Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da
Ticinonews
Furono 590 i bambini della strada "sequestrati" da Pro Juventute
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11.12.07 16:25
Furono 590 i bambini jenisch tolti ai loro genitori fra il 1926 e il 1973 da Pro
Juventute nell'ambito del programma "Bambini della strada". La metà di questi
sequestri avvennero nel canton Grigioni, dove viveva la più importante comunità
nomade. Le cifre sono pubblicate in uno studio del Fondo nazionale che si è
chinato sulla storia delle popolazioni nomadi in Svizzera nel XIX. e XX
secolo.
Per 47 anni i figli degli jenish, dei sinti e dei rom della Svizzera furono
sistematicamente sottratti ai loro genitori e collocati presso genitori
affidatari, istituti, cliniche psichiatriche e orfanotrofi. La formazione
scolastica ricevuta dalla maggior parte di questi bambini fu rudimentale o
addirittura inesistente, scrivono oggi in una nota i responsabili dello studio
"Integrazione ed esclusione" (PNR51).
Più dell'80% di questi bambini non ebbero alcuna possibilità di scegliere un
mestiere e più di un bambino su quattro fu dichiarato criminale e piazzato in un
istituto chiuso. Le cifre esatte di questo oscuro capitolo della politica
sociale svizzera hanno potuto essere ricostruite analizzando i dossier di Pro
Juventute che sono conservati all'Archivio federale. Finora si parlava di circa
600 bambini sottratti ai loro genitori.
I ricercatori hanno analizzato l'impatto dei dossier realizzati nell'ambito del
programma "Bambini della strada", arrivando alla conclusione che la
stigmatizzazione e la discriminazione dei cosiddetti "vagabondi" era
strettamente legata alla burocratizzazione dello Stato. I dossier non
circolarono soltanto all'interno di Pro Juventute, ma furono utilizzati, con
tutte le valutazione che contenevano, anche dalle autorità, dagli istituti e
dalle cliniche a scopi di propaganda.
ATS
"E' nato "Imè Romnì", laboratorio artistico e sartoria, promosso dall'Opera
Nomadi e gestito dalle donne rom del villaggio di Rho.
Questo che adesso è uno spazio di aggregazione e di incontro ha come obbiettivo
di diventare una vera e propria attività lavorativa.
Al momento 10 donne sono impegnate nella creazione di borse, capi
d’abbigliamento, collane, oggetti per la persona e per la casa.
I nostri primi lavori sono delle borse di yuta colorate e dei gioielli in rame e
vetro che stanno riscuotendo già un grande successo!!!
I prodotti vengono realizzati in modo del tutto artigianale dalle donne del
laboratorio.
Chiunque fosse interessato ad acquistare i nostri prodotti o sostenerci per
venderli(negozi,botteghe,gas,mercati..) può contattarci :
Valentina (333 5747726) Erica(333 3503549) valentina.lindi@virgilio.it
Valentina Lindi (Opera Nomadi Milano)
Imè Romnì (che in lingua Romanès significa “Io, donna Rom”) è il nome di
un piccolo laboratorio artigianale, frutto di un originale incontro tra
tradizione e creatività.
Attivo all’interno del villaggio Rom di Rho (MI),il laboratorio è gestito dalle
donne del campo che si ritrovano per cucire, ricamare, inventare e creare
prodotti sartoriali ed accessori .
Fotografie del 13/12/2007
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