In molti campi nomadi si è diffusa l'abitudine di dar fuoco, ad ogni ora del
giorno e della notte, a rifiuti di vario genere tra cui anche vecchi
pneumatici.
Per arginare tale fenomeno ed il conseguente inquinamento atmosferico è
possibile segnalare tali incendi al NUMERO
VERDE: 800.25.36.08, già operativo da oltre 5 anni, del
nucleo operativo ecologico dei Carabinieri che opera in sinergia con il
Ministero dell'Ambiente, e che interverrà tempestivamente.
Il servizio è operativo oltre che a Roma anche su tutto il territorio
nazionale.
Ricevo da Mariagrazia Dicati: Invio documentazione relativa alla manifestazione per la giornata della memoria a Piove di Sacco (PD), riportato anche su: www.coopofficina.blog.tiscali.it
Riportiamo integralmente l’intervento del Rom Loris Levak che insieme alle rappresentanze Istituzionali, al Rabbino della comunità ebraico di Padova e insigni rappresentanti del Centro Studi del Triveneto sulla Shoah, ha partecipato alla cerimonia commemorativa per la giornata della memoria
“ Ho partecipato più volte a manifestazione per rievocare lo stermino dei Rom e dei Sinti, in particolare voglio ricordare il 1997 a Padova dove ho prodotto il rilievo in rame messo nel museo dell’Internato Ignoto che si conserva perfettamente nel tempo.
Oggi 8 febbraio 2007 sono orgoglioso di essere presente a Piove di Sacco insieme ai esponenti delle Comunità Ebraiche, davanti ad un pubblico di ragazzi che rappresentano il futuro.
Voi avete già conosciuto mio padre Mirko Levak che vi ha raccontato la sua prigionia nei campi di sterminio, lui ha rappresentato il passato, io sono qui per assumermi l’impegno per il futuro, per fare in modo che non vengano dimenticate le sue sofferenze e quelle di migliaia di altri Rom e Sinti
La giornata della memoria voluta e istituita dall’ex Presidente Ciampi vuole ricordare tutte le vittime delle sterminio, ma accanto allo sterminio degli ebrei, dobbiamo ricordare che ci sono stermini minori, ma non per questo meno importanti.
500.000, o forse molti di più, Rom e Sinti sono stati trucidati nei campi di sterminio e molti altri morirono per mano degli ustascia.
Questo stermino che noi abbiamo chiamato “PORRAJMOS” perché nella nostra lingua significa divoramento, distruzione, non ha ancora avuto un riconoscimento dalla storia.
Per questo, a nome della comunità Rom e Sinta, di mio padre MIRKO EMILIO LEVAK ex deportato sopravissuto ad Auschwitz, chiedo al Sindaco di Piove di Sacco, Mario Crosta, rappresentante delle Istituzioni, al Rabbino della comunità ebraica di Padova Adolfo Locci, ad Antonio Sorrenti, del Centro Studi Triveneto sulla Shoah,di sostenere la nostra richiesta, chiedendo al Presidente della Repubblica NAPOLITANO, che lo stermino dei Rom e dei Sinti, a carattere razziale come quello degli Ebrei, abbia un riconoscimento anche nella legge per la giornata della memoria”
Alla fine dell’intervento di Loris Levak, Antonio Sorrenti, lo ha ringraziato per avergli dato l’opportunità di ricordare ai ragazzi delle scuole alcune testimonianze proprio sulle sofferenze dei Rom e dei Sinti, inoltre ha voluto sottolineare che nelle loro ricerche hanno trovato documentazioni che si riferiscono proprio ai Rom e, alla fine, lo stesso Antonio Sorrenti si è impegnato a portare avanti quanto era stato richiesto da Levak.
La cerimonia, molto sentita e commovente si è conclusa con un gesto simbolico : allo scoccare dei 12 tocchi delle campane, ora in cui vennero aperti i cancelli di Auschwitz, il Sindaco, i rappresentanti delle Comunità Ebraiche e Rom, hanno liberato i grappoli dei palloncini, mentre gli alunni e i ragazzi erano invitati a fare una riflessione cercando di mettersi nei panni dei prigionieri in quel lontano momento.
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
Oggi 8 febbraio 2007, in occasione della celebrazione della giornata della memoria per lo sterminio del popolo ebraico e del popolo Rom e Sinto, nella città veneta di Piove di Sacco in provincia di Padova, mi rivolgo al Sindaco Mario Crosta, quale rappresentante delle Istituzioni, al Rabbino della Comunità Ebraica di Padova Adolfo Locci, ad Antonio Sorrenti, del Centro Studi Triveneto sulla Shoah affinché facciano pervenire al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la seguente
RICHIESTA
sull’estensione dell'intitolazione del "Giorno della Memoria" anche al popolo dei Rom/Sinti, e a tutte le vittime del nazifascismo, sottoponendo alla Sua attenzione quanto segue :
- In considerazione anche del Decreto legislativo Mastella, che prevede pene più severe per chiunque commetta o inciti a commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o compiuti a causa del personale orientamento sessuale o dell'identità di genere
- In considerazione della Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che ha istituito il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, l'art. 1 della Legge riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi si sono opposti al progetto di sterminio, ed al rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". Sia il popolo ebreo che le popolazioni Rom e Sinti erano considerati rappresentanti di razze geneticamente inferiori tanto da esservi per i nazisti anche una Zigeunerfrage (questione zingari) da risolvere con un'apposita legislazione discriminatoria che venne emanata nei confronti di quelle popolazioni e che alcune norme della stessa permasero in vigore in Germania fino alla fine degli anni settanta. Nei campi di sterminio furono uccisi tra 5,6 e 6,1 milioni di ebrei e tra 500.000 e 800.000 Rom e Sinti, corrispondenti al 50/80% di quelle popolazioni presenti nei territori occupati dai nazisti. La vicenda del Porrajmos (sterminio del popolo dei Rom/Sinti) non ha avuto un riconoscimento fino al 1994.
Con il supporto di tutti questi elementi chiediamo si possa pervenire ad una estensione dell'intitolazione del "giorno della Memoria" anche "al popolo dei Rom/Sinti e a tutte le vittime del nazifascismo".
Piove di Sacco 8 febbraio 2007
In rappresentanza della comunità Rom e Sinta
MIRKO EMILIO LEVAK
ex deportato sopravissuto ad Auschwitz
ANSA 2007-02-19 20:24
ZAGABRIA - Bustine di zucchero con l'immagine di Adolf Hitler e barzellette
sull'Olocausto sono state trovate in alcuni bar della Croazia, provocando dure
critiche da parte del Centro antinazismo Simon Wiesenthal, così come l'apertura
di un'inchiesta. Lo ha annunciato l'ufficio della procura statale,
precisando che è già stata aperta un'indagine sull'accaduto.
Gli impiegati della fabbrica di zucchero della compagnia Pinki, di Pozega -
scrive d'altra parte il quotidiano croato Novi List - hanno confermato che le
bustine di zucchero sono state effettivamente fabbricate nel loro stabilimento.
L'incidente ha messo in imbarazzo il governo, che è impegnato nell'intento di
minimizzare gli antichi legami del paese con il nazismo.
Durante la seconda guerra mondiale, il regime croata degli ustascia si è
schierata con la Germania nazista, applicando le leggi razziali, per le quali
migliaia di serbi, ebrei, gitani e antifascisti croati sono stati uccisi nei
campi di concentramento del paese tra il 1941 ed il 1945. Il direttore del
Centro Wisenthal, Efraim Zuroff, ha espresso la sua "repulsione e disgusto" per
il fatto che tali articoli possano essere prodotti e distribuiti nei nostri
giorni in un paese "in cui non solo ha avuto luogo l'Olocausto ma è stato
commesso per la maggior parte da collaboratori locali del nazismo".
"Se non altro, questa è una disgustosa espressione della nostalgia per il terzo
Reich e per un periodo dove gli ebrei, i serbi ed i gitani sono stati uccisi in
massa in Croazia", ha aggiunto. Zuroff ha esortato la Croazia ad ordinare il
sequestro immediato delle bustine di zucchero, in base alla legge contro le
discriminazioni razziali, etniche o religiose.
Nel paese infatti non esiste una legge che punisce coloro che negano
l'Olocausto. I simboli ustasci sono stati tollerati durante il mandato del
presidente Franjo Tudjman, che ha governato il paese dall'indipendenza nel 1991
al 1999, inasprendo i rapporti con Israele. I parlamentari croati del governo
successivo, che hanno avviato il paese ai negoziati per l'entrata nell'Unione
Europea, hanno chiesto scusa per i crimini del regime ustascia
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