Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Recentemente a Roma e nel Lazio si sono riaperte le polemiche sui campi nomadi. Riporto questo articolo da TusciaWeb che, anche senza dire niente di nuovo, tenta di dare alcuni elementi di dialogo
Sono stato a guardare stupefatto ed incredulo la vicenda del possibile trasferimento d’alcuni rom sul nostro territorio.
Il Prefetto Serra ha dichiarato che non esisteva alcuna ipotesi di trasferimento forzato di campi nomadi, giudicabile negativamente dagli stessi rom (demonizzati senza essere a conoscenza di nulla), e che sarebbe stato considerato alla stregua di una deportazione, ma un’ipotesi appunto, d’inserimento di 10 persone per centro abitato, in abitazioni pagate dalla Regione e con inserimento scolastico dei bambini rom.
Sono stati semplicemente chiesti i pareri dei sindaci coinvolti, e quindi non si comprende il perché di tutta questa spirale d’odio, d’ignoranza e di paure, fomentata dalle destre, che mi ha personalmente indignato.
Il popolo rom è una popolazione indeuropea che parla una lingua di ceppo indiano, concentrato soprattutto nell'Europa dell'Est, in Spagna e in Sud America (specie in Brasile e in Argentina).
Nella loro lingua rom (o rrom, plurale roma o rroma) significa semplicemente "persona", "essere umano". I rom sono spesso chiamati zingari, zigani o gitani, tutti termini che derivano da Egitto e che fanno riferimento ad una presunta (ed erronea) origine egiziana dei rom. I rom sono spesso impropriamente chiamati nomadi, termine che in realtà si riferisce genericamente a chiunque conduca vita itinerante, e che quindi è improprio riferito ai Rom stanziali (la maggioranza) e, al contrario, potrebbe applicarsi a popolazioni che nulla hanno a che fare con i rom (fonte Wikipedia).
Può un popolo essere interamente criminalizzato e perseguitato?. In passato questo è accaduto, nei campi di sterminio nazisti non sono morti solo ebrei, ma anche rom.
Al pari della più nota Shoah (il tentativo del regime nazista di sterminare gli ebrei), il Porrajmos fu deciso sulla base delle teorie razziste che caratterizzavano il nazismo. Dato che le comunità nomadi dell’Europa orientale non erano organizzate come quelle ebraiche, il numero delle vittime non è esattamente definibile, ma si può approssimare tra le 400.000 e le 800.000 unità.
Solo recentemente i Rom hanno iniziato a chiedere di essere ufficialmente inseriti tra le vittime del regime nazista.
L'aspetto più terribile della loro detenzione è rappresentato soprattutto dagli esperimenti scientifici cui fecero da cavie, a partire dal 1943, ad Auschwitz e altri campi di concentramento.
A molti di loro furono inoculati germi e virus patogeni per osservare la reazione dell'organismo di fronte alle malattie, altri furono obbligati ad ingerire acqua salata fino alla morte. Particolarmente duro fu il trattamento riservato alle donne. Le più giovani venivano sottoposte a dolorose operazioni di sterilizzazione, mentre quelle mature erano utilizzate per riscaldare, nude, i corpi di coloro che erano stati soggetti agli esperimenti sul congelamento.
L’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite recita:
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Art. 2 Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione potrà essere inoltre fondata sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
I diritti sono i diritti di tutti nessuno escluso e dichiarazioni come quelle del sindaco di Barbarano Montaccini “gli zingari sono portatori di malattie, come la scabbia”, sono gravissime e probabilmente anche al di fuori della legalità, oltre che una palese violazione dei diritti umani.
Il sindaco Montaccini, si è domandato perplesso perché un giornalista gli abbia chiesto se era cattolico……… la risposta signor sindaco è su di uno strano libro a lei probabilmente ignoto Matteo 5, 3-12…..Beati quelli che fanno cordoglio, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che sono affamati e assetati della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio….
Tante volte, nell’agenda della politica, sentiamo amministratori locali parlare, devo dire spesso demagogicamente, di accoglienza, integrazione, dialogo, conoscenza…….ecco, io credo che dovremmo declinare questi concetti partendo, per esempio, dalla stessa etimologia del termine accoglienza, “ad cum lego”, che reca al suo interno il senso stesso di questo concetto, che deve necessariamente parlare di confronto, di scambio, di intercultura, di cose, persone e culture che si legano fra loro arricchendosi vicendevolmente.
Voglio farmi garante di un’iniziativa, portare ragazzi del nostro territorio in visita ad un campo rom, in modo che possano rendersi conto con i propri occhi, della condizione in cui versano degli esseri umani come loro. Mi farebbe piacere che fra questi ragazzi, ci fossero anche ragazzi di Barbarano che hanno partecipato alla “porchettata rom.
Giuseppe Picchiarelli (Assessore provinciale di Viterbo ndr)
Da
Mundo_Gitano

Por: Silvia Torralba
Lavorare in rete per dar voce alle donne gitane e promuovere il loro
accesso alla scolarità, dalla scuola sino all'università. E' l'obiettivo per cui
sette anni fa nacque Drom Kotar, un'entità delle donne gitane di Barcellona.

08/03/2007, Circa poco più di un mese fa, l'Università di Lleida ha
ospitato l'ultima edizione dell'Incontro
delle Studenti Gitane che, dal 2002, è promosso dall'associazione
Drom Kotar Mestipen.
In tutti questi anni, l'entità ha organizzato quest'iniziativa in nove occasioni
con l'idea di fomentare la partecipazione di bimbe e donne gitane che sono nel
processo di formazione e scambiare esperienze per lottare contro l'assenteismo
scolastico.
L'obiettivo è "conoscere le cause dell'abbandono prematuro" della scuola,
conoscere le alternative per superare questa problematica e, nel contempo,
mostrare come molte giovani e donne gitane "stanno arrivando lontano o vogliono
farlo" studiando all'università e lavorando per la loro comunità [...].
Negli Incontri delle Studenti Gitane partecipano ragazze e donne che stanno
formando entità sociali in tutta la Catalogna,maestri ed associazioni di
quartiere, sempre sotto la coordinazione di Drom Kotar.
Questa organizzazione si formò nel barrio de la Mina a Barcellona più di
sette anni fa al fine di riunire donne di differente età, gitane e no, per
superare situazioni di esclusione di genere e precedenza, far conoscere alla
società il lavoro che molte donne gitane attive realizzano per la loro comunità
e promuovere l'accesso alla scolarizzazione ed alla formazione di bambine ed
adulte.
Per questo, Drom Kotar ha predisposto spazi di dialogo, come gli incontri tra
studentesse ragazze ed adulte e la Commissione delle Madri. Attraverso quest'ultimo
spazio, che funziona da vari mesi, le donne gitane arrivano alle famiglie per
sensibilizzarle sull'importanza dell'educazione per il futuro dei loro figli, e
lavorare passo a passo con le loro scuole per formare il corpo insegnante con
metodologie di intervento sulla storia e la cultura del popolo gitano.
Formarsi per aumentare la partecipazione
Oltre a lavorare per aprire spazi di dialogo e promuovere la scolarizzazione,
Drom Kotar appoggia processi di formazione occupazionale per aumentare
l'inclusione socio-lavorale. In questa maniera, donne gitane di oltre 45 anni si
sono formate per lavorare come controllore nelle mense scolari, nella pausa e
nel tempo libero.
Questo tipo di formazione, segnalano da Drom Kotar, permette alle donne di
sviluppare abilità e, soprattutto, presuppone "includere le voci gitane,
attraverso le donne, dentro la scuola, nei centri civici, centri giovanili,
ecc." per superare situazioni come l'abbandono scolastico e la mancanza di
partecipazione, e generare referenti positivi.
A tutto questo, si aggiunge anche l'iniziativa Educa Rom, che si coordina con
altre associazioni di gitani di paesi come Romania, Ungheria e Francia.
L'idea
Non è altro che lavorare in maniera coordinata per promuovere l'accesso alla
scolarità di gitane adulte nel territorio europeo e, mediante educatrici ed
istituzioni di appoggio, sensibilizzare la popolazione sulla storia e la cultura
gitana e registrare i contributi realizzate dalle organizzazioni gitane.
Io cosa posso fare?
Quanti vogliono collaborare con la Commissione delle Madri
dell'associazione Drom Kotar Mestipen possono scrivere a
ARROBA@dromkotar.org
Il 2 e 3 aprile si svolgerà a Valencia il Congresso Nazionale delle Donne
Gitane organizzato dalla Federazione Autonoma delle Donne Gitane della
Comunità Valenciana. Se desiderate informazioni o volete partecipare, potete
domandare all'associazione
Drom Kotar
Mestipen.
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