Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 28/09/2006
ZALAU - Due scuole di Salaj, una delle quali è portata ad esempio di
segregazione etnica del rapporto 2005 sui diritti umani del Dipartimento di
Stato USA, fanno parte del programma di desegregazione delle classi Rom.
Il progetto chiamato "Impreuna pentru desegregare" (Insieme per la
desegregazione) è coordinato dall'associazione "Sanse Egale" (Pari
Opportunità) di Zalau, assieme alla Prefettura, l'Ispettorato Scolastico, i
comuni di Simleu Silvaniei e Jibou e le due scuole, di due città che ospitano
oltre 2.400 Rom.
Robert Vaszi, presidente di "Sanse Egale", ha inaugurato il progetto il 20
settembre, finanziato con 79.000 euro del Fondo Educativo per l'Etnia Rom. Il
progetto mira allo scardinamento delle classi etniche nelle due scuole di Salaj,
il rafforzamento delle aspettative accademiche dei Rom e il miglioramento della
qualità di studio. Quindi i 70 studenti Rom verranno "spalmati" in classi miste.
I genitori dei ragazzi Rom e quelli di altre etnie avranno una nuove
biblioteca multi-culturale a disposizione, e parteciperanno a corsi
extracurriculari organizzati per alunni, insegnanti e genitori.
Alin Lacatus, consigliere del Dipartimento Distrettuale per i Rom, ha
aggiunto che 70 bambini Rom hanno partecipato assieme ai loro coetanei non-Rom a
campi estivi denominati "Essere differenti è una buona cosa", che puntavano al
miglioramento delle comunicazioni tra gli studenti.
Secondo i risultati, il progetto pilota sviluppato nelle due scuole, sarà
implementato in altre scuole nella regione e nel resto del paese.
Fonte:
Romanian_Roma
Lettera dell’Asl al Comune: i servizi non sono completi Il campo nomadi da «ritoccare» (s. ro.) VOGHERA. «Si giudica, al momento, insufficiente la dotazione dei servizi igienici e delle docce riscontrati nell’area attrezzata sita in strada Campoferro...». Le conclusioni della relazione dell’Asl non lasciano spazio ad interpretazioni: così com’è, il nuovo campo nomadi (pardon: area attrezzata) non va ancora bene. E cosa si debba fare lo spiega la stessa relazione dell’Asl, stilata dopo un sopralluogo che risale a pochi giorni fa: «Si demanda al signor sindaco, quale autorità sanitaria locale, per i relativi provvedimenti da adottare ai fini della tutela del benessere e della salute pubblica». In pratica: mancano bagni e docce in numero sufficiente, quindi tocca all’amministrazione comunale costruirne di nuovi all’interno del campo. La lettera dell’Asl è stata spedita al Comune e, per conoscenza, anche al gruppo vogherese dell’Opera nomadi: da qui nasce il primo punto di frizione tra amministrazione e volontariato a meno di un mese dal trasloco dei Sinti dal cortile dell’ex caserma alla nuova area attrezzata costruita dal comune a Campoferro con una spesa (per niente trascurabile) di quasi 300mila euro. Il problema sollevato dai tecnici dell’Asl sta in quello che la relazione definisce «rapporto utenti-servizi». In parole povere si sta parlando del numero di bagni che deve essere presente in un’area di sosta attrezzata in rapporto alle persone che ci vivono. Al momento del sopralluogo dei tecnici dell’Asl, il 16 agosto scorso, nell’area di Campoferro c’erano, scrive l’Asl, «quattro servizi igienici più uno destinato alle persone disabili», mentre erano tre «le docce a disposizione all’interno dell’area». Il tecnico del Comune presente al momento del sopralluogo, aggiunge la lettera che è stata protocollata dal Comune, ha assicurato che all’insediamento dei Sinti «verranno inseriti un servizio igienico e tre unità abitative prefabbricate dotate di servizi igienici e doccia». Al “censimento dei bagni” si aggiunge il conto degli utenti del campo: «A detta del portavoce dei sinti - precisa la lettera che l’Asl ha spedito al Comune - all’interno del campo si trovavano corca 70 persone, la maggior parte (oltre il 50 per cento) composto da bambini e minorenni». E dopo aver premesso che le condizione igieniche dei bagni presenti erano sufficienti, l’Asl chiede un intervento ulteriore al Comune. L’Opera nomadi, che ha ricevuto per conoscenza la relazione dell’Asl, si spinge più in là e a sua volta scrive al Comune. «Non nascondiamo lo stupore di fronte alla lettara dell’Asl: l’assessore ai servizi sociali affermava che il campo aveva superato il collaudo, mentre la situazione dei ervizi igienici era e resta insufficiente». Detto questo, l’intervento dell’Opera nomadi prosegue con una sorta di invito alla collaborazione: «Vorremmo conoscere la tempistica con cui (l’amministrazione) intende sanare le problematiche indicate (dall’Asl) al fine di garantire un minimo di tutela del benessere della famiglie sinte e, soprattutto, dei loro bambini. Come previsto, infatti, lo spostamento dal centro città all’area periferica e isolata di Campoferro ha già causato numerose difficoltà e grande disagio psicologico sia tra gli adulti che tra i minori». A questa segnalazione, l’Opera nomadi aggiunge quella di una serie di problemi che si sono evidenziati con le prime piogge: dal cedimento in alcuni punti della pavimentazione in asfalto dell’area, fino al parziale allagamento del sottopasso che è l’unica via di accesso all’area. Va detto che, dopo un primo intervento di poche settimane fa, ieri pomeriggio erano in corso lavori per il riassestamento del fondo del campo nomadi in modo da evitare allagamenti con le piogge autunnali. (26 settembre 2006)
Fotografie del 28/09/2006
Nessuna fotografia trovata.
|