Coppia trova una nuova vita a Lambton.
ByTYLER KULA
23/03/2011 - Nove anni dopo essere scappati dalla Repubblica Ceca a causa di
discriminazioni e violenze, Anna e Karel Kyncl sono cittadini canadesi.
La coppia che vive sposata a Watford, oggi ha prestato giuramento durante una
cerimonia di cittadinanza a Londra.
Per Anna, 57 anni, e Karel, 61 anni, il Canada offre la libertà e la pace che
la coppia non ha mai avuto nel paese nativo.
"La gente è molto amichevole ed è un cambiamento nella mia vita ed in quella
di Anna," dice Karel. "Qui nessuna paura."
La coppia ha passato persecuzioni a causa delle origini rom di Anna.
I Rom sono ampliamente discriminati in Europa, dice Mary Janes, una donna di
Watford che assieme al marito Paul, ha aiutato i Kyncl a stabilirsi in Canada e
superare la barriera linguistica.
"Si potrebbero fare paragoni con gli stati USA del sud, neri contro bianchi,"
continua. "Karel era considerato il bianco, Anna, la Rom, era considerata la
nera."
"Si è ritenuto disonorevole che Karel sposasse una zingara. Per lei, si
pensava che volesse migliorare il suo status sociale sposando un bianco."
Karel è stato insultato e percosso ed Anna minacciata di continuo, tanto che
aveva difficoltà a dormire. Nel 2002 la coppia ha visitato, insieme a Jaroslav
che è il fratello di Karel, Glencoe nell'Ontario, e poco dopo hanno deciso di
stabilirsi lì. Hanno fatto richiesta dello status di rifugiati, che è stato loro
negato nel 2004.
"La minaccia era che fossero rispediti nella Repubblica Ceca," dice Janes.
Aggiunge che la coppia viveva con $30 al mese, dopo aver pagato l'affitto, e
aveva bisogno di soldi per i permessi di lavoro e le spese legali.
E' stato allora che la comunità è intervenuta. Sono stati raccolti in totale
$4.500 dalle chiese locali, e spedite oltre 40 lettere a Rose-Marie Ur,
parlamentare di
Lambton Kent Middlesex, con una petizione di 305 firme che chiedeva un processo
equo.
Nel 2007 i Kyncl hanno ricevuto lo status di immigrati.
Karel ha la patente di guida e lavora nelle costruzioni, mentre Anna ha
un'attività in proprio di pulizie domestiche.
"Non comprano niente a credito. Tutto ciò che hanno l'hanno comprato e pagato
in contanti," dice Janes.
"Siamo soltanto contentissimi che alla fine siano diventati cittadini
canadesi. Qui sono felici, gli piace vivere a Watford. Sono una risorsa per la
comunità grazie al nostro interessamento."
Anna e Karel Kyncl hanno ricevuto la cittadinanza canadese il 23 marzo, nove
anni dopo la fuga dalla violenza e dal razzismo nella Repubblica Ceca. La coppia
di sposi era arrivata in Canada ed aveva chiesto lo stato di rifugiati nel 2002.
TYLER KULA/ THE OBSERVER/ QMI AGENCY
Di Fabrizio (del 09/04/2011 @ 09:15:44, in Kumpanija, visitato 1342 volte)
sabato 16 aprile dalle 19.30
Oratorio S. Vincenzo, Via Milano 59, Settimo Torinese
Cari lavoratori, soci e amici di Terra del Fuoco,
si avvicina per tutti noi una ricorrenza molto importante.. Il secondo
compleanno del Dado!!
La grande famiglia del Dado ha deciso, anche quest'anno, di festeggiare insieme
a tutti voi i tanti obiettivi raggiunti: c'è Sorina che si è iscritta a scuola
guida per conseguire la patente, come suo fratello Ion, ci sono le splendide
pagelle di Sarah e di Bianca, e Iulian, che farà parte del centro studi "Sa
Mergem!" sulla storia del popolo Rom; ci sono Turkan, Alì, Atakan ed Efsane, la
famiglia curda costretta a lasciare la Turchia, che è stata accolta a braccia
aperte nella nostra comunità e ci sono Alì Mohamed, Jirow, Taku e Bashi, alle
prese con i loro primi contratti di lavoro.
Queste e tante altre le storie che racconteremo nella serata di Sabato 16
aprile,
gustando la cena preparata da tutti gli ospiti del Dado, con piatti tipici dalla
Romania, dalla Somalia e dalla Turchia!
Non potete mancare!
Programma della serata:
H.20.00:
Cena multietnica (su prenotazione, offerta libera a partire da 5 euro) presso
il salone dell'oratorio
Intervengono:
Aldo Corgiat (sindaco di Settimo T.se),
Caterina Greco (ass. politiche sociali)
H.22.00: Musica dal vivo e dj Set, con
SVOBODA ORCHESTRA,
LUCIANO DE BLASI E I SUI GENERIS
BOTTEGA DI MUSICA e PAROLE
Di Fabrizio (del 14/04/2011 @ 09:32:05, in Kumpanija, visitato 1353 volte)
martedì 19 aprile alle 18.30
Sala Santa Rita Piazza Campitelli, Via Montanara 8 - Roma
Intervengono
Il Prof. Luca Bravi - Università di Firenze - Studioso della storia dei Rom e
Sinti in Europa
Sonya Orfalian - Scrittrice e giornalista
Maria Emanuela Gargallo di Castel Lentini - Editrice Irradiazioni
Di Fabrizio (del 15/04/2011 @ 09:51:06, in Kumpanija, visitato 1586 volte)
Intervista a Dijana Pavlovic, attrice ed attivista per i diritti dei ROM, ci
racconta la sua esperienza come "International Visitor" negli Stati Uniti.
Di Fabrizio (del 30/04/2011 @ 09:25:57, in Kumpanija, visitato 3219 volte)
Associazione Amici di Camilla presenta UN POMERIGGIO IN VIA IDRO con Sidi, Karisa... Miriam, Jonathan, Joussef, Maria...
Spettacolo, cibo, musica al villaggio di via Idro 62, per incontrarsi e
conoscersi
Anteprima: Sabato 7 maggio h. 15.30 - Laboratorio di pittura per bambini
---- Domenica 8 maggio
h. 15.30 - spettacolo teatrale per bambini LA GIORNATA DI SIDI E KARISA
h. 16.45 - concerto con I MUZIKANTI DI BALVAL
h. 18.00 - GRIGLIATA
per tutta la durata della festa: LABORATORIO FOTOGRAFICO A CURA DI ALESSIA E
FRANCESCA
Al termine i bambini lanceranno in aria 100 palloncini colorati
INOLTRE:
Biciclettata sulla Martesana con destinazione via Idro. Appuntamento
domenica 8 maggio alle ore
14.15 in via Giacosa 46 (ingresso parco Trotter), a cura dell'Associazione "elementare.russo"
Venerdì 6 maggio alle ore 21.00 a villa Pallavicini in via Meucci 3:
A FORZA DI ESSERE VENTO - LO STERMINIO NAZISTA DEGLI ZINGARI Proiezione video e
relazione di Paolo Finzi. Incontro pubblico a cura dell'Anpi sezione di
Crescenzago, in collaborazione con l'Associazione Villa Pallavicini.
Promuovono:
A.N.P.I. Crescenzago - Associazione culturale AB - Associazione "elementare.russo"
- Associazione la Città del Sole - Amici del Parco Trotter Onlus - Associazione
VILLA PALLAVICINI - Comitato "Vivere in Zona 2" - Comitato Genitori Elementare
S. Mamete - Comunità Rom via Idro 62 - Fondazione Casa della Carità -
Legambiente Crescenzago - Martesanadue - Osservatorio sui razzismi - Partito
Democratico Zona 2 - Sinistra Ecologia e Libertà Zona 2
EL MUNDO.esPor: Anna Viñas* - 16 aprile 2011
* Giornalista e sta girando il mondo per descriverci la situazione della
donna nei cinque continenti
Dalila vive una contraddizione. Si definisce innanzitutto una gitana,
ama il suo popolo e le sue tradizioni, e pertanto si veste da gitana, vive nel
suo gruppo e ne parla l'idioma, il romanés. Però proprio per amore alla sua "kumpania",
il nome che riceve la comunità in romanés, ha rotto con la maggior parte degli
archetipi che limitano la donna gitana. E' ingegnere industriale, ha
lavorato per l'amministrazione colombiana, ed il consiglio dei patriarchi della
comunità -un'istituzione vietata alle donne- non prende nessuna decisione
senza prima consultarla. "Io faccio sempre quel che voglio", assicura. Non è
poco. Il suo obiettivo: lottare per i diritti del popolo rom.
Il suo cammino verso la ribellione iniziò a 18 anni, quando decise che voleva
andare all'università. Contravvenendo ai desideri di tutta la famiglia,
preoccupata più di ogni altra cosa che si sposasse, Dalila si è laureata
grazie al denaro guadagnato leggendo la fortuna alle sue compagne di corso.
"Mio padre non voleva che studiassi e mi diceva che se l'avessi fatto sarei
diventata una gagì (paya), che all'università si apprendono cose cattive, come
la droga o la prostituzione."
Come poche gitane in Colombia, Dalila non si è sposata a 15 anni, non è rimasta
incinta ed è riuscita a diventare ingegnere industriale specializzata in
gestione e pianificazione dello sviluppo. Passata attraverso diverse imprese,
facendosi passare come occidentale per paura delle discriminazioni, sino ad
arrivare all'amministrazione pubblica, dove ha iniziato a lavorare per i diritti
del suo popolo. Il suo impegno si è materializzato in un decreto che
riconosce i gitani come gruppo etnico colombiano, presente nel paese
dall'epoca coloniale ed in un censimento. " Già ora siamo una variabile di cui
tenere conto nel bilancio, dato che il popolo gitano deve affrontare diverse
sfide. Una di queste è di attuare politiche di prevenzione nella salute, perché
culturalmente i gitani non ci pensano. Un'altra sfida è la scolarizzazione dei
bambini, che molto presto abbandonano la scuola perché i loro modelli culturali
non rientrano nel sistema educativo omologante della società occidentale." Di
fatto, si calcola che in Colombia il 70% dei bambini gitani non abbia mai
messo piede in una scuola.
La maggior parte dei problemi rispondono a blocchi culturali, e Dalila lo ha
sperimentato nella storia della sua vita. Durante i primi anni di scuola ricorda
di essere stata una bimba segnalata per le sue "strane" abitudini e per il
suo modo di vestire. "Non parlavo bene il castigliano ed avevo uno
strano accento perché in famiglia si parlava il romanés. Inoltre, i miei
compagni di classe non capivano perché non avessi una casa e vivessi in una
tenda." Era l'obiettivo degli scherzi, ma lei voleva lo stesso completare gli
studi. Inoltre dovette adattarsi ai nuovi modelli di autorità. "Ero molto
ribelle perché non capivo che il professore dovesse comandarmi. Nella kumpania
solo il patriarca ha l'autorità sugli altri ed i bambini sono sempre molto
liberi."
La libertà è uno dei valori più apprezzati dal popolo gitano, che si
dichiarano libertari. Non vogliono [...] padroni, non accettano la routine, né
essere schiavi del tempo. "Viviamo nel presente, nel qui e ora. Non ci occupiamo
del passato, e questo in parte ci pregiudica perché non reclamiamo giustizia.
Non abbiamo capitalizzato l'Olocausto come gli Ebrei." Non si preoccupano
neanche del futuro, da qui il disinteresse alla prevenzione o al risparmio. "Se
abbiamo soldi li spendiamo o li condividiamo con gli altri," dato che la loro
concezione di vita è collettiva.
Distaccati dalla materia e dal territorio, i gitani sono nomadi per
concezione di vita, anche se oggi è un'opzione difficilmente realizzabile a
causa delle frontiere, e in Colombia dal conflitto armato. "Anche se la guerra
genera il fenomeno dello spiazzamento in molte vittime, noi soffriamo il
confinamento. Dentro un territorio ci sentiamo sequestrati, e questo influisce
sulla nostra qualità di vita."
Tuttavia, la mobilità è il loro livello mentale. Ed è quello che da vita a
Dalila. "Quando lavoravo per l'amministrazione, mi offrirono un posto fisso ma
rifiutai. Non era per me." Tuttavia, il lavoronon le è mai mancato, e quindi lei
èil supporto economico della sua famiglia allargata, con 20 membri. "Mio
padre ed i miei fratelli non hanno un'entrata stabile, perché sono artigiani del
rame e non vendono molto. Io sostengo tutti e loro sono orgogliosi di me per
il mio lavoro."
Tuttavia, in precedenza era una donna perseguitata dai patriarchi della
comunità, ed era a rischio di essere esclusa dal suo lavoro pubblico in
difesa degli interessi del popolo gitano. "Mi giudicavano e mi accusavano di
voler rimpiazzare gli uomini. Non accettavano che prendessi il comando."
Proprio la mancanza i rappresentanza delle donne e la loro assenza negli
organi di potere, è per Dalila un'altra delle sfide che deve affrontare il
popolo rom. "Dobbiamo cambiare in alcune cose, per esempio il nostro accesso
all'istruzione superiore, se vogliamo essere in una situazione migliore."
Tuttavia, sottolinea che "questo non significa che dobbiamo cambiare la nostra
maniera di essere."
Si riferisce ai lignaggi patrilineari che organizzano il gruppo, e alla
differenziazione tra uomini e donne, che dice "si prendono cura di loro."
Per Dalila questo non è maschilismo. "I gitani hanno imparato ad essere
maschilisti dalla società occidentale, non dalla nostra cultura," assicura.
"Vedo il maschilismo come una questione del capitalismo, in cui gli
uomini vogliono possedere le donne, però per i gitani non è una questione di
possesso, ma di rispetto."
Dalila intende preservare l'essenza gitana immergendola nei nuovi tempi, e ha
iniziato l'esperimento con la sua stessa vita. Ha cambiato il suo destino di
donna gitana studiando, pianificando e investendo nel suo futuro per essere
autonoma, ed è riuscita a farsi ascoltare dagli organi di comando della sua
kumpania. Dalila ha rotto con gli schemi del popolo gitano, al fine di
preservarli. Sembra questa stessa una contraddizione, però la vita ne è
piena.
_______ PRORROM
Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) de Colombia
Correo-e: prorrom@gmail.com
“Yo no se qué tristeza o qué alegría me producen estas aves errantes a quienes
amparan el sol y la luna y el cielo y las estrellas y los árboles. Tristeza de
irse a todas horas. Alegría de renovar el horizonte a cada que los pájaros
cantan al alba. Alegría de no pesar sobre la tierra más de lo que pesa una yerba.
Tristeza de no tener Patria, ni raza, ni alero nativo” / (Tic Tac: 1913)
18/05/2011 - Sapevo che gli zingari sono stati esclusi, perché è capitato anche
a me da bambino e da giovane. La situazione non mi piaceva. Anni dopo, ho visto
che c'erano accuse contro di noi nei dizionari editi da fondazioni pubbliche,
enciclopedie, libri di studiosi e persino in alcune leggi...
Alcuni testi che includevano discorsi discriminanti sono stati cancellati
dai dizionari, dopo la mia battaglia legale di anni.
Per il nostro popolo è stato un grande successo. Tuttavia, superare i
pregiudizi verso gli zingari usando la cultura è molto più importante.
Faccio lezioni, partecipo a programmi tv allo scopo di vincere i pregiudizi
contro il mio popolo. Sto scrivendo libri, alcuni dei miei articoli sono
pubblicati su pagine web... sono contento. Cercherò di fare del mio meglio anche
se ormai sono vecchio. Ho contattato zingari istruiti per raggiungere più
facilmente i miei scopi. Ho incontrato primi ministri, studiosi, burocrati,
musicisti di origine zingara, come risultato delle mie ricerche in tutta la
Turchia.
Quando annunciai i nomi di 27 zingari famosi, 3 di loro (uno era un ex
ministro e gli altri musicisti) si arrabbiarono con me. Fecero dichiarazioni
sulla stampa. Mi rimproverarono per averli "smascherati". Essere zingari per
loro era un errore. Mi minacciarono di denuncia. Da allora sono passati quattro
anni. Non c'è stata nessuna denuncia a mio carico.
Il mio scopo non era di insultarli. Voglio dar loro dignità, annunciando la
loro origine zingara. Voglio ammonire le persone sui pregiudizi contro gli
zingari e fermare la discriminazione. Zingaro non è un aggettivo. Zingaro è il
nome della nostra identità etnica. Affermare che qualcuno è zingaro non è
svilirlo.
Uno dei famosi musicisti ha protestato inviandomi una lettera autenticata. Un
altro, durante un programma su ATV Channel, ha detto: "Non sono né zingaro né
Rom. Gli zingari non hanno documenti, non sono arruolati nelle forze armate.
L'origine della nostra famiglia è così chiara, non ci sono dubbi. Mio padre è un
capitano in pensione. Quindi non siamo zingari e non vogliamo esserlo."
Per iniziare, chi non si registra all'ufficio nascite non ha documenti, sia
uno zingaro oppure no. Gli zingari hanno le carte d'identità se sono registrati
alla nascita. Non ci sono zingari che disertano. I loro giovani vengono mandati
a militare con gli strumenti musicali.
Secondariamente, dove nasci, o il tuo lavoro o status, non sono un segno
della tua origine etnica. Devi rispettare tutti i tipi di origine etnica.
Sono nato a Düzce. Sono stato un funzionario delle ferrovie statali. Ho
vissuto ad Ankara. Sono stato sposato per 56 anni. Sono stato nell'esercito come
ufficiale di riserva. E sono, senza dubbio, uno zingaro. Quindi?
La gente deve cambiare mentalità. Tutti devono poter dire che non è
importante essere zingaro o non esserlo.
Di Fabrizio (del 14/06/2011 @ 09:34:39, in Kumpanija, visitato 1587 volte)
Vi aspettiamo Mercoledì 15 giugno alle ore 17 presso il Roma Scout
Center per l'evento finale del progetto "Profumi e sapori della
tradizione rom"!
Il progetto, che ci ha visto impegnati in un percorso di ricerca sulla cucina e
le tradizioni rom, si conclude con la pubblicazione del libro "Profumi e
sapori della tradizione rom". Il cibo, le fiabe e le nostre storie di vita
costituiscono il filo conduttore per raccontare la cultura romanì.
Durante la serata potrete assaggiare i piatti tipici della tradizione culinaria
rom e divertirvi insieme a noi con la musica e le danze tradizionali.
La Romà Onlus ha sostenuto l'iniziativa attraverso l'attività di coaching svolta
dal presidente Graziano Halilovic.
Il progetto è finanziato dal programma della Commissione europea Youth in
Action.
Vi aspettiamo in massa!
Gruppo Informale Giovani Insieme
PROGRAMMA DELL'EVENTO:
Profumi e Sapori della Tradizione Rom
15 giugno – Roma Scout Center
Largo dello Scautismo, 1 – Roma
Ore 17:00 – Presentazione delle attività del progetto e della pubblicazione
finale
Interviene il gruppo di giovani partecipanti rom e non rom
Saluti delle autorità locali
Ore 18:00 – Degustazione dei piatti tipici della gastronomia romanì
A seguire musica e danze tradizionali
Il progetto è stato ideato e realizzato dal gruppo informale di giovani rom e
non rom "Giovani insieme".
Associazione di Promozione Sociale
Via Altavilla Irpina, 34/36
00177 - Roma (Italy)
Phone +39 06 64 82 97 95
Fax +39 06 64 82 97 95 info@romaonlus.it http://www.romaonlus.it
Di Fabrizio (del 22/06/2011 @ 09:43:35, in Kumpanija, visitato 1340 volte)
sabato 25 giugno dalle 11.30 alle 13.00 Giardini Indro Montanelli (lato porta venezia) Corso Venezia MILANO
Dalle paure alle libere diversità
Incontro con i primi cittadini Rom che si dichiarano gay.
Conducono: Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale del Comune di Milano e Paolo
Hutter, attivista lgbt e giornalista.
In occasione del pride, inserito nel tema della campagna 'Milano siamo anche
noi", discutiamo, serenamente di differenze, inclusione sociale e cultura.
Termometro a corda GIPSY Corda secca: Beltempo Corda bagnata: Pioggia Corda rigida: Freddo Corda invisibile: Nebbia o Bere meno Corda mossa: Vento Senza corda: Ce l'hanno rubata
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
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