione di un Tavolo Interministeriale su rom, sinti e camminanti e di una
Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale. Atti di indirizzo
significativi, ma che al momento non hanno ancora determinato efficaci
cambiamenti nella qualità della vita delle persone. Non passano inosservate la
riforma della Bossi-Fini e un nuovo approccio rispetto ai Cpt.
Restano, tra i gruppi maggiormente colpiti, ancora le popolazioni rom e sinte, i
richiedenti asilo ed i rifugiati, i musulmani con cittadinanza italiana e non,
gli immigrati provenienti dai paesi del Maghreb e dall’Africa Sub-Sahariana. E,
all’interno di questi gruppi, la situazione delle donne e dei minori è
peggiorata rispetto allo scorso anno. Nel mercato del lavoro, il rapporto
dimostra che i gruppi più vulnerabili sono rimasti relegati negli impieghi più
pesanti, precari e meno specializzati e che gli stipendi medi sono rimasti ben
al di sotto di quelli della maggioranza dei lavoratori. Il rapporto denuncia
inoltre l’alto tasso di incidenti sul lavoro, che “sembra essere strettamente
correlato alle condizioni di lavoro e ai bassi livelli di sicurezza sui luoghi
di lavoro”. La maggior parte delle donne immigrate sono ancora impiegate nel
lavoro di cura con salari molto bassi, senza che vengano presi minimamente in
considerazione i loro titoli di studio. E accanto a questo, è il settore degli
alloggi che ha fatto registrare il maggior numero di casi di discriminazione
denunciati al numero verde dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar).
Anche nell’istruzione l’Italia arretra: persistono, secondo il rapporto, i bassi
tassi di successo scolastico degli alunni non italiani in tutti i livelli di
scuola, uniti alla pratica diffusa di inserire i/le bambini/e stranieri appena
arrivati in Italia in classi inferiori rispetto alla loro età anagrafica e al
livello raggiunto nella scuola del paese d’origine. Sotto accusa anche i media
che “in numerose occasioni i media a larga diffusione abbiano diffuso
un’immagine negativa e distorta degli immigrati, dei rifugiati e dei rom,
trasformandoli in capri espiatori per numerosi problemi sociali, inclusa la
percezione di insicurezza diffusa in alcuni contesti urbani”. (vedi lanci
successivi)
© Copyright Redattore Sociale
Rom e sinti, la segregazione nei campi ''ancora più grave''
Rapporto Enar. ''Vivono quotidianamente pratiche di emarginazione e esclusione
dai principali settori della vita economica, sociale e professionale''
ROMA – Tra i gruppi più a rischio di discriminazione in Italia ancora al primo
posto le popolazioni rom e sinte, e secondo l’Enar nel 2006 la situazione nei
campi è ancora peggiorata. “Vivono quotidianamente pratiche di emarginazione e
esclusione dai principali settori della vita economica, sociale e professionale,
oltre che risultare profondamente emarginati in settori quali l’alloggio,
l’istruzione, l’accesso ai servizi”, si legge nel rapporto. “La segregazione
territoriale della popolazione rom nei campi nomadi si è riproposta nel corso
del 2006 in misura ancora più grave”, spiega l’Enar. Non è un caso quindi che i
più eclatanti casi di policing profiling di cui si ha traccia (in Italia manca
un monitoraggio completo) “riguardano i trattamenti riservati ai cittadini di
origine rom o sinti, costantemente soggetti a sgomberi forzati e a controlli
indiscriminati da parte delle forze di polizia”. Il rapporto segnala in
particolare alcune ricerche secondo cui è “pratica diffusa da parte di Polizia e
Carabinieri di arrivare nei luoghi di insediamento durante la notte o la mattina
presto per sgomberare i campi, effettuare controlli ed espellere coloro che sono
privi di permesso di soggiorno”. Pratica, commenta l’associazione talmente
frequente “da essere ormai divenuta la normalità per molte persone che vivono
nei campi”. Preoccupa l’Enar anche la condizione dei cittadini romeni in Italia,
con l'ingresso in Ue. “Parallelamente alla crescita molto significativa che
caratterizza in questi anni la comunità romena (con l’11,9% sul totale della
presenza immigrata costituiscono il primo gruppo nazionale), questa conosce nel
corso dell’anno un progressivo processo di criminalizzazione, fortemente
alimentato dai media e è fatta oggetto di numerosi aggressioni a sfondo
razzista”.
© Copyright Redattore Sociale
Da
ChiAmaMilano
Il pirata della strada di via Padova è una donna italiana, ma
fa meno notizia del suo fidanzato Rom
Il 16 settembre in via Padova un’automobile travolgeva un pensionato di 71 anni
e lo trascinava per cento metri uccidendolo. L’uomo si era aggrappato al cofano
dell’auto e il pirata della strada piuttosto che fermarsi ha proseguito
zigzagando per “scrollarsi” di dosso il malcapitato.
Per due settimane l’ennesima tragedia della strada registrata a Milano è stata
condita da un solo elemento: la carcassa dell’auto, bruciata, fu rinvenuta
il giorno dopo l’incidente nei pressi di un campo nomadi.
I titoli delle cronache locali, le pagine dei quotidiani nazionali, addirittura
il telegiornale più seguito si concentrarono su quell’elemento e il campo rom
vicino al quale era stata ritrovata l’auto pirata diventava la stimmate della
colpevolezza. Come poteva essere altrimenti?
Nonostante l’indizio assai debole, il seme del sospetto era stato gettato su un
terreno reso assai fertile da un’ormai interminabile campagna mediatica che vede
nei nomadi l’alfa e l’omega del peggio che possa esserci nella società –ammesso
che ne facciano parte–; la quintessenza dei barbari che temiamo alle porte e nei
volti dei quali non vogliamo specchiarci.
Per due settimane in modo neppure tanto implicito il pregiudizio e il sospetto
sono diventati una cosa sola.
Il 2 ottobre la svolta nelle indagini, come si usa dire nel gergo della cronaca
nera. Al pirata della strada viene dato un nome e un volto: si tratta di un’italianissima
pluripregiudicata ventiquattrenne che non ha mai preso la patente ma che era
proprietaria dell’auto che ha ucciso in via Padova.
Il 3 ottobre la notizia dell’arresto della donna è data con minor rilievo
rispetto a quella dell’investimento di due settimane prima. Nessun accenno nei
titoli, nei sommari o negli occhielli all’italianità della donna, che però, come
precisano i pochi articoli dedicati alla soluzione del caso, è fidanzata con un
Rom. È evidente, in un modo o nell’altro, i nomadi c’entrano.
Così, per una di quelle coincidenze che spesso contribuiscono a dare forma allo
zeitgeist che caratterizza l’informazione, i titoli principali della cronaca
cittadina il 3 ottobre erano “Censimento rom: in 700 senza lavoro, vanno
espulsi”, “Troppi romeni irregolari, intervenga il Prefetto”, “Al setaccio i
campi nomadi, vanno espulsi 302 rom”, “Schedati gli zingari in 700 vanno
espulsi”, “Campi, controlli a tappeto, 700 nomadi non in regola”, “Rom,
censimento nei campi regolari: 302 identificati”, “In tre anni raddoppiati i
romeni”.
Beniamino Piantieri
Fotografie del 12/10/2007
Nessuna fotografia trovata.
|