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Colombia
Di Fabrizio (del 09/05/2011 @ 09:26:08, in Kumpanija, visitato 1598 volte)

Da Mundo_Gitano (altro su Dalila Gomez)

EL MUNDO.es Por: Anna Viñas* - 16 aprile 2011
* Giornalista e sta girando il mondo per descriverci la situazione della donna nei cinque continenti

Dalila vive una contraddizione. Si definisce innanzitutto una gitana, ama il suo popolo e le sue tradizioni, e pertanto si veste da gitana, vive nel suo gruppo e ne parla l'idioma, il romanés. Però proprio per amore alla sua "kumpania", il nome che riceve la comunità in romanés, ha rotto con la maggior parte degli archetipi che limitano la donna gitana. E' ingegnere industriale, ha lavorato per l'amministrazione colombiana, ed il consiglio dei patriarchi della comunità -un'istituzione vietata alle donne- non  prende nessuna decisione senza prima consultarla. "Io faccio sempre quel che voglio", assicura. Non è poco. Il suo obiettivo: lottare per i diritti del popolo rom.

Il suo cammino verso la ribellione iniziò a 18 anni, quando decise che voleva andare all'università. Contravvenendo ai desideri di tutta la famiglia, preoccupata più di ogni altra cosa che si sposasse, Dalila si è laureata grazie al denaro guadagnato leggendo la fortuna alle sue compagne di corso. "Mio padre non voleva che studiassi e mi diceva che se l'avessi fatto sarei diventata una gagì (paya), che all'università si apprendono cose cattive, come la droga o la prostituzione."

Come poche gitane in Colombia, Dalila non si è sposata a 15 anni, non è rimasta incinta ed è riuscita a diventare ingegnere industriale specializzata in gestione e pianificazione dello sviluppo. Passata attraverso diverse imprese, facendosi passare come occidentale per paura delle discriminazioni, sino ad arrivare all'amministrazione pubblica, dove ha iniziato a lavorare per i diritti del suo popolo. Il suo impegno si è materializzato in un decreto che riconosce i gitani come gruppo etnico colombiano, presente nel paese dall'epoca coloniale ed in un censimento. " Già ora siamo una variabile di cui tenere conto nel bilancio, dato che il popolo gitano deve affrontare diverse sfide. Una di queste è di attuare politiche di prevenzione nella salute, perché culturalmente i gitani non ci pensano. Un'altra sfida è la scolarizzazione dei bambini, che molto presto abbandonano la scuola perché i loro modelli culturali non rientrano nel sistema educativo omologante della società occidentale." Di fatto, si calcola che in Colombia il 70% dei bambini gitani non abbia mai messo piede in una scuola.

La maggior parte dei problemi rispondono a blocchi culturali, e Dalila lo ha sperimentato nella storia della sua vita. Durante i primi anni di scuola ricorda di essere stata una bimba segnalata per le sue "strane" abitudini e per il suo modo di vestire. "Non  parlavo bene il castigliano ed avevo uno strano accento perché in famiglia si parlava il romanés. Inoltre, i miei compagni di classe non capivano perché non avessi una casa e vivessi in una tenda." Era l'obiettivo degli scherzi, ma lei voleva lo stesso completare gli studi. Inoltre dovette adattarsi ai nuovi modelli di autorità. "Ero molto ribelle perché non capivo che il professore dovesse comandarmi. Nella kumpania solo il patriarca ha l'autorità sugli altri ed i bambini sono sempre molto liberi."

La libertà è uno dei valori più apprezzati dal popolo gitano, che si dichiarano libertari. Non vogliono [...] padroni, non accettano la routine, né essere schiavi del tempo. "Viviamo nel presente, nel qui e ora. Non ci occupiamo del passato, e questo in parte ci pregiudica perché non reclamiamo giustizia. Non abbiamo capitalizzato l'Olocausto come gli Ebrei." Non si preoccupano neanche del futuro, da qui il disinteresse alla prevenzione o al risparmio. "Se abbiamo soldi li spendiamo o li condividiamo con gli altri," dato che la loro concezione di vita è collettiva.

Distaccati dalla materia e dal territorio, i gitani sono nomadi per concezione di vita, anche se oggi è un'opzione difficilmente realizzabile a causa delle frontiere, e in Colombia dal conflitto armato. "Anche se la guerra genera il fenomeno dello spiazzamento in molte vittime, noi soffriamo il confinamento. Dentro un territorio ci sentiamo sequestrati, e questo influisce sulla nostra qualità di vita."

Tuttavia, la mobilità è il loro livello mentale. Ed è quello che da vita a Dalila. "Quando lavoravo per l'amministrazione, mi offrirono un posto fisso ma rifiutai. Non era per me." Tuttavia, il lavoronon le è mai mancato, e quindi lei èil supporto economico della sua famiglia allargata, con 20 membri. "Mio padre ed i miei fratelli non hanno un'entrata stabile, perché sono artigiani del rame e non vendono molto. Io sostengo tutti e loro sono orgogliosi di me per il mio lavoro."

Tuttavia, in precedenza era una donna perseguitata dai patriarchi della comunità, ed era a rischio di essere esclusa dal suo lavoro pubblico in difesa degli interessi del popolo gitano. "Mi giudicavano e mi accusavano di voler rimpiazzare gli uomini. Non accettavano che prendessi il comando."

Proprio la mancanza i rappresentanza delle donne e la loro assenza negli organi di potere, è per Dalila un'altra delle sfide che deve affrontare il popolo rom. "Dobbiamo cambiare in alcune cose, per esempio il nostro accesso all'istruzione superiore, se vogliamo essere in una situazione migliore." Tuttavia, sottolinea che "questo non significa che dobbiamo cambiare la nostra maniera di essere."

Si riferisce ai lignaggi patrilineari che organizzano il gruppo, e alla differenziazione tra uomini e donne, che dice "si prendono cura di loro." Per Dalila questo non è maschilismo. "I gitani hanno imparato ad essere maschilisti dalla società occidentale, non dalla nostra cultura," assicura. "Vedo il maschilismo come una questione del capitalismo, in cui gli uomini vogliono possedere le donne, però per i gitani non è una questione di possesso, ma di rispetto."

Dalila intende preservare l'essenza gitana immergendola nei nuovi tempi, e ha iniziato l'esperimento con la sua stessa vita. Ha cambiato il suo destino di donna gitana studiando, pianificando e investendo nel suo futuro per essere autonoma, ed è riuscita a farsi ascoltare dagli organi di comando della sua kumpania. Dalila ha rotto con gli schemi del popolo gitano, al fine di preservarli. Sembra questa stessa una contraddizione, però la vita ne è piena.
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PRORROM
Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) de Colombia
Correo-e: prorrom@gmail.com

“Yo no se qué tristeza o qué alegría me producen estas aves errantes a quienes amparan el sol y la luna y el cielo y las estrellas y los árboles. Tristeza de irse a todas horas. Alegría de renovar el horizonte a cada que los pájaros cantan al alba. Alegría de no pesar sobre la tierra más de lo que pesa una yerba. Tristeza de no tener Patria, ni raza, ni alero nativo” / (Tic Tac: 1913)