Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

In italiano era già disponibile in versione cartacea che in
ebook, così ci abbiamo preso gusto, ed ecco la versione in inglese.
Hajrija Seferovic, known as Maria (Bebé to her family) was born to Kalderasha
parents in 1938 in the ex Yugoslavian town of Travnik, the first of five
children. Her family travelled often in search of ways to earn a living, among
other things selling horses, and making copper pots and plates which they would
sell in local markets. Maria remembers a difficult but happy childhood living in
tents in a large 'Kumpanji'. During these journeys her group came to Italy often.
At the beginning of the war in Bosnia , with the help of the United Nations, the
family managed to escape. Some went to live in France others to Germany and some
to the United States. Maria and her family went to Turin where they stayed for
ten years.
by Frances Oliver Catania
And what about You, how many Gypsies do you know? That was the slogan in a
UNAR campaign (2012). This little volume doesn't talk about the Roma culture or
about the origins of their language or of the persecutions that they have
suffered it talks about getting to know each other.
The Roma and the Sinti are among us everywhere in Italy and in Europe, and when
allowed to, they work alongside us, and send their children to school with our
children. Why should it be different in Pessano con Bornago? How do you think
that they can improve their situation if we deny them the possibility to shake
off the shackles of poverty?
This booklet tells of a culture that can't be found in anthropological texts,
but which lives on a daily basis in this area North East of Milan. In short, for
once it doesn't talk about the things that they need (or rather that they have
every right to) but of what they can teach us right now if they had the chance,
because they are here among us.
Practical evidence: I am sure that all of you (even those who can't stand
gypsies) are interested in knowing something about STAYING HEALTHY and FOOD. You
will see that even an old Roma grandmother can teach us something.
THAT'S THE FIRST REASON. The second is that this family, who live nearby today (possibly
with something to teach us), tomorrow are somewhere else teaching someone else.
Whether they live in a caravan or in a house, under a bridge or in an encampment
doesn't change a thing about the wealth of knowledge and experience that they
have in their culture. Wherever they go, wherever they stop they have to find
the possibility of a way to live.
The third point, which is just as interesting, is GAINING SOMETHING (you as much
as Maria and her family). We are not asking for charity but for shared respect.
As long as people depend on the generosity of others there will always be people
on the margins of society, people who are easily got rid of.
If you find what Maria has written interesting, this booklet is not at all
expensive for you, and the proceeds will all go to her which will be a
significant help to her.
Money is important, sure, but after so much time spent living side by side, more
important, with this booklet we can start to build a relationship TOGETHER.
To all you readers, with sincere good wishes that we can travel this road
together.
Sastipé, But thaj Baxt savorrenge (Good health, Work and Good Luck to
you all)
by Fabrizio Casavola
Copyright Licenza di copyright standard
Edizione III edizione
Pubblicato 6 marzo 2014
Lingua Inglese
Pagine 29
Formato del file PDF
Dimensioni del file 12.87 MB
Prezzo: € 2,50
Download Grandma's Tales
Piùculture.it -
Sandra Fratticci
(12 marzo 2014)
L'incontro pubblico Essere Romni: donne Rom ora e qui, ideato da Saška Jovanović
Fetahi, presidente dell'Associazione Romni, in collaborazione con l'Associazione
LIPA per promuovere una piattaforma comune con le reti delle donne e le
associazioni che rifiutano la discriminazione
"Noi donne rom siamo discriminate 3 volte: perché donne, perché rom, perché
straniere. Nasce da qui l'esigenza di tessere una rete tra tutte le donne rom e
sinti: solo unite possiamo vincere e cambiare il nostro futuro". Saška Jovanović
Fetahi è molte cose: un ingegnere energetico che in Kosovo era a capo di 12
uomini, mamma di tre splendidi bambini, imprenditrice che ha dato vita ad
un'azienda di import-export, presidente dell'associazione Romni Onlus, fellow
2014 dell'Open society foundations romani women's fellowship.
Sabato 8 marzo nella sala convegni del CESV- Centro servizi per il volontariato
del Lazio - di donne come Saška ce ne sono molte, che investono su sé stesse e
lottano per l'emancipazione facendo i conti con una duplice discriminazione: da
parte della società italiana, ma anche della stessa comunità alla quale
appartengono.
"Oggi la comunità rom conta in Italia circa 150.000 - 160.000 persone" spiega
Concetta Sarachella dell'associazione Ticane Asiem Onlus: "Per secoli c'è stata
una discriminazione di genere che ha relegato la donna nell'invisibilità
dell'assistenza familiare e tuttora in alcune realtà le donne non possono uscire
dal campo senza la supervisione della suocera o della figura femminile
incaricata della loro tutela, poche riescono a raggiungere alti gradi di
istruzione e molte famiglie non consentono di accettare lavori altri rispetto a
quelli tradizionali all'interno delle comunità". Il prezzo dell'emancipazione è
l'esclusione: una donna che non si conforma ai ruoli classici è destinata nella
maggior parte dei casi a restare single.
La discriminazione da parte della società italiana non è meno feroce: "Senza la
cittadinanza come farò a trovare lavoro e costruirmi un futuro?" domanda al
Presidente della Repubblica la 18enne Brenda, nata e cresciuta in Italia,
all'interno del video Sono solo una ragazza. "Abitiamo in dei container due
metri per quattro, è tutto grigio e recintato, pieno di fango" prosegue la
15enne Pamela "Ci credo che non ho amici, nemmeno io la vorrei un'amica che
abita in un posto così brutto".
"Non possiamo aspettare che gli altri ci riconoscano le nostre prerogative,
dobbiamo agire e alla fine gli uomini ci correranno dietro" dichiara Dijana
Pavlović, artista impegnata dal 2008 in politica, annunciando la presentazione,
il prossimo 8 aprile, di una campagna per una legge di iniziativa popolare volta
al riconoscimento della minoranza rom e sinti.
"Noi viviamo una grande crisi di identità: abbiamo comunità quasi analfabete,
una percentuale del 93% di disoccupazione. Crescere i nostri figli orgogliosi
della propria identità vuol dire mantenere il nostro popolo... pulito.
Riconquistare una cultura e una storia che si stanno perdendo dopo tanti anni di
vita nei campi. Altrimenti tutte le nostre battaglie si ridurranno soltanto ad
ottenere un appartamento o un lavoro".
"Ci incontreremo nelle prossime settimane per realizzare progetti volti a dare
voce e rispetto a tutte le donne" assicura Daniela Tiburzi, presidente
Commissione delle elette del Comune di Roma e anche l'europarlamentare Silvia
Costa, che non ha potuto prendere parte all'incontro, si dice disponibile al
confronto. Un altro passo verso l'emancipazione è stato compiuto?
Visita il profilo facebook di Rowni Italia - gruppo di donne rom e sinti
Perdonami Gesù Perché anche a me fanno un po' ribrezzo gli zingari
- RINO NEGROGNO, Sabato 5 Aprile 2014 ore 11.21
Perdonami Gesù perché anche a me fanno un po' ribrezzo gli zingari, ma non
tutti, provo ripugnanza per il vino e la birra che i loro uomini bevono sin
dall'alba, per gli zingari ubriachi, per la loro puzza di falsa libertà e,
soprattutto, per il bivaccare degli uomini nelle piazze mentre attendono il
malloppo delle loro donne coi loro sacchi di bambini. Perdonami Gesù perché non
li posso proprio sopportare anche se, appena l'olezzo di disperde, penso che
quegli ubriachi senza terra e senza voglia di lavorare, siano stati bambini pure
loro e che loro non abbiano giocato e, al posto di giocare, abbiano vissuto
l'odore del vino e del vomito, si siano cibati di finta anarchia e finto amore.
Non hanno studiato, non hanno letto Sartre. Sai Gesù, molti restano
scandalizzati per le donne coi bimbi ai crocevia che aspettano un milione di
semafori rossi per chiedere l'elemosina, affermano attoniti di essere
preoccupati per lo smog respirato dai bambini e che quindi bisogna cacciarli via
perché non rispettano i loro figli. Mi commuovo di questa loro ansia e di questa
loro circostanziata e straripante cristianità. Poi, però, non propongono
soluzioni che salvaguardino quei bambini. Per loro, cacciarli via è una
soluzione ottimale, come si dice, lontano dagli occhi lontano dal cuore. Ma tu
Gesù, che sei in ogni luogo, se vanno via dai nostri semafori, li vedi ancora
respirare smog altrove, mica si risolve così il problema vero?
Perdonami Gesù se sono così sfacciato e mi rivolgo a te così ma sono certo che a
te non dispiaccia, al massimo dispiacerà ai tuoi seguaci che ti hanno forgiato a
loro immagine e somiglianza, che vanno a messa la domenica e pensano possa
bastare, sono sicuro che a te non dispiaccia, anzi, starai ridendo di me che
scopro le mie carte senza bluffare, senza temere. Poi cerca di capirmi, mica
posso parlare con Marx, anche perché Marx non perdona, non è così elastico, non
fa come fai tu con i tuoi che gli permetti di confessarsi all'infinito, non dico
senza pentimento, ma sicuramente senza aver capito. Marx, con quella fissa della
uguaglianza sociale è irremovibile, vai a farglielo capire.
Comunque non voglio solo chiederti perdono, voglio anche ringraziarti Gesù.
Grazie per avermi creato pieno di dubbi. Essere come mi hai fatto ha i suoi
svantaggi certo, difficilmente riesco a trovate la soluzione ai problemi, quando
ci sono quasi, quando mi sembra di intravederla, mi vengono mille dubbi, penso
subito che la mia visione sia incompleta, personale, non tenga conto degli
altri, della loro visione e allora torno indietro e ricomincio daccapo. Grazie
anche per questo.
Per questa quaresima, oltre alle processioni, ai confratelli, alle cerimonie e
ai politici fieri e ben vestiti dietro le processioni, ti prego di illuminarci e
aiutarci a trovare una soluzione ai problemi più insormontabili.

Il gagio pensa che un rom è abituato e forse ce l'ha nel sangue.
...scaldarsi con la legna d'inverno, non avere acqua per bere e lavarsi
quando fa caldo. Si comincia così da bambini, noi e loro: differenti.
E di rimando, se si vive così (ma si può vivere così?), il rom impara che non
ha bisogno di un lavoro, della scuola, della casa, delle amicizie con chi non è
rom come lui. Ci fanno il callo e sembrano così forti. così alteri. Da trattare
come cose, non come persone che hanno le stesse esigenze nostre, cioè tue, mie,
dei nostri figli e dei nostri cari.
Arrivano i 40 anni e tutta quella forza dov'è finita? Quello che era il
ragazzo più resistente del mondo è conciato da sbatter via. L'unica sua
medicina, la bottiglia.
Ma forse, non è neppure quello ciò che ti ammazza. Ne ho visti di malandati
che coi denti si aggrappano alla vita. E' che dopo una vita del genere comincia
a mancare il rispetto per se stessi. Chiamala cultura, norme morali,
autoconsiderazione... Quella perdita ammazza più della malattia e della fame.
16 aprile, Michela Angelini su
DISEGNO DI LEGGE 405: Io sono una donna
transessuale ed oggi ho scritto questo. Le analogie tra le nostre comunità sono
tante, sia storiche che contemporanee. Qui racconto quella sulla sterilizzazione
forzata.
Dai commenti alla petizione:
la legge sul cambio di sesso deve dare un'alternativa di vita migliore, offrendo
anche la possibilità di una conversione chirurgica se è essenziale per il
benessere vitale del singolo individuo come sua libera scelta, non obbligando di
fatto ad una automutilazione di Stato per ottenere un cambio a livello
anagrafico. Una pratica burocratica non può essere associata d'obbligo ad una
pratica chirurgica nelle modalità similari a quelle applicate dal partito
Nazista in Germania all'epoca della Seconda Guerra Mondiale (Barbara)
Le persone che oggi chiamiamo transessuali (termine coniato nel 1949) per il
regime nazista erano omosessuali incurabili, vite indegne di essere vissute,
persone utili solo ad esperimenti atroci. Il regime nazista, ma non fu l'unico,
tentò di guarire l'omosessualità con massicce dosi di testosterone, con
l'elettroshock, con la lobotomia, provocando la morte di quasi tutti i pazienti.
Quando andava bene i "pazienti" venivano solo sterilizzati, per evitare
potessero propagare i loro geni di sicura origine non ariana*.
Dobbiamo aspettare il 1966, quando Harry Benjamin dichiara che l'unico modo per
guarire quel disagio che oggi chiamiamo disforia di genere è adattare il corpo
alla psiche. Il Italia abbiamo dovuto aspettare fino all'82 per veder
legalizzata la possibilità di cambio del sesso anagrafico e qualche anno in più
per avere l'adeguata assistenza sanitaria. Resta una cosa comune ai tre periodi
storici citati: c'è sempre stato qualcuno che ha dovuto dare un nome alla nostra
condizione e l'ha normata come credeva. Oggi chiediamo il rispetto del diritto
di autodeterminazione sui nostri corpi, oggi chiediamo di decidere della nostra
identità e che la nostra identità venga riconosciuta quando lo chiediamo, e non
dopo aver reso il nostro corpo sterile e gradevole per qualche autorità.
Firma la petizione
http://goo.gl/BFjLxD
*c'è solo un'altra comunità che condivide con noi una storia altrettanto triste:
la comunità rom. Il regime nazista sosteneva che l'eccessivo meticciamento di
questa popolazione (che era comunque ariana!) provocasse comportamenti
antisociali e, in virtù di questo, doveva essere eliminata. La sterilizzazione
forzata delle persone di etnia romanì è stata portata avanti (e viene ancor oggi
perpetuata e riproposta) da più stati, al pari di quanto è successo e succede
per la comunità transessuale.
Di Admin (del 08/05/2014 @ 09:02:08, in Kumpanija, visitato 12308 volte)

Da questa settimana Mahalla è anche un'associazione. Senza fine
di lucro, come avrete già capito.
Vediamo di rispondere ad alcune domande (se ne avete altre,
scrivete):
Chi siete?
Tra i fondatori troverete alcuni dei redattori di questo blog.
Siamo un piccolo gruppo composito per esperienze e provenienza.
Cosa fate?
Non vogliamo fare concorrenza alle tante altre associazioni
che fioriscono attorno al mondo dei Rom e Sinti. Che è un mondo complesso e
variegato, con diversi aspetti su cui operare. Nello specifico, l'associazione
Mahalla nasce da 9 anni di vita di questo blog - sommate ad esperienze
precedenti, quindi si occuperà principalmente di:
- informazione e divulgazione su Rom, Sinti, Caminanti e altre
popolazioni romanì;
- cercando ove possibile di privilegiare le "buone pratiche" e
le testimonianze dei diretti interessati;
- agirà in ambito tanto locale, quanto nazionale che internazionale (sin dove
le forze e le risorse ce lo permettono);
- senza chiudersi in qualche torre d'avorio, ricercando invece
la collaborazione con istituzioni ed enti pubblici, il mondo
dell'informazione, dell'associazionismo, dell'istruzione e
quello della cooperazione (sperando di non aver dimenticato
nessuno)
- non intende chiudere le sue cronache in un ghetto, per cui
affronteremo le questioni della coesistenza con la società
maggioritaria (e con le sue strutture), cercando interlocutori
(che potete essere anche voi)
Sì, ma praticamente..?
Stiamo iniziando. Due anticipazioni:
-
Come anticipato da un recente sondaggio (di
quelli che trovate nella colonna centrale) a breve partirà una
versione di Mahalla in lingua inglese, destinata ai lettori
dall'estero.
-
In un
post di metà dicembre, si accennava alla libreria di Mahalla
(sempre lei) e alle sue potenzialità. Scrittori, poeti,
saggisti, aspiranti cronisti o fotoamatori... se ci siete fatevi
vivi.
-
Altre novità ve le comunicheremo di volta in
volta. E infine, c'è tutto il vasto mondo inesplorato delle
vostre proposte, che aspettiamo e valuteremo.
Posso diventare socio?
Teoricamente, tutti possono diventare soci, basta versare la
quota sociale. Nel pratico, vi chiediamo (ci sembra ovvio) di condividere le
nostre finalità. Non siamo cacciatori di tessere alla ricerca di un grande
numero di soci, almeno all'inizio sarà più facile muoversi e ragionare sui
piccoli numeri. Dipende da voi... benvenuto comunque a chiunque possa portare
idee, capacità, esperienze e/o capitali
Posso almeno aiutarvi?
E ci mancherebbe!! E vi ringraziamo sino da ora. Se guardate
in alto, trovate una novità: il bottoncino PAYPAL in attesa delle vostre
donazioni, la cifra non importa, basta il pensiero. Ma non è bello chiedere
soldi in cambio di niente. Se volete aiutarci vi suggeriamo di dare un'occhiata
alla piccola
libreria di Mahalla (che da oggi è quella dell'associazione), troverete
diversi ebook grandi e piccoli, in cambio di una
piccola spesa avrete materiale interessante a iosa; che poi è la cultura di cui
vogliamo essere parte: fatta di grandi temi, ma è anche mangiare, giocare,
raccontare storie. E se per caso vi stiamo antipatici, troverete anche documenti
da scaricare gratis.
Cambierà qualcosa nel blog?
Certo: come è cambiato nel corso di tutto questo tempo. Speriamo cha cambi in
meglio... Se invece la domanda riguarda il rapporto del blog con la nuova
associazione: condividono solo il nome, ma sono indipendenti l'uno dall'altro
(resteranno comunque buoni amici).
Che altro?
Qui troverete:
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