Alla fine del 2007, una donna venne a conoscenza di un bar che apriva a
Vilnius e chiamò per chiedere se cercavano personale. C'era ancora vacante un
posto da lavapiatti, e la donna vi si recò per un colloquio. Al suo arrivo, il
gestore del bar informò la donna che il lavoro non era più disponibile.
Quello stesso giorno, un'altra donna venne a conoscenza della medesima
apertura a Vilnius, e pure lei chiamò in cerca di lavoro. Cercavano sempre un
lavapiatti e la seconda donna arrivò poco dopo la prima per sostenere il
colloquio. Al suo arrivo, il gestore la informò che il posto era ancora vacante
e la assunse.
"Purtroppo" per quell'esercizio, la seconda donna era un'ispettrice
incaricata dall'Istituto per il
Monitoraggio dei Diritti Umani di determinare se ci fosse stato qualcosa di
irregolare nella decisione di non assumere la prima donna, di etnia rom. Il
responso:
ci fu. Cioè: una donna zingara era venuta prima in cerca di lavoro, ma
non è stata assunta perché nessuno vuole avere una zingara nel personale.
Per continuare col precedente tema dell'economia dello spaccio di droga,
vediamo perché in gran parte l'economia formale è inaccessibile ai Rom di
Kirtimai. (confronta
precedente, ndr.)
Un'economia debole è un problema endemico che riguarda tutta la popolazione
lituana. A giugno 2012 il
tasso nazionale di disoccupazione era del 13,3% (l'equivalente di 215.100
persone). La disoccupazione giovanile era del 25,2%. Nel contempo il
salario
minimo mensile, nonostante sia cresciuto da agosto 2012, è di 850 Lita (LTD)
- neanche 320 $. A causa delle difficoltà nel guadagnarsi da vivere, il paese ha
vissuto un forte
calo demografico, oltre 83.000 sono emigrati nel 2010 e quasi 54.000 nel
2011.
Per i Rom. gli stereotipi negativi aggravano la ricerca delle già limitate
opportunità di lavoro formale. Ma se
la discriminazione sulla base dell'origine etnica o razziale è legalmente
proibita, ci sono diverse importanti ragioni per cui questa legislazione è
inefficace. Prima di tutto: la maggior parte dei Rom non conosce i propri
diritti. Non sanno neanche valutare quando i loro diritti siano violati, né il
processo da seguire per un eventuale risarcimento in caso di violazioni. Come
possono lamentarsi? A chi scrivere? Quali documenti presentare? E
quanti di loro hanno familiarità col servizio di
aiuto legale
garantito dallo stato (o con la procedura per richiederlo)? Quindi, sono
poche le denunce per discriminazione intentate dai Rom, quindi, prevale una
cultura discriminatoria nell'impunità.
Oltre a questi disincentivi strutturali, ci sono ragioni pratiche per cui
difficilmente viene intrapresa la ricerca di un impiego. Per arrivare dove si
ricerca personale, può essere necessario cambiare diversi mezzi di trasporto.
Questo significa comprare diversi biglietti (ogni autobus necessita di un nuovo
biglietto), si aggiunga la ricerca della posizione (senza GPS, senza internet,
forse senza saper leggere e scrivere), accedere ai mezzi di trasporto (dopo le
20.00 non ci sono autobus per Kirtimai, e nessun taxi vuole andarci), e spesso è
necessaria la padronanza della lingua lituana. Per la comunità di Kirtimai,
parecchio distante dal centro città e che ospita molte persone di lingua
non-lituana - senza reddito né risparmi, la ricerca di un impiego è un'impresa
praticamente impossibile. Anche se l'impiego fosse garantito, questo porterebbe
a costi iniziali (trasporti, abiti, baby sitter, ecc.) che molti non possono
semplicemente permettersi.
Muoversi a Vilnius
Ovviamente, questo non significa che la situazione debba rimanere immutabile
e che qualcuno perseveri, nonostante tutto. Da luglio 2012, 158 Rom si sono
registrati alla
Borsa del Lavoro di Vilnius. Soltanto otto di loro avevano una qualifica
professionale e 49 non erano mai andati a nessun tipo di scuola. La Borsa del
Lavoro di solito si limita a mettere in contatto gli iscritti con le posizioni
che richiedono un minimo di qualificazione (completamento degli studi superiori
o della formazione professionale) e quindi non può assistere molti Rom di
Vilnius. Le opportunità che la Borsa del Lavoro può offrire sono limitate a
pochi posti di lavoro di manutenzione ambientale, come pulizia delle strade e
spazzamento della neve. Queste sono opportunità, in teoria, ma occorre tenere in
considerazione che potrebbero essere fisicamente impegnative per 41 tra gli
iscritti, che hanno superato i 50 anni e sette con disabilità. Inoltre, sono
opportunità, nei fatti, soltanto teoriche per questa popolazione, secondo le
norme culturali sulla pulizia. I Rom non possono pulire gli spazi
pubblici (in realtà, è una percezione che cambia a seconda dei gruppi e
della dislocazione geografica, ndr.). Alcuni fanno eccezione, ma c'è
una buona dose di vergogna nella loro decisione. Negli ultimi sette mesi, nove
dei 158 iscritti Rom hanno trovato impiego tramite la Borsa del lavoro, e cinque
un impiego temporaneo. Questo sistema
non è efficace per la comunità rom di Kirtimai e la stragrande maggioranza
rimane senza un reddito formale.
La povertà non è certo un lusso, e per superare questa condizione le persone
devono essere in grado di accedere al lavoro e guadagnarsi da vivere. Tuttavia,
uno dei motivi più citati per cui non esistono incentivi a tutti questi ostacoli
strutturali e pratici nella ricerca di un impiego, è che i
sussidi
statali di disoccupazione sono comparabili al salario di un lavoratore non
qualificato.
Quindi, perché impegnarsi con spese a fondo perso, i fastidi del viaggio e
l'umiliazione della discriminazione? La disillusione è il sentimento dominante
tra molti rom, riguardo l'impiego formale e l'ascesa sociale. Sapendo che la
situazione non cambierà. la motivazione a spingere i propri diritti non esiste.
Non sono stati educati a farlo e non sanno immaginare come migliorare la
situazione - quindi dove sarebbe la motivazione? La vita a Kirtimai è
sopravvivenza, non è sviluppo. E ciò è pericoloso.
Di Fabrizio (del 27/10/2012 @ 09:09:40, in Kumpanija, visitato 1727 volte)
Diceee: Qua ci sono troppi ladri e mendicanti
Risponde un'anziana indovina: Tratta bene anche il ladro. Avrai fortuna.
Quanto segue è una storia vera
L'estate scorsa stavo attraversando la strada e incrocio un tipo mai visto
prima: scuro, piccolo e con la sigaretta spenta all'angolo della bocca. Brutto
come la fame.
Non mi ero accorto che lo sgorbietto aveva iniziato a pedinarmi, tentando di aprirmi
lo zaino senza farsi notare. Sfortuna (per lui) volle che dall'altro lato della
strada incrociava un tipo, mio amico da anni ma soprattutto molto più in alto
dello sgorbietto nella gerarchia dei ladri da strada.
Urlaccio del mio amico, e neanche faccio in tempo a voltarmi che lo
sfortunato borseggiatore era già a 15 metri di distanza. Si è fermato lì: messi
insieme io e il mio amico superiamo i 200 chili, e tutti e due fumiamo come
ciminiere. Ad inseguire lo sgorbio non ci pensavamo proprio.
Ci siamo scambiati le parolacce di rito in tre lingue diverse e alla fine, in
maniera altrettanto cerimoniosa, ci siamo congedati.
Di Fabrizio (del 28/10/2012 @ 09:13:49, in media, visitato 1743 volte)
Diceee: Ma quanto sono belli, buoni e bravi i mendicanti!
Risponde una bambina che fruga nel cassonetto: Proprio a me vuoi prendere in giro?
Fatte le dovute eccezioni, siamo il prodotto dell'ambiente che ci circonda.
Noi vogliamo recuperare con loro i violini, forse una cultura persa, ma cosa
starà cercando quella bambina? Una fisarmonica o un panino avanzato di McDonald?
Brutta gente, che ci guarda affamata. Avanguardia di un esercito che da ogni
angolo del mondo assedia i nostri portafogli. Amiamo gli "estranei" perché prima di tutto
siamo scontenti ed incerti del nostro stile di vita, ma nel pratico li isoliamo
lontani dalle nostre case e proprietà, prima che il NOSTRO si tramuti in LORO. E
loro, se ne fregano dei nostri muri, visto che sanno scavalcarli.
Però quella commedia,
UNA
POLTRONA PER DUE, insegna alcune cosucce interessanti:
prendiamo un perfetto ed integrato esemplare del nostro
sistema di vita, catapultatelo nell'inferno, e diventerà in
tutto simile a chi odiava il giorno prima;
è una commedia, per cui anche il nostro diavolo
principiante, nella sua cattiveria, mantiene tratti di umanità.
Insomma, c'è una sceneggiatura che agisce nel scoprire questo
lato diciamo "umano". Nella vita reale, siamo noi gli
"sceneggiatori";
tanto per identificare i veri diavoli, di chi è l'idea
iniziale dello
scherzo al co-protagonista Louis Winthorpe III? Un mendicante, o
i due suoi vecchi compari di vita? Occhio a dove arriveranno le
vere fregature!
Di Fabrizio (del 29/10/2012 @ 09:19:36, in media, visitato 1587 volte)
La voix des Rroms mette in guardia i mediapar voxrromorum
le 16 octobre 2012
Questo è un messaggio che inviamo a tutti i media francesi:
Signore e signori, questo avvertimento non riguarda tutti i media, ma un buon
numero e il vostro può essere tra quelli. Vi chiediamo quindi di prestare
attenzione a questo messaggio.
Da qualche mese, la politica dello "smantellamento dei campi illegali",
associati (a torto) sistematicamente ai Rom, si accompagna ad una campagna di
demonizzane dei Rom, di cui vi state facendo complici. L'ultimo atto è stato il
reportage di France 2 di ieri sera, chiaramente di parte quando si domanda ad
una madre di famiglia "cosa pensate degli abitanti di Marsiglia che hanno
CHIESTO ai Rom di partire?" (il campo rom dato alle fiamme il mese scorso, ndr.) E di seguitoil
gestore di un bar, che dice di non aver mai avuto problemi, ma che impugna una
mazza da baseball per difendersi! Per non parlare di una signora anziana,
neanche lei ha mai avuto problemi, ma che ha paura di "essere aggredita". Da
parte rom [si è dato ascolto ad] una ragazza che afferma di mangiare nella
spazzatura. Vi ricordiamo che succede dappertutto, non solo ai Rom. Alcuni
hanno persino fatto una scelta consapevole e militante contro la società dei
consumi.
Europe 1 quando ha titolato "I Rom potranno diventare ortofonisti", con
un'ironia di cattivo gusto, persino disgustosa, in un articolo che menziona
soltanto l'allargamento dei mestieri autorizzati per Rumeni e Bulgari,
senza dire l'essenziale: che questi ultimi devono comunque avere la residenza
con la carta di soggiorno, per lavorare ed accedere anche a questi mestieri.
Non può mancare L'Express, con un servizio del 10 ottobre intitolato "Essere
vicini dei rom", dove si piange sulle sfortune che devono subire i "residenti
esasperati".
Per non parlare dell'enorme operazione poliziesca che ha preceduto di qualche
giorno il pogrom di Marsiglia: 11 Rom arrestati, consegnati all'odio della
folla, presentandoli all'unisono come trafficanti e schiavisti di bambini,
perché i LORO figli avrebbero potuto essere arrestati per piccoli furti. E dopo
questa frenesia mediatica, il pogrom di Marsiglia, la caccia generalizzata al
Rom da parte della polizia, il blackout totale su questo affare. Perché? Perché
l'obiettivo è stato raggiunto? E' questo che volevate, signori giornalisti? Ci
sono ebrei tra di voi? Chiedete ai vostri genitori di raccontarvi gli articoli
contro gli ebrei negli anni '30.
Ad ogni espulsione [...], ripetete come pappagalli: "lo sgombero è avvenuto
senza problemi". E' così da 20 anni, senza problemi. Per utilizzare il vostro
gergo NON E' UNA NOTIZIA! I Rom non sono violenti. Aspettate disordini con la
polizia per mettere del sangue sui vostri fogli? Ne sarete responsabili. Già lo
siete con l'invocazione all'odio tramite i "residenti esasperati". Mentre vi
stiamo scrivendo, la polizia caccia i Rom, con neonati in braccio, dai
marciapiedi di Marsiglia, di Noisy le Grand ed ancora altrove. Siete complici di
questa politica. Avete deciso di farvi eco della disumanizzazione dei Rom,
preambolo necessario a qualsiasi genocidio! Tra di voi sono rari quanti
rispettano la loro professione ed il dovere di informare in maniera equilibrata.
Non dimenticate, in un contesto in cui l'informazione è veloce, anche la storia
passa più veloce di prima. Sarà quella a condannarvi come complici di una
politica mortifera. Tenetene conto e reagite di conseguenza!
Di Fabrizio (del 30/10/2012 @ 09:14:59, in Kumpanija, visitato 1957 volte)
Fabrizio Santori, è presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale.
Ci eravamo già occupati di lui
questa primavera.
Questa foto di
Pino Cruciatti lo ritrae durante il recente sgombero a
Tor
de Cenci, mentre col suo IPAD controlla che qualche pericoloso criminale non
sia nascosto per sfuggire alla retata (segnalazione di Eugenio
Viceconte).
Ma neanche Santori è una macchina, e così capita, appena può, che sul suo profilo Twitter
riprenda un'immagine che gira su Facebook da qualche mese:
Io rimango del mio parere: non è questa la stagione consigliata per giocare
al piccolo campeggiatore (in effetti sinora non avevo capito che lo scopo di
Santori fosse di mandare i Rom in vacanza).
Se però questo presidente della commissione ecc. ecc. volesse realizzare il
suo sogno, assieme a quello di tutti quanti sognano di toglierselo dalle palle,
gli consiglio la lettura di un articolo (che altrimenti avrei
giudicato inutile e un po' idiota) apparso settimana scorsa su
MILANOFINANZA, dove troverà consigli utili per giocare a fare lo "zingaro".
CON UNA RACCOMANDAZIONE: i due americani dell'articolo si
stanno godendo la vita con i LORO soldi, non vorrei che Santori (visti i
tempi che corrono) lo facesse con i NOSTRI.
Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) - Lo sgombero del campo Rom di via Del
Fortino è stato portato a termine brillantemente nella mattinata di oggi, con
l'abbattimento delle baracche e l'avvio delle attività di bonifica dell'area.
L'operazione coordinata dal sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo
Costantino, si è svolta in assenza di problemi di ordine pubblico, con le
pattuglie di carabinieri e polizia che hanno monitorato la situazione a distanza
senza alcuna necessità di intervenire. I mezzi pesanti e le maestranze sono
entrati nel campo intorno alle 8,30, provvedendo all'abbattimento delle baracche
ormai disabitate e alla messa in sicurezza dell'area, letteralmente invasa da
enormi cumuli di rifiuti di ogni genere. La decisione dell'Amministrazione
comunale di procedere al definitivo smantellamento del campo non ha incontrato
resistenze. Anzi ha trovato la piena collaborazione da parte di un gruppo di ex
residenti che, forniti di caschi e tute da lavoro, hanno voluto affiancare gli
operai nelle operazioni di pulizia.
Giova ricordare che alle famiglie rom sgomberate dal campo sono stati assegnati
gli alloggi appositamente acquisiti dal Comune. Avviato circa dieci anni, il
processo di delocalizzazione è stato ultimato con successo dall'Amministrazione
comunale a guida Costantino. Dal momento dell'insediamento avvenuto lo scorso
mese di maggio, il sindaco ha inteso dare una forte accelerata al progetto che
ruotava attorno a due capisaldi: l'inclusione nel tessuto sociale delle famiglie
rom; la riqualificazione dell'area, con il recupero del palazzetto dello sport,
l'insediamento della caserma della Polizia Municipale nei locali dell'ex carcere
di via Del Fortino, dove verranno trasferiti anche gli uffici afferenti all'area
delle politiche sociali e dove verrà istituita la biblioteca comunale.
L'operazione odierna è stata concordata nei minimi particolari con la Prefettura
di Reggio Calabria. In queste ultime settimane, il sindaco, dottore Costantino,
ha avuto diversi incontri con il prefetto Piscitelli, seguiti da "vertici" con
il dirigente del Commissariato di polizia di Condofuri Marina, Filippo Leonardo,
con il comandante della compagnia carabinieri di Melito, Gennaro Cascone e con
il comandante della Polizia Municipale, Antonio Onofrio Laganà.
Il campo rom insisteva nell'area di via Del Fortino da altre mezzo secolo. Il
suo quasi totale azzeramento (nella parte alta sono rimaste in piedi un paio di
baracche, occupate da famiglie che avranno assegnata a breve l'abitazione), ha
di fatto rappresentato un evento storico per la cittadina di Melito di Porto
Salvo. Di fondamentale importanza è risultata anche la collaborazione intessuta
dall'Amministrazione comunale con l'Opera Nomadi. La via del dialogo
privilegiata dall'assessore di riferimento, il vicesindaco Annunziato Nastasi,
alla lunga ha consentito di centrare perfettamente l'obiettivo prefissato.
"Per l'Amministrazione comunale di cui mi onoro di essere la guida - ha
dichiarato il sindaco, Gesualdo Costantino - quella di oggi sarà una giornata da
ricordare a lungo. Dopo oltre cinquant'anni è stata cancellata l'autentica
bruttura costituita da questo campo, all'interno del quale centinaia di persone
hanno vissuto in condizioni igieniche-sanitarie pessime. Ringrazio sua
eccellenza il prefetto Vittorio Piscitelli, per il sostegno che ha assicurato a
questa operazione, così come ringrazio le forze dell'ordine per averci
affiancato quest'oggi con assoluta professionalità, la polizia municipale, la
protezione civile e quanti si sono impegnati per chiudere una pagina ingloriosa
delle vicende nostrane. Da oggi si cambia registro. Quest'area sta per diventare
oggetto di interventi importanti. Procederemo, infatti, al recupero del
palazzetto dello sport, alla riqualificazione dell'ex depuratore comunale, al
posto del quale sorgerà un Parco dell'acqua, all'insediamento della caserma di
Polizia municipale, degli uffici delle politiche sociali e delle attività
produttive, nei locali dell'ex carcere. In questo modo avremo raggiunto diversi
obiettivi. In primo luogo avremo favorito l'inclusione sociale dei rom e, in
seconda battuta, restituiremo alla collettività un'area rimasta per troppo tempo
abbandonata al degrado".
Di Fabrizio (del 01/11/2012 @ 09:11:37, in Europa, visitato 2801 volte)
(Scritto complicato dedicato ai solutori più che abili)
In un'epoca in cui le notizie girano veloci, non so chi abbia l'onore della
scoperta. Il fronte della tessera recita: diventare Rom... conviene.
Il retro riporta i vantaggi riservati agli iscritti che, scusandomi per le
imprecisioni, sarebbero:
accesso alla casa
accesso alla scuola
lavoro
accesso ai servizi sanitari...
Gli amici antirazzisti hanno denunciato il carattere razzista della storia
(d'altronde, se ti dichiari antirazzista, cos'altro devi fare?). Io invece sono
stato colpito subito da quel simbolo. Osservatelo bene: non vi sembra di aver
già visto qualcosa di simile?
A me, ad esempio, ricorda moltissimo la simbologia delle democrazie popolari
e socialiste, in buona parte finite in soffitta una ventina e passa di anni fa.
E, pensa che ti ripensa, mi viene in mente che sotto quei regimi TUTTI (che
fossero Rom, Calmucchi, Uzbechi o altro) avevano almeno casa, scuola, lavoro,
sanità garantiti. Con tutta una serie di controindicazioni, sintetizzate nella
parola REGIMI (ad esempio, dubito che una linguaccia come me avrebbe potuto far
carriera da quelle parti). Ma intanto, registrerei l'attenzione a queste
preoccupazioni materiali, su cui tornerò alla fine.
Cambiando discorso: mi capita, sempre più spesso, di essere rimproverato per questa mia linguaccia,
da destra e da manca, da antirazzisti o dai razzisti... "Dovresti essere più
serio," mi dicono, "e raccontare una realtà di miseria, depravazione,
discriminazione..."
Non ci crederete, ma se dovessi raccontare storie di case minuscole,
separazioni familiari, lavoro da inventarsi ogni giorno ecc. farei prima a
scrivere un'autobiografia. Perché, allora?
Escludendo un mio problema di rimozione psicologica, per una volta tanto usiamo Tiziano
Terzani per una citazione che non sia alla cazzo.
Se davvero vuoi conoscere qualcuno, ti consiglio di evitare i convegni, con
le solite litanie e i soldi che entrano nelle tasche dei soliti organizzatori.
La conoscenza passa dalla pancia prima che dalla testa. Se vuoi conoscere
i Rom:
mangia assieme a loro
giocaci a pallone
alzati alle 6 di mattina per recuperare il ferro con loro
fatti una scazzottata (attenzione alle controindicazioni!)
RIDI E FATTI PRENDERE IN GIRO!
Ma attenzione, il riso non è soltanto un antidoto per sopportare (e
possibilmente superare) "miseria, depravazione, discriminazione". E' un
cambio di prospettiva, nella propria testa prima che nel sistema.
Riso o umorismo? Se permettete la questione diventa culturale: quando si vive
nelle condizioni materiali dei Rom e dei Sinti in Europa, saper sdrammatizzare,
fare festa ad ogni piè sospinto è un modo per resistere e non annichilirsi. E'
un loro patrimonio culturale che potremmo apprendere. Perché è così difficile
imparare da loro? Perché:
l'umorismo è per definizione immateriale, e quindi tendiamo
a sottovalutarlo;
riconoscere che un popolo semi-analfabeta usa un sistema di
resistenza così sofisticato, presuppone dargli una
dignità e un sapere (un bagno di umiltà da parte nostra) che invece tendiamo a negare, concentrandoci
solo sulle sue condizioni materiali;
è un po' come se, avendo condiviso un lungo tratto di storia
con l'altra minoranza europea da sempre esclusa -gli Ebrei- ne
avesse assimilato alcuni tratti culturali. Ma gli Ebrei sono
sempre stati più istruiti, e sono riusciti a proporsi sotto
questo aspetto. Però, da quando noi Europei abbiamo fornito gli
Ebrei di uno Stato, un esercito e soprattutto di un nemico (i Palestinesi), abbiamo
scoperto che forse non ci erano più così simpatici, e smettevano
i panni delle povere vittime. Che sia questa la nostra paura
nascosta? Di perdere anche il povero zingaro e di ritrovarci di
fronte un popolo con gli stessi nostri appetiti e prepotenze, ma
forgiato alla resistenza da secoli di storia?
E così, finisce che il "povero zingaro", diventa il Rom a cui neghiamo ogni
minimo percorso di integrazione. Tornando a Diventare Rom... conviene,
lo stiamo GIA' diventando, ogni giorno di più le certezze che avevamo su casa,
lavoro, scuola e sanità SONO CARTA STRACCIA. Chi è il colpevole? Poco
importa: incapaci di reagire, finiremo per rovistare nei cassonetti come loro,
facendoci guardare in cagnesco dai mendicanti che, come leghisti dell'ultima
ora, ci cacceranno anche da lì dicendo che c'erano prima loro.
Come terminare questi ragionamenti, non lo so. Ma, per restare in tema,
l'immagine di fare a cazzotti davanti ad un cassonetto, fa ridere o piangere?
Di Fabrizio (del 02/11/2012 @ 09:06:00, in media, visitato 1409 volte)
Raccontavo
ieri che di questi tempi, in mancanza di determinate
certezze è più facile prendersela con chi, Rom e Sinti, certezze non le
ha mai avute. Alla stessa maniera, nella vulgata popolare è lo zingaro che
rimane il ladro per eccellenza, mentre la realtà quotidiana ci restituisce
esempi a non finire di furti commessi da colletti bianchi.
Fateci caso: quand'è che un giornale parla di un furto? Ormai, non è più
possibile nascondere il SISTEMA di ladrocinio che regola la pubblica
amministrazione; a parte ciò la cronaca accenna ai furti quando:
siano coinvolti Rom o Sinti (o si presume lo siano);
la vittima è un personaggio famoso.
Il ministro
Elisa Fornero rientra nel secondo caso. Non solo, come personaggio pubblico,
visti i tempi che corrono, è anche uno dei più impopolari in circolazione.
Difatti, la notizia del furto nel caso del ministro (DISCLAIMER: il furto
rimane un reato, non vorrei essere accusato di induzione al crimine!) ha
sollevato soddisfazione repressa soprattutto tra precari, gente che ha perso
il potere d'acquisto negli ultimi anni ecc. Insomma, tra quelle fasce di
popolazione dove maggiormente alberga l'antiziganismo.
Ho notato anche che nelle cronache giornalistiche stavolta mancava quella
frasetta, che spesso compare quando non si sa cosa scrivere:
si sospetta che il furto sia stato commesso da un gruppo
di zingari...
Frase che dice tutto e niente, ma contribuisce comunque a creare un
sentimento negativo verso gli "zingari". Costava tanto metterla ANCHE a chiusura
dell'articolo sulla Fornero?
Di Fabrizio (del 04/11/2012 @ 09:11:35, in Europa, visitato 1260 volte)
31 ottobre 2012 Germania: il presidente del Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in
guardia contro il razzismo nel dibattito in materia di asilo. "Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative all'abuso del diritto di
asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre associate alla nostra
minoranza".
Nel dibattito sul numero sempre maggiore di richiedenti asilo provenienti dai
Paesi balcanici, il Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in guardia il
Governo tedesco dal razzismo e populismo.
"Introdurre ora un visto per persone provenienti dalla Serbia o dalla Macedonia,
sarebbe un'azione sbagliata" ha affermato il presidente del Consiglio, Romani
Rose. "Fate attenzione al razzismo ed al populismo; questo non deve accadere
alle persone di colore o di origini diverse che si trovano costrette a viaggiare
in Germania" ha aggiunto. In sostanza, secondo Rose, in Germania si finge di non
vedere l'esistenza di accampamenti di Sinti e Rom provenienti dalla Macedonia o
dalla Serbia per motivi di asilo. "Si dovrebbe analizzare ogni singolo caso con
attenzione anziché liquidarlo in maniera frettolosa" e ancora "in Serbia ed in
Macedonia abbiamo la presenza di un razzismo inimmaginabile" e quindi per tale
motivo, secondo Rose, queste persone hanno deciso di intraprendere un viaggio
verso la Germania.
La recente inaugurazione a Berlino del monumento per ricordare l'Olocausto dei
Sinti e Rom uccisi dai nazisti è visto da Rose come un impegno da parte dello
Stato e della società tedesca. "Il razzismo contro i Sinti ed i Rom deve essere
bandito proprio come l'antisemitismo. Ne consegue che questi argomenti devono
essere trattati negli attuali dibattiti politici per potersi assumere ognuno le
proprie responsabilità. Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative
all'abuso del diritto di asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre
associate alla nostra minoranza. Si dovrebbe riflettere soprattutto sul fatto di
andare a caccia di voti con slogan populisti e sul fatto di fare dei Sinti e dei
Rom il capro espiatorio della criminalità e del tasso elevato della
disoccupazione" ha aggiunto Rose.
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