Di Sucar Drom (del 30/07/2013 @ 09:02:32, in blog, visitato 1530 volte)
Cervello e razzismo
Quanti hanno coraggio di definirsi razzisti? Eppure, anche se non ci riteniamo
tali, ricerche recenti basate sul neuroimaging hanno mostrato che di fronte a
fotografie di persone appartenenti a gruppi etnici diversi nel cervello di
individui bianchi...
Sulla pelle dei rom
"Il nostro Piano Nomadi sarà una rivoluzione copernicana", disse nel 2008 il neo
sindaco Gianni Alemanno; "Un modello da esportare in tutta Europa" aggiunse il
ministro dell'Interno Maroni. Questo libro-inchiesta svela...
Corso di formazione per attivisti rom e sinti: al via le iscrizioni
L'Associazione 21 luglio e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC)
invitano tutti gli interessati a presentare la propria candidatura per il Corso
di formazione per attivisti rom e sinti. Il Corso, st...
La Lombardia non si impegna contro il razzismo
Si chiedeva un "impegno" della giunta a "finanziare una campagna contro il
razzismo" con spot, inserzioni e corsi per i pubblici amministratori. Contro l’odg
hanno votato i partiti della maggioranza Pdl-Lega, così come la giunta -
presente in aula il governatore Roberto Maroni...
Ungheria, a fuoco i rom
Una serie di delitti costata la vita a 6 rom ed il ferimento di molti altri
sarebbe stata coperta da alcune strutture statali. I roghi neonazisti contro i
rom non interessano all’Ungheria. Der Spiegel racconta il processo ai neon...
Italia, al via il Piano Nazionale Antirazzismo
L'UNAR organizza martedì 30 luglio il Primo Meeting del Gruppo Nazionale di
Lavoro per l’elaborazione del Piano Nazionale Antirazzismo. Ne fanno parte le
associazioni, tra cui la Sucar Drom e la Federazione Rom e Sinti Insieme, che
h...
Di Fabrizio (del 31/07/2013 @ 09:01:50, in Europa, visitato 1679 volte)
Frescoes
porta turisti, speranza al villaggio rom
-
thv11.com
In questo remoto villaggio rom dell'Ungheria Orientale, è in pieno svolgimento
un festival musicale. E' parte di un progetto in corso dal 2009 - per attirare
visitatori che amano la musica e i murales, portando contemporaneamente soldi
nel villaggio di Bodvalenke (vedi QUI, ndr).
Dice
Ezster Pastor, creatore del progetto muralista: "L'idea dietro il nostro
progetto è semplice. Pittori rom creano murales sulle pareti delle case. Abbiamo
due obiettivi principali: combattere i pregiudizi anti-rom, che qui sono comuni
e dare a questa gente lavoro per contrastare la povertà."
Il progetto di Pastor, finanziato da due banche, ha già portato 29 murales. E
i turisti stanno affluendo a vedere i risultati: circa 3.500 visitatori ogni
anno, e visite guidate aiutano a spiegare l'ispirazione che sta dietro i
murales.
Dice Peter Boros, turista ungherese: "E' molto importante capire questa
cultura piena di colore, attraverso il cibo, la gente, l'atmosfera e
naturalmente, i murales sulle case, che raccontano storie meravigliose.
Simbolizzano qualcosa di cui sappiamo pochissimo. Qui, la si può scoprire ed
imparare."
In questa parte impoverita dell'Ungheria, i reddito medio è di 30 euro al
mese. La maggior parte dei 200 abitanti è disoccupata e vive di sussidi.
Dall'inizio del progetto, la loro vita è cambiata in meglio. I festival
permettono ai residenti di impiantare bancarelle per gli spuntini, vendere
prodotti da forno e artigianali.
Racconta Katalin Egri, che risiede a
Bodvalenke: "Ogni anno nel nostro villaggio, c'è il festival del drago e altre
celebrazioni. Ci visitano molte persone e questo ci aiuta a vivere. Prima, era
solo uno dei tanti villaggi poveri."
Gizi, un altro residente, dice: "E' cambiato tutto. Abbiamo visto i
cambiamenti nei nostri figli durante gli ultimi 4 anni, da quando hanno visto
così tante persone venire nel nostro villaggio.I prati delle case sono più
puliti e ci sono più opportunità di lavoro."
In Ungheria e in altri paesi dell'Est Europa, le comunità rom sono
discriminate e tenute distanti dalle altre. Con questo progetto, si spera di
cambiare questa mentalità, educando la gente sulla comunità rom e generando
redito per gli abitanti del posto. E i progressi sono evidenti - alla scuola
locale, la frequenza e le promozioni sono aumentati significativamente, da
quando un po' di vernice e un'idea brillante hanno riportato in vita il
villaggio.
Di Fabrizio (del 01/08/2013 @ 09:01:18, in Europa, visitato 1873 volte)
Denitsa Mihaylova: una donna bulgara fiera delle sue
origini rom
THOMSON REUTERS FOUNDATIONSource: Sun, 21 Jul 2013 11:03 PM Author: Nevena Borisova
(Nevena Borisova is a freelance journalist in Bulgaria)
Denitsa Mihaylova e sua figlia Madona. Photo: Nevena Borisova
Denitsa Mihaylova è la prima e, sinora, l'unica donna di origine rom che lavora
la Ministero degli Esteri. Parla a sua figlia Madona di 5 anni come ad
un'adulta, chiedendole di prendere le sue decisioni, compresa quella di ordinare
da un menu completo di piatti invitanti.
Nata in una famiglia di musicisti rom, Mihaylova è cresciuta in una famiglia
che è sempre stata "al di qua e al di là delle comunità rom tradizionali."
Assieme ai genitori, apprezzati musicisti in Bulgaria, Mihaylova sin da
bambina ha girato il mondo. Nei paesi visitati, compresi Spagna e Finlandia, i
Rom sono una comunità rispettata con un proprio posto nella società.
"Mi definisco una zingara, nonostante la connotazione che questa parola ha in
Bulgaria," spiega Mihaylova pranzando in un ristorante di Sofia, con sua figlia
che ascolta con attenzione. Nessuno dei commensali avrebbe immaginato che Mihaylova
fosse di origine rom, tranne quelli che la conoscevano, ma lei avrebbe comunque
voglia di raccontarsi.
Secondo un censimento del 2011, in Bulgaria ci sono 325.343, cioè il 4,4%
della popolazione. Tuttavia, secondo il
Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite all'inizio del XXI secolo c'erano
tra i 700.000 e gli 800.000 Rom. Molti di loro sotto la linea di povertà.
Racconta. "L'integrazione dipende anche da noi e perché accada occorre avere
un ruolo attivo. Nel complesso, la comunità deve uscire da un giro vizioso. Vale
per donne, bambini e uomini. Il circolo vizioso risiede nel fatto che molte
famiglie, non avendo reddito, non lasciano andare a scuola i loro figli. I loro
bambini indossano abiti sdruciti, molti di loro abbandonano o vanno a scuola
sino alla seconda o alla terza elementare, e dopo rinunciano per iniziare ad
aiutare i loro genitori."
Molti conoscono Mihaylova per il ruolo interpretato nella serie drammatica
Casa di Vetro, dove era Maya, una ragazza rom. Il regista Dimitar
Gochev ha presentato, per la prima volta in una serie bulgara, una trama basata
sui Rom e sulle sfide sociali che devono affrontare.
Quando iniziò la carriera al Ministero degli Esteri, gli amici avvisarono
Mihaylova di non rivelare le proprie origini, così "sarebbe stato più facile
avanzare in carriera." Ma lei lo fece lo stesso.
Aggiunge: "Sentivo in qualche modo l'obbligo di lavorare più di qualsiasi
altro; ho questo peso sulle spalle - cercare di cambiare gli stereotipi su di
noi."
La famiglia di
Mihaylova appartiene al clan Yerli - una comunità di mentalità aperta. Altri
clan, come i Kalderash, rifiutano l'idea che le donne vadano a scuola o lavorino
(SIC, conosco molte kalderasha, in Italia e
altrove che non corrispondono a questa immagine stereotipata, ndr). Fermamente contrari alle influenze
esterne, le ragazze dei clan Kalderash si fidanzano a 15 anni. L'ex marito di Mihaylova
è di origine Kalderash e non voleva affatto che lei avesse una carriera.
"Per loro le donne sono soltanto dei beni - forse avete sentito che le
vendono. Sposano le loro parenti quando sono giovani, così il loro denaro rimane
in famiglia. Non lo sapevo finché non ho incontrato il padre di mia figlia. Non
avevo amici nella comunità. Così, scoprii ad un certo punto che ero stata
tagliata fuori da tutto." dice.
Continua: "Ero incinta di Madona, quando lui cambiò completamente. Era
diventato geloso e tirannico. Non mi era permesso di alzare gli occhi da
terra... Dev'essere stato così sin dall'inizio, ma prima non me ne accorgevo.
Capisci, sei innamorata... Stavo studiando e non avevo altra scelta che
sopportare fino all'opportunità data dal mio attuale lavoro. Il mio ex marito è
un uomo di molti mezzi, ma non mi aiutò, perché io non obbedivo."
Mihaylova ha lottato per completare la sua istruzione. Ha frequentato le
lezioni col bambino addormentato in un cesto al suo fianco, come se avesse paura
che qualcuno potesse portarle via Madona.
L'esame per il posto al Ministero degli esteri ha cambiato la sua vita.
C'erano molti candidati, ma alla fine venne scelta lei. Sorride tuttora
ricordando quel punto di svolta.
Chiestole qual è il peggior problema della sua comunità, allora le si spegne
il sorriso.
"I Rom sono tenuti nell'ignoranza e nella stupidità per ragioni politiche,
vale a dire per essere usati durante le elezioni e corrotti con i soldi. Ne sono
assolutamente convinta. I Rom sono tenuti apposta nell'ignoranza," sottolinea.
Le sue parole risuonano dei fatti legati all'educazione della comunità. Fu
solo nel 2009 che ebbe inizio il primo programma anzionale per l'istruzione dei
Rom.
"Tuttavia, lo scopo del programma era eccessivamente modesto," secondo un
articolo del marzo 2013 su Duetsche Welle. Vi si legge: "Con un budget di poco
superiore a 500.000 euro, il programma avrebbe raggiunto a fatica 1.200 rom"
Mihaylova ha una risposta sul perché questi progetti, rivolti
all'integrazione dei Rom in Bulgaria, non hanno successo:
"Purtroppo, lo scopo della maggior parte dei partiti rom, o dei cosiddetti
auto-proclamati leader, è di ottenere dividendi tramite alcuni eventi proforma,
prendere voti e fare niente," dice. "Vendono i voti dei Rom senza avere
richieste chiare. La nostra società rom ha bisogno di giovani che cambino questo
modello di pensiero."
Mihaylova visita spesso gli insediamenti rom per entrare in contatto con la
sua gente. Quello che la preoccupa maggiormente è il destino dei bambini.
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Di Fabrizio (del 02/08/2013 @ 09:07:08, in Kumpanija, visitato 2335 volte)
LA NUDA CRONACA: L'esito della II guerra mondiale era già cambiato, con la
ritirata da Leningrado e lo sbarco anglo-americano in Normandia. In Polonia i
Russi guadagnavano terreno ogni giorno. Per il grande esercito tedesco era già
iniziato il richiamo dei riservisti. La notte tra il 2 e il 3 agosto, venne
definitivamente liquidato dalle guardie naziste il campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau. Le cifre (discordi, tanto per cambiare) dicono di circa
3.000 Rom e Sinti gasati.
Ricorrenze simili sono spiazzanti ad agosto (ogni agosto), mentre
guardiamo i bambini giocare in spiaggia o i cani correre felici sulle colline. Un po' come festeggiare il natale in Brasile o in Australia. E
tra una settimana, arriva per i milanesi un appuntamento simile, a due passi da casa mia.
Non voglio scrivere niente su questa comunanza, su questa storia che
lega il mio popolo a quello dei Rom e dei Sinti. Perché sarei prolisso, cupo, e
allora è meglio il silenzio.
Perché chi può è giusto che si goda il casino dei bambini e dei cani,
anche un momento di gioia può ricordare i tempi in cui erano più sfortunati.
Godiamoceli ora.
Potrebbe essere un buon ricordo il concentrarsi sul silenzio, su chi ci è
caro, su chi pagò quei tempi. Da anni i Rom e i Sinti commemorano il giorno con
una candela accesa, questo si può fare e (credo di non mancare di rispetto a
nessuno) si può scegliere una candela anti-zanzare, vista la stagione.
Insomma, non necessariamente questa
Il silenzio che vorrei: che ALMENO per un giorno la stampa e internet li
lasciassero in pace, Rom e Sinti... questi ladri, sfigati, senza terra, che
nessuno è mai riuscito a sterminare. Poi,
domani, ricominciate pure, ma un giorno di tregua per rispettare il dolore è il
minimo che può chiedere un essere umano. Vero che sono umani anche loro? Vero, che l'unica maniera per insegnare il rispetto è di praticarlo (almeno un giorno)?
Ma il silenzio, se dev'essere, che sia il nostro, di chi ha nella penna o
nella tastiera un'arma. E se non voglio cadere nella cupezza, scelgo le parole
tratte da un film, incredibilmente spiritoso e profondo:
...
e rispetto ad Auschwitz mi sembra un punto vista leggero e interessante.
D'altronde chi poteva esprimersi così se non un matto, sapendo che nei lager era
una gara tra chi fosse messo peggio, tra matti, rom, sinti, ebrei e invalidi.
Lasciamo a loro la parola, cerchiamo di imparare da loro
La notte tra il 2 e il 3 agosto 1944 le SS sterminarono gli ultimi
sopravvissuti dello Ziguenerlager di Auschwitz - Birkenau. Migliaia di sinti e
rom sono spinti nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori.
Per commemorare l'atto finale della follia nazista e fascista ti chiediamo di
accendere delle piccole candele sul davanzale della tua finestra la notte tra il
due e il tre agosto. Perchè ciò non possa più accadere!
Il comandante del campo di steriminio, Rudolf Höss, scrive: "Nell'Agosto del
1944, rimanevano ad Auschwitz circa 4.000 zingari da mandare nelle camere a gas.
Fino all'ultimo momento essi non sapevano che cosa li attendesse. Cominciarono
ad orientarsi soltanto quando furono condotti al V° crematorio. Non era facile
introdurli nelle camere a gas."
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di
minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare.
Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse:
“Siamo tedeschi del Reich! Non abbiamo fatto niente!” […].
Moll ed i suoi aiutanti tolsero la sicura alle pistole ed ai fucili e spinsero a
tutta forza e senza pietà le persone che intanto si erano spogliate, fuori dallo
spogliatoio e dentro le tre camere a gas, dove dovevano essere uccise.
Mentre percorrevano l’ultimo corridoio molti piangevano per la disperazione,
altri si facevano il segno della croce ed imploravano Dio.
[…] Anche dalle camere a gas si potevano ancora sentire per un poco grida
disperate e richiami, finché il gas letale non fece effetto e spense anche
l’ultima voce.
F. Müller, Sonderbehandlung. Drei Jahre in den Krematorien und Gaskammern von
Auschwitz, p.107, Monaco, 1979.
Vuoi conoscere cosa è successo in Italia?
Visita il primo museo virtuale sul Porrajmos in Italia:
www.porrajmos.it
30/07/2013 - Con l'emozione di chi da bambino subì i blitz su
Londra, durante cui perirono 40.000 civili sotto i bombardamenti, aerei
teleguidati e i primi attacchi balistici di missili, desidero esprimere a voi
riuniti a Hiroshima la nostra sincera solidarietà, nella comune posizione che ci
unisce contro la guerra e ogni tipo di stragi e genocidi.
I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki furono un crimine contro tutta
l'umanità e mai devono essere dimenticati e ripetersi.
Come risultato dell'ascesa del nazismo in Germania nel 1933, i Rom ebbero
oltre 500.000 morti sino al 1945. Quanto vediamo e temiamo oggi è un ritorno
dello stesso insensato razzismo, intolleranza, la medesima denigrazione nei
media, l'adozione di politiche di espulsioni, sgomberi e deportazioni che
caratterizzarono il cosiddetto "Nuovo Ordine" in Europa sotto il fascismo. Se
questa buia tendenza non viene fermata, può solo portare a un secondo Porajmos,
un secondo genocidio.
Siamo quindi orgogliosi di essere associati con voi tutti in Giappone, oggi
che lottate per la pace, tolleranza e armonia tra i popoli del mondo. Anche
sapendo che questa sia una meta lontana, è nostro desiderio che, collegati per
la prima volta con voi, ora possiamo andare avanti assieme, facendoci coraggio e
compagnia in solidarietà, amando la strada che abbiamo scelto con fermezza, e
che mai abbandoneremo.
Grattan Puxon
8 April Movement
Presidium member
International Romani Union
Vorremmo dedicare le nostre sincere condoglianze a tutte le vittime di
guerre brutali, e mandare il nostro messaggio di solidarietà a tutti quanti sono
convenuti a Londra per ricordare le vittime sinte e rom dell'Olocausto.
Il 6 agosto 1945, la bomba atomica fu sganciata su Hiroshima e uccise in
un colpo solo 200.000 persone. Hiroshima osserva ora il 68° anniversario di
quella giornata. In quella stessa Hiroshima stiamo tenendo la manifestazione in
memoria delle vittime dell'Olocausto, assieme alle organizzazioni partner: il
Movimento Internazionale Contro Tutte le Forme di Discriminazione e il Racism--Japan Committtee (IMADR-JC).
Oggi in Giappone alcuni politici e gruppi di destra propagandano più
apertamente le loro teorie negazioniste sui fatti del massacro di Nanchino o
giustificano il sistema delle "schiavi del sesso per i militari", opera entrambe
dell'esercito giapponese durante la II guerra mondiale.
Tutti noi sappiamo che ogni tentativo di negare i fatti storici o di
cancellare la memoria, riporterebbero il mondo e l'umanità ad una situazione
critica e pericolosa. E' giunto per noi il momento di entrare in azione perché
non scoppino più guerre e per sradicare tutte le forme di discriminazione,
inclusa il peggioramento della situazione discriminante per i Rom in Europa.
Ognuno di noi in quanto singola persona è piccola, ma non impotente. Facciamo
uno sforzo per realizzare un mondo che rispetti la dignità umana per tutti.
2 agosto, 2013 Kazufumi Oki Chairperson
Hiroshima Organizing Committee for the Realization of the UDHR
(Universal Declaration of Human Rights)
Di Fabrizio (del 04/08/2013 @ 09:02:01, in Kumpanija, visitato 1717 volte)
Tutto comincia da una frase innocente, che sento ripetere
spesso da amici e conoscenti di origine rom: "Non siamo
tutti uguali."
Secondo flash: "Non demordiamo ma i tempi sono cupi e
purtroppo gli stessi Rom non si rendono conto che l'unica vera
grande ricchezza è la nostra cultura e se muore non avremo nulla
da rivendicare. Tutti si dedicano al sociale e nessuno all'arte
e ad elevare e promuovere la cultura." scrive Santino
Spinelli.
E perché tutti si dedicano al sociale? Forse, perché c'è una situazione che
perdura da decenni, e l'età media di un rom difficilmente arriva ai 60, e c'è
chi muore per i morsi dei topi, chi per un incendio (accidentale o no), chi per
inedia. Insomma, la situazione di questa minoranza (in tutto il continente) è di
una vera e propria crisi sociale. Prima che dire se sia giusto o sbagliato, è
quantomeno LOGICO e CONSEGUENTE che la cosa possa e debba preoccupare, a volta
in modo giusto a volte in modo sbagliato.
Alla stessa maniera, sospetto che esistano modi giusti e modi sbagliati di
occuparsi di CULTURA, partendo dalla considerazione che i due termini (SOCIALE e
CULTURA) non siano disgiunti, ma almeno a livello teorico vadano tenuti assieme,
se non altro per provare a risolvere la situazione attuale di isolamento e
discriminazione (culturale e sociale) di tutti i romanì.
Il secondo nodo è quel "Non siamo tutti uguali", che non è solo un giudizio
morale. Una comune origine etnica in un'Europa così sfaccettata socialmente, non
può essere il viatico per unire assieme l'artista ricco e/o famoso e chi
sopravvive a stento e mai è andato a scuola.
C'è un terzo punto e riguarda chi non è e non sarà mai rom o sinto, ma che come
loro è destinato ad interagirvi: che immagine si può avere di questo popolo,
quali i suoi aspetti da evidenziare?
Ho raccolto in
ebook le testimonianze di giovani rom di tutta
Europa, e notavo che da un decennio circa sta emergendo anche tra loro il nucleo
di una futura borghesia, cioè di quella classe media che in passato ha
accompagnato lo sviluppo dei nostri popoli in Occidente. Con tutte le ambiguità
e imprecisioni nel definire come "borghesia" questo nucleo nascente, e la
confusione aumenta in quanto non è tuttora possibile definire dove finisca il
concetto di "borghesia" come classe produttiva ed intellettuale, e dove inizi il
concetto di (sempre ipotetica) "classe dirigente".
"Classe dirigente" è un termine che adopero in quanto passare da
LUMPENPROLETARIAT a CLASSE INTEGRATA provoca sempre e in chiunque cambiamenti di
visione e di appetiti. Insomma: ci sono aspetti positivi in questo cambiamento,
altri più complicati.
Spiego meglio quel "classe integrata": se, come avviene quasi sempre,
l'integrazione passa per lo stomaco pieno - prima che da qualsiasi altra ragione identitaria, potremmo ragionare sulla storia nostra: a partire dal rivoluzioni
di fine secolo XVIII - inizio secolo XIX, la borghesia in tutto l'Occidente
emarginò l'aristocrazia e assunse nei singoli stati nazionali un ruolo
dirigente, in senso politico, economico e culturale.
Ma il confronto non riguardò esclusivamente borghesia e aristocrazia: c'erano
(ci sono tuttora) le plebi e il proletariato. La borghesia si ritagliò il
proprio ruolo dirigente, facendosi forza della situazione di privazione estrema
(culturale, economica, politica) di queste due classi, ed usandole come massa di
sfondamento, suonando la ritirata quando le loro rivendicazioni superavano la
soglia del conflitto e dell'interesse borghese, e tradendo spesso e volentieri
le promesse iniziali. Il tutto, ovviamente, riassunto in maniera molto
sintetica.
Da questo rapporto di forza, discende anche la questione di chi rappresenta chi.
Cioè, chi scrive di proletariato, i loro rappresentanti nei parlamenti, ecc.
quasi mai appartengono a quella classe, lo stesso vale per chi fa loro scuola,
per chi realizza i programmi televisivi o le riviste destinate a loro.
Succede così, è abbastanza ovvio, che chi si auto-proclama rappresentante di
quell'umanità negletta che sono rom e sinti, abbia fatto una scelta per censo
più che etnica. Ha bisogno, come ne ha bisogno il terzo settore - come ne ha
bisogno la politica - come ne ha bisogno l'università, di una fetta negletta di
umanità, per avere uno scalino ulteriore nella sua personale scalata, artistica,
economica, culturale.
Ma puntualmente, se gli si chiede (noi gagé siamo ignoranti, purtroppo), un
parere, un contributo anche personale (perché anche noi gagé non ce la facciamo
più), ecco che mi sento dire: il problema è un altro (il problema è sempre un
altro, gliel'abbiamo insegnato noi gagé), quella è gente ignorante. IGNORANTE,
parola chiave, come una cartina al tornasole, che mi restituisce la dimensione
di un nascente conflitto di classe, in una società che le classi come le
intendiamo noi non le aveva ancora conosciute.
L'altro aspetto di questo conflitto in nuce, è che se vado a parlare con gli
IGNORANTI, mi diranno con pochi giri di frase: "Se non vivi la nostra realtà,
non puoi capire. Quella gente (gli ISTRUITI, ndr.) non ci
rappresenta."
E allora, chi rappresenterà questa gente, cioè LA PIETRA DELLO SCANDALO? Chi può
farlo lontano da grezzi interessi?
Non ho risposta, perché il problema è tuttora irrisolto anche per la NOSTRA di
società.
L'unico suggerimento che mi sento di dare, è capire quanto può essere grande e
comprensivo il concetto iniziale CULTURA. Se si fosse in grado di capire che
anche
il ghetto, anche la deprivazione,
producono cultura e la fanno circolare,
il confronto potrebbe continuare.
Di Fabrizio (del 05/08/2013 @ 09:09:09, in Regole, visitato 1294 volte)
Segnalazione di Giacomo Marino
- Patrizia Maiocchi
- 1 agosto 2013
Il blog razzista è un'associazione per delinquere. Per la Corte di Cassazione le
pene per i reati associativi, previsti dalla legge 654/1975 in linea con la
Convenzione di New York (modificata dalla legge 205/1993) sono estensibili alle
comunità virtuali, dalle chat ai social network, che incitano all'odio razziale.
Messaggi tanto più efficaci proprio perché affidati alla forza comunicativa
delle nuove tecnologie.
La Suprema corte (sentenza 33179, depositata ieri) respinge il ricorso del
coordinatore di un sito internet finalizzato a ingrossare le fila dei
sostenitori della superiorità della razza. L'imputato chiedeva di essere assolto
in nome della libertà di pensiero e negava la giurisdizione del giudice italiano
perché il sito-madre era stato costituito negli Stati Uniti e operava su un
server estero. Inoltre rivendicava il diritto ad essere trattato al pari di un
direttore di giornale.
Contestazioni che la Cassazione non ha difficoltà a smontare. Il collegio della
III sezione specifica che il giudice italiano è competente a esprimersi sulla
diffamazione aggravata dall'odio razziale, anche nel caso in cui il sito web sia
stato registrato all'estero, purché l'offesa sia stata percepita dai fruitori
che si trovano in Italia.
Nel caso esaminato l'attività del ricorrente e dei suoi supporter aveva diversi
scopi: fare proseliti, istigare a compiere azioni dimostrative nel territorio
italiano, raccogliere fondi per la "causa" e dare giudizi sulle persone o sugli
episodi. Uno dei punti forti degli "opinionisti" era quello di bollare come
"traditori" e "delinquenti italiani" i sostenitori dell'uguaglianza e
dell'integrazione con gli immigrati. Cade naturalmente anche la pretesa di avere
la tutela costituzionale che garantisce la libera manifestazione del pensiero e
di associazione: entrambe vengono meno quando la libertà viene male usata per
istigare alla discriminazione. Nessuna possibilità per il ricorrente di essere
assimilato al direttore di un giornale: in primo luogo, perché era stata
riconosciuta la sua responsabilità come organizzatore e moderatore del blog
incriminato, poi perché la stessa Cassazione ha chiarito (sentenza 23230/2012)
che il blog non rientra nella definizione di "stampato ".
Per finire, i requisiti di stabilità e di organizzazione propri di un sito
internet, rendono la comunità virtuale idonea a configurare l'associazione per
delinquere. "Il minimum organizzatorio necessario a integrare l'associazione a
delinquere nelle diverse sfaccettature analizzate dalla giurisprudenza si modula
in maniera specifica per le realtà associative cosiddette "in rete", le quali
utilizzano le nuove tecnologie, privilegiando l'uso dei blog, chat o virtual
communities in internet, non potendosi per tali strutture ricercare quella
fisicità di contatti tra i partecipi, tipica dell'associazione a delinquere di
tipo, per così dire classico".
Un'opera essenziale per Expo 2015
Il 15 luglio scorso le ruspe sono entrate in azione nell'insediamento rom di via
Monte Bisbino al confine con Baranzate. In un paio di giorni buona parte delle
case costruite dagli stessi abitanti, che avevano acquistato quei terreni
trent'anni fa, sono diventate un cumulo di macerie per fare spazio allo svincolo
Expo previsto dal secondo lotto del collegamento tra la SS11 all'altezza di
Molino Dorino e l'A8 Milano - Laghi. Si tratta di un'opera considerata
essenziale nel dossier di candidatura di Expo 2015, che devasterà la città di
Pero all'altezza della fermata della MM1 Molino Dorino (formalmente territorio
di Milano, ma sul confine con il Comune di Pero) tagliando in due il centro
abitato, e proseguirà con un tunnel sotto l'area di Cascina Merlata per poi
riemergere dietro al Cimitero Maggiore dove si diramerà una viabilità di
servizio funzionale al nuovo quartiere residenziale previsto dall'adp di Cascina
Merlata. Il tutto per un costo complessivo di 150 milioni di euro di cui 30
milioni a carico di Regione, Provincia e Comune di Milano; più o meno quanto il
Comune di Milano conta di ricavare dall'aumento degli abbonamenti ATM che
scatteranno a settembre per ripianare i buchi di bilancio.
Un'offerta che non potevano rifiutare
Il 21 dicembre 2011 Infrastrutture Lombarde spa notifica gli espropri alla
famiglie di via Monte Bisbino e stabilisce un prezzo di esproprio pari a 7 euro
al metro quadro in quanto la destinazione d'uso di quei terreni all'epoca era
agricola. Successivamente - nel maggio 2012 - il Comune di Milano approva il
PGT, che rende quei terreni edificabili permettendo ai nuclei familiari
interessati dall'esproprio di rinegoziare gli indennizzi. A questo punto,
l'offerta di Infrastrutture Lombarde spa sale a 30 euro al metro quadro per i
proprietari dei terreni, più un'indennità aggiuntiva di 70 euro al metro quadro
per le famiglie occupanti decisa con un provvedimento straordinario del
Commissario Unico di Expo Giuseppe Sala e, il giorno della consegna degli
assegni, i funzionari di Infrastrutture Lombarde spa si presentano con ruspe e
forze dell'ordine al seguito per mettere subito in chiaro alle circa 200 persone
interessate dall'esproprio, che si trattava di un'offerta che i rom non potevano
rifiutare.
Dopo lo sgombero
Successivamente allo sgombero, alcune famiglie hanno acquistato i terreni ai
lati del tratto espropriato. Altri hanno preso delle abitazioni in affitto a
Baranzate; abitazioni trovate non senza difficoltà (per usare un eufemismo),
perché nell'Italia razzista che vede il vice presidente del Senato dare
dell'orango a un Ministro della Repubblica perché nera, mentre altri le lanciano
delle banane mentre parla dal palco della festa del PD, se sei rom nessuna ti
affitta un'abitazione a meno che tu non abbia un terzo che garantisca, meglio se
un ente pubblico. Per cui quando le agenzie immobiliari capivano che si trattava
di rom, gli appartamenti risultavano "magicamente" non più disponibili
obbligando le famiglie rom a cercare qualcuno che affittasse in nero delle
abitazioni. Una volta finiti i soldi ricevuti come corrispettivo dell'esproprio
l'alternativa per le circa 200 persone sgomberate sarà la strada.
Expo 2015 e la pulizia etnica dei rom
Quando nel 2009 l'ex sindaco di Rho, Roberto Zucchetti, presidente del Patto del
territorio nord ovest Milano in vista di Expo 2015 - a cui ha aderito anche il
Comune di Baranzate - incontrò l'allora sindaco di Milano Letizia Moratti nella
sua qualità di commissario straordinario per l'Expo, chiese che in vista del
grande evento vi fosse un "raccordo operativo sulle azioni nei confronti dei
campi nomadi" tra i comuni del Patto e quello di Milano. lo sgombero di via
Monte Bisbino si inserisce in questo quadro - ma anche quelli di via Triboniano
e via Barzaghi interessati dalla viabilità di accesso al sito Expo, oltre a via
Novara dove sorgerà uno dei parcheggi remoti per l'esposizione universale.
L'insediamento di via Monte Bisbino si trova da un punto di vista amministrativo
sul territorio del Comune di Milano, ma essendo sul confine con il Comune di
Baranzate è questo a dover affrontare l'emergenza generata dallo sgombero
effettuato per fare spazio allo svincolo per Expo.
Marco Granelli, assessore alla sicurezza del Comune di Milano, ha garantito al
Comune di Baranzate l'impegno dell'amministrazione Pisapia per impedire che si
stabilizzino altri insediamenti, anche attraverso l'inserimento dei rom nei
progetti di integrazione che il Comune di Milano ha già in itinere. La verità,
però, è che non esiste alcuna strategia sociale della giunta Pisapia - rispetto
a progetti di integrazione e di inserimento scolastico e lavorativo - perché
quando si parla di rom l'unica strategia adottata dalle amministrazioni locali è
quella dello struzzo, che ha come corollario quello di delegare alla Prefettura
e alla Questura il compito di risolvere la questione con l'uso della forza
pubblica.
Di Fabrizio (del 07/08/2013 @ 09:04:49, in blog, visitato 1263 volte)
Un paio di anni fa, faceva furore in rete un
video slovacco dove un cane sarebbe stato maltrattato da presunti ragazzi rom.
Questa una traduzione approssimativa del testo tramite GOOGLE TRANSLATOR:
ho guardato la televisione rapporti Ahi,dove i bambini vittime di bullismo
compagno di stanza. Mi venne in mente che noi vi invieremo un link al video,
dove i bambini sono molestati irragionevolmente piccolo cucciolo.
Cucciolo aveva frustato corda attorno al collo, seguito da uno dei figli
(ovviamente con l'aspettativa degli altri) e versò della benzinacane ha
cominciato a bruciare.
Questo video è davvero disgustoso e terribile, è stato girato in Slovacchia, ma
mi ha ricordato di Mira R. Rabca di che con i suoi amici uccisi Legare un cane.
Il caso è di interesse anche alle autorità competenti. Più qui.
Episodi simili sono denunciati quasi ogni settimana anche in Italia, ma non
mi risultava che i colpevoli appartenessero ad un'etnia specifica.
L'anno precedente aveva fatto scandalo il caso, avvenuto in Slovenia o in Croazia, della
figlia di un professionista (gagio) che per gioco aveva annegato nel fiume una
cucciolata.
Da qualche giorno spopola una notizia simile veicolata da
Mattinonline.ch (sembra che agosto sia un periodo favorevole al filone "lo
zingaro è il peggior nemico del nostro migliore amico").
Ma, questo è quello che preme, è vero o no? Non c'è verso di saperlo. "Mi
sembra" una bufala, e il mio giudizio non nasce da antirazzismo, ma con la
frequenza quotidiana con notizie simili:
dal punto di vista giornalistico (ammesso che oggi valga
ancora qualcosa) mancano dati fondamentali, come il QUANDO e il
DOVE preciso;
nessun'altra fonte ha riportato la notizia, si scrive che
c'erano testimoni ma nessuno di loro è stato intervistato, si
parla di associazioni, ma nessuna di loro ha emesso un
comunicato. Mi sembra strano;
noto un "sottilissimo..." intento provocatorio nel titolo,
nell'immagine scelta, e nel dare la responsabilità dell'accaduto
a una precisa comunità, senza alcuna prova;
infine sulle pagine del canile Muratella (vedi
QUI e
QUI) non c'è traccia dell'evento.
Insomma, sospetti di bufala ma non prove. Fate voi
Di Barbara Breyhan (del 08/08/2013 @ 09:08:28, in casa, visitato 1061 volte)
La comunità rom rumena della città di Baia Mare da anni vive un rapporto
tormentato con l'amministrazione comunale, testimoniato in passato su Mahalla. Ecco una nuova puntata dal sito di Amnesty.it
7 agosto 2013 - Il 5 agosto 2013, 15 famiglie rom per un
totale di almeno 60 persone hanno subito uno sgombero forzato nella città di
Baia Mare e sono rimaste di conseguenza senza casa.
Le 15 famiglie vivevano nell'insediamento di Craica, uno dei più grandi della
Romania. Il 2 agosto, la polizia locale aveva notificato l'ordinanza di sgombero
a 30 nuclei familiari, sostenendo che i residenti erano privi di titoli di
proprietà. Se avessero demolito autonomamente le loro case, avrebbero avuto il
permesso di costruirne di nuove in un'altra zona di Craica. Dodici famiglie
hanno rifiutato e le loro abitazioni sono state abbattute dai bulldozer, mentre
alle tre che hanno accettato - come del resto alle altre - non è stato fornito
alcun alloggio alternativo.
Le 15 famiglie, che comprendono numerosi neonati e bambini, si trovano in mezzo
alla strada. Le autorità non stanno facendo nulla per aiutarle.
Le altre 15 famiglie che hanno ricevuto l'ordinanza potrebbero essere sgomberate
da un giorno all'altro.
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