Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 07/10/2011 @ 09:21:27, in casa, visitato 1590 volte)
Dal blog di
Rino Pruiti. Segnalazione
precedente. Segue comunicazione di ApertaMente
di Buccinasco.
Pur avendo molto da dire, ci sono momenti dove, chi come me ama il suo
territorio e vuole trovare soluzioni ai problemi delle persone che vi abitano,
senza demagogia e senza sterile ideologia, facendosi carico dei problemi senza
aspettare che altri se ne occupino... ecco ci sono momenti come questo dove mi
rendo conto che stare zitti è meglio, è la soluzione "possibile", il piccolo
sacrificio intellettuale "necessario".
Per questo e per dovere d'informazione, mi limito ad incollare sotto la delibera
del Commissario Prefettizio che dovrebbe chiudere la "questione" relativa alle
casette di legno dei Sinti residenti nel nostro Q.re Terradeo.
[..] IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
RICHIAMATE le ordinanze emesse dal Responsabile di Posizione Organizzativa del
Settore
Territorio e Ambiente di seguito indicate:
· Ordinanza n. 42/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10806
· Ordinanza n. 43/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10809
· Ordinanza n. 44/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10832
· Ordinanza n. 45/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10838
· Ordinanza n. 46/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10843
· Ordinanza n. 47/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10844
PRESO ATTO che con tali provvedimenti si ordinava a n. 6 nuclei residenti a
Buccinasco in Via dei Lavoratori n. 2 (presso il Quartiere Terradeo) di
rimuovere le opere realizzate abusivamente presso le piazzole da loro utilizzate
e di ripristinare i luoghi allo stato originario, entro il termine di 30 giorni
dalla data di notifica delle ordinanze medesime;
CONSIDERATO che le suddette ordinanze sono state prorogate di ulteriori 60
giorni e che i termini di proroga risultano attualmente scaduti;
DATO ATTO che i 6 nuclei famigliari destinatari delle ordinanze precitate
appartengono alla comunità sinta residente presso il Quartiere Terradeo di
Buccinasco;
VISTE le complesse problematiche socio-economiche che caratterizzano la comunità
sinta, fra cui si individuano come particolarmente gravi:
· l'oggettiva difficoltà per i giovani capofamiglia ad inserirsi efficacemente
nel mondo del
lavoro
· la difficoltà per le donne di contribuire al reddito famigliare dovuta anche,
ma non solo, a fattori culturali
· l'elevato rischio di esclusione sociale
· l'elevata presenza numerica di figli minori all'interno dei diversi nuclei
· la bassa scolarizzazione della popolazione adulta ed il rischio del
perpetuarsi di tale
abitudine culturale anche nella popolazione in età scolare;
CONSIDERATO, in particolare, che all'interno dei 6 nuclei famigliari in
questione si rileva la
presenza di n. 4 donne in stato di gravidanza e di diversi figli minori affetti
da patologie gravi;
RITENUTO necessario, pertanto, garantire la permanenza presso il Quartiere
Terradeo delle 6 famiglie in oggetto, dando contestualmente piena attuazione
alle ordinanze sopracitate;
STABILITO, pertanto, che le opere abusive vengano sostituite da soluzioni
abitative mobili a norma di legge;
CONSIDERATO che, alla luce delle considerazioni socio-economiche suesposte, le 6
famiglie destinatarie delle ordinanze non sono, attualmente, in grado di
procedere con risorse finanziarie proprie all'acquisto delle case mobili;
RITENUTO di anticipare le somme occorrenti per tali acquisti, con onere di
restituzione entro il giorno 30 di ogni mese, a carico delle famiglie, con
diritto di riscatto all'atto del saldo della intera spesa sostenuta
dall'Amministrazione a favore delle famiglie medesime;
STABILITO che ciascun nucleo famigliare dovrà impegnarsi preventivamente,
sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso del debito maturato con
l'Amministrazione Comunale;
RITENUTO, infine, di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti
nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria
competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
VISTI gli allegati pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile resi
ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
DELIBERA
1. di predisporre un intervento a favore di 6 nuclei famigliari residenti presso
il "Quartiere
Terradeo" di Buccinasco, garantendo la permanenza dei nuclei medesimi presso il
Quartiere e dando, contestualmente, piena attuazione alle ordinanze citate in
premessa;
2. di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
3. di dare atto che ciascuno dei 6 nuclei famigliari dovrà impegnarsi
preventivamente, sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso della spesa
anticipata dall'Amministrazione Comunale, con diritto di riscatto all'atto del
saldo del debito.
Oggi è stata pubblicata sull'albo pretorio, del
Comune di Buccinasco, la delibera, che alleghiamo (vedi sopra ndr), del
Commissario Straordinario n° 84/ 03.10.2011 che recepisce quanto fino ad ora
concordato negli incontri avvenuti fra l'Associazione Apertamente e il
Commissario Straordinario, presente il Sub Commissario.
Scongiurato l'intervento delle "ruspe", definito il quadro degli interventi da
fare, assegnati gli incarichi si passa alla fase esecutiva.
Prima la scelta delle Case Mobili più idonee, poi lo smontaggio delle attuali
Casette, l'allocazione delle nuove abitazioni nel rispetto delle leggi
correnti, nei tempi concordati.
Contemporaneamente è stato aperto il confronto col Parco Agricolo Sud per
finalmente normare tutto il Campo. Come stiamo chiedendo dal 2004.
In tutti questi passaggi vengono coinvolti giornalmente da parte di Apertamente
la totalità degli abitanti del Q.re Terradeo.
Riteniamo comunque utile mantenere attiva la rete di sostegno alle nostre
proposte sino al raggiungimento di una equa soluzione.
Per Apertamente
Ernesto Rossi- Augusto Luisi
Di Fabrizio (del 06/10/2011 @ 09:52:22, in blog, visitato 1726 volte)
Da
Coopofficina (forse il prof. Guarnieri sarà noioso e monotematico, ma
possiamo dargli torto?)
Tante persone ed organizzazioni tentano di "aiutare" la popolazione romanì a
superare disagi e difficoltà sociali, culturali ed economici. Ma se da troppo
tempo e troppo spesso questo "aiuto" si trasforma in un disastro una motivazione
deve pur esserci.
Le assenze di conoscenza e di partecipazione attiva e professionale dei rom sono
motivazioni concrete della grave condizione della popolazione romanì.
Ma i danni prodotti nel passato, ed ancora oggi, alle comunità romanì, portano a
pensare anche ad altre motivazioni e responsabilità che spesso sfuggono
all'attenzione senza un'analisi professionale ed onesta, senza una serena
autocritica.
Responsabilità delle numerose ricerche che hanno descritto e descrivono una
realtà romanì stereotipata e quindi falsa, e sulla base di queste ricerche sono
state attivate politiche NON coerenti alla realtà ed ai bisogni reali.
Responsabilità di una partecipazione come un mezzo degli stessi rom, che per un
pugno di mosche si sono prestati a realizzare il danno alla collettività romanì
e non.
Responsabilità della politica e delle istituzioni che non vogliono dialogare
direttamente con le professionalità e le organizzazioni rom, credibili e
documentati.
Certamente tutti riconoscono che le politiche attivate nel passato per la
popolazione romanì erano sbagliate e concordano che le principali motivazioni
del fallimento sono da attribuire:
- all'assenza di partecipazione attiva e propositiva, credibile e professionale
dei rom
- alla diffusione di una falsa conoscenza interpretativa del mondo romanò che ha
portato alla proposta ed alla realizzazione di politiche sbagliate, impedendo
l'evoluzione della cultura romanì
Quindi dovrebbe scattare l'applicazione della più elementare regola democratica
ed antidiscriminatoria: in qualsiasi iniziativa avviata per le comunità rom e
sinte la Federazione romanì, rappresentatività romanì credibile e professionale,
(o altra documentata rappresentatività romanì) deve essere co-protagonista
attiva e propositiva a tutti i livelli.
Ma cosi non è ...
forse perché le persone rom/sinte che possiedono conoscenze e competenze danno
fastidio, come danno fastidio le organizzazione rom credibili e professionali
con un chiaro progetto politico.
Deve pur esserci una motivazione che porta le persone e le organizzazioni a
trasformare un tentativo di aiuto alla popolazione romani in un disastro.
Potrei citare tante iniziative pubbliche, anche recenti, in cui la popolazione
romanì è stata ignorata oppure è stata considerata SOLO folclore e/o
arredamento, mentre è ignorata la partecipazione attiva e qualificata:
- La commissione diritti umani del Senato della Repubblica lo scorso anno ha
promosso, attraverso le audizioni e qualche visita "speciale", una iniziativa di
ricerca sulla realtà rom in Italia per stilare un rapporto. I diretti
interessati (le professionalità e le organizzazioni rom) non sono stati
ascoltati. Il rapporto viene presentato con orgoglio dalla Commissione del
senato, ma è lontana anni luce dalla realtà, dai bisogni della popolazione
romanì e dalle soluzioni politiche da avviare.
- Lo scorso 01 Ottobre un'associazione impegnata nel contrasto alla
discriminazione ha promosso a Roma un folcloristico "pride rom" senza
coinvolgere nessuna organizzazione rom italiana nella promozione
dell'iniziativa. Questo è il modello di contrasto alla discriminazione quando si
tratta di rom.
- Nei prossimi giorni a Roma presso il Senato della Repubblica e Comune di Roma le
Fondazioni europee organizzano un Forum sull'inclusione delle comunità rom, MA
tra i relatori non c'è traccia di professionalità ed organizzazioni rom
d'Italia. Parlano e sparlano di rom, senza i diretti interessati, senza
interlocutori rom credibili e professionali. Questo è il modello di inclusione
delle comunità rom.
- Viene promosso un incontro in Vaticano della popolazione romanì con il Santo
Padre Benedetto XVI° senza coinvolgere una rappresentatività romani nella
programmazione dell'iniziativa. I diretti interessati sono stati chiamati per
fare folclore, arredamento, e per confermare pregiudizi e stereotipi. Hanno
promosso questo incontro per dare visibilità ai bisogni della popolazione romanì
oppure per cercare autoreferenzialità sul mondo rom? Questo è il modello di
partecipazione quando si tratta di rom.
ecc. ecc.
E' possibile parlare e sparlare della popolazione senza i diretti interessati?
Senza alcun dubbio due sono gli obiettivi reali di queste iniziative:
- DELEGITTIMARE i diritti utili alla popolazione romanì
- LEGITTIMARE stereotipi e pregiudizi
Circa un anno fa il Consiglio d'Europa approva la Dichiarazione di Strasburgo,
un piano di azioni finalizzato a migliorare l’integrazione economica e sociale
della popolazione romanì.
In questo piano di azioni "il Consiglio d'Europa indica in particolare quelle
misure finalizzate alla partecipazione di rappresentanti rom in meccanismi
decisionali che direttamente li riguardano."
Si tratta di una giusta risposta alle cause del fallimento delle politiche
sbagliate del passato, ma "si predica bene e si razzola male".
E' possibile che il Consiglio d'Europa organizzi in Italia un corso di
formazione per mediatori culturali rom/sinti, quando nel nostro paese ci sono
circa 400 mediatori culturali rom senza una occupazione?
E' possibile che il Consiglio d'Europa avvii questa iniziativa di formazione in
Italia senza coinvolgere le rappresentatività romanì Italiane, ed in particolare
la Federazione romanì?
E' possibile ... lo ha fatto ...
senza un criterio di scelta dei corsisti, hanno "raccolto" per l'Italia alcuni
rom (e non rom!), hanno composto la classe pur di avviare un corso di mediatori
culturali.
Requisiti, prerequisiti, profilo professionale, ecc. dei corsisti sono questioni
determinanti in un corso di formazione, ma diventano trascurabili quando si
tratta di "zingari".
L'importante è spendere qualche milione di euro anche se non produrrà risultati
utili né alla popolazione romanì, né alla collettività (in modo che si possa
rafforzare il pregiudizio che "i rom non vogliono integrarsi"), ma che
certamente pagherà compensi ai docenti del corso e rimborso delle spese ai
corsisti.
Mi chiedo se ha senso promuovere un corso di formazione per mediatori culturali
rom quando in Italia ci sono circa 400 mediatori culturali rom (formati nei
decenni scorsi) in grandissima parte disoccupati e qualcuno impegnato come
manovalanza nei "progettifici".
Non era forse il caso di utilizzare le risorse del corso di formazione per dare
maggiore professionalità e lavoro ai mediatori culturali Rom già formati?
- Nell'attuale contesto della società italiana la mediazione culturale è la
risposta giusta ai bisogni della popolazione romani?
- E' possibile mediare tra culture diverse?
- Oppure si media il perseguimento del massimo interesse possibile per una
cultura?
- Allora quale modello di mediazione culturale romanì?
- Quali conoscenze e competenze deve acquisire un mediatore culturale romanò?
Se i responsabili del Consiglio d'Europa avessero coinvolto attivamente la
Federazione romanì (o altra rappresentatività italiana che conosce con
professionalità la realtà romanì in Italia) NON avrebbe messo in atto una
iniziativa inutile e dannosa alla causa romanì.
Se anche il consiglio d'Europa trasforma un tentativo di aiuto alla popolazione
romani in iniziative senza alcuna utilità alla collettività, allora vuol dire
che la questione è molto grave per la popolazione romanì.
CONCLUSIONI
Concludo questa riflessione nella speranza che possa essere uno stimolo al
cambiamento rispetto al passato, la Federazione romanì è sempre disponibile al
confronto chiaro, onesto e finalizzato a migliorare le condizioni della
popolazione romanì.
E' fin troppo evidente che la popolazione romanì è "trattata" come un osso da
spolpare con qualsiasi metodo e con qualsiasi mezzo.
Ho molti motivi per essere convinto che attorno alla "causa romanì" circolano
troppi interessi e soldi per iniziative troppo spesso inutili e dannosi alla
quotidianità delle famiglie rom e per una evoluzione della cultura romanì;
INTERESSI e SOLDI che attirano "predatori" per nulla interessati al presente ed
al futuro del popolo romanò.
Spero che amici del popolo rom e le persone rom siano consapevoli del danno e
sappiano evitare le incomprensioni con risposte chiare e pubbliche, e non cadere
nella trappola per un fico secco.
Spero che le istituzioni europee e Italiane si decidano a definire con chiarezza
il ruolo attivo delle professionalità e delle organizzazioni rom/sinte e
valutare la proposta di modifica delle modalità di accesso ai fondi destinati
alla nostra popolazione.
Rivolgo un appello agli amici del nostro popolo per sostenere il progetto
politico della Federazione romanì e la "causa romanì" con la promozione della
partecipazione attiva a propositiva, credibile e professionale a tutti i
livelli, ed aiutarci nella preparazione del secondo congresso delle comunità rom
e sinte, in programma per il mese di Aprile 2012.
Dr. Nazzareno Guarnieri – Presidente Federazione romanì
Di Fabrizio (del 06/10/2011 @ 09:24:24, in Regole, visitato 1291 volte)
Articolo tutto sommato divertente e paradossale quello de
La Provincia di Varese.
Molto italiano, soprattutto, indicate tutte le
nazionalità coinvolte: mi sorge però un dubbio su che nazionalità sia quella sinta e da chi sia riconosciuta presso l'ONU (insomma c'è
sempre chi è meno
italiano degli altri). Una svista grammaticale (almeno spero che lo sia!) fa sì
che sia stato condannato anche il povero singalese che ha provato ad inseguire i
rapinatori. Non si capisce se la vittima del furto debba essere
classificata italiana oppure padana.
Veniamo però a sapere che in assenza di nazionalità, la vittima è illustre,
anzi: nientepopodimenoché è la moglie dell'attuale Ministro degli Interni
(padano o italiano? Mi resta il dubbio). Fatto l'elenco della refurtiva,
l'articolo non può fare a meno di notare che le indagini (padane o italiane che
siano), sono state quantomeno "sollecite" in questo caso (o sollecitate?). Insomma, questi
scalcagnati borseggiatori (per cui istintivamente provo simpatia) hanno avuto
sfiga, più o meno come quando in Sicilia qualche piccolo balordo, senza saperlo, pesta
i piedi ad un mafioso locale.
Ultima annotazione: furto commesso il 17 novembre 2010, arrestati il 3
febbraio, l'articolo è del 3 ottobre. O la giustizia nel frattempo ha ripreso il
suo passo abituale, o nella redazione in quella provincia non hanno molto da fare.
Di Fabrizio (del 05/10/2011 @ 09:45:20, in scuola, visitato 2778 volte)
Il caso all'istituto don Bosco, a largo Preneste. Per Giorgio De Acutis,
responsabile di Casa per i diritti sociali, il blocco della frequenza è
un'anomalia: "E il campo dove vive il ragazzino, il River, è uno a maggior tasso
di scolarizzazione"
"Qui non c'è posto, vai da un'altra parte". È questa la risposta che
Ibrahim, un quindicenne abitante del campo nomadi River, sulla Tiberina, avrebbe
ricevuto pochi giorni fa dall'istituto don Bosco, a largo Preneste. Dove il
giovane, lo scorso anno, ha frequentato il primo anno del corso da tornitore. Il
ragazzo è nell'età dell'obbligo scolastico, non si spiega la decisione della
scuola.
Ibrahim, nato in italia da genitori macedoni, l'anno scorso è stato bocciato.
Qualche giorno fa è tornato a scuola ma: "Mi hanno detto: non c'è posto per te e
mi hanno consigliato di andare in un altro istituto in zona Tiburtina-Rebibbia".
Solo che quella zona non è servita dallo scuolabus che ogni mattina raccoglie
gli studenti del campo: "E io lì come ci arrivo?".
In difesa del ragazzo è intervenuta Sveva Belviso, vicesindaco e assessore alle
Politiche sociali di Roma, che stamattina ha visitato proprio il camping River
in occasione dell'elezione dei rappresentanti. "Ibrahim - ha detto la Belviso -
è un esempio positivo, vuole andare a scuola e noi vogliamo garantirgli il
diritto-dovere di studio, anche perché abbiamo grande difficoltà nella
scolarizzazione dei ragazzi rom dopo le elementari". Per questo, ha detto il
vicesindaco, "parleremo col preside della scuola per trovare una soluzione, ma
siamo sicuri che sia un semplice problema amministrativo".
L'iscrizione dell'alunno straniero nelle classi della scuola
può avvenire in ogni momento dell'anno e quindi anche se è già iniziato. Secondo
la Croce Rossa il problema nei campi nomadi a Roma "diventa sempre più
difficile. A Milano, il numero dei rom non arriva a mille. A Roma, sono dai
7mila ai 9mila". Di questi, oltre il 60 per cento sono minorenni.
La scolarizzazione, fa sapere la Croce Rossa, funziona solo per le scuole
primarie. L'abbandono scolastico inizia nelle scuole medie inferiori, anche se
molti adolescenti risultano iscritti.
Per Giorgio De Acutis, responsabile di Casa per i diritti sociali, il rifiuto
della frequenza di Ibrahim è un'anomalia: "Il River è uno dei campi con il
maggior tasso di scolarizzazione. Sono oltre 200 i bambini e i ragazzi iscritti
a scuola tra i 5 e 16 anni, su un totale di circa 400 persone. Ciò è spiegato
dal fatto che le mamme sono molto partecipi e gli insegnanti tendono a
responsabilizzare le famiglie del campo della Tiberina".
(29 settembre 2011)
Di Fabrizio (del 05/10/2011 @ 09:41:52, in Italia, visitato 1619 volte)
Lunedì 10 ottobre 2011, alle 11
presso la Sala Igea, piazza dell'Enciclopedia Italiana, 4 – Roma
Il Centro europeo per i diritti dei rom (Errc) e l'Associazione 21 luglio
presenteranno i due rapporti sui diritti dell'infanzia e delle donne rom
recentemente inviati alle apposite Commissioni delle Nazioni Unite.
Le due associazioni hanno condotto specifiche ricerche sulla situazione delle
donne e dei bambini rom in Italia. Da entrambe le analisi emerge ancora una
volta la palese violazione dei diritti della comunità rom e sinte in Italia.
Nonostante i provvedimenti straordinari, continua a mancare per i rom in Italia
la garanzia di una sistemazione abitativa adeguata. Mancano inoltre progetti
mirati per favorire l'integrazione con gravi ripercussioni per i soggetti più
deboli: i minori e le donne.
La pratica degli sgomberi forzati (154 tra marzo e maggio 2011 nella sola Roma,
per un totale di 1800 persone coinvolte) non è stata accompagnata da nessun
miglioramento delle condizioni abitative della comunità rom. Questi interventi,
che si traducono in continui trasferimenti forzati delle famiglie, ostacolano
poi la frequenza scolastica dei minori. Anche le condizioni igieniche e
sanitarie sono spesso inadeguate: studi sul campo hanno dimostrato che una
percentuale crescente di bambini cresciuti in queste condizioni manifesta
disturbi del sonno e dell'attenzione, ansia, iperattività e ritardi
nell'apprendimento, tutti problemi destinati ad aggravarsi durante l'adolescenza
e l'età adulta.
Per quanto riguarda le donne, un alto numero delle intervistate da parte dell'Errc
ha raccontato di aver subito maltrattamenti e minacce da parte delle forze di
polizia e violenze domestiche, violenze quasi mai denunciate per il timore di
ritorsioni. Per le donne rom, inoltre, anche l'accesso all'istruzione e
all'impiego risulta fortemente ostacolato. Un altro problema, troppe volte
ignorato, riguarda infine la pratica dei matrimoni precoci.
Durante l'incontro saranno discusse le osservazioni conclusive delle due
Commissioni, Cedaw (Comitato per l'eliminazione delle discriminazioni contro le
donne) e Crc (Comitato per i diritti dell'infanzia), delle Nazioni Unite e le
preliminari risposte del governo italiano.
Alla presentazione dei due rapporti interverranno Dezideriu Gerley,
(direttore dell' Errc), Carlo Stasolla (presidente dell'Associazione 21 luglio) e
Concetta Smedile, (ricercatrice presso Errc e coordinatrice della ricerca sulla
situazione delle donne rom in Italia).
Si prega confermare la partecipazione entro il 6 ottobre c.a.
Sinan Gökçen ERRC Media and Communications Officer
sinan.gokcen@errc.org Mob.:
+36.30.500.1324
Daniela Sala
Ufficio stampa Associazione 21 luglio
ufficiostampa@21luglio.com
Mob.: +39.329.6769773
Una
precedente segnalazione che potrebbe tornare utile (ndr)
Di Fabrizio (del 04/10/2011 @ 09:58:30, in Italia, visitato 1436 volte)
Tanto per ripetere cose dette e stradette
RomaToday
"Inutile e dannosa la politica degli sgomberi spot senza proporre alternative
a donne e bambini che si trovano in condizioni drammatiche", denuncia Corbucci -
di Redazione 01/10/2011
"Il Sindaco deve avere il coraggio di venire in strada su via Salaria, il giorno
dopo gli sgomberi, per vedere le condizioni in cui ha ridotto questi quartieri
con bambini di pochi anni buttati per terra lungo i marciapiedi, donne che
allattano su giacigli di fortuna, decine di persone che dormono in macchina,
senza viveri ed abiti. Il tutto mentre la prostituzione di strada continua a
fare affari in mezzo a questa miseria e desolazione" lo dichiara in una nota
Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio.
"Oggi, insieme a cittadini volontari del quartiere, abbiamo realizzato un
servizio fotografico che invieremo al Sindaco Alemanno e al vicesindaco
Belviso
perché si rendano conto di quanto sia inutile e dannosa la politica degli
sgomberi spot, quelli che vengono realizzati senza proporre alternative a donne
e bambini che si trovano in condizioni drammatiche" spiega Corbucci "un vero e
proprio esodo su e giù per la Salaria, con i quartieri di Villa Spada e Castel
Giubileo che si ritrovano tante persone costrette a rovistare nei secchioni
della spazzatura e a dimorare sui marciapiedi. A cosa servono gli sgomberi dei
campi abusivi senza una programmazione? A mettere intere famiglie sul
marciapiede? Se Alemanno non ci crede venga a vedere di persona, non faccia come
il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli che da queste parti non si vede
più da molto tempo".
Di Fabrizio (del 04/10/2011 @ 09:13:19, in Europa, visitato 2859 volte)
10 e 11 Ottobre 2011 Università Torino, Fac. Lingue e Letterature
straniere - Via Verdi 10
XXIV CONVEGNO NAZIONALE A.I.Z.O. rom e sinti
in occasione del 40° anniversario dell'Associazione Italiana Zingari Oggi.
Organizzato in concomitanza con le celebrazioni dei 40 anni
dell'Associazione, il convegno, a cui parteciperanno studiosi da tutta Europa,
intende ricordare una tragedia, il genocidio di rom e sinti durante la II guerra
mondiale, troppo spesso dimenticata, attraverso testimonianze e resoconti
storici. Il convegno darà modo, inoltre, di riflettere sulle nuove intolleranze
che stanno emergendo nella società odierna.
PROGRAMMA:
10 ottobre I PARTE h. 09,00
Saluto delle autorità
- Dott. Piero Fassino, Sindaco di Torino
- Dott.ssa Paola Bragantini, Presidente Circoscrizione 5
- Prof. Paolo Bertinetti, Preside Facoltà Lingue e Letterature
Straniere, Università di Torino
Presentazione del Convegno: Jonko Jovanovic, vice presidente nazionale
A.I.Z.O.
Presiede: Maria Teresa Martinengo, La Stampa 40 anni di fondazione
A.I.Z.O., una storia da raccontare, una passione da trasmettere
Testimonianze Kuse Mancini
h. 13,00 Pranzo
II PARTE h. 14,30
Ripresa lavori
Presiede: dott.ssa Stefanella Campana, giornalista, Vicepresidente
Paralleli Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest
- Lo sterminio dei rom e sinti d’Europa prof. Rajko Djuric,
scrittore già presidente Romani Union International
- Il Gypsy Camp ad Auschwitz e la presenza dei rom nei lager ebrei,
prof. Slawomir Kapralski sociologo, studioso dello sterminio rom
(Polonia)
- Le persecuzioni in Romania Luminita Cioaba, presidente fondazione
"Ion Cioaba" (Romania)
- "Qui non ci sono bambini" (gli esperimenti dei medici nei lager) prof.
Erasmo Maiullari, docente di chirurgia pediatrica, Università di
Torino
- I crimini jugoslavi sotto il regime degli Ustasha dott. Haliti Bajram,
scrittore rom (Kosovo)
- Jasenovac, Donja Gradina, Ustica dott. Saša Aćić Coordinatore
della C.I. per la verità su Jasenovac
11 ottobre III PARTE h. 9,00
- Un viaggio nel dolore, l’esile filo della memoria dott.ssa Carla
Osella, Presidente A.I.Z.O.
- I luoghi della memoria, il Porrajmos in Polonia prof. Adam Bartosz,
direttore musei di Tarnow (Polonia)
- Il caso dei bambini jenish rapiti dalla Pro Juventute dott.ssa
Silvana Calvo, Svizzera ricercatrice
- Il mio nome è Uschi Uschi Waser, Svizzera
- La tendenza a minimizzare il Porrajmos prof. Jan Hancock, membro
del Consiglio del memoriale dell’Olocausto negli USA Università di
Austin, Texas
- Lo sterminio della mia famiglia m.o. Jovica Jovic
- L’internamento di una minoranza durante il fascismo dott.ssa Giovanna
Boursier, storica e giornalista Rai
- Il conflitto bellico in ex Jugoslavia e gli aspetti etnici dott.
Jovan Damjanovic, Deputato Repubblica di Serbia
- Rapporto dell’indagine sulla condizione di rom, sinti e caminanti in
Italia, on. Letizia De Torre Commissione Cultura, Scienza e
Istruzione Camera dei Deputati
h. 13,00 Pranzo
h. 14,30 Ripresa lavori.
Presiede: dott. Gabriele Guccione, giornalista
- I ghetti mentali prof. Maria Teresa Mara Francese Università di
Torino
- Una comunità sotto assedio dott.ssa Gabriella De Luca presidente
A.I.Z.O. di Catanzaro
- L’intervento dell’UNAR a tutela della parità di trattamento di rom e
sinti Avv. Olga Marotti, UNAR
Testimonianze
Dall’esclusione alla cittadinanza prof. Marcella Delle Donne, Università
La Sapienza di Roma
h. 18,00 CHIUSURA CONVEGNO
Durante il Convegno sarà proiettato il documentario della regista Cioaba "Roma
tears" (Lacrime rom).
Nei locali dell’Università sarà allestita nei giorni del Convegno una mostra
fotografica: "Rom e sinti, il genocidio dimenticato"
Per raggiungere la sede del Convegno:
Dall’Autostrada Torino-Milano: uscire all’ultima uscita, imboccare Corso Giulio
Cesare e proseguire verso il centro.
Dalla stazione F.S. Porta Nuova: linee GTT 68 direzione Cafasso o 61 direzione
Mezzaluna, scendere alla fermata Via Po.
Per partecipare al Convegno è necessario iscriversi scrivendo a:
aizoonlus@yahoo.it
Fax: 011740171
Per info: 0117496016 - 3488257600
Il Convegno è realizzato grazie al contributo della Compagnia di San Paolo
di Torino.
Il servizio di catering è offerto da Nova Coop e Meeting Service.
venerdì 7 ottobre dalle 18.00 in Via Impastato 7 Rogoredo Milano
Il Museo del Viaggio, dedicato a Fabrizio De Andrè, fondamentale testimone
dell'incontro con la cultura Rom, sorge all’interno del campo di via Impastato,
quartiere Rogoredo. Il Centro raccoglie i cardini della cultura Rom per metterli
a disposizione di coloro che vogliono approfondire la conoscenza di questo
universo.
Il Campo si apre alla città ed è pronto ad accogliere scolaresche, studiosi,
ricercatori e visitatori di ogni genere.
Al suo interno un’importante raccolta di racconti, libri, documenti, fotografie,
dischi, oggetti della tradizione, filmati. Un percorso guidato attraverso la
storia di questo affascinante popolo, raccontato direttamente da Giorgio e Mirko
Bezzecchi e Maurizio Pagani.
Molte le sorprese in programma: interventi, filmati, ospiti, musicisti gitani,
cantautori italiani, gruppi folk, danze della tradizione, esposizione di capi
della sartoria Sinta e del laboratorio Romanì, il tutto accompagnato da un
rinfresco a base di specialità zingare.
Scarica la locandina!
http://www.consorziosir.it/83-iniziative/102-inaugurazione-museo-rom.html
E’ gradita la prenotazione tramite mail a:
museodelviaggio@gmail.com
Il Museo e Centro di Documentazione ha sede
all'interno di un locale, appositamente ristrutturato e arredato, nel campo
comunale di via Impastato 7, a Rogoredo.
Gestito da Opera Nomadi Milano e dalla Cooperativa Romano Drom, ha al suo
interno: libri, foto, scritti, materiali audiovisivi, tesi di laurea, sitografia.
E' un centro di ricerca e studi, sede permanente di corsi di lingua e
cultura rom e sinta coordinati da Giorgio Bezzecchi e di una scuola di musica
curata dal maestro Jovic Jovica.
Ospita scolaresche delle scuole dell’obbligo , studenti liceali e
universitari, ricercatori e sarà aperto al pubblico, previa prenotazione, due
giorni la settimana, il mercoledì pomeriggio e il giovedì mattina.
Un piccolo museo itinerante per ripercorrere la storia del popolo Rom.
Il percorso storico avrà inizio con la visita di una tradizionale carovana
(kampina) rom al cui interno si potrà scoprire, grazie al supporto di
audiovisivi, i molteplici aspetti di questo popolo. Il visitatore potrà così
rivivere la storia della comunità Rom dall’inizio del secolo fino ai giorni
nostri.
La ricerca dei contenuti etnologici, etnografici e storici ed il recupero
dei materiali del centro di documentazione saranno curati personalmente da
Giorgio Bezzecchi e da Maurizio Pagani che da oltre due decenni promuovono la
conoscenza della cultura romanì sul territorio nazionale.
Alcuni dei progetti in programma:
- laboratori mirati per le scuole elementari, medie e superiori,
- consulenze dirette per universitari, ricercatori e studiosi,
- percorsi a tema su storia, usi e costumi,
- incontri programmati con i maggiori studiosi ed esponenti della
cultura dei Rom e dei Sinti,
- eventi musicali e dibattiti,
- punto ristoro nella stagione estiva.
IMMAGINI
Di Fabrizio (del 03/10/2011 @ 09:10:12, in casa, visitato 1642 volte)
Cingeneyz.org
Quanti vivono nelle baraccopoli della città di Komotini chiedono case con
migliori condizioni di vita, che l'autorità promise loro di costruire appena
possibile. Gli zingari di Komotini sono delusi perché vivono ancora nelle
baracche, nonostante da 14 anni prima di ogni elezione i politici promettono di
costruire nuove case.
Circa 1 anno e mezzo fa le autorità promisero nuovamente a quanti vivevano
nella baraccopoli di Gümülcine di costruire loro nuove case nel villaggio di
Tuzcu. Però la promessa è terminata in tribunale quando i residenti a Tuzcu si
sono rifiutati di vivere assieme agli zingari. Il tribunale stabilì che nei
pressi di Tuzcu sarebbero state costruite le case per gli zingari e che gli
abitanti del villaggio avrebbero ottenuto in cambio 800.000 euro.
Il comune di Komotini, secondo il tribunale, dovrà pagare entro 18 mesi gli
800.000 euro. Altrimenti quanti vivono nelle baraccopoli perderanno il diritto
ad avere le case nel villaggio di Tuzcu, e sono preoccupati perché a 17 mesi
dalla decisione del tribunale, il comune non ha ancora versato un euro. Altri
affermano che quei soldi sarebbero arrivati tramite i fondi UE, e sarebbero
spariti poi nelle casse comunali.
Così gli zingari di Komotini, che con la decisione del tribunale di 17 anni
fa avrebbero avuto la possibilità di migliorare le loro condizioni di vita ed
abitative, sperano che le autorità compiano il loro dovere. Altrimenti saranno
obbligati a vivere nelle baracche...
Source: Çingeneyiz Komotini
Photos: Iakovos Hatzistavrou
Di Fabrizio (del 02/10/2011 @ 09:25:46, in casa, visitato 1872 volte)
QUI la puntata precedente. Di seguito gli aggiornamenti
dall'associazione ApertaMente e l'ultimo articolo
(sempre di Francesca Santolini sul Giorno) del 30 settembre
Festa dei Sinti al quartiere Terradeo -
Il Giorno
A Buccinasco i Sinti del quartiere Terradeo contestano l'ordinanza di
demolizione: ci siamo sempre confrontati col Comune
Buccinasco, 29 settembre 2011 - «Noi abbiamo sempre agito convinti di essere
nella legalità». Inizia così il racconto dei Sinti, i residenti del campo nomadi
stanziale del quartiere Terradeo di Buccinasco, nel cuore del Parco Sud. Qui, da
oltre 30 anni vive la comunità di ex giostrai che oggi, a causa dell'evolversi
degli usi e dei costumi hanno visto le loro attrazioni essere superate dal
passare del tempo e dai grandi luna park allestiti in forma stabile. Una
conseguenza che li ha spinti a cercare lavoro in altri settori e vivere gli alti
e bassi che la situazione economica generale impone.
«Ho lavorato con contratti a tempo determinato fino a qualche mese fa – spiega Suellen Cortesi – ora che sono in dolce attesa sono a casa, ma quando mio figlio
andrà all'asilo cercherò un altro posto di lavoro. Il mio obiettivo è quello di
fare come hanno i fatto i miei genitori: lavorare e risparmiare per poter
acquistare un pezzettino di terreno e realizzare una casetta lasciando questo
spazio a chi deciderà di restare nel campo. Purtroppo la crisi non ci aiuta». La
vita nel campo comincia all'alba: le famiglie, tutte con più figli a carico, si
svegliano per prepararli e accompagnarli a scuola. Poi, mentre i mariti vanno a
lavorare, le donne si occupano della gestione della casa e del campo.
«Io ho un camioncino e mi occupo di qualsiasi cosa – spiega Giovanni Guarda – ho
anche lavorato per l'Amministrazione comunale occupandomi del trasloco delle
cucine di una scuola e della sistemazione dei cartelloni. Si cerca di fare il
possibile ma la situazione non è facile. Inoltre, l'ipotesi di questa
demolizione rischia trasformare in polvere i risparmi di una vita». Alla
precarietà generale, si è aggiunta recentemente una pesante tegola: l'ordinanza
di demolizione di sei casette abusive, realizzate nel corso degli anni. «Noi
abbiamo sempre agito alla luce del sole e confrontandoci con i vari
amministratori che si sono susseguiti – spiega Loris Vinotti –, l'unica
ingenuità che abbiamo commesso è stata quella di fidarci di quanto detto dalle
persone senza farci mettere i loro pareri nero su bianco. Se avessimo avuto il
minimo dubbio di non aver le carte in regola, non avremmo investito tutti i
nostri risparmi in queste casette che molti di noi stanno ancora arredando o
finendo di pagare».
Del resto, nel campo ci sono più tipologie di abitazioni: le roulotte, le case
mobili e le casette in legno e cartongesso, quelle che sono diventate le pietre
dello scandalo. «Oltre ai problemi quotidiani – spiega Romina Lucchesi – come il
lavoro, i figli e non la salute dei residenti del campo, abbiamo anche questa
spada di Damocle che pende sulle nostre teste. In queste casette, come fanno
tutti, abbiamo investito i nostri risparmi e, in alcuni casi, abbiamo anche
chiesto prestiti che stiamo ancora ripagando». Una ricerca di stabilità che ora
rischia di essere minata. «La mattina ci svegliamo con la paura di vedere una
ruspa che faccia andare in frantumi il nostro sogno, quello che abbiamo
realizzato fino ad ora dopo tanti sacrifici – spiega Orlando Renati –. Questa
situazione crea solo insicurezza: c'è il rischio di dover fare dei passi
indietro e tornare in roulotte».
di Francesca Santolini
Care amiche e amici,
ieri le Parrocchie di Buccinasco hanno protocollato presso il Comune di
Buccinasco, un Documento di solidarietà alle Proposte
che l'associazione Apertamente ha presentato per tentare di risolvere
l'annosa questione che riguarda i Sinti del Q.re Terradeo, ricordata con
esemplare chiarezza da
Maria Ficara sul SIoNO Blog.
[...].
La lettera è ancora la stessa, ovvio: serve da promemoria. È per oggi che siamo
stati riconvocati dal Commissario Straordinario.
Seguiranno altre puntate, e, speriamo, un se non lieto, almeno accettabile fine.
Ciao Ernesto Rossi, Augusto Luisi
NB: Chiediamo a chi può di far girare le notizie usando la forza del web
insieme alla solidarietà.
Ill.ma Sig.a
FRANCESCA dr.ssa IACONTINI
Commissario Straordinario
COMUNE DI BUCCINASCO
Oggetto: intervento di smantellamento casette in legno campo "Sinti".
Gentile Commissario,
da tempo la Chiesa Italiana è impegnata a far sì che il concetto e la cultura
delle legalità si affermino in ogni angolo della vita civile facendo dipendere
proprio dal raggiungimento di tale obiettivo la crescita, l'ordinato sviluppo,
la vita stessa della collettività.
Dietro questo pressante invito, le nostre Parrocchie non possono che
condividere gli sforzi che intende mettere in atto nell'ambito del territorio
comunale.
Tuttavia, essendo tra i soggetti che maggiormente negli anni e ancor oggi
sono accanto alla comunità "Sinti" di Buccinasco e partecipano fattivamente al
processo di integrazione nel tessuto cittadino, vogliamo esprimere tutta la
nostra preoccupazione per l'intervento di contestuale smantellamento delle
casette in legno irregolarmente realizzate nel campo di via dei Lavoratori.
Una preoccupazione la nostra che non contraddice l'asserito obiettivo del
ripristino della legalità, ma che guarda alle difficoltà che un tale evento
andrebbe a generare in assenza di serie ed immediate alternative.
Ci sono, e ne siamo consapevoli, responsabilità degli abitanti del quartiere.
Ma ci sono purtroppo ritardi ed assenze dei pubblici poteri e delle istituzioni
interessate che avrebbero dovuto individuare e concertare interventi e più
adeguate soluzioni. Ci sono soprattutto persone: donne incinte, bambini anche in
precario stato di salute, disoccupati senza altra possibilità di reddito. C'è
insomma un pezzo di quella umanità sofferente spesso segnata dall'incomprensione
e dal pregiudizio. Questa è oggi l'amara fotografia della situazione che abbiamo
di fronte.
Sarebbe contraddittorio ed immorale da parte nostra chiederLe di rinunciare
all'obiettivo posto. Le chiediamo invece, fermo restando il dovere di affermare
la legalità, di considerare la necessità di procrastinare e graduare nel tempo
l'intervento di abbattimento al fine di evitare un impatto senz'altro traumatico
e possibili reazioni dettate dalla disperazione.
Nella Sua disponibilità non mancherà senz'altro di valutare proposte ed
ipotesi che ci risulta essere state poste alla Sua attenzione con la massima
apertura.
La ringraziamo per l'attenzione che vorrà riservarci e distintamente La
salutiamo.
PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
PARROCCHIA S. ADELE
Buccinasco, 27 settembre 2011
Casette dei sinti, scongiurate le ruspe
Avviata la trattativa per le roulotte
A Buccinasco riesce l'incontro fra Apertamente e il commissario.
L'abbattimento probabilmente sarà fatto dagli stessi proprietari
Casette sinti
Buccinasco, 30 settembre 2011 - Nessuna ruspa, almeno per ora, nel campo
nomade stanziale di Buccinasco: l’incontro che si è tenuto ieri tra
l’associazione Apertamente e il commissario di Buccinasco ha segnato l’avvio di
una trattativa che, partendo dal presupposto che deve essere ripristinata una
situazione di legalità, lascia spazio al ragionamento. Accantonato l’incubo
ruspe, ora la trattativa si sposta sui tempi e le modalità di intervento per
l’abbattimento degli edifici che, quasi sicuramente verranno effettuate dai
proprietari delle stesse casette. In questo modo, i proprietari potrebbero
vendere parte del legname e rientrare in possesso, almeno parzialmente, dei
risparmi investiti in questi edifici.
Infatti, sarebbero proprio le sei casette in legno realizzate su piattaforme di
calcestruzzo l’origine del problema e la causa di illegalità che grava sul
campo, nel cuore del parco agricolo sud Milano. Mentre in queste ore i sinti e
l’associazione Apertamente stileranno un programma da sottoporre al commissario
prefettizio, l’amministrazione ha già attivato gli uffici per acquisire i
preventivi per l’acquisto di roulotte o case mobili, le nuove strutture che
sostituiranno le attuali casette in legno.
Il campo del quartiere Terradeo, infatti, avrà solo strutture mobili così come i
regolamenti prevedono. Intanto, la questione casette è al centro delle
discussioni cittadine. Le tre parrocchie di Buccinasco hanno scritto una lettera
per sensibilizzare il commissario a graduare nel tempo l’intervento di
abbattimento delle strutture al fine di evitare un «impatto traumatico e
reazioni dettate dalla disperazione». Anche le forze politiche, forse per la
prima volta si sono unite, manifestando solidarietà e tolleranza nella
situazione, seppur illecita, che proprio loro, alternandosi negli anni, pare
abbiano permesso non solo che nascesse ma che si consolidasse.
Infatti, come hanno testimoniato i residenti, nel corso degli anni hanno agito
avendo autorizzazioni e permessi verbali da parte dei vari amministratori che si
sono susseguiti. «L’unica nostra ingenuità – hanno sottolineato i sinti – è
quella di non esserci fatti mettere nero su bianco».
di Francesca Santolini
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